Shenmue III DLC Story Quest Pack – La Recensione

Informazioni sul gioco

Per poter scrivere la recensione di Shenmue III abbiamo dovuto abbattere gli stilemi classici dell’analisi redazionale, promuovendo una visione del gioco che trascende l’idea di “prodotto di mass market”, orientandoci verso una visione più aulica, quasi ingenua e tremendamente emotiva, dell’espressione creativa che rappresenta.

È stato necessario ripercorrerne l’iter produttivo, sottolineando le difficoltà che l’autore, Yu Suzuki, e il suo piccolissimo team di programmatori hanno attraversato per poter finalmente concepire il terzo capitolo di questa storica saga; reso possibile da una raccolta fondi su Kickstarter e sostenuto, solo a seguire, da Deep Silver nei panni di publisher.

Proprio Deep Silver, con il suo intervento, ha cambiato in corso d’opera alcune politiche distributive, annunciando ancor prima del lancio la pubblicazione di contenuti aggiuntivi a posteriori, tra cui un DLC interamente narrativo.

Come promesso, in data 18 febbraio 2020, il “DLC Story Quest Pack” è stato messo a disposizione dei compratori su Epic Game Store e PlayStation Network, al costo di 5,99 euro, oppure gratuitamente per tutti i possessori del Season Pass.

Quel che mancava, ancora manca…

C’era fremente attesa attorno al DLC narrativo da parte dei fan della saga. Shenmue III, pur risultando nel suo complesso un prodotto in grado di ricreare le atmosfere e le dinamiche dei capitoli precedenti (obiettivo primario del team di sviluppo e dunque meritevole di lode), peccava proprio sul fronte delle vicende narrate.

Non che la storia sia mai stata il vero punto forte del franchise. Shenmue ha rappresentato un punto di svolta per il medium videoludico ma lo ha fatto in termini di esperienza audio-visiva, più che in termini di storytelling interattivo.

Ciò nonostante, il terzo capitolo non è riuscito a ricreare lo stesso vortice di eventi che ha contraddistinto i suoi predecessori, diluendo poche cutscene lungo l’incedere di gioco e limitando l’approfondimento della lore, o del carattere dei personaggi principali a semplici dialoghi casuali.

Un DLC contenente nuove missioni aggiuntive avrebbe potuto/dovuto migliorare la situazione, puntando su ritmi più serrati e magari con qualche approfondimento extra legato alla main quest, ma a quanto pare le nostre aspettative erano sbagliate.

Un gradito ritorno…

Per poter introdurre al meglio le vicende del DLC Story Quest Pack bisognerebbe addentrarsi in svariati e significativi spoiler sul secondo capitolo, più precisamente a quando Ryo Hazuki fa la conoscenza di Zhu Yuanda e del suo più fidato collaboratore, il signor Zhang Shuqin.

Meglio dunque non approfondire il passato del protagonista, lasciando che siate voi a scoprirlo giocando la remaster in HD dei primi due iconici titoli. Vi basti sapere che sarà proprio il ritorno di Mister Zhang a dare il via alle vicende di questo DLC, vicende che ci porteranno alla ricerca di una ennesima banda criminale, i Blue Spiders, insidiatasi nei bassifondi di Niaowu, in un susseguirsi di eventi che di fatto riprende lo stesso iter ciclico che ha frammentato l’incedere narrativo anche nel gioco principale.

Purtroppo, a parte l’effetto nostalgia dovuto al simpatico faccione di Zhang, la storia raccontata in questo DLC manca di intensità proprio come la main quest, con tanto di tempi morti che obbligheranno il giocatore a tergiversare in attesa di specifici eventi scriptati. Inoltre, nessun dettaglio legato a Lan Di, agli specchi o alla narrativa principale, verrà scoperchiato.

Chi si aspettava un DLC in grado di offrire qualche risposta alle mille domande ancora in sospeso rimarrà deluso, si tratta semplicemente di una vera e propria sub-quest, che, se inserita fin da subito nel gioco originale, avrebbe rappresentato un semplice diversivo autoconclusivo.

A voler pensar male, l’operazione attuata da Deep Silver potrebbe sembrare un tentativo di “cut content”. La sensazione è quella di giocare una porzione narrativa pensata inizialmente come parte integrante del gioco, tagliata per essere distribuita a seguire sotto forma di contenuto a pagamento (Tesi plausibile anche per questioni narrative che preferiamo non spoilerare).

A rafforzare questa ipotesi vi sono i requisiti necessari ad attivare il racconto, che occupa un preciso segmento di trama che si incastra tra alcuni degli eventi principali: per poter giocare il DLC è necessario caricare un salvataggio a Niaowu precedente ad una specifica situazione, oppure caricando un salvataggio del gioco completo scegliendo di ripartire proprio dalla seconda ambientazione.

Niente però di drammatico, considerato per altro il prezzo budget di poco superiore ai cinque euro, ma si poteva fare di più, sia dal punto di vista dell’intensità, sia dal punto di vista della longevità.

Difficile calcolare la durata complessiva a causa dei già citati tempi morti obbligatori, ma si tratta davvero di poche sequenze completabili all’incirca in un pomeriggio e distribuite tra un’investigazione e l’altra per mezzo dei Chawang signs.

Una sola meccanica…

L’organizzazione con a capo Zhu Yuanda si compone di svariati membri che lavorano nell’ombra per controbattere alle tante attività criminali della malavita cinese. Per comunicare tra loro senza troppo esporsi adoperano un particolare sistema di segni, chiamati Chawang.

I giocatori che hanno avuto modo di completare Shenmue II già sanno di che si tratta. Basta recarsi in un bar, o in un ristorante, o in un qualunque locale con tavoli apparecchiati, per poi cercare quattro tazze (o bicchieri) disposti su di una fila, sedersi e ricombinarli per creare un segno specifico, che richiamerà l’attenzione di un collaboratore di Zhu, ammesso si trovi nei paraggi… e potrebbe non essere così.

Si procede dunque per tentativi: si raggiunge un locale, si compone il segno, si attende. Se un membro dell’organizzazione ci noterà, lascerà sul tavolo delle informazioni utili all’investigazione.

Per tutta la durata della storia non faremo altro che attendere, cercare il punto giusto dove provare il segno di turno, attendere ancora, cambiare segno, riprovare e così via,  tutto scandito da pochi dialoghi e qualche breve cutscene intermedia tra l’inizio e poi la fine delle vicende, con tanto di un paio di combattimenti che, per quanto divertenti alla massima difficoltà, non riescono da soli a risollevare le sorti dell’intero pacchetto ludico.

La ciliegina che serviva alla torta…

Il DLC Story Quest Pack è di fatto una delusione. Non approfondisce nulla, non aggiunge nulla e spreca anche una buona occasione per rafforzare il rapporto tra Ryo e ShenHua, con una sequenza potenzialmente molto forte ma che viene raccontata con eccessiva superficialità.

Solo sul finire, per qualche secondo, riesce a trasmettere delle sensazioni positive, forse semplicemente perché Mister Zhang scava nei nostri ricordi suonando le armoniche corde della nostalgia.

Tuttavia, pur trattandosi di un pessimo DLC, lo si potrebbe interpretare come un’ottima diversione per chi ancora non ha completato la main quest. Un gradito extra che spezza l’azione canonica, combinandola con la meccanica dei segni, ripetitivi solo se giocati in stretta sequenza e non se affrontati come riempitivi durante le pause della storia principale.

Non sapremo mai se davvero Deep Silver abbia attuato una strategia di cut content, ma di fatto l’estratto narrativo contenuto in questo DLC non riesce a stare in piedi da solo. Se questa semplice sub-quest fosse stata inserita nel gioco completo fin da subito avrebbe rappresentato un graditissimo diversivo e i giocatori avrebbero apprezzato il ritorno di Zhang senza accusare la casualità con cui si attivano gli eventi narrativi utilizzando i segni Chawang.

Il consiglio che vi diamo noi di Videogiochitalia è di giocare il DLC solo come parte integrante dell’opera completa. Se ancora dovete iniziare Shenmue III potrebbe rappresentare un arricchimento contenutistico, così come potrebbe essere interessante affrontarlo durante un’intera seconda run.

Ma acquistarlo per giocarlo stand-alone potrebbe risultare eccessivamente macchinoso e ripetitivo, considerato che non contiene nessun elemento imprescindibile ai fini della comprensione della main quest.

VOTO: 5

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