Annunciato ad aprile tramite un trailer dalla software house inglese, ovvero la Supermassive games, Little Hope sarà il secondo titolo dell’antologia della Dark Pictures (che prevede in totale 8 storie) in uscita il 30 ottobre per Playstation 4, Xbox one e nel mese prossimo per le console di nuova generazione.
Questo secondo titolo, scollegato dal primo, ci offrirà uno scenario totalmente diverso dal suo predecessore, questa volta vivremo una storia molto più cupa e oscura, difatti vivremo la vicenda sotto due epoche differenti, una durante il periodo delle superstizioni e della caccia alle streghe intorno il 1692 e una durante i nostri giorni, scoprendo intrecci infausti tra le vicende del passato e quelle del presente. Protagonisti di questa storia horror sono 4 teenager e il loro insegnate, bloccati a causa di un incidente stradale nella ostile cittadina di Little Hope.
Se siete in dubbio se acquistare o meno il titolo in questione, noi di videogiochitalia stiamo per presentarvi 6 motivi per valutare l’acquisto, tre per cui vale la pena dare fiducia e avventurarsi nella terra sinistra di Little Hope e tre per non farlo e cercare altre esperienze videoludiche in questo ricco periodo.
Indice
3 Motivi per Acquistare Little Hope
Storia ben strutturata e scelte narrative incisive
La caratteristica che accomuna i titoli della Dark Pictures, e che al tempo stesso li contraddistingue è sicuramente la presenza di una trama ben scritta, in relazione alla possibilità da parte del giocatore di incidere in maniera rilevante sulle scelte messe a disposizione in determinate situazioni di gioco.
Facciamo qualche esempio: il giocatore dovrà stare decisamente molto attento, in quanto avrà la possibilità sia di salvare tutti i personaggi, come al tempo stesso, la possibilità di vederli perire per aver intrapreso alcune scelte magari troppo azzardate. Alcune scelte di gioco, magari prese inizialmente senza troppa concentrazione, avranno delle ripercussioni addirittura nelle fasi finali, se non nientemeno nell’epilogo, demolendo difatti un finale felice, magari sudato con fatica. Questo elemento rafforza l’immedesimazione e al contempo compensa le dinamiche di un gameplay piuttosto scarno, alternando fasi classiche, tipiche delle avventure dinamiche con quick time event e fasi più improntate all’azione.
Da menzionare anche l’enorme lavoro di ricerca da parte degli sviluppatori per rendere più realistica possibile l’esperienza di gioco, tramite la presenza di testi e segreti volti a irrobustire la trama del titolo. In sostanza, un gioco capace di regalare un’ottima esperienza horror per tutti gli appassionati, e il fatto che il gioco strizzi l’occhio ad altre opere come Silent Hill e Blair Witch, potrebbe essere di certo un ottimo incentivo per acquistarlo.
Modalità cinema
Come il predecessore, anche questo capitolo avrà la modalità cinema, vero zoccolo duro della antologia, ovvero la possibilità che ci permette di giocare davanti alla TV con un massimo di altri 5 amici, ognuno dei quali controllerà a turno (e con lo stesso controller) uno dei diversi protagonisti dell’avventura.
Troviamo particolarmente brillante la possibilità di condividere un’intera avventura in compagnia dei più cari amici e apprezziamo gli sforzi della software house inglese per aver portato nuovamente al centro dell’attenzione una modalità in locale. Oltre alla citata modalità, ci sarà sempre la possibilità di giocare il titolo in coop online massimo con un amico e l’opzione di poterlo portare a termine in singolo.
In conclusione, da queste modalità si denota una cura per cercare di accontentare qualsiasi fetta di pubblico, sia quella più predisposta a una esperienza in singolo che quella in compagnia.
Prezzo accessibile
Il secondo gioco della Dark Pictures sarà disponibile al vantaggiosissimo prezzo di 29,99 €, importo assolutamente accessibile per tutti i videogiocatori. Inoltre, l’azienda inglese ci promette una storia più curata e meno teen friendly rispetto al precorritore, con personaggi ben scritti e per nulla stereotipati.
In breve, un’esperienza corposa e attenta a ogni acquirente con una particolare predisposizione al genere horror, se consideriamo il livello di produzione e il costo di vendita, il rapporto qualità-prezzo è un vero affare, cosa state aspettando?
3 Motivi per Non Acquistare Little Hope
Gameplay al minimo storico
Una perplessità che si evince fin dalle prime battute di gioco è il ridimensionamento del gameplay, in questo caso ci troveremo di fronte a un’opera piuttosto scarna se paragonata al primo capitolo. Di base in questa tipologia di gioco dove è più dominante la cinematografizzazione del prodotto finale, il mero gameplay fa di contorno, ma in questo caso siamo in presenza quasi di un film interattivo, in pratica privo di gameplay.
Come se non bastasse, a rendere ancora più agevole l’esperienza di gioco quando appariranno su schermo i vari quick time event, questi ultimi saranno indicati su schermo qualche secondo prima per appunto facilitare l’esecuzione di gioco. Siamo dinnanzi a un lavoro che sulla carta potrebbe essere etichettato come un videogioco, ma nel concreto siamo quasi in presenza di una pellicola cinematografica.
Limiti tecnici
Fin dai primi minuti di gioco si avverte un ridimensionamento anche nella veste grafica se paragonato all’opera prima, la scenografia di gioco è stata volutamente indirizzata verso una colorazione grigia scura per compensare alcuni dettagli grafici piuttosto minimali e soprattutto per mascherare le espressioni facciali, alquanto poco credibili e con un effetto lucido da farli sembrare irreali, quasi come dei manichini da negozio.
Inoltre, tra le problematiche citate poc’anzi, riscontriamo anche una luminosità di base fin troppo scura che porterà il giocatore ad aumentarla quasi sicuramente nelle opzioni di gioco e un sistema di illuminazione non troppo convincente.
Purtroppo, dobbiamo constatare che il titolo si trascina gli stessi limiti tecnici del primo capitolo, migliorando in parte alcune problematiche come per esempio l’uso impreciso della telecamera, ora migliorato ma spesso traballante, e i comandi di gioco ora però leggermente più precisi rispetto al passato. Nonostante alcune modifiche riuscite in parte e un colpo d’occhio sulla grafica di buon livello, notiamo un piccolo passo indietro nel resto.
Longevità migliorabile
Partiamo col dire che Little Hope viene lanciato sul mercato al buonissimo prezzo di 29,99 €, importo assolutamente accessibile per tutti i portafogli, tuttavia bisogna tenere conto di altri elementi, come per esempio, la longevità offerta. Longevità alquanto discutibile se consideriamo che l’intera storia, nonostante una buona rigiocabilità, durerà all’incirca 4 ore, perfino qualcosa in meno rispetto a Man of Medan, primo capitolo dell’antologia.
Non vogliamo sminuire lo sforzo in termini di budget per inserire interpreti reali i e la cura nella ricerca storica, ma ci aspettavamo una maggiore attenzione sul fronte longevità. Ci auspichiamo che i futuri titoli, visto che saranno esclusivamente per next gen, possano avere un trattamento diverso non solo per gli aspetti tecnici delle problematiche elencate nei paragrafi precedenti, ma anche per quanto concerne la longevità.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.