Tiny Thor è un platform 2D realizzato in grafica 16-bit che ci ha incuriosito quando ne abbiamo parlato la prima volta, e quindi abbiamo deciso di farne una recensione.
Il gioco è sviluppato dallo studio indie Asylum Square e pubblicato da Gameforge sotto la sua etichetta editoriale IndieForge.
Abbiamo giocato a questa piccola perla chiaramente ispirata a diversi mostri sacri del genere ma con una caratterizzazione tutta sua votata alla mitologia norrena, e cercheremo di capire se può andarsi a porre come valida alternativa ai tanti giochi analoghi del suo genere.
Indice
Tiny Thor recensione – Introduzione
In Tiny Thor, i giocatori esplorano il mistico regno norreno di Asgard e si avventurano in 30 livelli unici realizzati a mano. Lungo il percorso, il piccolo dio si imbatte in complicati enigmi ambientali e in potenti nemici come il Kraken con i suoi numerosi tentacoli e il famigerato dio imbroglione Loki.
Ma nessuna sfida è troppo grande per il nostro giovane eroe. Armati dell’incredibile Mini-Mjölnir, i giocatori possono mirare liberamente con l’arma da salto per superare gli ostacoli e trionfare in epiche battaglie contro i boss.
Inoltre, i giocatori possono apprendere abilità speciali per dotare Thor dei potenti poteri di un (piccolo) dio e sbloccare livelli impegnativi per mettere ulteriormente alla prova la sua divinità.
Thor sarà anche giovane e inesperto, ma è molto bravo con Mjolnir, il mitologico martello.
Dopo una breve sequenza di platform a mani nude, lo riceveremo in dono e un’altra breve sequenza scriptata ci insegnerà a utilizzarlo per diversi scopi, dal più ovvio che è quello di stendere le creature nemiche, al raccogliere gemme e risolvere puzzle.
Tiny Thor recensione – Gameplay: la componente platform è solida e preponderante
Tiny Thor è un po’ platform è un po’ metroidvania (ma non troppo). Non avremo infatti la classica meccanica in cui si può andare avanti e indietro per i livelli, ma un sistema di sblocco di abilità che permettono, una volta acquisite, di raggiungere location e aree dei livelli prima precluse.
Il primo impatto col gioco fa inevitabilmente pensare a Rayman (il primo), con le gemme da raccogliere, il ritmo di avanzamento lento e ragionato e i salti calibrati a pennello. Il che non è affatto una cosa negativa, perché Rayman è considerato uno dei platform migliori di sempre e tutt’oggi è godibilissimo.
Così come in Rayman, un colpo singolo ricevuto da un nemico, un tetto o un pavimento spinato, o una caduta in burrone (o persino nell’acqua) ci faranno morire istantaneamente. Questo a meno che non prendiamo un cuore aggiuntivo.
Quest’ultimo viene perso se veniamo colpiti, iniziando a fluttuare nell’aria e rimbalzare per i livelli. Al suo interno parte un countdown che indica i secondi residui per recuperarlo. Una meccanica simile a quella di Yoshi’s Island e che sa un po’ troppo di già visto.
Purtroppo i cuori non si trovano spesso nel gioco e sembra che ce ne siano sempre meno man mano che si procede, nonostante il gioco diventi più difficile. È deludente che il gioco non disponga di impostazioni di difficoltà, poiché alcuni giocatori con riflessi non troppo pronti faranno fatica a seguire il ritmo del gioco.
Se si muore in Tiny Thor, si viene resuscitati all’ultimo checkpoint visitato, ma tutti i nemici si rigenerano (le gemme raccolte però non vanno recuperate nuovamente). Fortunatamente, i checkpoint sono abbastanza frequenti, quindi non si tratta certo di un platform spietato e arduo.
Il martello è senza dubbio il protagonista di Tiny Thor e le influenze di Asylum Square su Pin Ball e Breakout si notano nel modo in cui il martello può essere usato. Quando viene lanciato, il martello rimbalza sulle superfici, praticamente all’infinito.
Questa meccanica è utilizzabile, e fondamentale, per uccidere alcuni tipi di nemici e liberare la strada (esempio le lumache del primo mondo che ci seguono solo quando non le guardiamo – come i Boo di Super Mario World)
Se angolato nel modo giusto, il Mini-Mjölnir può essere usato per risolvere puzzle ambientali: quindi per spostare oggetti, uccidere nemici e premere interruttori. Quando si tiene premuto il comando di lancio e si fa ruotare il corpo e il braccio di Thor in diverse posizioni, appare una linea tratteggiata che mostra la traiettoria, un po’ come il lancio uova di Yoshi’s Island.
Peccato non potere disattivare questa traiettoria per accedere a un livello di sfida maggiore.
Tiny Thor recensione – Boss fight e oggetti da raccogliere
Le boss fight sono varie ma abbastanza scriptate. Gli sviluppatori si sono dati da fare con la fantasia per immaginare boss ben caratterizzati e non immediatamente riconducibili a quelli già visti negli innumerevoli platform 16-bit del passato.
Gran parte di essi vanno però buttati giù sfruttando variabili ambientali, come mattoni che cadono, pavimenti e tetti che mutano di forma e quant’altro. Insomma, non è che se vi piazzate di fronte a loro e li prendete a colpi di martellate li potrete killare subito.
Infatti, è come se ogni boss fight sia congegnata per durare una certa quantità di tempo. E infatti anche il danno che viene inferto dal martello è praticamente ininfluente rispetto a quello provocato dai danni che potremo infliggere con gli elementi ambientali.
Inoltre, stare vicino al boss per menarlo non è mai una buona idea visto avremo una sola possibilità di sbagliare, e poi saremo morti. In ogni caso nessun boss è irresistibile, e bastano al massimo un paio di tentativi per spuntarla.
I collezionabili sono fatti di gemme blu e rosse. Le prime sono sparse per ogni meandro del livello e sono abbastanza facili da raccogliere e trovare.
Quelle rosse invece sono più ardue sia da trovare che da raccogliere. In ogni livello ce ne sono tre e sono fondamentali per sbloccare nuove aree, proprio come in Rayman Origins e simili.
Tiny Thor recensione – grafica e sonoro
La grafica di Tiny Thor è fatta con disegni a mano e pixel art in stile 16-bit. Se amate questo stile e questo tipo di giochi rimarrete ammaliati. Infatti, Tiny Thor si avvale del veterano pixel artist Henk Nieborg (Spyro: A Hero’s Tail, Contra 4, serie Shantae)
Il gioco ovviamente gira su qualsiasi hardware non avendo requisiti eccezionali, e da questo punto di vista è perfetto per giocare con laptop o tablet in viaggio.
Abbiamo notato però qualche suttering che non ci dovrebbe assolutamente essere, specialmente perché la configurazione con Ryzen 7 1700x, 32GB di RAM e RTX 3060 Ti, col gioco installato su SSD, è altamente sopra i requisiti consigliati.
Quel che non ci è piaciuto, invece, è la colonna sonora. Benché sia composta da un nome altisonante: Chris Hülsbeck (Star Wars: Rogue Squadron, Turrican), a nostro avviso è poco interessante e in certe parti completamente inadatta a ciò che si vive su schermo.
Tiny Thor recensione – accessibilità, longevità e conclusioni
Tiny Thor è un gioco estremamente accessibile e godibile: è colorato, vivace e non è affatto difficile. Da questo punto di vista è perfetto per bambini anche abbastanza piccoli, ma questo non vuol dire che sia banale o troppo facile.
La curva di difficoltà è abbastanza morbida e paragonabile a quella degli ultimi giochi di Rayman. Non è necessario raccogliere tutto per proseguire, ma volendo, è un fattore di sfida aggiuntivo che aumenta la longevità.
Per completare il gioco nei suoi 30 livelli basta una decina di ore (una ventina o più se si vuole raccogliere proprio tutto). Non è un gioco lungo, ma è un’esperienza rilassante e piacevole.
Dato il prezzo budget di appena 19,99 euro, è un gioco ben coerente col tipo di esperienza che offre. Ci sono giochi migliori di questo tipo? Certamente sì, ma anche giochi molto peggiori.
Noi lo consigliamo a chi avesse già macinato i soliti nomi e i grandi classici più blasonati, per tutti gli altri forse conviene aspettare uno sconto…e nel frattempo recuperare i grandi classici a cui è ispirato questo valido gioco, che però non entrerà nell’olimpo dei platform.
Colorato, vario e accessibile
Il martello offre una meccanica di puzzle niente male
Sa troppo di già visto per chi ha giocato ai grandi classici
Colonna sonora non memorabile