Intervista ad Andrea Piovan: Doppiatore, voce di Liquid Snake in Metal Gear, Il Capo in Art Attack, speaker di Rete 4

Con l’ospite di oggi, ovvero Andrea Piovan, raccogliamo un’importante testimonianza di quello che era il doppiaggio, nell’ambito dei videogiochi, negli anni ’90. In quel periodo il mercato videoludico iniziava ad imporsi in maniera significativa nel nostro territorio, sia in termine di vendite, sia all’attenzione dei media. Questo comportava maggiore interesse da parte delle software house dell’epoca ad investire anche nel doppiaggio della nostra lingua.

Forse non tutti sanno che alcuni dei titoli più blasonati degli anni ’90 e dei primi anni 2000 erano doppiati in italiano principalmente in sede a Londra. Avremo modo di approfondire il discorso in una futura intervista.

Ospite di oggi della nostra rubrica delle interviste è Andrea Piovan, attore e doppiatore professionista. Andrea Piovan è la voce storica di Liquid Snake in Metal Gear e Gabriel Logan in Syphon Filter.

Andrea PiovanChi è Andrea Piovan

Andrea Piovan nasce a Spinea il 25 gennaio del 1963.

Si avvicina al mondo della recitazione fin da giovane per poi intraprendere stabilmente la carriera come speaker e doppiatore.

Cosa ha doppiato

Andrea Piovan è noto per aver doppiato numerosi documentari BBC Earth come Planet Earth, Frozen Planet e la serie Wild.

Per quanto riguarda i videogiochi è la voce di Liquid Snake in Metal Gear, Nitrus Brio in Crash Bandicoot 2, Dingodile in Crash Bandicoot 3: Warped, Gabriel Logan in Syphon Filter, Hunter in Spyro 2, Kongol in The Legend of Dragoon e Robert Baxter in Time Crisis II. Ha partecipato anche al doppiaggio di numerosi videogiochi iconici come: Medievil, Half Life 2 e Tombi.

È stato la voce inconfondibile del Capo in Art Attack ed è lo speaker ufficiale di Rete 4, Canale 5 e Italia 1.

Andrea Piovan doppiatore

Intervista ad Andrea Piovan

  • Come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?

All’inizio negli anni ‘70 avevo una radio privata dove facevo il dj in compagnia del mio amico Franco. Già alle superiori lavoravo in discoteca, in pratica utilizzavo già la voce. Ho capito che non bastava essere solo speaker radiofonici; quindi, ho cominciato a fare teatro prima in Italia e poi a Londra. A Londra ho frequentato una scuola molto importante.

Ho avuto la fortuna di lavorare alla Royal Shakespeare Company, ho frequentato la scuola di Philippe Gaulier, Jacques Lecoq a Parigi. Dopo la scuola teatrale ho iniziato a fare lavori più sentiti a livello emozionale. La scuola mi è servita per riuscire ad esprimere tutto quello che io volevo raccontare.

  • Quale è stato il personaggio più difficile da doppiare? A quale sei più affezionato?

Andrea Piovan Liquid SnakeNon c’è stato un personaggio difficile da doppiare, tutto dipende sempre dal mio stato d’animo. Se arrivi sul posto di lavoro preparato, ma al tempo stesso disponibile curioso e intraprendente anche il personaggio più difficile non è poi così faticoso. Quello che ho amato di più sicuramente è Liquid Snake di Metal Gear e il Capo di Art Attack.

Mi sono veramente divertito, il personaggio esprime la gioia che ho dentro di me. Adesso mi piace narrare documentari. Mediaset mi ha dato la possibilità di doppiare grandi documentari come Frozen Planet, Dynasties e tutta la serie Wild.

Questi sono tutti prodotti di BBC Earth. In compagnia della musica di Hans Zimmer e in presenza della voce di David Attenborough è qualcosa di coinvolgente. Amo particolarmente narrare i documentari. Tra poco ci sarà un documentario, sempre su Mediaset, di 8 puntate che si chiama Planet Earth 3. In pratica il Sanremo dei documentari, grazie ancora a Mediaset.

  • Sappiamo che hai doppiato Liquid Snake in Metal Gear, quali erano le difficoltà all’epoca di doppiare un medium ancora poco noto e considerato come quello
    Il Capo Art Attack Andrea Piovan
    Il Capo di Art Attack doppiato da Andrea Piovan

    videoludico?

Liquid in Metal Gear è stato un personaggio che ho amato veramente tanto. Un personaggio che mi ha dato la possibilità di registrare nei prestigiosi studi Abbey Road a Londra, dove ho vissuto dieci anni. Per un ragazzo di 35 anni è stato veramente emozionante.

Vivere a Londra con i tuoi colleghi francesi, tedeschi, americani è doppiare tutti lo stesso prodotto in lingue diverse, era un modo per confrontarsi.

Ricordo che la sera si usciva tutti insieme ai pub e nel mentre parlavamo di Metal Gear. È stato un periodo meraviglioso. Al tempo non eravamo consapevoli di quanto importante poi sarebbe diventato Metal Gear. A Londra ho doppiato tantissimi videogiochi, tra cui Crash Bandicoot. Sempre a Londra ho doppiato Art Attack.

  • Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti doppiatori?

Se si ha la possibilità di recarsi direttamente in studio a doppiare, ve lo consiglio. Questa è la scuola più importante. Anche seguire i corsi è fondamentale però al tempo stesso bisogna allenarsi almeno per altre quattro o cinque ore al giorno. Bisogna esercitarsi molto per raggiungere un buon livello, è il suggerimento che ribadisco anche i ragazzi che mi seguono.

C’è il rischio di arrivare impreparati in sala di doppiaggio, non si può pretendere di fare i casting se non ci si prepara quotidianamente. Anche se non si ha la fortuna di lavorare in studio, bisogna comunque esercitarsi come se si lavorasse in studio. Bisogna lavorare sulle articolazioni, sul personaggio, guardare dei film e provare a doppiarli.

  • Futuri Progetti, torneremo a sentire la tua voce in un videogioco?

Per il momento no, a parte la serie di documentari che ormai seguo quasi quotidianamente. Di videogiochi non ne vedo in vista, anche perché mi sto dedicando pienamente al settore dei documentari.

Ho fatto un paio di provini per una voce importante, purtroppo non posso anticiparvi nulla.

  •  Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un aneddoto sulla tua carriera.

Andrea PiovanIo ho iniziato proprio perché avevo le mie zie che erano bravissime imitatrici. Mio nonno, ovvero loro padre, era un uomo di chiesa, e pretendeva che le mie zie parlassero e si vestissero in un certo modo. Spesso, oltre a imitare, si travestivano e io notavo la trasformazione di queste mie zie. Uscivano di casa vestite bene e parlavano in un certo modo per poi cambiare totalmente.

Ricordo che avevano un posticino dove nascondevano i vestiti, si cambiavano e al tempo stesso anche le voci erano diverse. All’improvviso le loro voci erano piene di vita, un arcobaleno di colori. Il punto era che dovevano in qualche modo cambiare ed essere delle altre persone, le vere zie erano quelle dal carattere allegro.

Questa trasformazione mi interessava molto, mi piaceva la trasformazione vocale. Da lì è cominciata la mia passione per la voce e per la trasformazione con cui poi mi sono divertito tanto in teatro.

Ciao a tutti e grazie per questa intervista.

 

Ringraziamo Venti Blog per la pubblicazione dell’estratto di questa intervista sul Quotidiano del Sud.

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