Per scrivere la nostra recensione di Monster Hunter Wilds, abbiamo deciso di concederci il tempo necessario per esplorare in profondità questo nuovo capitolo della celebre saga di Capcom, analizzando con attenzione ogni suo aspetto.
Sono trascorsi vent’anni da quel primo e indimenticabile incontro con la caccia, che risale all’estate del 2005. Armati del Joypad della PS2 e di un’infinità di curiosità, ci apprestavamo a fronteggiare creature colossali, tanto magnifiche quanto minacciose. A due decenni dalla nascita di questo leggendario franchise, Monster Hunter Wilds sarà riuscito a soddisfare le aspettative? Ecco cosa ne pensiamo, dopo la nostra avventura su Xbox.
Vogliamo ricordare inoltre che se non avete ancora acquistato il gioco e foste interessati, potete ottenere una chiave di gioco scontata su Instant Gaming.
Indice
Era davvero necessario introdurre una trama in Monster Hunter Wilds?
Dopo le esperienze di Monster Hunter World e Monster Hunter Rise, e delle relative espansioni, il team di sviluppo ha scelto di dare maggiore spazio alla trama. Non si tratta solo di giustificare la presenza del nostro alter ego cacciatore in questo nuovo mondo di gioco, ma anche di contestualizzare le cacce, conferendo loro un senso che si distacca dalla pura funzionalità. Un approccio che, se paragonato alle introduzioni più pragmatiche dei primi titoli della serie che potrebbero far invidia ai giochi di FromSoftware, appare decisamente più strutturato e meglio narrato.
In parte per attrarre nuovi giocatori e in parte come esperimento, il tutorial di Wilds si espande in decine di ore di esplorazioni, dialoghi e battaglie, che ci permettono di scoprire i vari ecosistemi del mondo di gioco e di compiere le nostre eliminazioni con una motivazione solida.
Evitando spoiler per non rovinare il piacere della scoperta a chi ancora non ha avuto modo di provarlo, il giocatore assume il ruolo di un cacciatore proveniente da una regione lontana, inviato insieme a un team di ricerca per studiare l’ecosistema delle Terre Selvagge e stabilirvi una base. Tuttavia, queste terre sono già abitate, e quindi il viaggio si trasforma in un’esperienza di incontro con diverse culture in ambienti che, seppur nuovi, non risultano del tutto sconosciuti.
Dal punto di vista del gameplay, la trama di Monster Hunter Wilds può essere facilmente ignorata fino alle fasi finali, senza compromettere la comprensione del gioco. Tuttavia, la costruzione narrativa si è rivelata sorprendentemente piacevole, anche durante quelle fasi di esplorazione che potrebbero risultare all’apparenza più monotone, trasformandosi in un elemento apprezzabile sia per i veterani, che hanno così la possibilità di godersi cacce rilassanti, sia per i neofiti, che possono approfittare di un’introduzione più graduale alla curva di apprendimento, ben lontana dall’essere ripida.
Un mondo vivido e in costante movimento
La trama di Monster Hunter Wilds ci guida lungo un percorso ben definito, consentendoci di esplorare ogni angolo degli ecosistemi del gioco, tutti affascinanti e credibili, con un ritmo rilassato. Non è necessario affrettarsi alla ricerca di giganteschi mostri da cacciare, anzi, possiamo prenderci il tempo di osservare i dettagli che rendono questo mondo artificiale straordinariamente intrigante, dando al giocatore l’impressione di essere immerso in un universo vivo e in continua evoluzione.
Non mancano piccoli tocchi di realismo: pesci che nuotano tranquilli in un laghetto, lucertole che si arrampicano sui tronchi degli alberi, o animaletti che saltellano da un cespuglio all’altro. Ogni area offre anche la possibilità di assistere a scontri tra predatori o a cambiamenti climatici, che risultano più marcati e visibili rispetto ai capitoli precedenti.
A seconda dell’ora del giorno o delle condizioni meteorologiche, incontriamo fauna diversa e risorse differenti, che stimola un desiderio di esplorazione che non si sentiva nella serie da molto tempo – per quanto ci riguarda, da Monster Hunter 4. Questi momenti di tranquillità tra una caccia frenetica e l’altra ci regalano un senso di immersione unico.
A risultare artificiosi, tuttavia, sono solo i dialoghi dei personaggi, che rompono in parte l’incantesimo di un mondo altrimenti così vivido e credibile.
I Personaggi secondari servono solo alle missioni secondarie… o quasi
La caratterizzazione dei personaggi secondari in Monster Hunter non è mai stata un aspetto particolarmente rilevante per la serie. I PNG (personaggi non giocanti) erano spesso ridotti a una facciata funzionale, come un mercato o una bacheca per accettare missioni. Con Monster Hunter 4 qualcosa ha cominciato a cambiare, introducendo una caratterizzazione più marcata, che si è consolidata nei giochi successivi, raggiungendo un buon livello in Monster Hunter Rise – basti pensare a figure come Fugen, Fiorayne o Utsushi.
In Monster Hunter Wilds, la caratterizzazione dei PNG risulta però altalenante. Da personaggi ben delineati come Olivia e Werner, a figure più semplici ma comunque valide come Alma e Gemma, si passa a una lunga serie di comprimari decisamente piatti e privi di qualsiasi caratterizzazione significativa, ridotti a meri veicoli per assegnare missioni secondarie.
Seppure vi siano diverse linee di dialogo che risultano interessanti, non c’è praticamente modo di affezionarsi ai personaggi attraverso i loro discorsi, che si limitano a frasi vuote attorno a richieste di recupero oggetti, cacce o catture. Nonostante la nostra abilità nella caccia, finiamo per essere poco più che facchini nei confronti dei PNG.
Considerato l’intento di dare più rilevanza alla trama, sarebbe stato auspicabile uno sforzo maggiore in questa direzione.
Il gameplay di Monster Hunter Wilds è un’evoluzione o un passo indietro?
Monster Hunter Wilds riprende le fondamenta del gameplay della serie e le arricchisce con piccoli miglioramenti in termini di qualità della vita, traendo ispirazione dai migliori esponenti del brand.
Considerando la fama consolidata del franchise e l’indiscutibile qualità del gameplay, non ci soffermeremo sugli elementi di base, ma ci concentreremo principalmente sulle novità. Dopotutto, in termini di giocabilità, Monster Hunter ha fatto costanti passi in avanti a ogni capitolo – se si esclude Monster Hunter World – e dedicarci a tessere lodi ormai note a chiunque sarebbe superfluo.
Le nuove meccaniche peculiare facilitano il gioco… come sempre
Monster Hunter Wilds introduce due meccaniche peculiari che offrono vantaggi significativi in battaglia, rendendolo uno dei capitoli più accessibili della serie. Tuttavia, non è tanto la presenza di queste meccaniche a semplificare il gioco, quanto il loro utilizzo costante.
Le due meccaniche in questione, sebbene efficaci singolarmente, diventano devastanti quando combinate. Parliamo del sistema delle ferite visibili e della modalità focus. Ma cosa comportano nel dettaglio?
Quando si colpiscono i mostri, si creano ferite visibili che, se colpite con un attacco specifico, innescano una combo automatica incredibilmente potente, capace di infliggere ingenti danni e di farci ottenere numerosi oggetti senza la necessità di scalcare. La modalità focus, invece, consente di mirare con qualsiasi arma.
Sebbene questa possa sembrare un’opzione scontata per l’Arco o la Balestra, diventa altrettanto utile per armi come la Lancia-Fucile, permettendo di veicolare agilmente l’attacco anche quando il nemico si sposta rapidamente, i fendenti caricati dello Spadone e addirittura i colpi in salto della Spada e Scudo!
Nonostante queste meccaniche siano un’aggiunta valida e giustificata, non sono certo una novità assoluta. Pensando a Monster Hunter Rise, ad esempio, l’abilità dell’Insetto Filo combinata con alcune armi rompeva il gioco, così come accadeva in Monster Hunter Generations con lo Stile Aereo unito alle Doppie Lame.
Invece di parlare di una facilitazione, è più giusto definire queste meccaniche come un’evoluzione del gameplay. Sono passati 20 anni dal primo Monster Hunter e finalmente ci si aspettava la possibilità di dirigere specifici attacchi, così come l’opportunità di infliggere danni mirati alle ferite dei mostri infierendo.
Queste innovazioni offrono ai neofiti maggiori possibilità di affrontare creature colossali, mentre i veterani possono avvertire un netto miglioramento, che si lega perfettamente all’esperienza accumulata nel corso degli anni.
Promuoviamo con entusiasmo le nuove meccaniche introdotte, ma riteniamo che il lavoro svolto sulle armi sia ancor più notevole.
Combo per tutti i gusti, tra le abilità Insetto Filo e gli Stili di Caccia
Con l’assenza degli Stili di Caccia e dell’Insetto Filo, c’era il rischio che il gameplay di Monster Hunter Wilds tornasse alle origini della serie, o peggio, riprendesse la strada intrapresa da Monster Hunter World. Per fortuna, questo pericolo è stato scongiurato.
Sfruttando l’esperienza accumulata nel corso degli anni, il team di sviluppo ci ha presentato il set di armi più completo mai visto nel franchise, riuscendo a rendere estremamente soddisfacente ognuno dei 14 strumenti di morte a nostra disposizione. Questo grazie all’introduzione di nuove catene di attacchi e combo, che arricchiscono ulteriormente il gameplay richiamando tecniche accessibili solo in altri giochi.
Alcune delle numerose tecniche degli Stili di Caccia sono state integrate nel moveset delle armi, permettendoci di sviluppare uno stile di combattimento personale che ci rende unici sul campo di battaglia, anche quando ci troviamo a cacciare insieme ad altri giocatori con lo stesso equipaggiamento.
Rinnovando i moveset delle armi, Capcom è riuscita a regalare ai veterani una ventata d’aria fresca, che da tempo chiedevano l’inserimento di qualcosa di nuovo – un desiderio che sarebbe comunque ancora apprezzato, magari con l’introduzione dei Tonfa di Monster Hunter Frontier G.
L’intelligenza artificiale dei mostri è semplice, ma funzionale
Concluso il discorso sulle armi, è il momento di concentrarsi sui mostri. Bisogna essere onesti: le sfide nelle fasi iniziali della storia, o contro mostri di basso grado, non sono particolarmente impegnative. Tuttavia, come spesso accade nei giochi del franchise, il vero miglioramento si avverte nelle missioni di alto grado.
I mostri che ci troveremo ad affrontare in queste missioni sono notevolmente più aggressivi rispetto alle loro controparti iniziali e presentano un’intelligenza artificiale decisamente più interessante. Sebbene non abbiano la capacità di adattarsi al giocatore, grazie a un abile mix di rotazioni dei pattern d’attacco nel loro comportamento, l’illusione di affrontare creature con caratteristiche sempre diverse – anche tra esemplari della stessa specie – è piuttosto riuscita.
Non si raggiungono i picchi di difficoltà e divertimento negli scontri di Monster Hunter 4 o Monster Hunter Generations, ma questi mostri risultano comunque sufficientemente soddisfacenti da rendere la caccia ripetuta interessante, senza far pesare troppo il dover affrontare lo stesso nemico più volte per ottenere i materiali desiderati.
Inoltre, il concetto di grinding è stato notevolmente alleggerito, grazie agli strumenti che si ottengono dalle ferite e alla possibilità di scegliere l’esemplare da cacciare nel mondo di gioco, selezionando quelli con i premi più vantaggiosi.
Per i neofiti che incontrano difficoltà nell’affrontare i mostri, il razzo SOS si rivela uno strumento utile per studiare il comportamento dei compagni di caccia e migliorare l’approccio alla battaglia.
I cacciatori non giocanti sono più potenti dei giocatori medi
C’è un elemento che, effettivamente, rende Monster Hunter Wilds più facile di quanto dovrebbe essere. Al di là delle nuove meccaniche, delle armi con combo più variegate e dei miglioramenti alla qualità della vita, sono i Cacciatori PNG a semplificare notevolmente le cacce. Ciò accade perché questi compagni sono decisamente più abili di molti giocatori che potreste incontrare online.
I Cacciatori PNG non possiedono build o set specifici, ma sono semplicemente programmati per essere cacciatori esperti: schivano sempre al momento giusto, curano se siete a corto di vita, piazzano trappole, sfruttano l’ambiente e aprono ferite sui mostri. Insomma, sono tra i compagni migliori che potreste desiderare.
Dopo averli provati una volta per testare le loro capacità nelle missioni facoltative, abbiamo scelto di accantonare per sempre il razzo SOS per godere appieno dell’esperienza di gioco. Bisogna però segnalare che raramente ci siamo trovati di fronte a compagni controllati dalla IA così competenti.
Purtroppo, non si può dire lo stesso per il lato tecnico del gioco, che non ha raggiunto la stessa qualità.
Quali sono i veri problemi tecnici di Monster Hunter Wilds?
L’arrivo di Monster Hunter Wilds è stato accompagnato da numerosi annunci riguardanti problemi tecnici che hanno suscitato l’indignazione di molti videogiocatori e appassionati del settore. Il RE Engine, motore grafico sviluppato da Capcom per i remake di Resident Evil, non sembra adattarsi bene ai giochi Open-World, come dimostra anche Dragon’s Dogma 2. A peggiorare la situazione ci sono un’ottimizzazione su PC non particolarmente performante e un software anti-pirateria particolarmente problematico, che non hanno fatto altro che complicare l’esperienza.
Avendo ricevuto una chiave di gioco per Xbox Series X|S, ci concentreremo sulla nostra esperienza su questa piattaforma. Se siete curiosi riguardo la nostra prova su PC, vi invitiamo a consultare le impressioni sulla Beta.
Come gira Monster Hunter Wilds su Xbox?
L’esperienza di gioco su Xbox è stata sempre fluida e priva di problematiche, tanto sulla Series X quanto sulla Series S. Tuttavia, su quest’ultima non abbiamo potuto giocare con la stessa nitidezza grafica a causa delle limitazioni hardware della console, pur mantenendo comunque un aspetto visivo soddisfacente.
In tutti gli scontri contro le gigantesche creature che Monster Hunter Wilds ci propone, che si tratti di combattimenti singoli, in coppia o in branchi, non abbiamo registrato alcun calo di frame, permettendoci di affrontare ogni avversario senza alcuna limitazione. Anche giocando online, non abbiamo riscontrato alcun crash, né durante partite con altri possessori di Xbox né in modalità multipiattaforma.
Le uniche rare occasioni in cui abbiamo notato piccoli cali di frame, con movimenti legnosi e scatti, si sono verificate in specifiche situazioni, come quando, nella Zona 8 delle Piane Ventose, stavamo affrontando un branco di Doshaguma (tre esemplari nel nostro caso) e l’occhio ci è caduto su di un Talioth (uno dei velociraptor della zona), nell’area di collegamento della Zona 12, allontanarsi a scatti per poi sparire in lontananza. Considerando che l’area dello scontro, i mostri che stavamo affrontando, il nostro compagno gatto e il nostro alter ego non abbiano presentato alcun problema, ci risulta difficile capire come il lag di un piccolo mostro in un’altra zona di gioco possa influire sull’esperienza. Eh infatti, non l’ha fatto.
Numerose volte abbiamo tentato di attirare più mostri nella stessa area, sperimentando anche in zone particolarmente dense come le foreste, per vedere fino a che punto il gioco potesse reggere la pressione. Tuttavia, dopo svariati tentativi, non abbiamo riscontrato alcun problema significativo, confermando che il gioco gestisca bene l’azione che coinvolge il personaggio anche in situazioni con più avversari simultanei, senza compromettere la fluidità dell’esperienza.
Tuttavia, pur non riscontrando cali o rallentamenti significativi, la nostra esperienza è stata seriamente compromessa da un grosso problema che merita attenzione e che, sorprendentemente, sembra essere stato ignorato da molti.
Il tormento del gioco offline
Con buona probabilità, pochi hanno riscontrato questo problema, poiché la maggior parte di chi ha giocato e recensito Monster Hunter Wilds lo ha fatto principalmente online. Tuttavia, giocare offline è un vero incubo. Il motivo? I fastidiosi disclaimer. Ogni sessione di gioco che decidete di iniziare offline deve, obbligatoriamente, partire con il gioco sincronizzato a internet, altrimenti diventa impossibile giocare.
Quando sblocchiamo un trofeo o un obiettivo e siamo offline, il gioco mostra un disclaimer che copre quasi tutta la schermata, spiegando che, essendo mancata la connessione, l’achievement sarà registrato non appena si tornerà online. A quel punto, basta premere un tasto per proseguire. Il problema è che questi disclaimer appaiono ogni volta che otteniamo un achievement, anche quelli più comuni legati al combattimento, come cavalcare un mostro o colpirlo sulle ferite. Di conseguenza, mentre si è impegnati in una caccia frenetica le combo, le cure, le schivate e ogni altra azione importante possono essere interrotte da un messaggio che non si può evitare.
Il nostro record è di 27 disclaimer in una caccia, che ci è costato anche due svenimenti su tre.
Ci siamo ritrovati costretti, in un giorno senza connessione a causa di problemi tecnici, a chiudere il gioco per evitare di minare ulteriormente l’esperienza. Questo problema, insieme alla poca chiarezza dei menù online per connettersi con cacciatori specifici e organizzare cacce in gruppo, è qualcosa che speriamo venga risolto al più presto.
Concludendo la nostra recensione di Monster Hunter Wilds
Possiamo definire Monster Hunter Wilds come un anello di congiunzione tra Monster Hunter World e Monster Hunter Rise, prendendo tanto da entrambe le esperienze per crearne una nuova e coinvolgente.
Esplorare il mondo di gioco e cacciare in modalità Open World è un’esperienza estremamente piacevole e divertente, soprattutto grazie alla varietà di armi straordinarie che il gioco ci offre. Ogni arma ha il suo moveset unico, che permette di approcciare ogni caccia con uno stile differente, rendendo ogni incontro con le creature un’esperienza sempre fresca e dinamica; grazie anche a una buona IA dei nemici.
Ci sentiamo di definire Monster Hunter Wilds un ottimo gioco per chi non è ancora appassionato della serie, e un valido capitolo per i veterani. Al di là di qualche piccolo problema tecnico – che può influenzare notevolmente l’esperienza se preferite osservare il movimento una farfalla a due chilometri di distanza anziché concentrarvi sul drago sputafuoco di fronte a voi – è un titolo che ci sentiamo di consigliare a tutti.
Monster Hunter Wilds è il gioco perfetto anche per chi si avvicina alla serie per la prima volta, offrendo un’esperienza accessibile ma al contempo soddisfacente.
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