Il cyberpunk, sottogenere della più ampia fantascienza, negli anni ha avuto una vastissima quantità di declinazioni e sfumature, che hanno investito molteplici mezzi d’espressione, dal romanzo al fumetto, fino all’animazione e il cinema.
In tutti questi media, il cyberpunk ha mostrato tutto se stesso: le ambientazioni futuristiche e caratterizzate da un’estetica tipicamente anni ’80 (luci al neon, occhiali a specchio e quant’altro), auto volanti, il cyberspazio e la connessione a un mondo virtuale, stati e multinazionali aggressivi e dittatoriali, intelligenze artificiali, esseri umani che divengono cyborg e una forte componente legata al transumanesimo, droghe di nuova creazione e molto altro ancora.
Fra i media che abbiamo citato qua sopra non abbiamo parlato di videogiochi, ma questo articolo è dedicato a loro. Con la nostra nuova ludorubrica Games of Ages faremo un viaggio nella storia videoludica, entrando a conoscenza di alcune opere, o magari ricordandone altre più note, che possiamo ascrivere al genere cyberpunk.
Il tutto fino al sempre più vicino e atteso Cyberpunk 2077, prossima opera dello studio polacco CD Projekt RED.
Se siete pronti, allacciate le cinture del vostro bolide volante e libriamoci insieme fra grattacieli gargantueschi e illuminati di rosa shocking.
Indice
Snatcher (1988)
Erano i ruggenti anni ’80 e la fantascienza viveva di quegli stessi anni. Per questo non dobbiamo meravigliarci dell’estetica di Snatcher, profondamente ancorato a quel periodo sia nella palette cromatica, sia nell’idea che si aveva all’epoca di quello che sarebbe stato il futuro.
Siamo intorno a metà del XXI secolo, oramai decenni dopo che un’arma biologica ha spazzato via gran parte dell’umanità.
In questo futuro noi interpretiamo Gillian Seed, investigatore che soffre di una grave forma di amnesia. Nonostante questo disturbo, il nostro scopo è però ben chiaro: dobbiamo indagare sugli Snatcher del titolo, robot umanoidi che possono sostituirsi agli umani per i loro scopi.
I riferimenti sono classici della fantascienza (come Terminator e il cyberpunk Blade Runner), e alla produzione troviamo Konami e nientemeno che il director Hideo Kojima, qui alle prese con uno dei suoi primi lavori.
Snatcher ha la forma di un’avventura grafica, con menu testuali e scelte di design prese in prestito dalle visual novel, ma non mancano soluzioni che ricordano i videogiochi a mondo aperto.
Neuromancer (1988)
Altra reliquia videoludica del genere è Neuromancer di Interplay Productions.
Ispirato all’importante e omonimo romanzo cyberpunk scritto nel 1984 da William Gibson, questo gioco si svolge in Giappone (a Chiba) nel 2058 e presenta moltissimi elementi tipici di questo sottogenere fantascientifico. Sono infatti molti gli umani che sono divenuti cyborg, sostituendo parti del proprio corpo con elementi tecnologici, così come è addirittura possibile vendere i propri organi o arti.
E poi c’è ovviamente il cyberspazio, una griglia luminosa su cui si muovono le entità che navigano nella rete, forme geometriche di vari colori. Questa rete è per la maggior parte inaccessibile, ma ci sono comunque gli hacker che riescono a entrarvi grazie ad alcuni collegamenti cerebrali noti come cyberdeck e sfidando le I.A. che proteggono il cyberspazio.
Intanto la tecnologia domina anche il mondo reale, con poliziotti robot e intelligenze artificiali che si occupano del giudizio degli imputati.
Scopo del giocatore è scoprire la verità dietro la scomparsa di alcuni amici e di vari viaggiatori del cyberspazio.
Il gioco risulta essere una classica avventura, con schermate che ci presentano l’ambiente e i personaggi, assieme a menu a scelta multipla e menu dei dialoghi, oltre a icone che ci dicono di più su ciò che ci circonda. A questo si unisce la rappresentazione tridimensionale del cyberspazio, in cui ci troviamo ad affrontare i combattimenti con le I.A., in cui usiamo le nostre abilità e poteri.
Beneath a Steel Sky (1994)
Avanzando di qualche anno troviamo Beneath a Steel Sky, che unisce il cyberpunk al post-apocalittico vecchio stile: siamo in un’Australia devastata, in cui poche gigantesche città sono inframmezzate da intere regioni desertiche e brulle.
Il nostro protagonista arriva da qui, un orfano di nome Robert Foster, cresciuto da una tribù di aborigeni e che fin dalla giovane età si dimostra molto sveglio, addirittura costruendo da solo un robot, Joey.
Il suo destino si lega poi alla megalopoli di Union City, quando un commando arrivato dalla città lo rapisce e distrugge il suo villaggio.
Una volta a Union City, inizia a cercare le risposte sul suo passato, scoprendo la verità fra i quartieri più bassi e malfamati e il mondo virtuale del cyberspazio, mentre il robot che controlla la città tenta di mantenere il proprio potere.
L’avventura si presenta come un punta e clicca e l’universo creato da Revolution Software e Virgin Interactive si è mostrato in altre due occasioni: nel 2009 è stato il momento della remastered, mentre alcuni mesi fa è stato pubblicato il sequel, Beyond a Steel Sky.
Blade Runner (1997)
Se Snatcher fu un’opera debitrice all’originale Blade Runner, quest’omonimo videogioco, sviluppato da Westwood Studios e pubblicato da Virgin Interactive, è invece uno spin-off del film con Harrison Ford. E anzi, le vicende di questo ennesimo punta e clicca si svolgono in varie occasioni quasi in concomitanza con gli eventi della pellicola, con riferimenti espliciti ai personaggi e alle situazioni del film di Ridley Scott, oltre che alla stessa atmosfera e colonna sonora.
Come il protagonista della pellicola, anche noi siamo un cacciatore di replicanti, androidi al servizio degli uomini che spesso si ribellano ai loro creatori . Per chi non conoscesse la storia, questi sono infatti schiavi degli umani e hanno un’aspettativa di vita brevissima. Nel nostro impermeabile da investigatore indaghiamo di schermata in schermata su di un gruppo di replicanti sfuggiti al controllo e che si sono macchiati di alcuni crimini. È proprio sull’indagine che si focalizza il gameplay, fra raccolta di indizi e interrogatori.
In programma c’è anche una versione remastered del titolo originale.
Lifeforce Tenka (1997)
Nel 1997 uscì un altro gioco cyberpunk, Lifeforce Tenka, questo però in veste di FPS.
Il videogioco di Psygnosis non risulta essere uno dei più memorabili della storia videoludica, tutt’altro. Anche sul fronte del gameplay, non abbiamo nulla di innovativo, ma siamo di fronte a uno sparatutto in prima persona come tanti altri.
Parlando della trama, Lifeforce Tenka ci porta in un futuro controllato da una multinazionale (la Trojan Incorporated), dedita al miglioramento della specie umana tramite esperimenti genetici. Noi (nei panni di Joseph D. Tenka) abbiamo l’obiettivo di sbaragliare i propositi della Trojan Inc. e portare al collasso i suoi esperimenti disumani.
Omikron: The Nomad Soul (1999)
Nel 1999 Quantic Dream di David Cage ci presenta Omikron: The Nomad Soul (noto anche solo come The Nomad Soul), gioco d’avventura con visuale in terza persona, che si svolge un mondo in cui possiamo muoverci nell’ambiente e interagire con oggetti e con i vari NPC, oltre che combattere con i nostri nemici.
L’Omikron del titolo è la città del futuro in cui si svolgono le vicende dell’opera, metropoli racchiusa sotto una cupola di cristallo sul pianeta Phaenon, vittima di un’era glaciale. Omikron è suddivisa in vari settori, ciascuno dei quali vive in maniera isolata dagli altri poiché è proibito spostarsi fra un quartiere e l’altro.
Con lo sfondamento della quarta parete che divide il gioco di là dallo schermo dalla nostra realtà, un personaggio di The Nomad Soul, il poliziotto Kay’l 669, chiede direttamente a noi giocatori di prendere il controllo del suo corpo e di portare avanti la sua indagine, riguardante una serie di omicidi seriali.
Quest’indagine ci porta a scoprire la presenza di essenze demoniache nelle profondità di Omikron, ma attenzione: se Kay’l 669 muore, va perduta per sempre anche l’anima del giocatore.
A completare il quadro dell’opera, le musiche sono state composte da David Bowie, che appare anche nei panni di un personaggio.
Deux Ex (2000-)
Nel 2000 è poi la volta dell’avvio di una serie videoludica apprezzatissima, ovvero quella di Deus Ex. La serie è passata dalle mani di Ion Storm a quelle di Eidos Montréal, e, al momento attuale, si compone di 6 capitoli differenti (fra serie regolare e spin-off), l’ultimo dei quali del 2016: Deus Ex, Deus Ex: Invisible War, Deus Ex: Human Revolution, Deus Ex: The Fall, Deus Ex Go, Deus Ex: Mankind Divided.
Ciascuna di queste opere ha le sue peculiarità (in special modo se pensiamo a titoli come quello solo per mobile Deus Ex Go) legate alla realizzazione e al gameplay, ma principalmente siamo di fronte a una serie che unisce classici elementi da FPS a caratteristiche invece stealth, il tutto con una buona dose da RPG.
Nella vastità di racconti e personaggi mostrati nel corso della saga fantascientifica, il setting proposto è sempre il futuro del XXI secolo, dal 2027 al 2072. In una società fortemente caratterizzata dai dettagli tipici del cyberpunk vecchio stile, la Terra è territorio di contesa fra multinazionali e società segrete (fra cui ne troviamo alcune del mondo reale e dell’universo del complottismo, come Templari e Illuminati), e nel corso del nostro peregrinare ci troveremo anche a visitare alcuni luoghi particolari come l’Area 51.
Altro elemento estremamente importante per l’intera saga è la augmentation, ovvero il potenziamento del nostro corpo tramite abilità acquisite con innesti tecnologici, che a livello di gameplay diventano una delle parti più coinvolgenti e divertenti dell’intera produzione.
Accanto ai precedenti, troviamo poi altri dettagli pescati a piene mani dall’universo cyberpunk: catastrofi e disastri (come la diffusione di virus letali), intelligenze artificiali in grado di mutare le sorti dell’intero pianeta, fino alla comparsa della clonazione.
Transistor (2014)
Mentre la saga di Deus Ex ancora doveva arrivare all’ultimo capitolo, grazie a Supergiant Games vedeva la luce Transistor, RPG d’azione con visuale isometrica.
Red è una famosissima cantante della città di Cloudbank, e dopo un concerto viene attaccata dall’intelligenza artificiale nota come Processo e dal gruppo noto come Orchestrali.
Red sfugge all’attacco, tuttavia qualcosa è cambiato: è in possesso adesso del Transistor del titolo, un’enorme spada che è anche molto altro.
Infatti il Transistor è un enorme microchip, in grado tra l’altro di assorbire la coscienza di chiunque venga ucciso utilizzando tale arma.
Fra le varie cose, Red ha visto portarsi via anche la voce dal Transistor. In compenso, noi giocatori ci abbiamo guadagnato una voce narrante, la coscienza dell’uomo ucciso, dal cui petto abbiamo recuperato la spada.
Soma (2015)
Elementi del sottogenere cyberpunk li ritroviamo anche in Soma, videogioco survival horror in prima persona della software house svedese Frictional Games.
Dopo un incidente stradale avvenuto nel 2015, il protagonista Simon decide di sottoporsi a delle tecniche sperimentali, dopodiché si risveglia addirittura nel 2014 a Pathos-II, stazione di ricerca sottomarina.
Qui incredibili rivelazioni si susseguono l’una dopo l’altra: solo un anno prima una cometa ha reso inabitabile la superficie del pianeta, e anche nella stazione non vi sono più umani vivi, sostituiti da robot e macchine con intelligenza ben oltre le più rosee aspettative.
Inoltre la stazione Pathos-II viene controllata da WAU, un’intelligenza artificiale che ha trasformato gli ultimi umani in mutanti che uniscono elementi meccanici a parti biologiche. Anche il protagonista ha subito un processo simile: la sua coscienza (risalente al 2015) è infatti stata caricata all’interno del cadavere di un ex-dipendente della struttura.
Nei panni di Simon, il nostro scopo è scovare il segreto di Pathos-II e di ciò che è avvenuto all’intera Terra.
Ruiner (2017)
In Ruiner, shooter con visuale dall’alto distribuito da Devolver Digital, interpretiamo un giustiziere mascherato che si muove nella notte della metropoli di Rengkok, nell’anno 2091. Il motivo che lo spinge a portare avanti questa missione è la scomparsa del fratello, rapito dalla multinazionale nota come Heaven.
Nel videogioco ci sono molti elementi del cyberpunk, fra cui un’A.I. particolarmente sviluppata nota come Mother, armi futuristiche, cyborg, hacker e il Virtuality, un particolare dispositivo che Heaven vende ai suoi acquirenti come un’avanzatissima realtà virtuale. Dietro questo strumento in realtà si nascondono le Imagination Farms, luoghi in cui gli umani vengono sfruttati affinché le loro energie cerebrali mantengano in funzione questo mondo virtuale.
Detroit: Become Human (2018)
Per questo gioco, come dice il titolo, dobbiamo spostarci a Detroit nel 2038, vari anni dopo che la CyberLife ha distribuito la sua serie di androidi, robot perfettamente senzienti e sfruttati per le più variegate mansioni, da semplice manovalanza a lavori più specializzati, fino a impieghi molto meno dignitosi (come la prostituzione).
Tutto cambia quando, oltre alla già incredibile intelligenza, gli androidi iniziano a sviluppare una coscienza e sentimenti propri, che li portano a mettere in dubbio il poco in cui hanno creduto finora per ottenere qualcosa di più dalla vita.
In particolare seguiamo Connor, robot investigatore, Kara, androide domestica, e Markus, assistente di un vecchio artista. In quest’avventura grafica dobbiamo scegliere con attenzione ogni azione che facciamo compiere a ciascuno di questi personaggi, così come altrettanto importanti sono i dialoghi, poiché tutto influisce sugli eventi successivi che riguardano ognuno di questi androidi.
Detroit: Become Human è l’ultima opera in ordine di tempo nata da Quantic Dream e David Cage (di cui abbiamo parlato poco sopra per Omikron: The Nomad Soul), ed è disponibile su PlayStation 4 e PC. Di Detroit: Become Human ci eravamo già occupati con la nostra recensione.
Astral Chain (2019)
Per questo gioco dobbiamo invece spostarci su Nintendo Switch, su cui è arrivato in esclusiva Astral Chain, sviluppato dal team giapponese Platinum Games.
In questo videogioco d’azione e avventura con dinamiche da hack’n’slash, prendiamo il controllo di un agente facente parte del Neuron, reparto speciale delle forze di polizia. Questo reparto agisce nel setting del gioco, l’Arca (su di una Terra distopica), in cui esseri e mostri extradimensionali tentano di prendere il controllo sul nostro pianeta.
Fra gli agenti a difesa del pianeta ci sono due gemelli dotati della Astral Chain, in grado di incatenare e sottomettere le entità malevole che, con il nome di Legione, obbediscono agli ordini dei loro nuovi padroni e gli aiutano nelle investigazioni.
Le investigazioni, la raccolta di indizi e il parlare con gli NPC sono infatti parte del gameplay, che ci porta fra le varie cose nel Piano Astrale, luogo pieno di sfide, enigmi e combattimenti con mostri di ogni sorta.
Ghostrunner (2020)
Per l’ultimo gioco arriviamo addirittura a questi giorni, in cui ha visto il suo arrivo Ghostrunner, videogioco cyberpunk sviluppato da One More Level e prodotto da 505 Games e All In! Games.
I giocatori si ritrovano ad affrontare le sfide dell’opera nella forma di un FPS molto punitivo: infatti particolarità interessante quanto potenzialmente frustrante è il fatto che ogni personaggio (giocatore compreso) può essere ucciso con un singolo colpo.
Per questo motivo è fondamentale saper sfruttare tutte le possibilità offerte dal titolo, quali la possibilità di correre sui muri e il Sensory Boost, che permette di rallentare il tempo.
Nel gioco interpretiamo un ninja, un Ghostrunner, soldato tecnologicamente avanzato. Siamo stati creati dall’intelligenza artificiale nota come Architetto, creatore anche della Dharma Tower in cui si svolgono gli eventi.
Adesso la Dharma Tower è in mano al Keymaster, che con pugno di ferro domina tutto ciò che riesce a controllare. Il nostro scopo è arrivare fino alla sommità della torre e abbattare il potere e tutti i suoi simboli.
I titoli legati al sottogenere del cyberpunk sono ben lontani dall’essere esauriti con la carrellata che vi abbiamo proposto in questa nostra rubrica ludostorica, e sicuramente tutti voi magari ne conoscete qualche altro che per un qualche motivo vi ha colpito durante le vostre scorribande videoludiche.
Di sicuro potrete trovare altri titoli videoludici nel video che trovate qua sotto, in cui abbiamo provato a stilare una nostra classifica di titoli cyberpunk da giocare prima dell’opera di CD Projekt RED.