Call of Duty: Black Ops Cold War, 6 motivi per valutarne l’acquisto

Informazioni sul gioco

Call of Duty Black Ops Cold War è il nuovo sparatutto targato Activision che ci catapulterà direttamente nella guerra fredda degli anni ‘80. Sarà disponibile dal 13 novembre per le console di attuale generazione e Xbox Series X|S, dal 19 anche per PlayStation 5.

Come per l’anno scorso con Modern Warfare, l’effetto nostalgia è forte: questo nuovo capitolo segue direttamente gli avvenimenti di Black Ops del 2010 e vanta di un trittico di tutto rispetto nello sviluppo, composto da Raven Software, Treyarch e Beenox.

Call of Duty è sinonimo di appuntamento annuale e quest’anno contiamo già Warzone, capitolo extra dedicato principalmente alla battle royale (potete leggere la recensione qui), quindi potrebbe essere complicato scegliere se farsi proprio il prossimo arrivo. Vediamo quindi 6 motivi per valutarne l’acquisto.

3 MOTIVI per ACQUISTARE Call of Duty: Black Ops Cold War

UN BLACK OPS GENUINO

Le motivazioni a favore del nuovo Call of Duty sono pressoché collegate a tutte le modalità di gioco disponibili, che presentano interessanti miglioramenti ad una formula rodata nel tempo e difficilmente scossa da cambiamenti radicali. Iniziamo quindi dalla componente singolo giocatore.

Sebbene vi siano stati 3 sequel ufficiali di Black Ops, l’accostamento del nome in questo caso non può che definirsi azzeccato. Infatti, Call of Duty: Black Ops Cold War non solo porterà avanti quella trama così insolita ed avvincente del capostipite di 10 anni fa, ma ne includerà anche le ambientazioni, i personaggi ed i risvolti misteriosi ed inquietanti della storia narrata. 

I più nostalgici infatti saranno entusiasti di rivedere personaggi come Mason, Hudson, Adler e soprattutto Frank Woods all’attacco in una nuova avventura che a tratti rasenta il thriller psicologico e si discosta sia dalla abusata concezione di guerra moderna che dalla guerra futuristica che ha animato gran parte della saga di Black Ops

Insomma la sensazione è che, per quanto riguarda il singleplayer, sia presente una campagna molto più corposa e ricca rispetto alla media, colma sì di sequenze cinematografiche spettacolari, ma con una trama originale che raramente la serie di Call of Duty ha visto nel corso dei 17 anni di vita del franchise. A riprova di questo impegno, è noto che Raven Software si sia focalizzata interamente su questi aspetti, lasciando a Treyarch lo sviluppo primario della modalità multigiocatore. Lo sviluppo della versione PC invece è stato affidato a Beenox, come da tradizione dal 2016.

IL RITORNO DEGLI ZOMBIE

Se da una parte abbiamo una campagna che pare di tutto rispetto, dall’altra troviamo una chicca che accenderà ancora di più gli animi dei giocatori. Parliamo ovviamente del ritorno della modalità zombie, intramontabile sin da World at War, in questo capitolo rinnovata ancora nel migliore dei modi, un autentico magnete che ci farà rimanere incollati allo schermo ore e ore assieme ai nostri compagni di battaglia.

Oltre al suo leggendario fascino, è doveroso scendere nel dettaglio di alcune novità che giungeranno anche nella suddetta modalità, a partire proprio dalle armi. Queste presenteranno una diversa rarità e potranno essere potenziate ripetutamente fino a raggiungere il livello uber, in cui si trasformeranno in preziose compagne quando saremo soverchiati. Inoltre non sarete obbligati ad iniziare il primo round con la classica pistola, ma avrete la possibilità di caricare un vostro loadout in comune con il profilo multigiocatore, permettendo una maggiore varietà sin dai primi scontri. Ovviamente non mancheranno armi inedite come sentry gun, fucili a energia e lanciarazzi, ma avrete l’accesso anche al supporto aereo, che vi aiuterà a contenere i non morti.

Se la situazione precipita, avrete la possibilità di salvarvi in extremis richiedendo un’estrazione sul posto in elicottero prima di soccombere, a patto di sopravvivere fino al suo arrivo. Torneranno anche le bibite potenziate con le relative macchinette, potenziamenti e le fatidiche mistery box, croce e delizia dei superstiti circondati da orde di non morti, nonché una storyline inedita

In definitiva, l’esempio  in cui una modalità ormai definibile classica riesca ancora a rivelarsi fresca ed energica con un pizzico di novità a suo favore. Treyarch ha inoltre promesso mappe con aree molto più aperte e, a proposito di aggiunte, tutti i contenuti post lancio saranno gratis. Uno scenario semplicemente ottimo e di fronte abbiamo solo Die Maschine, le prospettive non possono che migliorare, anche se la futura Onslaught sarà esclusiva per le console Sony per un anno.

TECNICAMENTE MODESTO MA NEL COMPLESSO FUNZIONA

Call of Duty non è sicuramente sinonimo di rivoluzione per quanto riguarda il comparto tecnico, ma in vista del lancio delle nuove console è evidente la tendenza nel preferire queste ultime sul lungo termine, nonostante a tutti gli effetti sia un titolo cross-gen e goda di una nomea che gli consentirebbe di campare di rendita.

Per quanto riguarda il multiplayer, si continua a respirare l’essenza di Call of Duty, quindi nessun cambio drastico. Tuttavia, da quanto appreso dalla beta, notiamo un miglioramento nella varietà e nel level design delle mappe, che tra satelliti precipitati, piantagioni di cocaina e città al neon in pieno stile anni ‘80 contribuisce al godimento visivo del gioco senza compromettere gli statuari 60fps necessari all’azione frenetica. 

Queste ed altre migliorie grafiche sono ottenute grazie allo sfruttamento delle nuove tecnologie che verranno sfruttate su next gen. Su PlayStation 5, la console favorita dagli accordi tra Activision e Sony, sarà garantita una risoluzione 4k a 60fps con l’aggiunta di ray tracing. Un’altra aggiunta che invece riguarderà l’intero parco console è l’aggiunta del FOV (field of view) nelle impostazioni visive, ormai un must da anni su PC. Sarà ovviamente ottimizzato anche su Xbox Series X|S, dove potrà godere di caricamenti fulminei ed una frequenza di aggiornamento fino a 120fps.

Per quanto riguarda il PC, disporrà ovviamente del DX12, quindi è presente il pieno supporto delle tecnologie Nvidia, come il ray tracing, ma anche delle novità del DLSS e della Reflex Tech

Infine non mancheranno il crossplay, che darà il suo meglio sicuramente nelle modalità cooperative come quella Zombie, e un’interessante integrazione con Call of Duty: Warzone, aggiunta quest’ultima che potrebbe aprire le porte a creative novità per far interagire utenti che giocano non solo su diverse piattaforme, ma anche su diversi titoli. 

 

3 MOTIVI per NON ACQUISTARE Call of Duty: Black Ops Cold War

USA E GETTA

Il primo elemento di questa preliminare analisi sul gioco riguarda in realtà la summa di ciò che Call of Duty rischia di diventare ogni anno che passa, cioè un prodotto con vita breve, in attesa di essere sostituito dal capitolo successivo. In questa situazione pre-lancio, Call of Duty: Black Ops Cold War purtroppo non sembra fare eccezione. Scendiamo più a fondo nella questione.

Nonostante due piccole perle come il vero ritorno alle origini di Black Ops e la modalità Zombie, che abbiamo approfondito sopra, l’elemento cardine che sorregge la saga è lo sviluppo della componente multigiocatore. La campagna, per quanto valida, sarà un riempitivo rispetto all’intero pacchetto e la modalità Zombie solo una pregevole aggiunta ad un titolo che tra un anno sarà già vecchio.

Non solo, ovviamente a livello tecnico non si riscontrano grossi miglioramenti: la grafica sembra piatta, spettacolare solo nelle cutscenes e molti elementi, le armi in primis, appaiono semplicemente datati, non in linea con i tempi per un colosso come Activision. Ad un primo impatto la componente grafica sembra addirittura inferiore a quanto visto in Modern Warfare l’anno scorso. La componente sonora in particolar modo è nettamente inferiore al capitolo precedente, specialmente per quanto riguarda il campionamento dei suoni delle armi. Elementi, questi, che sicuramente non verranno modificati prima del lancio del gioco.

Bisogna altresì considerare che se un Call of Duty l’anno possa ormai sembrare una forzatura, questo 2020 ha già visto nascere un altro successo chiamato Warzone. Nonostante si tratti prettamente di un battle royale, Call of Duty Warzone ha catalizzato l’attenzione su un multiplayer diverso dagli altri giochi della saga, raccogliendo consensi che si traducono in oltre 50 milioni di utenti registrati, che potrebbero cambiare le carte in tavola nel tempo. 

Senza sufficienti elementi che giustifichino l’acquisto a prezzo pieno dell’ennesimo CoD, si è fortemente tentati a scegliere una via di fuga verso quella che è sempre un’opzione fedele all’originale ma gratuita. Ciò ovviamente non preclude l’acquisto agli appassionati del franchise che lo avranno sicuramente già preordinato, ma per tutti gli altri il dubbio che Cold War sia evitabile è reale.

MULTIPLAYER IRREMOVIBILE

Abbiamo citato il multigiocatore a più riprese nella critica precedente, quindi è doveroso approfondire questo aspetto, che merita un motivo a sè.

Ciò che traspare dalla beta di Call of Duty: Black Ops Cold War è che essenzialmente non siano stati fatti passi da gigante per quanto concerne gli elementi tipici della saga, ma nemmeno a sufficienza su quelli marginali. Sicuramente squadra che vince non si cambia, ma forse occorre più tempo per studiare qualche innovazione mirata che porterebbe davvero dell’aria fresca ad una delle saghe più amate dai giocatori di tutto il mondo.

Di fronte avrete infatti sostanzialmente la scelta delle stesse modalità per i match con altri giocatori, con qualche nome diverso o piccoli escamotage. Le uniche apparentemente diverse in realtà nascondono terreni già esplorati: Scorta VIP è una Cerca e Distruggi mascherata, oltre che ad essere un classico degli sparatutto PVP, Bomba Sporca fin troppo ispirata a quanto visto in Warzone e Assalto Combinato un Domino allargato. Inoltre, le mappe, per quanto presentino un level design di rispetto, sono essenzialmente sempre costruite nella classica struttura a 3 vie. Per concludere questa parte, sono previste anche modalità in comune a Call of Duty: Warzone ed un vero e proprio procedimento di integrazione tra i titoli, che però non è minimamente accennato al lancio.

Riguardo le caratteristiche più specifiche, sembrano esserci piccole modifiche rispetto al precedente Modern Warfare, come il time to kill più elevato che rende gli avversari quasi delle spugne di proiettili e degli scatti più lenti che però non impediscono l’estremo dinamismo tipico di Call of Duty, oltre che a permettere sempre la corsa infinita. Troviamo anche un’eccessiva semplificazione rispetto ai precedenti capitoli, come l’indicatore della vita sopra i giocatori e l’abolizione delle serie di uccisioni, sostituite con un sistema di serie di punti, la presenza di Operatori senza abilità specifiche; mancano praticamente molti accorgimenti per i giocatori più hardcore. Tutte quelle citate sono modifiche che sicuramente fanno la differenza di anno in anno, ma che in realtà sono apparenti, perché stabilite in base alle preferenze dei team interni che se ne occupano e si alternano ad ogni pubblicazione.

CROSSPLAY ED ESCLUSIVITA’

L’ultimo motivo si collega direttamente a quanto appena descritto sul multigiocatore, perché il crossplay darà sicuramente noie in questa modalità, mentre nella modalità Zombie è un’autentica chicca, favorendo ulteriormente la cooperazione tra i giocatori.

Poter giocare con giocatori di altre piattaforme è una scelta nobile e soprattutto variegata, ma forse eccessivamente nel settore più competitivo (inteso come PVP), dove le diversità tra piattaforme possono farsi molto profonde, specialmente tra console e PC, dove un pad e un mouse fanno la differenza. Non può funzionare, sempre per quanto visto nella beta, un aimlock esagerato ai possessori del controller come in Modern Warfare per bilanciare il difetto di mobilità: in alcuni casi non è sufficiente a colmare il divario, in altri si rivela persino eccessivo. Occorre sicuramente valutare diversi tipi di crossplay per evitare fenomeni spiacevoli come la disattivazione del servizio a causa degli eccessivi cheater, presenti perlopiù tra i giocatori PC, poiché ad oggi rappresenta un problema ancora irrisolto in modo decisivo.

Il crossplay perde ancora più potenza se rapportato con il patto di esclusività di alcuni contenuti per i possessori di PlayStation 4 e 5, ci riferiamo ad esempio alla modalità Zombie Onslaught e ad alcuni pacchetti che non saranno disponibili per gli altri utenti. Precludere l’accesso a determinati giocatori significa remare esattamente contro la logica del gioco condiviso, oltre che ingiusto per chi acquista il titolo al medesimo prezzo ma su un’altra piattaforma. Questi contenuti saranno esclusivi per un anno, ma, come abbiamo specificato nel primo motivo, passato quel periodo di tempo ormai il gioco è praticamente obsoleto. Rispetto a questo tipo di trattamento, preferiremmo vedere il gioco in esclusiva temporale, soluzione che altre software house hanno adottato, in quanto più corretta nei confronti dei giocatori secondo il nostro parere. 

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