Take-Two è stata citata in giudizio per le microtransazioni di NBA 2K. Dovrà affrontare quindi un eventuale processo a meno che non decida di procedere in qualche modo per evitare di finire in tribunale.
Take-Two Interactive non è nuova alle accuse di avide microtransazioni, ma raramente ci sono conseguenze reali al di fuori dei giocatori arrabbiati che continuano a comprare i giochi dell’editore ogni anno.
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Take-Two citata in giudizio per le microtransazioni VC di NBA 2K
Tra giochi come GTA Online, NBA 2K, Red Dead Online e altri, Take-Two si riempie anno dopo anno le tasche coi soldi di adolescenti e giocatori navigati dal portafoglio facile che spendono per accumulare vantaggi in-game.
Molto spesso, infatti, le microtransazioni garantiscono effettivi vantaggi al giocatore, oppure aprono le porte contenuti esclusivi come nel caso degli abbonati a GTA+ o ancora, permettono di risparmiare decine o centinaia di ore di grinding che comunque non garantiscono le stesse prestazioni rispetto al giocatore che paga.
Ma di tanto in tanto qualcuno si stufa, ed è successo ora che Take-Two è stata colpita da un’azione legale per le microtransazioni nel franchise di NBA 2K. Ma stavolta l’accusa è un po’ diversa e tocca un tema che effettivamente merita più attenzione.
Axios riporta che l’accusa è di “furto”, in quanto la valuta virtuale (VC) che si acquista per i giochi viene praticamente rubata quando i server vengono chiusi – cosa che in genere avviene a uno o due anni dalla release.
E come sapete, non c’è modo di spostare la vecchia valuta al gioco successivo, nonostante sarebbe una soluzione facile. Il che è assurdo se ci pensiamo.
Questa pratica è stata definita “sleale, illegale e avida” nella denuncia di class action depositata pochi giorni fa presso la corte federale della California.
In effetti, non ha alcun senso che i giocatori stiano mesi e mesi ad accumulare valuta virtuale, magari comprandola con soldi veri e che poi venga letteralmente buttata quando i server vengono chiusi per l’uscita del gioco dell’anno successivo.
NBA 2K è una macchina mangia soldi che non ha più senso sia venduto a prezzo pieno
Avrebbe più senso che il publisher renda NBA 2K un gioco senza release annuale, magari free to play, con aggiornamenti di anno in anno con la stagione in corso, proprio come ha fatto Konami con Efootball.
Nella nostra recensione di NBA 2K24 vi abbiamo parlato di come il gioco sia diventato fortemente pay to win. 2K ha letteralmente chiuso la strada ai “No money Spent Players”, rendendo loro la vita praticamente impossibile.
In NBA 2K24 MyTeam, ad esempio, certe carte sono impossibili da ottenere se non si spendono soldi veri acquistando VC – la valuta virtuale. I crediti guadagnati giocando sono i MT, che spesso sono del tutto insufficienti per acquistare le carte top tier, nemmeno giocando per 10 ore al giorno si riesce.
Inoltre, avendo quest’anno eliminato l’auction house, i giocatori che comprano carte non solo non possono rivenderle con profitto, ma possono solo scartarle ricevendo nel mgliori dei casi un misero 40% del valore di acquisto, che va diminuendo di settimana in settimana, sempre che la carta non sia non scambiabile – cosa che accade nella maggior parte dei casi.
E in più, alcune carte sono ottenibili solo con la valuta VC, che non è possibile ottenere giocando.
Take-Two non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito a questa vicenda. Seguiremo il caso e vi faremo sapere ulteriori informazioni sull’evoluzione della questione.