In questi giorni, abbiamo avuto l’opportunità di giocare a The Spirit of the Samurai, il gioco d’azione in 2D animato in tecnica stop-motion, sviluppato da Digital Mind Games e pubblicato da Kwalee, in uscita a dicembre 2024.
Dopo un’avventura ricca di sfide, battaglie impegnative e tante (ma tante!) sconfitte, conclusasi in poco più di dieci ore di gioco su PC, siamo pronti a condividere le nostre impressioni.
Indice
Trama e Premesse Narrative
Iniziamo la nostra recensione di The Spirit of the Samurai analizzando la storia, che si inserisce nel filone della classica epopea eroica. Protagonista è Takeshi, un samurai coraggioso e dotato, che si trova a intraprendere un pericoloso viaggio dopo l’attacco del suo villaggio da parte di creature mostruose.
Il nostro eroe dovrà farsi strada attraverso un mondo invaso da esseri orribili, affrontando demoni ispirati al folklore giapponese e brandendo la sua katana con determinazione. L’obiettivo è fermare l’Oni a capo delle truppe infernali, che minaccia di far piombare il mondo nell’oscurità. Ad affiancarlo in questa missione ci sono un Kodama, spirito protettore della natura, e il suo fedele compagno a quattro zampe, un Gatto guerriero.
Purtroppo, non c’è molto di più da raccontare, sia per evitare spoiler sia perché la trama, di per sé, non va molto oltre. Si può affermare che il racconto funge da pretesto per il susseguirsi di scontri che consacreranno Takeshi nel suo ruolo di eroe tragico, ma, pur nella sua semplicità, la narrazione ispirata alle favole giapponesi è ben strutturata e soddisfacente, adempiendo perfettamente al proprio compito.
Nonostante tutto, per quanto ci sia una certa coerenza e cura nei dettagli, l’opera avrebbe forse potuto osare un po’ di più per arricchire la sua profondità.
L’Animazione in stop-motion
The Spirit of the Samurai ci catapulta nell’affascinante mondo della mitologia giapponese, ma lo fa con uno stile unico e straordinariamente evocativo: la tecnica dello Stop-Motion.
Questa tecnica, conosciuta anche come “a Passo Uno” o “Frame by Frame“, è una forma di animazione cinematografica che, nel corso del secolo scorso, veniva impiegata nei film hollywoodiani per dare vita a mostri e creature in pellicole fantasy. Successivamente, è stata adottata in numerosi film d’animazione.
Il team di Digital Mind Games ha preso ispirazione dalle opere di Ray Harryhausen per dare movimento ai personaggi e agli Yokai del gioco. Per chi non lo sapesse, Harryhausen è il leggendario animatore che ha creato alcune delle creature più iconiche della Golden Age di Hollywood, lavorando a film come Clash of the Titans e Il risveglio del dinosauro – quest’ultimo che è stato fonte di ispirazione per il Godzilla del 1954 di Ishirō Honda.
Nonostante la Stop-Motion venga vista come una tecnica poco convenzionale nel mondo dei videogiochi, un settore che ormai da anni fa ampio uso di tecnologie avanzate, il risultato finale è semplicemente straordinario. I movimenti di Takeshi e dei suoi alleati risultano realistici e incredibilmente fluidi, mentre gli Yokai, minacciosi e inquietanti, si animano con una precisione che accentua il loro carattere spaventoso.
Creature Mostruose Senza Fine
Gli Yokai che popolano l’universo di The Spirit of the Samurai sono disegnati con un livello di dettaglio eccezionale. Sebbene queste creature derivate dalla mitologia giapponese spazino tra entità benevole e malvagie, il nostro protagonista Takeshi si trova principalmente a fronteggiare presenze maligne.
Dallo zombi più semplice al complesso Tengu, ogni nemico che si interpone sul cammino del nostro eroe infonde una sensazione di minaccia costante. La potenza dei nemici, che per molti versi ricorda l’intensità dei Soulslike e che rende questo gioco paragonabile per pericolosità ai migliori titoli di FromSoftware, si unisce alla maestria nei movimenti e nelle tecniche di combattimento, che rendono ogni scontro una sfida avvincente e pericolosa.
Dal punto di vista visivo, l’ambientazione – che include città distrutte e cimiteri desolati – aggiunge un ulteriore strato di fascino a ogni combattimento contro queste creature terrificanti. Inoltre, alcuni elementi dello scenario ostacolano talvolta la visuale, aumentando l’intensità e la paura di ogni battaglia. Ma di questo aspetto parleremo più approfonditamente nel prossimo segmento, dedicato al gameplay.
Un’Analisi del Gameplay: metroidvania all’insegna del trial and error
Il gameplay di The Spirit of the Samurai si articola in due principali modalità di gioco: un’avventura action con elementi Hack and Slash e un’avventura esplorativa caratterizzata da un approccio Trial and Error – letteralmente tenta e fallisci.
Lo Spirito del Samurai
Takeshi è un samurai devoto alla via della spada, affronta i suoi avversari con una determinazione incrollabile. Nei panni di Takeshi, il gioco si distingue per un ritmo frenetico che alterna momenti di esplorazione a combattimenti intensi contro ondate di nemici spietati.
Il sistema di combattimento, sebbene presenti un tasto d’attacco, si distingue per la sua unicità: il vero potenziale del protagonista viene fuori utilizzando l’analogico destro. Man mano che avanza nella storia e guadagna livelli, Takeshi può sbloccare nuove mosse, combinandole in sequenze di tre per creare delle combo eseguibili semplicemente inclinando l’analogico destro in direzioni specifiche (destra, sinistra, su o giù).
Questo sistema di creazione di combo, che permette di personalizzare il proprio stile di combattimento, ci ha positivamente sorpreso, sebbene esistano combinazioni che risultano decisamente più efficaci di altre.
Oltre a questo, il sistema di combattimento consente di evitare gli attacchi nemici rotolando o parando, con la possibilità di eseguire un parry per deviare gli attacchi e aprire una finestra di vulnerabilità nei nemici.
Purtroppo, per quanto il sistema sia solido e preciso nella sua semplicità, tutto questo viene spesso ostacolato da un problema tecnico: la telecamera. Questa, infatti, può rendere difficile mantenere una visione chiara durante le fasi di combattimento, limitando la fruibilità dell’azione. Anche in questo aspetto, il parallelismo con alcuni dei giochi di FromSoftware è incredibile.
Un Mondo Splendido, ma Difficile da Vedere
I paesaggi mozzafiato di The Spirit of the Samurai immergono il giocatore in un Giappone feudale distopico invaso da Yokai malvagi. Tuttavia, per quanto sia visivamente affascinante, la scenografia è spesso troppo imponente e intrusiva: rami, lapidi, colonne e altri elementi ambientali finiscono per ostruire la visuale, nascondendo nemici e trappole e creando un’esperienza di gioco frustrante.
Nelle fasi iniziali questo problema non era troppo evidente, ma man mano che la storia prosegue, le sezioni di gioco si sono trasformate in vere e proprie sfide Trial and Error, con sezioni di gioco poco chiare ed eccessivamente punitive.
Per fare un paragone, The Spirit of the Samurai ha alcune affinità con giochi come Celeste, Super Meat Boy o Nerobi (che abbiamo ri-provato nuovamente alla Games Week), i quali richiedono tentativi e errori costanti per superare i momenti più difficili, ma con una visione più limitata dello schermo di gioco.
Questo aspetto si accentua nelle fasi di esplorazione controllando il gatto di Takeshi.
Un’Esperienza che Sfiora il Rage Quit
Le sezioni esplorative e platform, specialmente quelle in cui si guida il gatto di Takeshi, erano inizialmente poco impegnative. Il gameplay richiede di saltare per evitare cadute e trappole, nascondersi dai nemici e sapersi muovere tra fasi di corsa e di attesa. Tuttavia, la difficoltà è aumentata a causa di alcune limitazioni tecniche.
La scarsa luminosità, per esempio, rendeva difficile individuare la presenza di nemici e trappole, costringendoci spesso a far morire Takeshi o il suo gatto per comprendere la minaccia da evitare la volta successiva. Questo, unito a altre problematiche tecniche, ha reso l’esperienza più frustrante del necessario.
Qualche problema tecnico
Purtroppo, l’esperienza con The Spirit of the Samurai non è stata sempre positiva a causa di alcuni problemi tecnici riscontrati. Nonostante l’opportunità di provarlo su un dispositivo di alta gamma, dotato di un potente processore Intel i5 di 12ª generazione da 2,8 GHz, 16 GB di RAM DDR5 e una scheda grafica GeForce Serie 40 con 8 GB di VRAM dedicata – ben oltre i requisiti consigliati –non siamo riusciti a giocarlo per più di un’ora consecutiva senza incorrere in significativi rallentamenti e cali di frame rate.
Questi problemi si risolvevano temporaneamente chiudendo e riavviando l’applicazione, ma a ogni cambio di scenario il rischio di perdita di frame era costante, compromettendo irrimediabilmente l’esperienza di gioco. Fortunatamente, trattandosi di una versione ancora in fase di rifinitura prima del lancio ufficiale (12 dicembre), c’è motivo di essere ottimisti.
Inoltre, alcuni dei problemi che abbiamo incontrato sono già stati corretti tramite un aggiornamento preventivo.
Siamo quindi inclini a dare fiducia a questo progetto indie, sperando che le prossime patch e migliorie possano risolvere queste problematiche e garantire un’esperienza di gioco più fluida e coinvolgente.
Recensione di The Spirit of the Samurai: Conclusioni
The Spirit of the Samurai si è rivelato un’esperienza affascinante, che dimostra come un sistema di combattimento semplice, ma efficace, possa offrire grandi soddisfazioni, soprattutto quando è abbinato a uno stile grafico e a animazioni tanto accattivanti.
Tuttavia, il titolo non è privo di difetti, ma data la solida base su cui poggia, il team di Digital Mind Games ha certamente il potenziale per apportare miglioramenti significativi. Attenderemo fiduciosi le prossime Patch.
Consigliamo The Spirit of the Samurai a tutti gli appassionati degli action più hardcore, poiché offre un gameplay avvincente e sfidante. Tuttavia, sconsigliamo caldamente il gioco a chi ha un debole per i gatti: il povero micino di Takeshi subisce ogni volta una morte estremamente violenta per ogni errore, e il nostro cuore è stato straziato ogni volta che ciò accadeva.
Se interessati, potete acquistare il titolo su Steam o approfittare di una chiave di gioco scontata su Instant Gaming.
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Sistema di combattimento semplice e interessante
Il mondo di gioco e i suoi abitanti sono molto suggestivi
Sapiente uso della tecnica stop-motion per le animazioni
Alcune sezioni di giochi sono poco chiare ed eccessivamente punitive
Servono alcuni aggiustamenti sul lato tecnico
Le premature e violenti morti di quel povero gattino...