Quella che nel 2021 era iniziata come una controversia antitrust intentata contro Steam si è trasformata ora in una vera e propria class action.
Come riportato da GamesIndustry, inizialmente il caso riguardava solo due aziende, ovvero Wolfire Studios e Dark Catt Studios. Tuttavia, un documento del tribunale mostra la trasformazione in class action.
Ciò significa che ora la causa si applicherà a qualsiasi sviluppatore o editore che ha subito il taglio del 30% dei guadagni da parte di Steam su tutti gli acquisti dal 28 gennaio 2017 in poi.
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Class action contro Steam: ora anche altri studi possono intentarla
Wolfire Games ha depositato un nuovo ordine lo scorso anno, aggiornando così una causa intentata contro Valve nel 2021. La richiesta originale è stata poi respinta a novembre del 2021, ma lo studio ha presentato un’altra denuncia a maggio 2022. Nello stesso periodo anche Dark Catt Studios ha pubblicato la stessa causa ed il giudice ha deciso di unirle assieme.
I team hanno sottolineato come non fosse giusto che Valve prenda il 30% di tutte le vendite sulla sua piattaforma, affermando che la società sta usando la sua predominanza di mercato per prendere una quota molto alta da ogni vendita che passa per il suo negozio.
Ciò secondo il documento danneggerebbe sia i consumatori che le società di giochi, aumentando i prezzi per gli acquirenti e riducendo i profitti degli editori.
Nell’ordinanza il giudice ha deciso di respingere la richiesta di Valve di escludere la testimonianza di un espero, che in questo caso si tratta del dott. Steven Schwartz il quale ha chiamato entrambi gli studi per sostenere la causa. Ora, sia Wolfire Studios e Dark Catt Studios, saranno entrambi i rappresentanti della class action.
Valve non è l’unica ad essere stata coinvolta in una causa legale ultimamente: anche Ubisoft ad esempio è stata citata in giudizio poiché avrebbe condiviso dei dati sensibili attraverso Meta.