Renzo Ferrini è sicuramente uno dei doppiatori più attivi all’interno del mondo videoludico.
Pensate che uno dei primi videogiochi da lui doppiato è stato Crash Bash nel lontano 2000. Da quel giorno sono state decine le interpretazioni del doppiatore. Una voce caratterista che ci accompagna ormai da anni.
Con Renzo Ferrini raccogliamo un’altra fondamentale testimonianza nella nostra rubrica delle interviste per quanto riguarda il doppiaggio videoludico dei primi anni 2000. Testimonianza che si aggiunge all’intervista di Lara Parmiani che fa luce sul doppiaggio di Half Life 2 e Andrea Piovan voce di Liquid Snake in Metal Gear.
Chi è Renzo Ferrini
Renzo Ferrini nasce a Senigallia e si avvicina al mondo del doppiaggio un po’ per caso.
Inizia la sua carriera nelle radio per poi intraprendere stabilmente la carriera come doppiatore e speaker pubblicitario.
Cosa ha doppiato
Come abbiamo già accennato sono decine le interpretazioni nel mondo videoludico.
Ha prestato la voce a Nick Valentine in Fallout 4, Wrex in Mass Effect 3, Aku Aku in Crash Bandicoot 4 It’s About Time, Escharum in Halo Infinite, Jul ‘Mdama in Halo 5 Guardians, Sylens in Horizon Zero Dawn e Horizon Forbidden West; di quest’ultimo ricordiamo anche della recente scomparsa dell’attore Lance Reddick che prestava il volto al personaggio.
Ferrini ha doppiato poi Rhino in Spider-Man Miles Morales, Jackson Jax Briggs e Baraka in Mortal Kombat X, Bozo in Deponia, Sweet Tooth in Twisted Metal, Hulk in Marvel’s Avengers, il generale Miller nella serie di Metro, l’uomo ombra in Redfall e Roadhog in Overwatch.
Intervista a Renzo Ferrini, il doppiatore di videogiochi
- Come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?
Sono arrivato al mondo del doppiaggio un po’ per caso. Ad averlo saputo avrei studiato fin da giovane. Da piccolo sono stato buttato come Obelix nel paiolo del druido. Quando avevo undici anni mi sono trovato già a lavorare nella radio di mio fratello, da lì da lì sono successe tantissime cose. Ho corso per tantissimi anni senza rendermi conto delle cose che stavo facendo. A me interessava fare l’artista, quindi far sì che diventasse il mio mestiere. Ho lavorato nelle radio private fino a fino a pochi anni fa, poi ho smesso per raggiunti limiti di età.
Dopo i vent’anni ho cominciato a dedicarmi al mondo del piano bar, prima come tastierista poi come cantante e come pianista. Nel ’96, in una radio di Rovigo, insieme al mio grandissimo amico Dario Oppido, eccellente doppiatore, mi propose di andare a fare un casting per la Walt Disney. Il casting era per una parte cantata nel Gobbo di Notre Dame. Al primo incontro, con questo accento veneto, pensavo mi scartassero, invece vinsi il provino.
Da lì in poi mi dedicai maggiormente e con molta pazienza al mondo del doppiaggio. Devo ringraziare Dario Oppido e gli studi bolognesi che mi hanno accolto. Uno dei primi videogiochi che ho doppiato è stato Splinter Cell. Ho cominciato come comparsa con delle voci ambientali a introdurmi in questo mondo del doppiaggio videoludico. Non potevo all’epoca ambire a doppiare il protagonista perché semplicemente non avevo studiato, mi mancavano alcuni fondamentali. A mio vantaggio c’era di mezzo la mia carriera come speaker pubblicitario.
Il salto l’ho fatto nel 2006 con un altro mio grande amico, ovvero Bobby Gessi, che a Milano mi dirige negli spot pubblicitari. Successivamente, sempre lui, mi porta negli studi doppiaggio milanese dei videogiochi. La scuola milanese è davvero pazzesca con dei direttori di doppiaggio uno più bravo dell’altro. Come dicevo, nonostante non avessi studiato, non mi hanno scartato. Anzi, mi hanno supportato insegandomi i segreti del mestiere.
Col tempo sono arrivati i primi lavori importanti. Come diceva il grande Bud Spencer: non sono un attore, ma faccio l’attore”. Un po’ come me che non sono un doppiatore, ma faccio il doppiatore, con molta umiltà.
- Ti definisci un doppiatore caratterista, come mai?
Doppiatore caratterista è un termine che prende in prestito con molto rispetto. Appartiene sicuramente a questa categoria Carlo Romano, grandissimo attore e doppiatore. Non posso non menzionare un altro grande doppiatore, ovvero Nando Gazzolo. Per essere un caratterista devi prima di ogni cosa essere un bravissimo attore.
Sicuramente mi piace interpretare i personaggi più originali in un videogioco. Solitamente doppio gli orchi, i cattivoni di turno e personalità simili. Qualche anno fa mi è capitato di doppiare Hulk per Marvels Avengers e devo dire che è stato anche terapeutico. Dopo una giornata passata in treno a rispondere al commercialista o al padrone di casa arrivi in sala di doppiaggio e la tua prima battuta è: “Hulk spacca”, ti sfoghi.
Il caratterista è un ruolo versatile in quanto in un videogioco puoi interpretare più di un personaggio. In Mortal Kombat doppio due personaggi, ovvero Jax Briggs e Baraka. Questo ti permette anche di imparare a livello vocale e di non fermarti nella tua comfort zone.
- Sappiamo che hai doppiato Escharum in Halo Infinite. Trattandosi di un personaggio controverso, com’è stato doppiare un’opera così significativa nel panorama videoludico?
Echarum mi è piaciuto da impazzire. Ho avuto una direzione del doppiaggio magistrale. È stato uno dei personaggi che ho amato di più in assoluto perché è stata una scuola
incredibile. Come ho già detto, sono arrivato nel doppiaggio per caso ma sappiate che non per questo io non ho studiato. Di certo non ho seguito il percorso tradizionale, ma ho imparato praticamente tutto sul campo.
Devo ringraziare i game player per tutti i video che caricano su YouTube perché molti doppiatori, me compreso, vanno a rivedersi. Soprattutto nel mio caso, è fondamentale per comprendere in quali punti posso migliorare.
La voce evolve con gli anni, quindi ti devi un po’ anche adattare a quelle che sono le tue possibilità. Con Echarum ho lavorato tantissimo sull’interpretazione, non era facile perché il doppiatore originale ha una voce estremamente importante.
Halo è un gioco leggendario, tuttavia Echarum non è l’unico personaggio che ho doppiato nella saga. Nel 2015 in Halo 5 Guardian ho doppiato Jul ‘Mdama. Conosco molto bene il mondo di Halo, per questo quando mi hanno proposto Echarum sono andato di corsa a doppiarlo.
- Un altro personaggio iconico che hai doppiato è sicuramente Aku Aku in Crash Bandicoot. Cosa ricordi del doppiaggio di quel particolare videogioco?
La prima console che comprai da giovane fu la PS1 e mi innamorai di Crash Bandicoot, (vi ricordiamo la nostra intervista a Luca Brizzante, campione del mondo di Crash Team Racing) LcQuando mi sono trovato a doppiare Aku Aku in Skylanders Imaginators rimasi veramente contento.
In Skylanders fu una sorta di Cameo, invece in Crash Bandicoot 4 It’s About Time e Crash Team Racing lo doppiai interamente.
Davvero una grandissima gioia nel fare Aku Aku. Doppiarlo è stato molto divertente, ma non facile, perché è molto particolare con questa voce aulica e con cambi di intenzione frequenti.
Ricordate: “il male incombe”.
- La serie Horizon è famosa in tutto il mondo per il suo stile unico misto a una buona narrativa, tu hai doppiato uno dei personaggi principali, ovvero Sylens il nomade Banuk. Che aneddoto puoi raccontarci del doppiaggio di quel titolo?
Sylens rientra tra le mie interpretazioni più importanti. La prima in cui mi sono dovuto confrontare è stata con Twisted Metal nei panni di Sweet Tooth. Era un personaggio molto difficile da fare, un pazzo ma di una freddezza unica. Ho cercato di ispirarmi a Jack Nicholson in Shining per trovare la giusta timbrica.
Sylens è stato molto difficile perché bisognava entrare nella storia del personaggio per comprenderlo totalmente. Ha mille sfaccettature: è un calcolatore, un manipolatore e guarda soprattutto i suoi interessi, però è anche un personaggio positivo.
Una grandissima prova con una direzione del doppiaggio che mi ha fatto entrare nel personaggio in maniera magistrale. Delle volte mi dispiace quando leggo i commenti su YouTube dove specificano di preferire il doppiaggio originale.
C’è la credenza che il doppiaggio di un videogioco venga fatto alla buona, non è così. Ricordatevi che nel doppiaggio di un videogioco c’è un lavoro maniacale battuta per battuta. Da parte del direttore del doppiaggio c’è una cura sui dialoghi e sul contesto incredibile. Sylens è stato davvero un personaggio molto stimolante.
- Qual è stato il personaggio più difficile da doppiare, e a quale sei più affezionato?
Sono tantissimi. Dal ‘97 in poi, precisamente con Splinter Cell ho doppiato decine di personaggi. Sicuramente Hulk lo ricordo per la sua difficoltà, ci vogliono polmoni d’acciaio per doppiarlo. Il già citato Sweet Tooth dove bisognava trovare il sottile equilibrio tra pazzo omicida e la sua agghiacciante lucidità.
Sono molto affezionato a Bozo di Deponia, Sylens di Horizon Forbidden West e Jax Briggs di Mortal Kombat. Non posso non menzionare anche il colonnello Miller della serie Metro, molto burbero ma con un cuore d’oro.
Tuttavia, posso svelare che il mio personaggio preferito è Roadhog di Overwatch. Siamo praticamente gli stessi, anche nella corporatura (ironizza NdR).
- Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti doppiatori?
Ti ringrazio per questa domanda, perché è un onere visto che non ho fatto le scuole specializzate. È difficile dare dei consigli agli aspiranti doppiatori. Posso solo dirvi di studiare davvero tanto. Mi sono trovato davanti a delle situazioni in cui mi mancavano proprio i fondamentali. Mi ricordo che in una parte in cui mi chiamarono, al terzo anello, mi avevano scartato perché non avevo le capacità per poterlo fare.
È fondamentale studiare non solo per apprendere le basi di questo mestiere, anche per non rovinarvi le corde vocali. Nel mio caso è stato fondamentale aver lavorato nel mondo della pubblicità, in quanto sapevo utilizzare le corde vocali, la respirazione e il diaframma.
Carlo Romano, Nando Gazzolo sono attori che hanno gettato le basi del mestiere, magari era una tipologia di recitazione, ascoltandola oggi, un po’ antiquata ma la dizione dell’italiano era perfetta. Oggi siamo a dei livelli incredibili anche nei videogiochi perché si richiede un doppiaggio prettamente cinematografico, non è più il prodotto che si doppiava non negli anni ’90. Siate spugne e abbiate orecchio per tutto quanto e cercate di avere un bagaglio culturale a livello di cinema e di doppiaggio molto ampio.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto sulla tua carriera.
Più che un singolo aneddoto, quello che vorrei lasciare è un messaggio. Credete sempre nelle vostre potenzialità e nelle vostre doti. Ricordo un insegante di disegno alle medie che disse alla mia famiglia: “mi raccomando non fategli fare nulla di artistico perché non è portato”, ricordo che la mia maestra di pianoforte diceva che non sapevo leggere la musica. Mi disse: “farai poca strada” invece ho fatto 30 anni di piano bar.
In realtà ringrazio queste persone perché mi hanno spinto a fare sempre meglio, mi hanno reso caparbio. Lo stesso ho fatto nel doppiaggio, con la differenza che ho trovato persone che mi hanno aiutato. Nessuno mi ha mai detto che non avevo il talento, ma mi hanno indirizzato verso alcune timbriche più vicine alla mia tonalità di voce. Voglio ringraziare tutte le persone che hanno avuto la pazienza di aiutarmi.
La gavetta è dura, non si finisce mai di imparare.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.