I videogiochi, sin dalla loro nascita, hanno sempre cercato di farci vivere esperienze simulative o virtuali grazie alla loro interattività e alla loro capacità di immergerci in un mondo alternativo. Negli ultimi anni però, le grandi aziende stanno cercando di compiere un passo ulteriore in questa direzione, andiamo oggi a parlare di come la realtà virtuale stia entrando sempre più prepotentemente nel mercato videoludico.
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Dal passato ad oggi
Come in una lunga storia d’amore, i videogiochi e la VR si sono presi e lasciati più volte nel corso della storia. Tra i vari esperimenti provati negli ultimi 50 anni, è doveroso citare il Virtual Boy; prodotto da Nintendo nel 1995, questa macchina tentava tramite un visore bicromatico rosso e nero di immergere i giocatori in un mondo 3D isolato da tutto il resto.
Molte persone lamentavano mal di testa dopo brevi sessioni di gioco, e nonostante un’accattivante portabilità e un discreto parco giochi, la console finì presto nel dimenticatoio. Facendo un salto temporale fino ai giorni nostri, la startup Oculus VR (successivamente acquisita da Facebook) lancia nel 2013 il Rift e, dopo vari prototipi, rilascia nel 2016 un modello destinato al mercato di massa. Nello stesso periodo, dalla collaborazione tra HTC e Valve, debutta il Vive; questo prodotto spinge ancora più sull’immersione del videogiocatore, permettendo di tracciare la stanza in cui si trova, e muoversi nell’ambiente virtuale replicando i movimenti reali.
Nonostante l’eccellenza di questi prodotti, la necessità di avere un computer molto potente, il prezzo non molto accessibile e la scarsa libreria di titoli composti perlopiù da simulazioni di esperienze e piccoli giochi hanno impedito il diffondersi di questa tecnologia.
[section label=”Il Successo di Sony” anchor=”Success”]Il successo di Sony
Nell’ottobre del 2016, si lancia in questo mondo anche Sony, col suo Playstation VR. Il prodotto parte subito alla grande e, dopo una breve battuta di arresto, torna a vendere benissimo raggiungendo nel marzo di quest’anno le 4,2 milioni di unità vendute. I motivi del successo sono da ricercarsi nel prezzo ridotto, una maggiore facilità di accesso ed utilizzo del prodotto e nella semplicità di sviluppo da parte delle software house.
Le software house più note hanno però mantenuto un approccio conservativo verso la nuova tecnologia, limitandosi a pubblicare esperienze ridotte o minigiochi dei loro brand più celebri ad eccezione di Capcom e del suo Resident Evil 7, unica vera produzione ad alto budget che figura al momento nel parco titoli di Playstation VR.
[section label=”Le Nuove Proposte” anchor=”proposte”]Le nuove proposte per il futuro
Ad oggi, sempre più aziende stanno iniziando ad integrare tecnologie e visori VR nei loro confini; applicandole alle fasi di concept, design, produzione o vendita. E’ possibile avere una mappatura più precisa delle componenti da impiegare per la produzione di un veicolo, permettere ad un cliente di sfogliare un catalogo digitale prima di fare i propri acquisti, far visitare musei ed attrazioni a chi si trova a migliaia di km di distanza o ancora di far materializzare il progetto di un architetto davanti ai nostri occhi. Le possibili applicazioni sono innumerevoli, come al solito l’unico vero limite è la nostra immaginazione, di fronte a quella che potrebbe essere definita “Rivoluzione Virtuale”.