Il 2022 non è stato un anno ricco di videogiochi doppiati nella nostra lingua, eppure quei pochi che lo sono stati si sono contraddistinti per un lavoro davvero scrupoloso. Merita un’attenzione particolare, per quanto riguarda il doppiaggio, As Dusk Falls, titolo esclusivo di casa Microsoft. Il doppiaggio di questo titolo è davvero di ottimo livello, tutti i dialoghi sono ben recitati oltre che adatti alle circostanze.
Oggi raccogliamo la testimonianza del doppiatore e direttore del doppiaggio Stefano Ferrari, voce di Jay Holt in As Dusk Falls. Il titolo sviluppato da Interior Night non solo è stato acclamato da critica e pubblico per la sua coinvolgente storia, ma anche per un tratto artistico davvero originale.
Tra i doppiatori presenti nel videogioco troviamo: Francesco Mei, Dario Sansalone, Francesco Rizzi (nominato anche alla Musa D’oro 2023) Stefania De Peppe, Jacopo Calatroni e Alessandro Lussiana. Se siete interessati a scoprire i retroscena sulla carriera di questi doppiatori li trovate tutti nella nostra rubrica delle interviste.
Chi è Stefano Ferrari
Stefano Ferrari nasce il 15 febbraio del 1992.
Si avvicina al mondo del doppiaggio da giovane, mentre svolgeva il lavoro come tester per la localizzazione italiana dei videogiochi.
Cosa ha doppiato
Stefano Ferrari ha doppiato alcune Serie TV e Soap opera, lo ricordiamo nei panni di Pedro in How to Survive Being Single, Harry in Nina.
Nelle serie animate ha prestato la voce a Dukey in Johnny Test, Kon in Bleach, e Umbrasyl in The Legend of Vox Machina.
Per quanto concerne i videogiochi ha prestato la voce a Garr e Leeroy Jenkins in World of Warcraft e Heartstone, la voce demoniaca in Doom, Radu in Watch Dogs Legion, Jessie in Mafia III e Jay Holt in As dusk Falls. Ha partecipato a molti altri titoli blasonati come Prey, Xcom2 e Assassin’s Creed Valhalla, ma con ruoli minori.
Inoltre, ha diretto il doppiaggio di molti videogiochi tra cui: Assassin’s Creed: Syndicate, Call of Duty Infinite Warfare e Starlink, è uno dei direttori del doppiaggio di Assassin’s Creed: Valhalla.
Intervista a Stefano Ferrari
- Come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?
Una volta completato le superiori sono finito a lavorare per un’azienda che si chiamava Synthesis. Questa azienda si occupava del doppiaggio dei videogiochi, mentre io facevo il tester, in pratica controllavo la localizzazione italiana. Un giorno mi hanno invitato in sala di registrazione, all’epoca facevano il doppiaggio di World of Warcraft, e mi sono innamorato di quel mestiere.
Ricordo che in sala c’era Gigi Rosa che doppiava il personaggio del nano in World of Warcraft. Neanche un mese dopo mi sono iscritto a corsi di recitazione e ad alcuni corsi di doppiaggio dove li ho seguiti per tre anni. Tutto questo per diventare di fatto poi quello che sono diventato, ovvero un doppiatore.
- Nel corso della tua carriera, qual è il ricordo più intenso legato alle tue interpretazioni?
Sicuramente quando ho doppiato Leroy Jenkins, (NdR: ricorderete sicuramente dove è nato tutto!) perché era un mio eroe fin da quando giocavo a World of Warcraft da bambino. Quando uscì la carta di Hearstone di Leroy Jenkins chiesi al direttore di doppiaggio se potessi farla. Nonostante dica solo tre battute, probabilmente sono state le più emozionanti della mia vita. Leroy Jenkins praticamente è un personaggio stupidissimo che aveva trollato il suo gruppo andando alla carica in mezzo a dei mostri, rovinando l’intera partita a tutti i suoi compagni. Poter doppiare in italiano un personaggio così famoso e stato un momento emozionante.
- Sappiamo che hai doppiato Jay Holt in As Dusk Falls, trattandosi di una personalità tormentata a causa della situazione familiare in cui è coinvolto, come è stato doppiare un prodotto così originale come il titolo targato Interior Night?
Doppiare Jay è stato difficile perché bisognava variare ogni battuta. Magari la stessa battuta necessitava sei modi diversi di farla. È un personaggio molto tormentato con una voce soffiata e sofferente, si sente che da come parla che non è felice.
Il modo con cui si rapporta con le persone è tutto dovuto da quello che ha passato con la madre e con i fratelli. È stato il mio primo vero protagonista che ho doppiato in un videogioco. Avevo fatto anche altri doppiaggi, ma mai un protagonista. Quindi anche per quel motivo è stata una prima esperienza. Avevo già diretto il doppiaggio di tantissimi videogiochi, ma essere nei panni del protagonista è stato emozionante.
- Qual è stato il personaggio più difficile da doppiare, e a quale sei più affezionato?
Il personaggio più difficile che ho mai doppiato è stato sicuramente Dukey di Johnny Test. Nella serie animata io doppio un cane che fa parte della famiglia Test. Non è stato per niente facile perché l’attore americano è bravissimo, riesce a passare da una voce molto bassa a una voce fuori di testa con degli urletti acuti in pochissimi secondi.
Tutto questo nella stessa battuta. Il direttore del doppiaggio era molto severo, sono molto contento di come abbiamo lavorato e di come è uscito il prodotto. A parte Leroy Jenkins come ha detto prima, il personaggio a cui sono affezionato è sicuramente Kon di Bleach. Questo personaggio mi ha accompagnato per quasi un anno di doppiaggio e mi ci rivedo anche caratterialmente.
- Sappiamo che, oltre a svolgere il mestiere del doppiatore, sei anche un direttore del doppiaggio, puoi spiegarci qual è la differenza tra i due ruoli?
Il direttore doppiaggio è un po’ il regista, mentre il doppiatore invece è l’attore. In sala di doppiaggio il direttore rimane dall’altra parte del vetro, consulta il computer per controllare se è a sincrono Il labiale. Oltre a questo, controlla anche l’interpretazione della battuta da parte del doppiatore. Il direttore del doppiaggio deve dare le indicazioni all’attore per fare in modo che la battuta venga contestualizzata.
C’è anche molta differenza tra il direttore del doppiaggio dei videogiochi e il direttore di doppiaggio dei film o dei telefilm. Nella grande maggioranza dei film e delle serie vedi quello che stai facendo e quindi ad alcune cose puoi arrivarci da solo.
Nei videogiochi per un buon 85% dei casi il video non c’è, a parte magari qualche cinematica. Le battute sono semplici audio con il testo. Non abbiamo alcune volte nemmeno la battuta consequenziale al discorso, è davvero molto complicato. È compito del direttore dare la battuta all’attore in modo che si senta a suo agio e che la dica nel modo migliore.
Solo il direttore è a conoscenza di tutto il progetto. Ogni singola battuta può essere spiegata in base a tutte le conoscenze che il direttore ha del gioco. Se sei stato un direttore del doppiaggio fare l’attore in alcune cose è un po’ più facile. Sono entrambi difficili, anche se in modi diversi. Il direttore è più gestionale, mentre l’altro è più difficile da un punto di vista emozionale.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto sulla tua carriera.
Stavamo lavorando su Assassin’s Creed Valhalla, ci occupavamo della direzione del doppiaggio. Sia io, il fonico, i traduttori e il capo della azienda avevamo deciso di chiamare il protagonista Eivor utilizzando la pronuncia della vocale “a”, quindi “Aivor”. Avevamo chiesto anche il parere a degli esperti di pronuncia svedese. Dopo aver registrato 30 attori per ore di doppiaggio, succede che Ubisoft ci manda una mail dicendo che non era giusta la pronuncia.
La pronuncia corretta di Eivor è “Eivor” con la “e”. Lo stesso giorno abbiamo chiamato 30 attori per rifare tutte le battute in cui compariva la parola Eivor. Sono cose che succedono, per fortuna non spesso ma capita.
È successo anche in Gwent, quando ho diretto il doppiaggio del gioco di carte di The Witcher. Ricordo che sull’elfico erano molto precisi, tutti volevano che si pronunciasse in un certo modo. Tutte le battute con la pronuncia scorretta sono state ovviamente rifatte.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.