Two Point Campus – Recensione: vita, morte e miracoli di un college di provincia

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Informazioni sul gioco

Chi sta scrivendo questa recensione di Two Point Campus ha già qualche anno sulle spalle. E già c’era quando, nel 1997, Bullfrog rilasciò la sua pietra miliare Theme Hospital.
Quel titolo, fra altre opere come l’indimenticabile Them Park, divenne all’istante un caposaldo del genere dei gestionali, in particolare se caratterizzati da elementi ironici se non apertamente comici.
Ma questa non è la storia di Theme Hospital. E non è neppure la storia di Two Point Hospital, erede spirituale (e non soltanto, avendo al suo interno developer dell’originale) del già citato Theme Hospital.

Perché allora dilungarci su questa breve digressione?
Beh, perché Two Point Campus riprende gli stilemi e l’ironia dei due illustri predecessori, per catapultarli in un contesto nuovo, anche se pensiamo all’intero panorama videoludico e all’intera storia dei videogiochi.
Scopriamo dunque con la nostra recensione cosa c’è di buono e quali sono le criticità dell’ultima opera dei Two Point Studios (pubblicata da SEGA).

Da qualche parte, in mezzo alla campagna

La nostra avventura in Two Point Campus comincia da qualche parte, nella provincia di una qualche non meglio precisata cittadina dal nome astruso. Qui ci viene affidato il nostro primo incarico: gestire un intero campus universitario.
Questo è solo il primo di una lunghissima serie di missioni gestionali che dobbiamo portare a termine. In tutte queste, però, il nostro scopo è ritrovarci a costruire da zero dei college, delle università ideali.

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Il tutto ovviamente andando incontro alla comunità in cui ci ritroviamo a lavorare, per assecondare le necessità di studenti e personale che lavora al nostro servizio.
Fra le cose a nostra disposizione per rendere il college perfetto, abbiamo una grande varietà di corsi di studio fra cui scegliere e da far partire di anno in anno. Si va da scienzologia a gastronomia, da normalità virtuale a denaro facile, fino a quelli che strizzano l’occhio alla saga di un certo maghetto (come il corso di arti oscure).

È un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo

Le basi del lavoro

Come già accennavamo, il succo di Two Point Campus è la gestione di praticamente ogni elemento nella costruzione e nel mantenimento di un campus universitario.
Abbiamo ovviamente la base, la costruzione di aule ed edifici del college, stando attenti agli spazi, alla dimensione e alla posizione dei vari elementi.

C’è l’assunzione di insegnanti, assistenti e inservienti. Ciascuna categoria ha le proprie mansioni, dall’eseguire le lezioni al gestire la biblioteca e il bar, fino all’occuparsi di pulizie, riparazioni e migliorie alle sale della scuola. Non mancano poi ambiti di specializzazione: specifiche materie, maggiore velocità di insegnamento, aiuto aumentato in biblioteca, possibilità di difendere il campus da invasori dai college concorrenti, ecc.
Tra l’altro, queste specializzazioni possono essere apprese (o migliorate) dal personale nella stanza dedicata alla formazione.

Il vile denaro: è il capitalismo, baby

In tutto questo marasma, è fondamentale tenere sempre sott’occhio le finanze e il budget della scuola.
Basta un attimo, un’investimento eccessivo in distributori automatici o in qualche stanza troppo grande, o magari l’assunzione di un numero eccessivo di insegnanti, per far finire a gambe all’aria l’intero campus.

Si tratta in gran parte di un’opera di bilanciamento. Da una parte abbiamo le spese, ovvero acquisti e la costruzione di stanze, assieme agli stipendi del personale, mentre dall’altro lato abbiamo la possibilità di racimolare denaro ottenendo prestiti (e contraendo i relativi debiti), o soprattutto raccogliere più denaro possibile grazie alle rette degli studenti.

Di mese in mese, infatti, i nostri cari studenti sono pronti a farsi spennare per poter continuare gli studi. Non ci sono infatti borse di studio che tengano.
Certo, dobbiamo tenerci cari gli studenti, se vogliamo che proseguano gli studi nella nostra prestigiosa e capitalistica università, senza che ci abbandonino in favore della concorrenza. In Two Point Campus ci sono corsi che proseguono per diversi anni, dunque dobbiamo riuscire a incastrare, anno dopo anno, matricole e veterani del corso, senza scontentare nessuno.

Il diavolo è nei dettagli

Fra possibili motivi di malcontento, che potrebbero rovinarci la reputazione fra il corpo studentesco o nel personale, abbiamo il caldo e il freddo. A seconda della scuola che dobbiamo tirare su, perciò, dobbiamo essere pronti a spendere un bel po’ di denaro in condizionatori o termosifoni.

Da non sottovalutare è anche la bellezza del campus e l’accesso ai servizi. Per cui dobbiamo riempire l’intero college di panchine, bagni, docce, bar, distributori di cibi e bevande, cestini, insomma tutto quel che serve per la sopravvivenza della decadente umanità che abita un’università.
Ma, visto che anche l’occhio vuole la sua parte, non dimentichiamoci la mera bellezza: qualche statua, qualche poster o qualche mobile di design potrebbero fare al caso nostro.
Certamente, tutta questa bellezza è inutile, se la facciamo ricoprire da una patina di sporco e da cartacce buttate in ogni dove. Per cui, non solo i bidoni della spazzatura, ma anche gli inservienti diventano un elemento importantissimo.

Altro equilibrio che va poi man mano a formarsi in Two Point Campus, come abbiamo notato scrivendo questa recensione, è quello fra valutazioni degli studenti e intrattenimento (e in generale benessere mentale).

Da un lato abbiamo l’impegno, nostro e degli studenti, affinché questi ultimi vengano promossi tutti. Infatti i voti degli studenti (da F ad A+) sono importantissimi per l’immagine che diamo del college, soprattutto a nuovi potenziali studenti/clienti. Per arginare l’annoso problema di voti bassi e bocciature, possiamo ricorrere a migliori insegnanti e ripetizioni private in aule dedicate.

Dal lato opposto, tuttavia, abbiamo anche la tendenza (più o meno generalizzata) degli studenti a non voler far nulla. Magari si sono iscritti all’università solo per divertimento e noia, quindi non vogliono far altro che godersi la vita. Per cui dobbiamo saper scendere a compromessi, organizzando feste studentesche, proiezioni di film, concerti e altro ancora.

Infine, potrebbe esserci qualche studente pronto al crollo mentale. In questi casi, dobbiamo correre ai ripari con un sistema di counseling e supporto psicologico.

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Schede, menu, sottomenu e un sacco di tasti

Tutte queste necessità, di cui nessuna fondamentale di per sé ma tutte fondamentali se viste insieme, necessitano una UI di livello.
E Two Point Campus, questa interfaccia, ce la fornisce molto volentieri. A schermo troviamo menu e schede per ogni evenienza: il lato economico, i rapporti con la banca, l’andamento e la felicità di studenti e personale, e tutto il resto. Non manca, fra l’altro, un’intera sezione dedicata a statistiche e dettagli dell’intero campus (la temperatura media di ogni zona, le persone che hanno delle rimostranze da farci, chi va male e chi va bene a scuola, le zone più attraenti della scuola, ecc.).

Ora, il problema qui sorge quando vogliamo masterare ciascuno di questi elementi.
Non servono chissà quante ore per imparare a riconoscere a colpo d’occhio ogni dettaglio, così come la miriade di tasti per muoverci fra le schede e le selezioni. Però, è altrettanto vero che non si nasce imparati, per cui un minimo di impegno dobbiamo mettercelo per carpire ogni segreto che l’opera dei Two Point Studios cela al suo interno.

La modalità sandbox

Tra l’altro, quando abbiamo ormai imparato come portare avanti un qualunque tipo di college nella moltitudine di missioni, magari potremmo aver voglia di creare per davvero il nostro campus dei sogni.
Per questo, i Two Point Studios ci hanno messo a disposizione la modalità sandbox. Partendo dalla selezione della mappa e da caratteristiche ambientali (come caldo, freddo ed eventuali agenti atmosferici dannosi), passiamo poi alle scelte economiche (come il budget di partenza).
Dopodiché, non ci resta che giocare e vedere fin dove sapremo portare il nostro campus.

Il comparto visivo

Avremmo voluto trovare un titolo accattivante per la sezione dedicata alla grafica, ma ci è stato pressoché impossibile.
Da un punto di vista grafico, infatti, Two Point Campus si porta avanti senza infamia e senza lode. Ha scelte di design e grafiche che non sono male, ma che risultano comunque con un che (un grosso che) di già visto.

Purtroppo il tutto è mutuato, praticamente in toto, dal predecessore Two Point Hospital. E sì che, comunque, questo stile con elementi caricaturali e quasi cartooneschi risulta essere ideale per un titolo del genere.
Ovviamente, questo difetto degli elementi già visti è un non problema, legato magari nella maggior parte dei casi se abbiamo già giocato ai titoli precedenti dello studio di sviluppo. Se magari invece siete fra coloro che si avvicinano per la prima volta a un videogame di questo tipo, tutto questo potrebbe passare sotto silenzio.

Fra audio e ironia

Un po’ com’è stato per la componente visiva, anche dal punto di vista del comparto audio non possiamo di certo gridare al miracolo. Anche qui la definizione che potrebbe risultare più calzante è quella di senza infamia e senza lode.

Per quanto forse non dovremmo aspettarci una colonna sonora di chissà quale rilievo da un semplice gestionale, in molti casi questa risulta un mero sottofondo. È in grado, sia chiaro, di accompagnarci fra uno stage e l’altro, fra una lezione e l’altra. Ma purtroppo spesso si perde nel marasma di elementi e azioni a cui dobbiamo stare attenti per evitare il fallimento dell’intero campus.

Caso leggermente diverso è la componente audio, fra effetti sonori e gli annunci riguardo lezioni e problemi che stanno avvenendo nel campus.
In particolare gli annunci (per quanto vi sia solo il doppiaggio in inglese) sono in grado di strappare molto spesso qualche sorriso, tra riferimenti a “eccessi di sporcizia” e il dover ricordare agli studendi di pagare la retta.

Andare a scuola è divertente

Ed è proprio la componente ironica su cui si basa buona parte dell’appeal e del divertimento in Two Point Campus. Il continuo non prendersi sul serio del titolo, ma senza per questo rinunciare alla complessità e profondità della gestione scolastica, è un nodo importante dell’identità videoludica dell’opera.

Questa ironia traspare negli annunci di cui dicevamo, ma pure nei messaggi in game, così come nei nomi dei corsi, delle stanze e dei personaggi che si avvicendano a scuola.
E non dimentichiamoci altri dettagli, come i club. Questi, come il club del libro o il club naturalistico, danno dei bonus (in questi casi bonus all’apprendimento o all’attrattività generale del campus). Tra l’altro, occhio al club naturalistico, se non volete ritrovarvi orde di studenti nudisti.

L’adattamento italiano

Dicevamo della mancanza di doppiaggio italiano. Ecco, invece ciò che non manca è l’adattamento italiano di sottotitoli e qualunque testo.
Al di là dell’importanza (per una maggiore facilità di fruizione) di testi in lingua per un gestionale così vasto, c’è sicuramente da fare un applauso alla resa in italiano dei testi.
Infatti, tralasciando la mera componente di comprensione di ciò che il gioco ci richiede o di cui ci vuole informare, risulta estremamente efficace anche l’ironia e la comicità originali.

Il debito con il passato

Lo abbiamo già accennato qua e là nel corso della nostra recensione: Two Point Campus ha un grossissimo debito nei confronti di Two Point Hospital. E non stiamo parlando solo dei debiti del nostro college, tutt’altro.

Abbiamo fatto riferimento alla parte legata a grafica e stile, che è mutuata pari pari dal predecessore, ma il debito non si limita a questo.
Ciò che ritroviamo pescato, spessissimo a piene mani, è anche nella struttura generale del gioco e del gameplay. In particolare, è quasi ovvio, nell’impalcatura gestionale dell’intero videogame.

Sinceramente, difficilmente poteva essere differente da così. In fondo, Two Point Hospital aveva segnato, all’uscita, un piccolo traguardo: il ritorno in auge di un signor gestionale, ammodernato e rivisto e corretto per le nuove generazioni di gamer.
Per cui è anche comprensibile come il team di Two Point Studios abbia voluto mantenere il medesimo impianto. Questo lo rivediamo nell’interfaccia e nel funzionamento delle varie feature proposte, dalla costruzione alla gestione di finanze e personale, fino ai minimi dettagli.
Cambia qualcosa, magari negli input dei comandi, ma parliamo veramente di elementi perlopiù superflui.

Il problema qui è appunto l’avere un prodotto preso di per sé eccellente, ma che appunto non inventa nulla di nuovo dal punto di vista del gameplay, riproponendo quanto già apprezzato in Two Point Hospital, ma in una salsa differente.

Una riflessione: fra longevità e ripetitività

Allo stesso modo della riflessione appena fatta, concludiamo la nostra recensione con un altra breve disamina di ciò che è un gestionale e, in generale, un pericolo in cui incorrono moltissimi esponenti del genere.
Parliamo della longevità e della ripetitività, che con questi titoli rischia spesso di essere dietro l’angolo.

Anche con Two Point Campus, come già con la sua versione ospedaliera, abbiamo a che fare con un videogame parecchio corposo, a livello di possibilità ma anche di missioni e livelli da completare.
E il problema è che qui, città dopo città, livello dopo livello, alla fine si rischia di cadere nel compiere le stesse azioni, le stesse mosse, le stesse strategie in maniera meccanica.

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Il funzionamento delle funzionalità in game, di fatto, è sempre il medesimo nel primo stage come in quelli avanzati.
Ciò che cambia può essere l’obiettivo per poter proseguire con il prossimo campus. Ma ciò significa unicamente, in diversi casi, attendere che il nostro campus cresca abbastanza da un punto di vista economico, qualitativo, attrattivo, ecc., per sbloccare il livello successivo.
Dunque aspettiamo, magari velocizziamo il tempo, e speriamo che non ci sia qualche imprevisto che ci rovini il college. Altrimenti dobbiamo riavviare il livello e ricominciare al medesimo modo.

Per questo, a seconda dell’attitudine di ciascun utente, il rischio è quello che sopraggiunga prima la noia della conclusione del videogioco.

Qualche conclusione

Dunque, nell’ordine, abbiamo il ciclopico debito nei confronti di Two Point Hospital, associato al pericolo della ripetitività. A questi aggiungiamo anche che si tratta comunque di un prodotto potenzialmente di nicchia: è pur sempre un gestionale molto profondo e che richiede tutte le nostre attenzioni.

Però è altrettanto vero che dalla sua ha l’ironia e moltissime caratteristiche in grado di rendere molto variegato il gioco, forse assai di più di quanto i Two Point Studios avevano fatto con il gestionale dell’ospedale.
Aggiungiamoci la sfida di riuscire a trovare una quadra fra ogni dettaglio e missione che il titolo ci propone. Dobbiamo pensare a studenti, valutazioni, ispezioni del campus, finanze, ecc.

Insomma, per quanto con qualche difetto che potrebbe diventare pressante, a seconda del nostro modo di giocare, siamo assolutamente pronti a promuovere Two Point Campus.
I pregi e gli elementi positivi, quando non di eccellenza, sono decisamente più pesanti e presenti di quanto possano esserlo eventuali difetti. Per cui, per quanto qualcuno potrebbe avere difficoltà a interfacciarsi al meglio con il gioco, è altrettanto vero che questo college di provincia è in grado di fornire ore di divertimento a chiunque.

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game pass agosto 2022 two point campus recensione
0
Amazing
80100
Pros

La profondità gestionale

La varietà di possibilità nelle scelte di gioco

La componente ironica

Cons

Moltissimi elementi mutuati dal passato

La ripetitività che rischia di sopraggiungere

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