Come ogni anno, anche per il 2025 IIDEA (acronimo che sta per Italian Interactive Digital Entertainment Association) ha pubblicato il suo rapporto relativo ai videogiochi in Italia, fornendoci un’analisi dell’evoluzione del medium nel nostro paese aggiornato al termine del 2024.
Vediamo dunque come se la sta cavando il settore videoludico italiano per quel che riguarda il volume del mercato, l’ampiezza e la suddivisione dell’utenza e le capacità e dimensioni di finanziamento e sviluppo di videogiochi italiani.
Indice
Il mercato dei videogiochi in Italia: vendite e giro d’affari
I dati degli introiti del rapporto IIDEA 2024
Nel 2024 si è avuto un +3% negli introiti derivanti dalla vendita di hardware (device e accessori) e software videoludici, per un totale di 2 miliardi e 367 milioni di euro.
Di questi, gli hardware rappresentano il 23,2%, in calo rispetto all’anno precedente, mentre ad aumentare sono gli introiti legati ai software, che rappresentano il 76,8% del totale.
In generale si è vista, negli anni precedenti, una tendenza alla crescita costante. Vedremo questo 2025 se avremo una crescita simile, contando anche la mutata e difficile congiuntura politica ed economica internazionale.
Allo stesso modo, ci sarà da vedere se l’uscita di Nintendo Switch 2 cambierà gli equilibri fra vendite di hardware e vendite di software.
Le vendite dei software
Entrando nello specifico dei software, abbiamo 1 miliardo e 819 milioni di euro spesi in questo ambito, ripartiti fra giochi digitali, giochi fisici e applicazioni.
La fetta più grande di questo dato è relativa all’acquisto di app, in crescita e con un dato di 903 milioni di euro.
Ma la parte più interessante è il rapporto fra supporto fisico e digitale.
Comprendendo videogame fisici per console e PC, così come espansioni online e DLC, il digitale vale 715 milioni di euro, con una crescita del 20% rispetto al 2023.
All’opposto, nel 2024 i giochi fisici hanno subito un drastico calo del 24% rispetto ai precedenti rilevamenti: con 201 milioni di introiti, rappresentano solo l’11% del totale delle vendite software.
Altro interessante dato riguardo il progressivo abbandono del fisico rispetto al digitale, potremmo vederlo in quanto gli italiani hanno speso in acquisti in game e abbonamenti come Game Pass e PlayStation Plus.
In questo caso abbiamo avuto un +24%, per un totale di 354 milioni di euro.
Quali sono stati i videogiochi più venduti nel 2024?
Nel rapporto IIDEA 2024 troviamo anche un paio di classifiche relative ai videogiochi più venduti nel 2024.
In questi dati, come specificato nel report, non figurano alcuni dati di vendita, che per motivi logistici non è stato possibile recuperare, ovvero i dati dello store digitale di Nintendo, così come quelli di piattaforme specifiche di publisher come uPlay e le vendite dei vari bundle.
Ecco di seguito le classifiche relative ai videogame più venduti in generale e le nuove uscite di maggior successo.
I videogiochi più venduti
- EA Sports FC 25
- EA Sports FC 24
- GTA V
- Hogwarts Legacy
- Dragon Ball: Sparking! Zero
- Call of Duty: Black Ops 6
- Red Dead Redemption 2
- F1 24
- Mario Kart 8 Deluxe
- The Crew 2
In tutti questi casi, salta subito all’occhio come si tratti di IP vecchie, saghe ben rodate e arcinote al grande pubblico, con ancora stabilmente nella top 3 addirittura GTA V, giusto in tempo per l’uscita di GTA VI.
Le nuove uscite più vendute nel 2024
- EA Sports FC 25
- Dragon Ball: Sparking! Zero
- Call of Duty: Black Ops 6
- F1 24
- Helldivers 2
- The Last of Us Part II Remastered
- Astro Bot
- NBA 2K25
- WWE 2K24
- Super Mario Party Jamboree
Anche nella top ten troviamo saghe decisamente note o con protagonisti assai famosi, anche per un party game come Super Mario Party Jamboree.
Questo potrebbe portare a pensare a una certa pigrizia del mercato, da un lato dell’utenza nel provare a buttarsi su nuove IP, dall’altro lato delle aziende più grandi e influenti nel creare progetti originali oltre, in favore di nomi altisonanti e già famosi.
L’utenza videoludica secondo il rapporto IIDEA 2024: come si comportano i giocatori?
Nel nostro paese 14 milioni di persone si definiscono gamer, un +8% rispetto al 2023.
Questi rappresentano il 33% della popolazione fra 6 e 64 anni, con un’età media di 30,9 anni.
Di questi 14 milioni di utenti, il 59% sono uomini (8,2 milioni di persone) e il 41% donne (5,7 milioni).
A queste percentuali si aggiungono anche circa 100.000 persone non binarie, che non si identificano né in uomini, né in donne. È la prima volta in cui questo dato viene registrato in un rapporto IIDEA.
Si è avuta, rispetto agli anni passati, una crescita dell’utenza in generale, ma in particolare per quel che riguarda la componente femminile, con un +14,4% di giocatrici rispetto al 2023.
Quanto tempo passiamo di fronte ai videogiochi?
Per quel che riguarda il tempo di gioco, risulta stabile il numero di chi gioca almeno una volta a settimana, chi potremmo chiamare hardcore gamer: 9,8 milioni di utenti.
Abbiamo invece una leggera crescita di chi gioca almeno una volta al mese: con 2,4 milioni, abbiamo avuto un +6%.
Infine una vera impennata, con un +63%, l’abbiamo avuta fra chi gioca meno frequentemente, i casual gamer, con 2,1 milioni di persone.
Pure il numero di ore medie settimanali si mantiene nel trend degli anni passati, con circa 7 ore e mezza di riproduzione di videogame.
Di seguito invece trovate il diagramma con i dati relativi alle varie fasce d’età dell’utenza.
I dispositivi da gaming
Parlando invece di device, anche qui abbiamo una predominanza dei dispositivi mobili.
Infatti il 74,1% di chi gioca sfrutta device mobili come smartphone e tablet. Ci riferiamo a 10,4 milioni di utenti, con un +12,8% in più rispetto al 2023, la crescita maggiore fra i dispositivi.
Crescite minori si riscontrano fra chi usa console o PC.
Comunque su console giocano 6,2 milioni di persone (il 44,2% del totale), mentre su PC troviamo 4,8 milioni di gamer, il 34,4%.
Fra le preferenze invece dei generi videoludici, chi gioca su PC predilige strategici, titoli d’avventura e sparatutto.
L’utenza su console invece gioca a sportivi, giochi d’avventura e racing game.
Infine su mobile giochiamo a videogame di logica/puzzle, titoli con trivia e curiosità, GDR strategici.
I videogiochi italiani fra produzione e sviluppo
Rispetto al passato, la videogame industry italiana è in crescita rispetto agli anni passati.
Al momento della raccolta dati, IIDEA ha fotografato una situazione con 2800 addetti del settore ripartiti fra 200 imprese, per un totale di 200 milioni di fatturato.
Delle 200 imprese, il 66% sono imprese collettive, con una struttura aziendale ben definita.
E però non mancano molte imprese di piccole dimensioni, se non addirittura totalmente indipendenti. Il 19% dell’industria è formata da liberi professionisti, a cui si aggiunge il 13% di imprese individuali (oltre a un 2% di altre tipologie aziendali).
I videogiochi italiani nascono spesso da realtà giovani. Se da un lato infatti il 45% delle imprese hanno più di 7 anni, all’opposto addirittura il 9% delle aziende ha meno di un anno.
Le dimensioni dell’industria dei videogiochi in Italia
Accennavamo alla crescita del settore, anche nei fatturati, con un +36% rispetto al 2022, che però vanno ripartiti fra le molte aziende presenti in Italia.
E così troviamo che solo il 18% delle imprese riesce a superare il milione di euro di fatturato, mentre il 9% oscilla fra 500.00 euro e il milione.
Il 22% si attesta fra 100.000 e 500.000 euro, mentre è addirittura il 51% ad avere un fatturato fra zero e 100.000 euro.
Di tutte le imprese presenti in Italia, la maggior parte ha sede nei centri nevralgici dell’economia italiana, non solo tech, dunque in Lombardia e nel Lazio, a cui si aggiunge la vivace industria videoludica dell’Emilia-Romagna.
A queste regioni si aggiungono anche Piemonte e Campania, e solo dopo troviamo il resto del paese.
La percentuale più grande (il 27%) delle imprese ha circa 6-10 addetti, mentre a seguire abbiamo realtà dagli 11 addetti in su, ma anche realtà più piccole o quasi personali, con uno o due addetti.
L’80% di addetti del settore ha meno di 36 anni, e di fatti la fascia più viva dal punto di vista lavorativo è quella 30-35 anni, il 43% del totale.
Di tutte le persone che lavorano nel gaming in Italia, solo il 23% sono donne.
Per quel che riguarda invece i campi d’applicazione, la maggior parte delle persone è impiegata nel reparto artistico.
La fonte di finanziamento più diffusa è l’autofinanziamento. Questo viene scelto addirittura nell’88% dei casi, che si distacca di parecchio dalle altre voci del rapporto IIDEA 2024.
Grazie al settore del nostro paese, nei prossimi 2 anni si attendono più di 80 videogiochi italiani. Di questi 62 sono nuove IP.
Di questi, l’86% arriverà su PC, il 44% su console, il 37% su dispositivi mobili e il 17% in altre forme (come la realtà virtuale).
Infine, IIDEA ha fornito i dati riguardanti l’uso dell’IA generativa negli studi italiani. A quanto si apprende, il 40% degli intervistati fa già uso in qualche maniera dell’intelligenza artificiale generativa, mentre il 37% potrebbe farne uso in futuro.
Del totale, solo il 23% non ha intenzione di farlo neppure in futuro.
Come abbiamo visto in questa disamina del rapporto IIDEA 2024 sui videogiochi in Italia, insomma, nonostante ci sia ancora tanta strada da fare sotto vari punti di vista, in generale il medium videoludico del nostro paese è ancora ben vivo e florido.
Rimaniamo pronti ad aggiornarvi su quello che possiamo aspettarci dal futuro dei videogiochi italiani, dall’utenza al mercato, fino ovviamente anche a pubblicazione e sviluppo.
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