Mentre Bungie continua il suo percorso di guerra contro i cheater di Destiny 2, lo studio ha vinto la causa legale intentata contro il venditore rumeno di cheat Mihai Claudiu-Florentin, pari a 12 milioni di dollari, iniziata nel 2021.
Ecco cosa sappiamo sulla faccenda.
Indice
Il caso Bungie contro Mihai Claudiu-Florentin
Claudiu-Florentin vendeva software di cheat a VeteranCheats, che permetteva agli utenti di ottenere un vantaggio sugli altri giocatori grazie a un software in grado di modificare la mira e di far vedere attraverso i muri.
Naturalmente, Bungie ha sostenuto che il software fosse dannoso per le modalità competitive e cooperative di Destiny 2 e ha citato in giudizio il venditore e vinto la causa.
L’azienda denuncia:
“Violazione del copyright, violazione del Digital Millennium Copyright Act (DMCA), violazione del contratto, interferenza intenzionale con le relazioni contrattuali e violazione del Washington Consumer Protection Act”.
Il PDF completo della causa, per gentile concessione di TheGamePost, può essere letto qui, ma il succo è che Bungie chiede 12.059.912,98 dollari di danni totali, di cui 11.696.000 dollari per le violazioni del DMCA, 146.662,28 dollari per le violazioni del Copyright Act e 217.250,70 dollari per le spese legali dello studio.
Dopo aver citato in giudizio Stripe, un servizio di elaborazione dei pagamenti, l’azienda statunitense ha appreso che almeno 5848 transazioni distinte hanno avuto luogo attraverso il servizio che includeva il software di imbroglio di Destiny 2 dal novembre 2020 al luglio 2022.
La risoluzione
Mentre Bungie potrebbe aver ottenuto 12 milioni di dollari in più, il sito web di VeteranCheats è ancora attivo e offre software di imbroglio per giochi come Overwatch 2 e Call of Duty, quest’ultimo da pochissimo migliorato con una nuova patch e riadattato a gioco da tavolo. Tuttavia, Destiny non compare più nella home page del sito o se si effettua una ricerca all’interno della community.
Secondo la causa, Bungie ha pagato circa 2 milioni di dollari per le sue iniziative anti-cheating tra personale e software. All’inizio di questo mese, inoltre, è stato vietato l’uso di dispositivi per barare sia nelle modalità competitive che in quelle PvE.
Mentre Destiny 2 è stato coinvolto in questioni legali, lo sparatutto è stato recentemente coinvolto in altre controversie grazie a un’importante fuga di notizie che ha portato al bando di un importante creatore di contenuti della comunità del gioco.
Se cercate più informazioni su Destiny 2, vi invitiamo a recuperare sul sito i nostri articoli a riguardo, come la nostra recensione sull’espansione L’Eclissi che ha infranto un incredibile record di utenti connessi su Steam.
La battaglia con i Cheater è ancora aperta tra chi li crea e gli sviluppatori di videogiochi. Resteremo in attesa di altre notizie nella speranza possano essere positive come questa.