Con l’arrivo della versione italiana di Splatalot su DeAKids, abbiamo intervistato Gabby16bit e Bellafaccia per scoprire cosa significa portare la loro energia da creator all’interno di un game show televisivo.
Dopo il successo dell’intervista dedicata a Gioco da Ragazzi, torniamo a parlare di un format che punta a unire comicità, ritmo e intrattenimento per tutta la famiglia.
E chi meglio di due volti amatissimi del web per accompagnarci dietro le quinte di questa nuova avventura?
Indice
Cos’è Splatalot, il programma di DeaKids
Splatalot è un game show comico-medievale che unisce sfide spettacolari, comicità fisica e un ritmo travolgente.
Nato in Canada e diventato un piccolo cult internazionale, il format vede dodici concorrenti, gli Assalitori, affrontare un percorso ricco di ostacoli, cadute epiche e prove a tempo, mentre nove Guardiani cercano in ogni modo di impedirne l’avanzata. Solo il più determinato riuscirà a conquistare il castello e ottenere il titolo di Re o Regina di Splatalot.
La versione italiana, in onda dal 15 dicembre su DeAKids, punta a riproporre questo mix esplosivo in una veste nuova, fresca e pensata per coinvolgere famiglie e giovani spettatori.
Grazie ai suoi ritmi serrati, al tono leggero e alle scene irresistibilmente divertenti, Splatalot è un programma che riporta in televisione quel tipo di intrattenimento immediato che funziona per tutte le età.
Il programma sarà disponibile in anteprima assoluta dal 15 dicembre su DeAKids, canale 601 di Sky, da lunedì a venerdì alle 20:10. In streaming solo su NOW e su ON DEMAND.
Chi è Gabby16bit
Gabby16bit è uno dei creator italiani più seguiti nel panorama gaming, con oltre 3 milioni di iscritti su YouTube. Conosciuto per il suo stile ironico e per il commento energico ai gameplay, è abituato a lavorare con la voce e a costruire una narrazione intorno ai videogiochi.
Ha debuttato nel doppiaggio con Transformers One, esperienza che gli ha permesso di portare una solida impostazione vocale anche in Splatalot. In questa occasione si è distinto per un ritmo naturale, una comicità spontanea e la capacità di rendere ogni situazione più dinamica.

Chi è BellaFaccia
BellaFaccia è un altro creator amatissimo dalla community gaming italiana, con un canale che supera il milione di iscritti e numerose esperienze video anche fuori da YouTube, come il personaggio di Molly nel canale Rebby e Molly.
Abituato alla telecamera e all’intrattenimento, Splatalot rappresenta per lui la prima vera esperienza in una sala di doppiaggio professionale. La sua energia, la sua comicità immediata e la sua presenza scenica contribuiscono a rendere il programma ancora più divertente e vicino al linguaggio del pubblico più giovane.
Intervista a Gabby16bit (Gabriel Weiss) e BellaFaccia (Francesco Molinari)
- Splatalot è un format molto particolare, pieno di energia e comicità. Com’è stato per voi entrare in un progetto che unisce gioco, doppiaggio e intrattenimento?
Gabriel: Penso che il gioco, almeno dal mio punto di vista, sia un format perfetto per ciò che già facciamo online. Sul nostro canale ci occupiamo da sempre di giochi, anche di videogiochi che in qualche modo ricordano lo spirito del gioco, e spesso realizziamo commentari che, pur non essendo doppiaggio vero e proprio, richiedono comunque l’uso della voce in modo espressivo.
Siamo abituati a stare davanti a un microfono, a recitare piccole parti, a modulare la voce quando serve. Per questo il programma si è sposato perfettamente con quello che già portiamo su YouTube: è sembrata quasi un’estensione naturale del nostro lavoro sul web.
Francesco: Sono d’accordo con Gabby: è stata un’esperienza davvero bella, ma anche molto diversa da ciò a cui siamo abituati. Non eravamo più nelle nostre mura di casa, nella cameretta, e questo cambia tutto. Devo ammettere che me l’aspettavo più semplice, invece ho fatto parecchia fatica. Ci siamo divertiti tantissimo, ma è stato comunque impegnativo: da fuori non sembra, ma c’è tanto lavoro dietro.
È un’esperienza simile a quello che facciamo online, ma allo stesso tempo diversa, perché sul web siamo completamente padroni dei tempi, delle scelte e delle regole. Qui, invece, dovevamo fermarci a pensare due o anche tre volte prima di fare una cosa. È stato però molto interessante, e spero davvero di poter rivivere un’emozione del genere.

Gabby16bit e il doppiaggio in Transformer One
- Gabby, tu avevi già sperimentato il doppiaggio con Transformers One, ma Splatalot è un progetto completamente diverso: più leggero, più dinamico e con un tono molto da show. In cosa questa esperienza ti ha messo maggiormente alla prova rispetto ai lavori precedenti?
La differenza principale è che, in questo caso, il lavoro di doppiaggio era davvero enorme rispetto a Transformers One, dove avevo una parte molto più piccola. Qui abbiamo registrato 21 puntate in pochissimi giorni, e quella mole di lavoro è stata sicuramente la sfida maggiore di cui parlava anche BellaFaccia prima.
Un altro aspetto importante è che questa è un’esperienza totalmente diversa dal registrare a casa: in studio hai una direzione precisa, un team completo che lavora insieme a te, e senti il peso positivo della professionalità che ti circonda.
Non eravamo solo noi, ma un’intera troupe. Questo aggiunge una certa pressione, anche perché sai che il risultato finale andrà in televisione, quindi devi sempre performare al massimo.
Devo dire però che l’esperienza con Transformers One mi abbia aiutato molto: ho avuto la fortuna di lavorare con un ottimo direttore del doppiaggio, Cosolo, che mi ha dato una base solida su come impostare la voce. Avere già quell’impostazione mi ha dato più sicurezza per affrontare tutte queste puntate.
Bellafaccia alla prima esperienza da doppiatore
- BellaFaccia, per te questa è stata la prima vera esperienza in sala doppiaggio, anche se sei già molto abituato alle telecamere grazie al tuo lavoro su YouTube e alle esperienze come Molly. Com’è stato entrare in un ruolo completamente nuovo, dove la voce è tutto? Hai scoperto un modo diverso di comunicare rispetto ai video?
Come dicevo prima, per me è stata un’esperienza totalmente nuova, perché era davvero la primissima volta in una sala di doppiaggio.
Avere Gabby al mio fianco è stato un grande aiuto: ci siamo trovati subito bene, mi ha messo a mio agio e abbiamo lavorato in sintonia, cosa che non è affatto scontata. Nel mondo del lavoro potresti trovarti accanto a qualcuno con cui non c’è intesa, invece qui c’è stato supporto reciproco e questo ha fatto la differenza.
Il primo giorno ero un po’ disorientato, ma puntata dopo puntata ho iniziato ad abituarmi al ritmo e al mood, che era molto diverso da quello a cui sono abituato su YouTube. È servito un attimo per entrare nel meccanismo, ma poi è diventato sempre più naturale.
È stato impegnativo, ma allo stesso tempo bellissimo poter dare voce a qualcosa di nuovo, e spero davvero di poter replicare questa esperienza anche in futuro.

Splatalot è il nuovo game show su DeAKids
- Splatalot è pensato per un pubblico molto ampio: dai ragazzi che vi seguono online fino alle famiglie che guardano la TV insieme.
Quando avete iniziato a lavorare sul programma, che cosa vi siete detti su come portare la vostra identità di creator dentro un format così televisivo? C’è stato un elemento, ritmo, tono, comicità, che vi ha guidati più degli altri?
Francesco: Secondo me abbiamo portato soprattutto la nostra energia, la nostra felicità e il nostro modo di scherzare. Le battute, sotto sotto, erano proprio le nostre: i nostri personaggi c’erano sempre. Ovviamente dovevamo seguire delle linee guida, ma abbiamo messo tanto del nostro carattere.
A volte seguivamo il copione, altre volte andavamo un po’ fuori dagli schemi e usciva la nostra vera personalità e funzionava. Ho visto che questo è importante, perché al nostro pubblico piace proprio questo lato spontaneo, quindi ben venga che sia venuto fuori naturalmente.
Gabriel: Ricordo bene che, oltre al doppiaggio in studio, abbiamo girato anche la parte esterna dal vivo, dove dovevamo recitare direttamente sul set. Per fortuna su YouTube facciamo spesso cose simili, quindi avevamo già una certa abitudine, anche se lavorare in una produzione con tante persone che ti guardano mette inevitabilmente più soggezione.
Serve un attimo per assestarsi. Però grazie ai direttori del doppiaggio e alle persone che ci seguivano sul set, ci siamo adattati rapidamente. Una volta preso il ritmo, è diventato tutto più naturale.
Per questo non vedo le due esperienze come così diverse: in entrambi i casi abbiamo portato professionalità, ma anche la nostra personalità, che ci è stata proprio richiesta. E penso che questo renda il programma ancora più bello.

- Perché la gente dovrebbe vedere Splatalot? Al di là della vostra presenza, ovviamente.
Francesco: Posso dirlo sinceramente: a me Splatalot piace. È un format divertente, leggero, e io per primo lo guarderei anche se non ci fossi dentro. È proprio il tipo di programma che ti strappa un sorriso senza pensarci troppo.
Già quando me l’hanno proposto, all’inizio, ero super curioso: volevo andare subito a farlo perché mi sembrava un progetto davvero nelle mie corde. Poi certo, con me e Gabby diventa “ancora più bello” — scherzi a parte, è un format che funziona di suo. È molto divertente e, secondo me, ne uscirà davvero qualcosa di bellissimo.
Gabriel: Anch’io da bambino ricordo programmi simili, e quando mi hanno detto che avremmo potuto doppiare qualcosa che somiglia a ciò che guardavo da piccolo, ho pensato: “Cavolo, che occasione!”. È bello poter dare voce a un programma che può diventare qualcosa di significativo per le nuove generazioni.
Poi, è proprio divertente: i concorrenti hanno nomi particolari, situazioni assurde, momenti esilaranti che fanno davvero ridere. È un tipo di comicità che sento molto vicina anche a quello che faccio sul mio canale. Insomma, è un programma spensierato, simpatico e perfetto per passare 20 minuti in leggerezza.
- Noi vi ringraziamo per il tempo che ci avete concesso, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto su Splatalot o sulla vostra carriera.
Gabriel: All’inizio è successa una cosa divertentissima: nel copione, al posto di “Gabby”, qualcuno aveva scritto “Gibby”. E la cosa è andata avanti per un po’, diventando quasi un meme interno. A un certo punto ero davvero “Gibby16bit”, non più Gabby! Ci abbiamo scherzato parecchio.
Francesco: A me viene in mente un momento degli ultimi giorni di registrazione: eravamo stanchissimi. Se sbagliavamo una frase, poi sbagliavamo tutto il resto a catena. Le ultime puntate mi facevano ridere proprio per questo: eravamo felici, ma davvero allo stremo. A volte non riuscivamo nemmeno a scandire bene le parole… però abbiamo dato tutto, davvero il massimo possibile.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.
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