Ubisoft Paris e il crunch estenuante: le dichiarazioni dei dipendenti

Un giocatore non può sempre capire cosa ci sia dietro le quinte, e l’estenuante crunch di cui è stata responsabile Ubisoft Paris ne è la prova.

Tempistiche da affrontare in modo repentino, carichi di lavoro distruttivi e salute mentale compromessa: tutto ciò accade quando ci si ritrova a vivere per lavorare, non il contrario.

Così, molti dipendenti di Ubisoft Paris si sono trovati a lavorare tredici ore al giorno, talvolta con turni debilitanti. Facciamo il punto della situazione; fateci sapere cosa ne pensate e continuate a seguirci su VideogiochItalia per altre novità.

Ubisoft Paris e il crunch estenuante: le dichiarazioni dei dipendenti

Il rapporto di Solidaires Informatique racconta di carichi di lavoro estremamente debilitanti, in particolar modo per la produzione di Just Dance 2023. Ciò ha causato un vero e proprio burnout tra i dipendenti, molti dei quali si sono assentati per malattia.

I dipendenti hanno dichiarato di essere stati costretti a cambiare motore di gioco solo undici mesi prima del lancio, con tempistiche davvero assurde. Una fonte di motivazione era la promessa di trovare altro personale per rendere la mole di lavoro più leggera, oltre al fatto che tutti questi straordinari sarebbero stati pagati.

Turni di tredici ore

Secondo quanto dichiarato da un dipendente a NME, alcuni addetti hanno lavorato dalle dieci del mattino a mezzanotte. La sede centrale di Ubisoft avrebbe esercitato molte pressioni durante i lavori: “Vogliono che siamo il primo gioco come servizio e il primo grande gioco live del portafoglio Ubisoft”, ha affermato.

“Abbiamo mostrato loro una tabella di marcia realistica per realizzarlo, ma si sono rifiutati“. Ovviamente, tutto ciò ha quindi portato a un vero e proprio esaurimento mentale. Insomma, è stata una situazione decisamente complicata e delicata.