I videogiochi indie sono uno dei campi più prolifici dello sviluppo videoludico italiano, come dimostra la lunga lista di titoli mostrati e testati anche quest’anno all’Indie Dungeon della Milan Games Week 2024, e in questo articolo vi portiamo il nostro provato di Wild City.
Due cose hanno attratto chi vi scrive verso lo stand di Monka Studios al suo primo lavoro: la presenza di una mappa composta di esagoni e varie tipologie di animali, fra cui insetti e invertebrati.
Indice
Le ispirazioni e il gameplay di Wild City
Come ci ha raccontato il team in fiera, così come troviamo anche nella descrizione ufficiale del gioco, le ispirazioni videoludiche che hanno portato i Monka Studios a creare il loro gioco sono principalmente due: Slay the Spire e Dorfromantik.
Dal primo si è voluto ereditare l’elemento di deckbuilding con i moltissimi elementi randomici da roguelike, mentre del rilassante Dorfromantik potremmo rivedere in Wild City gli esagoni che compongono le mappe dei livelli di gioco.
Ma, nella sostanza, con cosa abbiamo a che fare?
I livelli di cui si compone la demo del videogame, nonché ovviamente il gioco finale, ci impongono di raggiungere un punteggio minimo entro il limite di turni.
Per farlo, dobbiamo piazzare sulla plancia le nostre tessere, che possono essere piante, animali oppure invertebrati (che hanno una categorizzazione a parte), a cui si aggiungono tessere ambientali oppure fisse, legate magari a dettagli specifici dei livelli.
Per aumentare la componente di strategia del gioco, oltre al punteggio base che possono avere le carte di animali, invertebrati e piante, queste ultime hanno anche degli effetti aggiunti e poteri speciali, che possono attivarsi in specifici momenti oppure in specifiche condizioni.
Già da questa prova, che potete replicare con la demo di Wild City, abbiamo potuto saggiare una rigiocabilità e una longevità tipiche di alcune opere roguelike fatte come si deve, con la giusta dose di casualità ma senza dimenticare l’elemento strategico.
Dietro tutto questo, per studiare al meglio come creare le carte e i loro poteri, c’è la volontà del team di sviluppo di ricreare le dinamiche tipiche della natura e dei suoi ecosistemi.
La grafica e la componente visiva
Visivamente il gioco di Monka Studios è molto semplice e cartoonesco, certamente non uno stile per tutti i palati. E tuttavia, nonostante questo, viste le dinamiche del videogame e anche il tono scelto, a nostro avviso ci sta perfettamente con quanto abbiamo giocato.
Inoltre, questo stile è decisamente utile anche per valorizzare la componente di gameplay, così da rendere più nitide e comprensibili le dinamiche di Wild City.
In aggiunta vogliamo solo dire che uno stile così scarno e semplice può aver favorito l’ottenere dei requisiti di sistema (minimi e consigliati) molto accessibili quasi per qualunque PC.
Per cui non ci resta che attendere le prossime novità riguardo Wild City, in primis un annuncio per la finestra di lancio.
Gli altri giochi che abbiamo provato alla Games Week
- I giochi dell’Indie Dungeon della MGW 2024
- Little Repair Shop
- Nerobi
- Stonemachia
- In aggiornamento…