The Wreck è semplicemente magnifico – Recensione

The Wreck
Informazioni sul gioco

I giochi realizzati dalla software house The Pixel Hunt si sono spesso soffermati su tematiche importanti ed emotivamente intense. Ripensiamo a quel capolavoro di Bury Me, My Love e di come un’inchiesta giornalistica sul fenomeno migratorio pubblicata dal quotidiano francese Le Monde sia poi diventata un videogioco. Una storia vera ed importante, capace di suscitare emozione e di metterci nei panni delle persone che scelgono di intraprendere il pericoloso viaggio per arrivare in Europa, colmi di speranza e alla ricerca di una vita migliore.

The Wreck è la loro nuova opera interattiva. Un’esperienza intimista, che trasporta i giocatori nel traumatico passato e presente di Junon, una giovane sceneggiatrice costretta a prendere una decisione importante sulla vita di sua madre, tenuta in vita attraverso dei macchinari medici. È un’avventura interattiva realizzata ed edita dalla software house francese The Pixel Hunt, fondata dall’ex giornalista Florent Maurin. The Wreck è disponibile su PC tramite Steam, Nintendo Switch, PlayStation e Xbox.

Per questa recensione il gioco è stato provato su PC.

Avviso sui contenuti

Prima di entrare nel merito della recensione, ci teniamo a fare presente che il gioco affronta tematiche che possono risultare sensibili ed è quindi doveroso un avviso sui contenuti. Nel gioco vengono raccontate relazioni tossiche, autolesionismo e lutto. Il motivo per cui ci sentiamo di inserire questa tipologia di avvertenza sui contenuti è presto spiegato. Oltre ad essere segnalato dagli autori stessi, e questo non è un dettaglio banale, il gioco indaga e sviscera questi argomenti in modo esplicito. Non si limita, quindi, a un mero accenno utile per la tridimensionalità di un personaggio. Proprio per questo possono rappresentare un eventuale trigger per alcuni giocatori e lettori.

Il fatto che questi siano segnalati all’inizio del gioco è un gigantesco punto a favore del team di sviluppo, conscio di aver realizzato una storia che potrebbe rievocare traumi personali. Per quanto possa sembrare una piccola accortezza, questo è in realtà un’ulteriore gesto di grande sensibilità verso i temi che vengono trattati in The Wreck, e soprattutto nei confronti dei giocatori e delle giocatrici. Questo argomento, molto caro alla scena indie, è stato discusso anche durante la LudoNarraCon: fiera virtuale dedicata ai giochi indie con un focus sulla narrazione.

The Wreck
Le inquadrature di The Wreck sono curate al dettaglio

Scavare nella memoria

Junon si trova di fronte ad una decisione difficile: deve scegliere della vita di sua madre, sorretta da macchinari salva-vita in una clinica. In quegli attimi, tutti i ricordi cominciano a riaffiorare e i traumi cercano di annebbiarle la mente. Un incidente in macchina avvenuto qualche anno prima ha distrutto completamente la sua vita. Un incidente in macchina è, infatti, l’escamotage narrativo attraverso cui The Pixel Hunt racconta questa storia. La scena in soggettiva di Junon dentro la macchina che rotola a seguito dell’incidente è la modalità con cui il team di sviluppo propone le diverse diramazioni della storia, con gli oggetti che volano nell’abitacolo e con i quali si può interagire per entrare nei ricordi, per riviverli.

Facciamo però un passo indietro. All’avvio, il gioco introduce una schermata di menu principale meta narrativo, un desktop. In basso nella dashboard c’è il programma per la scrittura di sceneggiature e per cominciare la partita è necessario avviarlo, osservando quindi le parole che vengono redatte velocemente sul documento, esattamente come lo script di un film. The Wreck è quindi una sorta di scrittura terapeutica, autocritica, che Junon e i giocatori stanno affrontando assieme per colmare l’horror vacui di una vita in frantumi, i cui pezzi sono nascosti negli angoli reconditi della memoria. Sommersi e offuscati per renderli meno dolorosi.

Esperienza catartica

La catarsi di Junon è dolce e profonda, ma è soprattutto lacerante. Uno scossone emotivo difficile da digerire e, proprio per questo, forse The Wreck non è un gioco per tutti. O meglio, è un gioco che tutti dovrebbero giocare, ma nel momento giusto. Le tematiche del gioco sono ben sviscerate, la sceneggiatura è impeccabile e ogni dialogo colpisce l’animo come un proiettile. Tutto ciò è sostenuto, ovviamente, da una recitazione incredibilmente comunicativa e da una meccanica di interazione minimale, ma funzionale alla narrazione. Esattamente come una videocassetta, i giocatori possono riavvolgere il flusso dei ricordi, soffermando la propria attenzione su alcuni dettagli del ricordo e provando a ricostruire con un processo a ritroso gli eventi che hanno sconvolto Junon: il suo rapporto con la madre, la sorella, il marito, la figlia.

Si interagisce con il gioco anche fuori dai ricordi, facendo entrare i giocatori nel pensiero della protagonista e selezionando dialoghi e frasi che appaiono nella scenografia o in sovraimpressione.

Selezionare un testo piuttosto che un altro sblocca porzioni e prospettive diverse sulla storia, risolve conflitti o li insasprisce. Una fruzione non lineare che sfocia, alla fine, in molteplici scelte di finale, dettate dal percorso emotivo effettuato dai giocatori e dall’impressione che loro si sono fatti della storia. Il gioco risulta anche molto accessibile perché richiede pochi input e perché è possibile personalizzare la grandezza e il contrasto dei testi e dei sottotitoli. Purtroppo il gioco non è localizzato in lingua italiana e questo, forse, è l’unico punto negativo che può rendere il gioco inaccessibile per chi non ha una buona conoscenza della lingua inglese o del francese.

Arte e inquadrature

L’animazione poi è unica. Lo stile artistico e di animazione è a tratti molto fluido, per marcare scene di tensione, e a tratti meno fluido per seguire i movimenti dei personaggi e le situazioni malinconiche. In alcuni momenti non c’è proprio animazione, bensì una serie di frame dettagliati e utilizzati per rappresentare determinati ricordi di Junon. Insomma, si tratta di tecniche miste tradizionali usate per raccontare specifiche sensazioni a schermo. Ciò crea immagini potenti, intime. Le inquadrature accompagnano queste immagini attraverso studiati movimenti di camera, sottolineando la drammaticità degli aventi con grande sensibilità, evidenziando le assenze e le presenze. Una grammatica cinematografica perfetta, da manuale.

L’ottimizzazione è perfetta e il gioco risulta quindi leggero da giocare anche su configurazione di fascia bassa. Questo perché lo stile grafico non ricerca un fotorealismo e punta invece ad un utilizzo dell’animazione tridimensionale e dell’illuminazione per creare una linea artistica definita e utile alla storia che viene raccontata. La colonna sonora, infine, trattiene l’attenzione sulle scene, ne scandisce il ritmo ed esplode con suoni elettronici malinconici e perfetti al dramma di Junon.

The Wreck
La comparsa di questi testi nella scenografia restituisce l’idea di una discussione interiore

Conclusione

The Wreak è catartico. Va in fondo alla psicologia dei personaggi, li sviscera e continua a mantenere alta l’attenzione su una storia drammatica, struggente e importante. Ciò avviene non soltanto grazie all’incredibile regia delle scene ma soprattutto grazie alla grande sensibilità della scrittura, al ritmo dei dialoghi e alla colonna sonora. E il voice acting dà vita a uno script meraviglioso e interattivo, riuscendo a risultare toccante e comunicativo nonostante l’animazione ritragga, per scelta artistica, espressioni più statiche.

Si tratta di sei ore di gioco intense e influenzate dalle scelte dei giocatori attraverso un’interazione minimale, ma funzionale al ruolo dei giocatori nel dialogo interiore di Junon. E dopo il finale ci sentiamo sollevati. Questa storia è bella da leggere, da giocare, da sentire e da vivere. E queste ore di gioco non le scambieremmo per niente al mondo, le sentiamo preziose. The Wreck è un rollercoaster di emozioni. Un’esperienza semplicemente magnifica.

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The Wreck
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Masterpiece
98100
Pros

Storia profonda e scritta magnificamente

Stile artistico suggestivo

Meccanica di interazione minimale e funzionale alla storia

Regia e colonna sonora superlative

Ottima recitazione

Tematiche importanti trattate con grande sensibilità

Cons

Manca localizzazione in lingua italiana

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