La nostra rubrica delle interviste ha ospitato tantissimi artisti impegnati dietro le quinte del mondo videoludico.
I doppiatori sono sicuramente una tipologia di mestiere a cui stiamo riservando ampi spazi. Ci siamo dedicati non solo nell’obiettivo di far conoscere i volti dietro alcune delle voci più amate in assoluto, ma di comprendere anche aspetti poco conosciuti. Come, per esempio, le condizioni di lavoro di questo mestiere sempre più snervanti a causa di tempi di lavorazione più brevi.
Oggi abbiamo la fortuna di leggere la testimonianza di un grande doppiatore, ovvero Teo Bellia che lavora nel mondo del doppiaggio da oltre trent’anni. Teo Bellia è la voce storica di Boe Szyslak dalla nona stagione nei Simpson, la prima voce di He-Man e la voce di Michael J. Fox nel primo Ritorno al futuro.
Oggi conosceremo qualche aneddoto sul doppiaggio di Cyberpunk 2077, dove Teo Bellia ha prestato la voce a un personaggio piuttosto originale.
Vi ricordiamo che abbiamo anche intervistato Federico Viola, doppiatore del protagonista maschile di Cyberpunk 2077, ovvero V.
Chi è Teo Bellia
Teo Bellia nasce a Roma il 17 gennaio del 1960. Inizia la sua carriera come disc-jockey nel 1973. Dopo molti anni di esperienza radiofonica si avvicina al mondo del doppiaggio, per poi intraprendere stabilmente questo mestiere.
Oltre all’attività come doppiatore, è stato giornalista di Telemontecarlo dal 1985 al 1993. Nel 2005 vince un anello d’oro al Festival Voci nell’ombra per la direzione del doppiaggio della serie tv Dragnet.
Cosa ha doppiato
Teo Bellia ha doppiato numerose pellicole cinematografiche. Lo ricordiamo nei panni di Tim Allen in Che fine ha fatto Santa Clause?, Svalvolati on the road, Joe Pesci in Arma letale 2, Arma letale 3, Arma letale 4, John Slattery in Iron Man 2, Captain America: Civil War, Avengers: Endgame e Michael J. Fox in Ritorno al futuro, Voglia di vincere.
Nei cartoni animati è l’inconfondibile voce di Boe Szyslak ne I simpson, Tom Tucker ne I Griffin, Teddy in Bob’s Burger e la prima voce di He-Man.
Per quanto riguarda il mondo videoludico ha prestato la voce a Delamain in Cyberpunk 2077 , Padre di Ash e Signor Green in Concrete Genie e Boe Szyslak nel videogioco dei Simpson.
Intervista a Teo Bellia
- Come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?
Ovviamente spinto dalla curiosità e dal fascino di questo mestiere straordinario. Avevo già una bella esperienza radiofonica alle spalle e la mia volontà era quella di usare al massimo la mia voce. Volevo che la voce fosse il mio strumento. Il mio desiderio si è materializzato grazie a una collega, Sonia Scotti, che era un’ascoltatrice della radio in cui io conducevo i programmi.
Erano tempi in cui era facile parlare con qualcuno in onda, bastava telefonare alla radio perché non c’era nessuno che ti supportava. Sonia Scotti, ascoltatrice affezionata, mi disse: “saresti interessato a fare doppiaggio?”, chiaramente la mia risposta è stata: “magari”. Feci un provino e poi iniziai il mio percorso in punta di piedi. Piano piano iniziai a svolgere il mestiere più bello del mondo.
- Quale è stato il personaggio più difficile da doppiare? A quale sei più affezionato?
Sono affezionatissimo a John Slattery che interpreta il padre di Iron Man in tutto il Marvel Cinematic Universe. Ultimamente l’ho doppiato per una serie dal nome Next in onda su Disney+, una serie distopica sulle intelligenze artificiali. È un attore con cui mi trovo veramente a mio agio.
È stato difficilissimo doppiare Joe Pesci nella serie Arma Letale. Una grande soddisfazione e una scommessa di Pino Colizzi di cui non smetterò mai di essergli grato. Per me è stata una grande sfida, ero ancora giovane e al tempo stesso ero circondato da due colossi come Claudio Sorrentino e Glauco Onorato (Abbiamo intervistato il figlio, Riccardo Niseem Onorato N.d.R.). John Slattery è l’attore che mi ha dato più soddisfazione, mentre Joe Pesci, ai tempi, è stata una sfida.
- Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti doppiatori?
Il primo consiglio è di non essere superficiali. Viviamo in un’epoca vergognosamente superficiale, in cui si confonde la passione con le competenze. Non basta seguire le serie Tv, il cinema, o conoscere tutti gli attori per essere competente. Il doppiaggio è a tutti gli effetti un lavoro artigianale.
Negli ultimi periodi abbiamo vissuto anche una industrializzazione di questo mestiere, ma è come se facessimo un’incisione a mano nel legno. È un lavoro di pazienza e di cura.
Non essendoci il corpo e il volto puoi sfruttare questa opportunità. Con determinati volti alcuni ruoli non ti verranno mai assegnati; invece, con la tua voce puoi ambire anche ad altro. È una grande scommessa, ma quando ci riesci la soddisfazione è straordinaria.
- Sappiamo che hai doppiato Delamain in Cyberpunk 2077, una IA piuttosto particolare che gestisce un servizio di trasporti auto, cosa puoi raccontarci del doppiaggio di questo titolo?
La sfida era quella di togliere energia ed emozioni, ricordandomi sempre che non ero in carne ed ossa ma un’intelligenza artificiale. Delamain interagiva con i protagonisti come fosse un umano, pertanto spesso e volentieri abbiamo rifatto delle battute perché ero troppo vivo. Cercare di essere emotivamente distaccato pur mantenendo il livello di attenzione e di cura che il personaggio richiedeva, non era facile.
Hai la sensazione di dare troppo poco, però in quel caso era funzionale al ruolo. È stato un bel gioco, ricordo che il doppiaggio è durato anche per alcuni mesi. È stato molto stimolante.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto sulla tua carriera da doppiatore.
Il ricordo più bello è sicuramente di come ho saputo di aver vinto la parte di Michael J Fox in Ritorno al Futuro. Stavo facendo il servizio militare e grazie a mille sotterfugi riuscivo a lavorare tutti i pomeriggi, andavo a fare i turni con la divisa. Non dimenticherò mai che ero in caserma e aveva appena preso il certificato che attestava che ero militesente. Con il certificato in mano, mi chiama la società con cui avrei dovuto doppiare Ritorno al Futuro per dirmi che avevo vinto il provino.
Quelli sono attimi che non puoi dimenticare. Una giornata di luglio che sarà sempre nel mio cuore.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.