Con l’ospite di oggi, ovvero Lara Parmiani, raccogliamo una rilevante testimonianza del doppiaggio videoludico dei primi anni 2000. Finalmente facciamo anche un po’ di luce sul doppiaggio di Half Life 2, considerato per certi versi uno dei peggiori doppiaggi della storia videoludica (almeno per quanto riguarda alcune interpretazioni) e sul quale sono girate anche informazioni false, come scoprirete nel corso della lettura.
Tra le poche voci professionali in Half Life 2 troviamo proprio Lara Parmiani, nei panni della dottoressa Judith Mossman.
Oggi aggiungiamo quindi un importante tassello nella nostra rubrica delle interviste, vicina ormai agli ottanta ospiti.
Chi è Lara Parmiani
Lara Parmiani nasce a Milano il 25 luglio del 1971. Si avvicina al mondo del doppiaggio fin da giovane. Si forma all’accademia dei Filodrammatici di Milano e alla Guildhall School of Music and Drama di Londra.
Fonda una compagnia teatrale a Londra dal nome LegalAliens, per la quale recita, fa regia e si occupa anche di traduzioni di vari testi.
Cosa ha doppiato
Lara Parmiani ha doppiato molto pellicole cinematografiche. La ricordiamo nei panni di Justin Cooper in Dennis colpisce ancora, Jennifer Ogletree in Piccola peste si innamora e Danielle Wiener in Rusty, cagnolino coraggioso.
Nelle serie televisive ha doppiato Shawn Toovey in La signora del West e Crystal Hunt in Sentieri. Nei cartoni animati la ricordiamo nei panni di Annika in Pippi Calzelunghe, Nancy Simpson in Un Oceano di Avventure.
Per quanto concerne il mondo videoludico ha doppiato L’allenatrice in Wii Fit, Wii Fit Plus, Wii Fit U e Super Smash Bros. Ultimate, Caterina de Medici in Civilization VI, Oosik in Ace Ventura, Judith Mossman in Half-Life 2, Delma in Arc – Il tramonto degli Spiriti, Shana in The legend of Dragoon, Tabby in Tombi 2 e Wei Lu in Psi-Ops – The Mindgate Conspiracy.
Intervista a Lara Parmiani
- Come ti sei avvicinata al mondo del doppiaggio?
Ho iniziato a fare doppiaggio per caso. Mia zia faceva l’attrice di teatro e a volte faceva anche un po’ di doppiaggio. Una volta con mia zia, mentre frequentavo l’accademia dei filodrammatici di Milano, ci siamo recati all’ADC studio perché lei doveva doppiare un telefilm. Mentre assistevo al turno di doppiaggio, il direttore, che era Raffaele Fallica, mi dice: “Vuoi provare a fare questa battuta di questa bambina?”. Sono entrata e ho preso il sync al primo colpo.
Non ero lì per fare un provino, per cui ero completamente rilassata. Da quel giorno mi è capitato di fare altri provini in altri posti. Ricordo che mi hanno preso per fare la protagonista di un cartone animato diretto da Enrico Maggi allo studio P.V. di Milano.
Enrico Maggi mi ha insegnato il mestiere, anche Enrico Carabelli è stato fondamentale per la mia formazione. Da lì ho continuato finché non mi sono trasferita a Londra.
Ora sono vent’anni che vivo a Londra per cui di doppiaggio ne faccio poco. È un mestiere che richiede una presenza costante su Milano che ora non posso garantire. Ora faccio più voice over e videogiochi.
Cos’è successo realmente con il doppiaggio di Half Life 2?
- Sappiamo che hai doppiato Judith Mossman in Half-Life 2. Cosa puoi raccontarci del doppiaggio di questo titolo? A parte la tua prova, ovviamente professionale, come mai alcuni doppiatori interpretavano i propri ruoli con un accento straniero? Ricordi qualcosa?
Non ricordo bene questa lavorazione. All’epoca, parliamo dei primi anni 2000, il modo in cui avveniva il doppiaggio di un videogioco era diverso. In pratica, ti chiamavano per sapere se fossi disponibile addirittura il giorno prima. Senza aver visto prima il copione ti trovi questo testo fatto a stringhe in cui c’è solamente la battuta da recitare, tutto fuori contesto. È ancora così per i videogiochi per i telefoni o alcuni videogiochi con poco budget, addirittura non vedi neanche l’immagine del personaggio. Ci sono delle indicazioni molto generiche però non hai la più pallida idea di che cosa stia succedendo nel gioco.
Soprattutto agli inizi i videogiochi venivano considerati come una specie di settore di serie B. Ora non è più così soprattutto per i grandi titoli, immaginiamo un The Last of Us.
Ho scoperto molto recentemente del dibattito su questa serie a causa delle voci che erano state scelte in passato. Oltre a questo, sempre recentemente, ho scoperto che esisteva un’intervista totalmente inventata in cui io non solo parlavo di questo casting, ma in qualche modo lo giustificavo.
Io non ho mai partecipato alla scelta delle voci di un videogioco poiché non faccio la direttrice casting. Mi sono presa la briga di andare su YouTube per sentire queste voci, sicuramente posso dire che è un gioco fatto a Londra nel 2004. In quegli anni venivano scelte le persone che erano disponibili.
C’erano molti pochi attori professionisti su Londra, per cui un paio di voci professioniste si trovavano. Le altre andavano a cercarle a caso, siccome non volessero spendere molti soldi e magari far venire uno da Milano sarebbe stato molto costoso.
Dopo aver scoperto questa polemica e quella falsa intervista, ho molto più presente adesso Half Life che prima.
Personaggi importanti doppiati da Lara Parmiani
- Qual è stato il personaggio più difficile da doppiare, e a quale sei più affezionata?
Recentemente ho doppiato nella versione originale Caterina de Medici in Civilization VI. Ho dovuto parlare in latino, in una sorta di francese medievale e in inglese con un accento italiano. Mi hanno chiesto se parlassi in latino e gli ho detto: “Guarda, solo il Papa parla latino”.
È stato molto difficoltoso, hanno anche inserito una telecamera sulla mia bocca in modo da poter registrare il movimento delle labbra.
Il personaggio a cui sono più affezionata è Lizzie Spaulding in Sentieri.
Pensate che ho iniziata a doppiarla quando lei aveva quattro anni fino a quando si è sposata, poi la serie è stata interrotta. Per cui ho fatto tutto il ciclo della sua giovane vita.
- Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti doppiatori?
Non non sono più sulla piazza come un tempo, per cui forse non sono la persona più giusta a cui chiedere consigli. Credo fermamente nel fatto che qualsiasi genere di doppiaggio si voglia fare bisogna essere attori. Nonostante una buona preparazione, non tutti gli attori sono in grado di fare il doppiaggio perché fanno fatica a calarsi in qualcosa che esiste già.
Nel doppiaggio devi essere molto umile, perché devi dimenticarti come la faresti tu e copiare di fatto la recitazione di un’altra persona.
Ci vuole sia il talento della recitazione, sia una competenza tecnica che si acquisisce nel tempo. Secondo me in qualsiasi lavoro artistico bisogna smettere di pensare che si abbia l’istinto dell’attore o del poeta, in realtà ci vuole tantissima disciplina.
- Sappiamo che sei un’attrice di teatro, qual è stato il personaggio più delicato da interpretare nella tua carriera?
Faccio teatro a Londra da 20 anni e ho una compagnia che ho fondato nel 2010 che si chiama LegalAliens. Facciamo varie cose: traduciamo testi scritti in altre lingue, ci occupiamo di alcuni testi sull’immigrazione e lavoriamo anche con i rifugiati e i migranti.
Il personaggio più difficile l’ho interpretato in uno spettacolo che si chiamava Poker Face. Nello spettacolo interpretavo una giocatrice di poker apparentemente fredda e calcolatrice, in realtà si scopre che, vent’anni prima all’università, prendeva parte alle proteste di piazza. Tramite alcuni flashback sì scoprirà perché si sia trasformata nel corso del tempo.
Era complicato perché dovevo interpretarla in due periodi diversi della sua vita, un periodo in cui era più adulta e un periodo in cui aveva 19 anni. Riuscivo a interpretare meglio la sua versione diciannovenne, questo perché mi ci rivedevo nella sua passione per la politica. È uno spettacolo di cui siamo molto fieri.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto sulla tua carriera.
Ogni volta che faccio un film, non so perché, tagliano la mia parte. Non ho fatto tantissimi film, molti erano indipendenti, ma nelle cose più grosse che ho fatto mi hanno tagliata.
Ho interpretato una parte in Spectre, in pratica facevo la receptionist in un hotel in Marocco. In questa scena avevo un dialogo in francese con Léa Seydoux. Sono partita per il Marocco e sono stata una settimana con Daniel Craig e Léa Seydoux. Abbiamo girato la scena e fin lì tutto ok. Una volta visto il film, per quanto riguarda la mia scena, si vedevano solo i capelli.
Ho girato anche una scena in The Crown, dove avevo un dialogo con Lady Diana, anche qui tagliata.
Forse meglio a teatro, almeno qui non ti possono tagliare.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.