Bandai Namco ha appena rilasciato la sua ultima fatica, Tekken 8, una fatica che (dobbiamo ammetterlo fin dalle prime righe della nostra recensione) ci ha convinto più che appieno.
Fra elementi classici e meno classici, fra rework al sistema di combattimento, fino alla trama principale e alle altre modalità disponibili in game, sono stati ben pochi i dettagli del videogame che non abbiamo apprezzato totalmente.
Il tutto con un sapore di nostalgia, quella positiva e che ti fa quasi commuovere, che ha sicuramente influito su quanto abbiamo apprezzato il titolo della serie che quest’anno, lo ricordiamo, festeggia i 30 anni d’età.
Se vi fa piacere, seguiteci in questo breve viaggio fra tutto quel che Tekken 8 ha da offrire a vecchi fan e nuove leve (che noi abbiamo provato su Xbox Series S), fino a una conclusione decisamente emotiva.
Indice
La trama di Tekken 8: il sangue demoniaco e gli scontri epici
Riprendendo avvio direttamente dagli episodi precedenti, Tekken 8 si apre e in generale si concentra nella sua interezza (almeno per quel che riguarda la trama principale e la modalità storia) sullo scontro fra Jin Kazama e Kazuya Mishima.
Dopo la scomparsa di Eihachi Mishima, il mondo ha continuato nella sua spirale di discesa nel caos e verso la distruzione.
Ed è in questo contesto precario che Kazuya dà fondo al potere del suo sangue demoniaco, oltre che alla sua influenza economica e sfruttando la G Corporation, per raggiungere i suoi scopi. Sul proprio cammino trova appunto Jin, anche lui in possesso di poteri demoniaci, ma che nulla può contro la potenza raggiunta da Kazuya.
Così si apre Tekken 8, con Kazuya che diventa un incubo per tutto il pianeta, portando intere nazioni sull’orlo della guerra e mettendo un amico contro l’altro.
A partire dal King of Iron Fist Tournament, il torneo indetto da Kazuya per stabilire il nuovo ordine mondiale, iniziano così a formarsi le fazioni: c’è chi decide con tutta la propria forza di opporsi a Kazuya, mentre chi, per interesse personale, si allea invece con il signore della G Corporation.
Ci ritroviamo così a vedere, un combattimento dopo l’altro, molte facce vecchie e nuove. E sicuramente abbiamo notato un grosso impegno nell’approfondimento dei personaggi ricorrenti, in particolare appunto Jin e il suo passato.
Accanto a lui, particolare attenzione è stata posta in tutta la pletora di comprimari in qualche modo connessi a Jin: l’agile Xiaoyu con il suo legame mai sopito per Jin, il saggio Leroy Smith con il suo impegno a difendere New York (oltre che il pianeta), Lars Alexandersson e la sua armata ribelle dall’evocativo nome di Yggdrasil.
Ma questi sono solo alcuni di graditi ritorni: l’androide Alisa Bosconovitch, l’italiano e mistico Claudio Serafino, il motociclista Paul Phoenix. E questi sono solo alcuni, a cui si aggiungono alcuni nuovi ingressi nel cast.
Fra i nuovi arrivi tra i personaggi, alcuni li abbiamo trovati decisamente azzeccati. Altri invece sono stati delle aggiunte all’acqua di rose.
Tra quelli che ci hanno convinto, sicuramente ci sono la giovane Reina con i suoi oscuri segreti, così come Victor Chevalier, spia francese dalle molte abilità. Decisamente sottotono invece l’aggiunta di Azucena, la signora peruviana del caffè.
Se già con tutti questi nomi pensate di esservi persi, non preoccupatevi per due motivi.
Il primo è che la trama si fa seguire bene e in maniera chiara anche senza troppe conoscenze pregresse. Oltre a questo, Tekken 8 ci mette a disposizione video riassuntivi che ci raccontano i punti principali dei capitoli precedenti.
Le altre storie
Tekken 8, però, come immaginiamo e com’è sempre stato per l’intera serie di Bandai Namco, è anche la storia di tanti personaggi, le cui trame s’intrecciano e si legano.
Per cui, in game abbiamo anche una modalità che ci consente di approfondire un poco le vicende di ogni personaggio. Queste si dipanano lungo 5 combattimenti distinti.
E, sebbene questi combattimenti specifici (a differenza di quelli affrontati nella trama principale) siano risultati più casuali, abbiamo apprezzato il poter vedere qualche retroscena di eroi rimasti nell’ombra nel corso della Story Mode, come Yoshimitsu o Marshall Law, grazie ai video dedicati a loro.
Le altre modalità di Tekken 8
Tekken 8, ovviamente, non è solo la modalità storia, ma è anche tutta una serie di altre modalità che vanno ad aumentare tantissimo la longevità del titolo, sia in single-player, sia in multigiocatore.
Gli scontri “classici”
In game abbiamo ovviamente una classica modalità Arcade: scegliamo il nostro personaggio e ci cimentiamo in molteplici combattimenti all’ultimo pugno, uno dopo l’altro, contro la CPU.
Con la loro difficoltà crescente, sono l’ideale per prendere confidenza con uno specifico personaggio che magari vogliamo imparare a padroneggiare.
Tekken 8: Arcade Quest
Questa interessante modalità (già provata nella Demo) ci fa creare un avatar, una nostra controparte in game, per poi controllarlo all’interno di Tekken 8.
Il tutto in un contesto quasi caricaturale, con i personaggi in versione chibi e una grafica più semplice di quella che vediamo nelle cutscene e nei combattimenti.
Fulcro della modalità Arcade Quest è il nostro essere principianti di un nuovo gioco, che anche all’interno della modalità stessa è Tekken 8.
Quindi ci ritroviamo a muoverci da una sala giochi all’altra, da un arcade all’altro, affinando le nostre tecniche e partecipando ai tornei che ci offre Arcade Quest, come se fosse una specie di ruolistico a tema Tekken 8.
Al di là di tutto un discorso di metagioco, con noi che giochiamo a Tekken 8 all’interno di Tekken 8, Arcade Quest rimane comunque un ottimo modo per approcciare il fighting game di Bandai Namco.
Questo per via del fatto che all’interno della modalità, a più riprese, ci vengono insegnate le basi dei controlli del titolo, fondamentali per la nostra scalata nei ranghi del gioco.
Tekken 8: il combattimento scorre online
E a proposito di ranghi del gioco, immancabile in un videogame come questo è la componente online. Stiamo pur sempre parlando di un gioco esport, di cui già sappiamo quali saranno le prossime mosse e i prossimi eventi.
Per cui le modalità online di Tekken 8 arrivano con il pacchetto completo: abbiamo i semplici combattimenti, senza alcuna finalità ma solo per il gusto dell’affrontare un qualche utente da chissà dove, ma abbiamo pure gli scontri per il ranking, con le annesse classifiche.
Fra l’altro il gioco ha funzionalità di cross-play esteso a tutte le piattaforme (a meno che non siamo noi a disabilitarlo).
E inoltre, prima di tuffarci online, il titolo ci fa fare un combattimento di prova per stabilire il nostro livello di partenza. In questo modo dovrebbe darci come avversari principalmente sul nostro stesso livello di punteggio.
In realtà, ci è capitato di finire a scontrarci con persone di livello estremamente superiore al nostro, non sappiamo se per un leggero sadismo del videogioco o per un qualche errore. Ovviamente la conclusione è stata per noi estremamente disastrosa.
Inoltre, in qualche caso ci è capitato anche di caricamenti assai lunghi, anche in fase di disconnessione (quindi non imputabili necessariamente a problemi di rete nostri o dell’altra persona). Ma diciamo che, su questi specifici problemi, già avevamo avuto modo di informarvi.
Invece nulla di che da segnalare su problemi di lag e simili, il che è l’ideale per un gioco che fa della performance e della velocità uno dei suoi cardini.
Il supporto all’utente
Oltre a imparare grazie alle sue varie modalità, Tekken 8 ci viene in aiuto in altri modi. In primis abbiamo la modalità di allenamento, così da consentirci di dare fondo alla nostra volontà di imparare ogni mossa, ogni tecnica del nostro alter ego combattente preferito.
Inoltre, escludendo alcune precise modalità (come tutto ciò che concerne l’online), Bandai Namco ci permette anche di attivare in qualunque momento di qualunque combattimento una sorta di modalità semplificata. Questa ci dà la possibilità di inanellare combo e attacchi speciali senza preoccuparci troppo del giusto timing o di tutti i pulsanti necessari.
Come molti giochi degli ultimi anni, infine, anche Tekken 8 ha diversi supporti per l’accessibilità, che si tratti di problemi di ipovisione o daltonismo.
Tekken Ball
Tra le varie modalità in game, infine, vogliamo almeno citare anche Tekken Ball. Anche in Tekken 8 infatti ritorna l’insolito sport che fonde i combattimenti con la pallavolo.
Non è certamente, neppure lontanamente, il fulcro dell’esperienza ludica di questo titolo, ma è comunque sempre un gradito ritorno.
La gioia visiva delle botte
Al di là di tutta la parte tecnica e oggettiva che possiamo mettere in una recensione, inevitabilmente quando si tratta di scrivere qualcosa di una serie di videogame a cui da piccolo giocavi con la tua famiglia, una parte soggettiva entra in gioco (ma di questo magari parliamo nella sezione finale della recensione).
Ciò che possiamo sicuramente dire qui è che chi vi scrive ha adorato il comparto tecnico e visivo, la parte grafica e il design di ogni luogo e di ogni personaggio. Tutto è sembrato la naturale evoluzione sì dei capitoli precedenti, ma anche di tutto quel retaggio passato che sono stati gli anni ’90.
In game abbiamo Jin e Kazuya che hanno a che fare con l’eredità di Eihachi, fuori dal gioco noi invece ci ritroviamo con l’eredità della saga. E questo Tekken 8 non sfigura in alcun modo di fronte ai 30 anni precedenti, anzi.
E in mezzo a tutta questa grafica next-gen, questi dettagli resi al massimo, colori, archi di luce, esplosioni, avevamo paura che avrebbe finito per perdersi la nitidezza dell’azione. E invece no, anche l’azione risulta quasi sempre limpida: raramente ci si trova a non capire bene cosa sia successo di fronte ai nostri occhi.
Le acrobazie di Tekken 8
Altra cosa che ha aumentato questo sense of wonder nell’avvicinarci a Tekken 8 è stata sicuramente la possibilità di eseguire acrobazie e mosse speciali con la nostra controparte.
Perché sì, ci mettiamo ore e ore d’impegno per masterare con estrema soddisfazione un singolo personaggio, anche solo lontanamente. Ma comunque rimane la facilità con cui, con diversi personaggi, riusciamo a eseguire tante mosse di forte impatto visivo.
Heat e Rage Art
Due elementi di gameplay di Tekken 8 che amplificano il ventaglio di possibilità legate al combattimento sono Heat e Rage Art.
Il primo dei due, l’Heat, è una piccola barra presente al di sotto della barra della vita del nostro personaggio. Se decidiamo di attivarlo, possiamo avere accesso a modifiche ad alcuni attacchi classici, con l’aggiunta però di combo e abilità altamente spettacolari.
La Rage Art invece la si può attivare quando la nostra controparte a schermo rimane con poca vita e dunque va in rage mode, dando fondo alle sue ultime energie per sbloccare poteri speciali che però, se riusciamo a sfruttare al meglio e non vengono bloccati dal nemico, possono ribaltare il risultato di uno scontro.
La personalizzazione
Concludiamo questa sezione giusto con un accenno a tutte le possibilità di personalizzazione di ogni personaggio che ci dà il titolo Bandai Namco.
Si va da una vasta galleria di costumi, alla scelta di colore dei capelli, cappelli, elmi, maglie, pantaloni e gonne, accessori di vario tipo e altro ancora. Il tutto che possiamo sfruttare in tutti i combattimenti, offline e online.
Tekken 8, nostalgia canaglia: conclusioni e voto
Ma adesso arriviamo a noi. Perché sì, il gioco è tecnicamente bello e fatto bene e via dicendo.
Però c’è stato un momento specifico in cui ho capito che avrei amato Tekken 8.
È stato credo durante uno dei primi combattimenti, utilizzando lo spadaccino Yoshimitsu, sono riuscito a riprodurre le vecchie mosse che lanciavo contro mia madre, con suo sommo disappunto (per usare un eufemismo).
Ecco, da lì a poco, quando ci siamo sentiti in chiamata, ho sentito il bisogno di raccontarle i dettagli del gioco, con lei che mi chiedeva se ci fosse ancora questo o quel personaggio di cui si ricordava. Questo, quando di solito ci limitiamo a “Sto facendo una recensione” e “Com’è il gioco?” con le mie risposte base “È bello/brutto” e poco altro.
Perché ok che una recensione dovrebbe essere oggettiva o quel che volete (perché poi dovrebbe essere così, non mi è chiaro), ma anche solo il fatto che un gioco, così distante dalla mia infanzia, sappia portarmi così tanto indietro e con così tanta potenza, neanche fosse un pugno di Jin, direi che non è cosa da poco.
La trama avvincente
Le cutscene
Il supporto a chi gioca
Grafica e design
Qualche difetto online
Rischia di far sentire anziani