Haven si presenta come l’apoteosi delle storie d’amore più spontanee, e noi di VideogiochItalia abbiamo potuto immergerci in un’esperienza meravigliosa sia in single-player che in modalità Co-op.
Cosa accadrebbe se smettessimo di seguire il corso naturale degli eventi? L’ignoto è spaventoso, è un’ombra oscura che potrebbe uccidere o mostrare nuove e splendide vie. Le scelte sono due: continuare a vivere evitando qualsiasi rischio e lasciarsi travolgere dalla corrente, o sfidare la sorte pur di stare con la persona amata.
Vi ricordiamo che il gioco è disponibile dal 3 dicembre per PlayStation 5, PC e Xbox Series e One (da poco è stato aggiunto anche a Xbox Game Pass).
Indice
La storia, tra fuga e sopravvivenza
Partiamo dal principio: Kay e Yu sono fuggiti da un mondo gravemente corrotto e, soprattutto, colmo di segreti inconfessabili. Sono riusciti a raggiungere Fonte, un pianeta ignoto e apparentemente abbandonato, ma in seguito a uno strano fenomeno sismico la loro navicella è stata gravemente danneggiata.
Gli autori di Haven hanno proiettato il giocatore in un vero e proprio viaggio all’insegna dell’amore, della libertà e del riscatto. Il rapporto tra i due protagonisti è estremamente realistico e genuino, fatto di scherzi e -perché no- di battutacce squallide. Il loro compito sarà esplorare gli isolotti connessi tra loro da un flusso di energia, ognuno pervaso da una strana ruggine. La sostanza ignota tormenterà le creature presenti e la coppia, dovendo trovare i pezzi mancanti per riparare il Nido, si ritroverà spesso ad affrontarle. Insomma, Kay e Yu avranno ben presto il fiato sul collo, perché anche le guardie dell’Arnia li cercheranno e, di conseguenza, proveranno a riportarli indietro con la forza.
Haven mostra un legame che sembra non poter essere libero, e a cui vengono tarpate le ali per non planare sulle distese infinite dell’amore. Così, pur di amarsi, i protagonisti sono disposti a mangiare disgustosi stufati di pommiele e a vivere in un pianeta privo di qualsiasi altro essere umano. Pur di amarsi sono disposti a combattere insieme e ad essere l’uno lo scudo dell’altra, e tutto ciò vale più di qualsiasi altra cosa. Il primo argomento che abbiamo voluto approfondire, quindi, è l’amore tra i protagonisti, essendo il perno tematico del gioco. Il rapporto tra Kay e Yu sembra essere già ben consolidato e pronto da gustare con dei popcorn in mano, ma in realtà sarete gli artefici di un legame perfettamente imperfetto. Entrambi hanno le loro debolezze che, nonostante tutto, cercano di plasmare in forza per dare il giusto supporto all’altro.
Due fuggitivi lontani dal mondo, coinvolti in una lotta interplanetaria, equilibrano la passione sfrenata alla pura fragilità dettata dall’insicurezza. Così, giorno dopo giorno, tra un materiale trovato e l’altro, il legame tra i due si rafforza inevitabilmente. Non stiamo parlando di una semplice sfaccettatura simbolica, bensì di una delle interazioni più importanti del gioco. Rafforzare il rapporto e, quindi, riempirne totalmente la barra, comporterà l’aumento dei parametri vitali, la disponibilità di nuove skill e l’efficacia aggiuntiva di quest’ultime.
Gameplay
Haven segue uno schema ben preciso e concatenato: intensità del legame, esplorazione e gestione delle risorse. Non aspettatevi quindi un gioco troppo smielato, perché vi metterà alla prova con la gestione degli elementi trovati negli isolotti. Dovrete cucinare e mangiare, craftare cure e potenziamenti e, di conseguenza, prestare grande attenzione alle necessità della coppia, che si riveleranno influenti sull’esperienza di gioco. Le loro azioni avverranno in modo spontaneo e non saranno puramente estetiche: capiterà infatti di abbracciarsi per curare i parametri vitali, dimostrando quanto il loro legame sia importante a livello videoludico.
Come anticipato prima, gli isolotti sono legati tra loro da ponti energetici attraversabili; capire cosa fare è semplice, e vi ritroverete automaticamente a volare col vostro partner e a ripulire il terreno dalla ruggine, nonché a cercare risorse indispensabili per il viaggio. Per togliere la ruggine, tuttavia, avrete bisogno del flusso di energia, ricaricabile percorrendo alcune scie sparse nella mappa (tra l’altro utilissime per raggiungere zone sopraelevate).
All’occorrenza potreste anche trovare hotspot in cui accamparvi, indispensabili per curarvi e mangiare nel caso foste troppo lontani dal Nido. L’esplorazione è tanto semplice quanto rilassante, non è affatto complicata e sotto alcuni aspetti ricorda vagamente Journey, fatta eccezione per i combattimenti inesistenti nel titolo di Thatgamecompany.
Haven può essere giocato da soli ma, onestamente, la modalità Co-op viene egregiamente risaltata col combattimento. Kay e Yu, infatti, attaccheranno simultaneamente, ma il giocatore dovrà controllare i singoli attacchi di entrambi. Giocare con un partner o un amico significherà quindi collaborare come i due protagonisti, coordinare gli attacchi seguendo strategie ben precise e fare da scudo all’altro mentre quest’ultimo caricherà un’abilità. La scelta delle skill, tuttavia, ci è sembrata molto limitata, e ha reso il combattimento poco stimolante a lungo andare. Durante il nostro percorso abbiamo però potuto sbloccare nuove interazioni che, fortunatamente, hanno donato maggior coinvolgimento. L’elemento più interessante del combattimento è il modo in cui i protagonisti affrontano le creature: esse non vengono mai uccise, bensì liberate dalla ruggine, per poi essere placate (e perché no, riempite di coccole). Alcune di loro si sono rivelate utili e abbiamo potuto sfruttarle come mezzi di trasporto tra un isolotto e l’altro, rendendo la giocabilità ancor più fluida e meno statica.
I parametri vitali sono visibili dal menu e dal colore dell’armatura: prestate quindi attenzione al giallo e al rosso e curatevi al più presto. Morire vi porterà all’accampamento più vicino ma non vi curerà e, in mancanza di cibi e balsami medicinali, dovrete fare viaggi abbastanza lunghi e noiosi. Vi consigliamo quindi di equipaggiarvi bene prima di partire: morire non è così semplice, ma sarebbe una futile perdita di tempo prezioso.
Single-player o Co-op?
Sebbene gli sviluppatori abbiano calcato l’attenzione sulla modalità single-player, crediamo che il fulcro del gioco sia la Co-op. Vivere con qualcuno il legame tra i protagonisti è magico, terapeutico e indescrivibilmente romantico. Haven è una dolce possibilità virtuale di scambiarsi effusioni, in un periodo in cui si è costretti ad essere lontani, che sia per una relazione a distanza o -soprattutto- per il lockdown dovuto alla pandemia. Non si tratta di una trama chissà quanto rilevante per una coppia, ma crediamo che Haven sia uno dei pochi giochi Co-op plasmati interamente su una storia d’amore. Poter volare tenendosi per mano, curarsi con dei teneri baci e cucinare insieme fanno parte di quelle tante, piccole, interazioni in grado di strappare un sorriso.
“Ok, è tutto molto romantico, ma io non ho nessuno con cui giocare”. Non temete: il lato positivo di questo titolo è la possibilità di divertirsi a prescindere dalla modalità. Giocare da soli, con un amico o con un partner è una scelta puramente soggettiva che, ve lo assicuriamo, non intacca in alcun modo l’esperienza di gioco.
Entrambe le modalità hanno dei piccoli pregi e difetti. Nel caso della cooperativa, solo uno dei due giocatori potrà assumere il controllo della guida, lasciando il compagno alle proprie spalle. Quest’ultimo, tuttavia, potrà aiutare pulendo la ruggine durante il volo, risparmiando tempo prezioso e collaborando attivamente. Nella modalità singolo giocatore, invece, potrete scegliere le risposte durante i dialoghi senza dovervi concordare col partner: in quel caso, a quanto pare, entrambi i giocatori devono scegliere la stessa risposta, andando leggermente a intaccare i ruoli impersonificati.
Comparto tecnico
Il gioco non sarebbe speciale senza un comparto artistico così piacevole e suggestivo. Grafica e arte non sono sempre viste di pari passo e, sebbene alcuni paesaggi possano sembrare abbastanza elementari a livello grafico, si sono rivelati in realtà mozzafiato. Complice una palette di colori ben selezionata, che varia dai toni caldi di un affascinante tramonto, alla freddezza dei flussi energetici. L’esplorazione è ancor più valorizzata da un quadro musicale coinvolgente a cura di Danger, nonostante in alcuni punti si sia rivelato leggermente ripetitivo. Il gioco, inoltre, gode dell’interfaccia in italiano, che dà prontamente significato ai dialoghi in inglese (con un doppiaggio molto espressivo, lo ammettiamo).
Ci colleghiamo quindi al comparto tecnico: abbiamo giocato su PC, attraverso la piattaforma di Steam, e non abbiamo riscontrato alcun tipo di problematica. La fluidità del gioco si è rivelata soddisfacente e non ha mai dato filo da torcere. Sentiamo tuttavia di avvisarvi che il gioco potrebbe causare i classici sintomi della Motion Sickness: vi consigliamo di fare piccole sessioni alternate da pause.
Conclusioni
Haven è un titolo fresco, piacevole e spensierato. Sebbene il fulcro del gioco sia la storia d’amore tra i protagonisti, è un’esperienza totalmente godibile sia in modalità Co-op che in single-player. La trama e il gameplay sono ben realizzati, ma avremmo preferito molte più interazioni. La nostra non è una strana pignoleria, è la consapevolezza di aver giocato un piccolo capolavoro del panorama indie che, quindi, avrebbe potuto osare di più.
Nel complesso, può donare una decina di ore colme di spensieratezza, senza troppe pretese e senza combattimenti estremi. È un titolo meritevole di essere provato proprio per la sua semplicità e, soprattutto, per la spontaneità di un legame estremamente realistico e poco costruito.