Daymare 1994 Sandcastle: Recensione dell’horror nostrano di Invader Studios

Daymare 1994 Sandcastle recensione

Daymare 1994 Sandcastle è l’action horror in terza persona prequel dell’acclamato Daymare 1998, sviluppato da Invader Studios, la software house indipendente italiana con sede nella campagna romana sul sito trovate la nostra intervista a Michele Giannone, co-fondatore dello studio, se interessati.

Abbiamo avuto modo di giocare all’horror nostrano e dopo esserci avventurati insieme alla protagonista Dalila Reyes, membro dell’unità H.A.D.E.S., siamo pronti a condividere le nostre impressioni con questa recensione.

Da Resident Evil 2 a Daymare 1994 Sandcastle

Una piccola premessa prima di iniziare.

Daymare è una serie di videogiochi horror che nasce dalle ceneri di Resident Evil 2 Reborn, progetto videoludico del team di Invader Studios che ha provato a dare nuova vita al classico di Capcom.

In quel periodo, l’azienda nipponica stava lavorando alla sua visione di rinascita di Resident Evil 2, lavorando su ciò che sarebbe stato il Remake, e viste le potenzialità del team di sviluppo italiano, il cui gameplay trailer aveva già superato il milione di visualizzazione, fu invitato in Giappone per parlare del progetto.

Da quell’esperienza è arrivata la serie di Daymare e da Resident Evil 2 Remake sono arrivati poi Resident Evil 3 Remake e Resident Evil 4 Remake – di cui trovate la nostra recensione sul sito e sul canale YouTube di Videogiochitalia.

Daymare è quindi considerato da noi molto più che un titolo di omaggio ai Remake di Resident Evil, ma un vero e proprio fratellino nato da una sua costola.

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Inizia l’incubo

Iniziamo Daymare 1994 Sandcastle prendendo immediatamente i controlli di Dalila Reyes, una dei migliori agenti dell’Hexacore Advanced Division for Extraction and Search (H.A.D.E.S.) pronta a partire per una nuova missione.

Lei sarà uno dei membri di scorta del team che si avventurerà nel più avanzato centro di ricerca sperimentale degli Stati Uniti d’America. Ovviamente, ad attenderli ci sarà qualche spiacevole sorpresa.

Avventurandosi nel buio

Il centro di ricerca appare deserto, come abbandonato, ma basterà avventurarsi nelle prime stanze interne per rendersi subito conto che qualcosa non quadra.

I ricercatori sono stati tutti uccisi e le forze di difesa, oltre a un’altra squadra H.A.D.E.S. arrivata prima del team di Dalila, pare abbiano combattuto contro misteriose creature che hanno avuto la meglio – e che approfondiremo in un secondo momento.

Basta poco per immergersi nell’atmosfera spettrale di Daymare 1994 Sandcastle, che regala un clima psicologico degno dei migliori horror.

Atmosfera da brividi

Passando da bui corridori poco illuminati ad ampi spazi aperti, le sensazioni offerte da Daymare 1994 Sandcastle sono davvero coinvolgenti. 

Con Dalila attraverseremo tutto il complesso sotterraneo (e non solo) della struttura di ricerca completamente da soli. La sensazione di alienazione si avverte dai primi passi dell’avventura e la solitudine ci accompagnerà fino alla conclusione dell’opera.

Abbiamo giocato il titolo su Xbox Series X, possiamo dunque parlare dell’esperienza avuta su Current-Gen: abbiamo adorato l’atmosfera e la costruzione delle aree di gioco. Tutto era davvero suggestivo. Focalizzandosi su alcuni dettagli si notavano lievi imperfezioni grafiche, ma nulla di così grave da minare l’atmosfera generale.

Non brillano però i modelli dei personaggi umani, che appaiono non all’altezza del mondo circostante e delle mostruosità che bisogna affrontare, elementi molto più curati. Questi modelli non sono brutti da vedere, ma un po’ datati rispetto tanti altri titoli del genere.

Non sarà però considerata da noi una vera nota negativa; pensare al viso di una protagonista che vediamo di spalle tutto il tempo ci sembra superfluo.

Daymare 1994 sandcastle recensione invader studios

Gameplay

Daymare 1994 Sandcastle è un titolo story-driven, ciò significa che seguiamo una narrazione per lo più lineare che conduce il giocatore a vivere un’avventura già prestabilita.

Preferiamo per questo lasciarvi il piacere della scoperta, non raccontando troppo sulla storia per evitare di fare spoiler, perché una volta aver scoperto che un secondo gruppo di H.A.D.E.S. sia arrivato prima di Dalila nella struttura, iniziano i colpi di scena, che abbiamo apprezzato pur nella loro semplicità.

Al contrario, possiamo parlare più dettagliatamente del gameplay.

L’Esplorazione

Anche se seguiamo un copione già scritto, Daymare 1994 Sandcastle offre la possibilità di esplorare gli ambienti di gioco.

Ciò ci conduce a oggetti utili alla sopravvivenza come munizioni o medikit (che sono sempre graditi), a oggetti utili ai fini della trama o a scontri secondari – abbiamo appreso a nostre spese che ripassare in alcune aree di gioco significhi affrontare nuovi nemici.

Tuttavia, è possibile scansionare elementi particolari per ottenere nuovi dettagli sulla trama oppure per completare una serie di sfide cercando segreti. Non ci siamo dedicati alla ricerca di tutti gli oggetti scansionabili o delle statuette di alieni sparse per le varie location, ma è un elemento in più che abbiamo apprezzato.

Il grande problema dell’esplorazione

Il grande scoglio che rallenta l’esplorazione è l’assenza di una mappa. L’immersione in una struttura sconosciuta che bisogna esplorare alla cieca cercando di sopravvivere è una buona cosa per l’atmosfera, ma a livello di gameplay questa scelta ci ha causato un po’ di problemi d’orientamento. 

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Combattendo creature mostruose

Gli zombi che ci ritroviamo a combattere non sono cadaveri tornati in vita a causa di un virus o parassita, ma veri e propri corpi senza vita alimentati da una strana forma energetica che si manifesta sotto forma di sfera – non vi preoccupate, proseguendo nella storia ne scoprirete l’origine.

Essendo più veloci e combattivi degli zombi dei Remake di Resident Evil (soprattutto 2 e 3), non abbiamo tempo di assaporare l’orrore che ci pervade nel vedere una creatura mostruosa in avvicinamento che non si arresta neanche colpendola. Serve agire in fretta se si vuole sopravvivere e l’adrenalina prende subito il sopravvento.

Ci piace questa impronta più action e alcuni scontri con un particolare boss del gioco ci ha regalato differenti emozioni. Non bisogna però sottovalutare i nemici comuni, e soprattutto non bisogna essere avari con l’Azoto Liquido.

Energia e Azoto Liquido

Poco dopo aver iniziato il gioco, Dalila fa suo l’equipaggiamento di uno dei soldati H.A.D.E.S. che sono passati a miglior vita. La sua strumentazione è legata all’Azoto Liquido.

Questo fluido criogenico è stato il nostro miglior amico per tutta la durata dell’esperienza di gioco, di circa sette ore, capace di congelare le creature che ci attaccavano e di eliminare le sfere energetiche che rianimano i corpi. Visto che già alla difficoltà normale le munizioni scarseggiano, è fondamentale saper utilizzare questo strumento per eliminare in modo efficace i nemici.

Una volta congelate, le creature possono essere eliminate con un colpo ravvicinato, che consuma parte della carica di Azoto Liquido ma ci permette di risparmiare munizioni. Non preoccupatevi se il fluido criogenico termina, si ricaricherà nel tempo.

Inoltre, sparse per il centro di ricerca, troverete comode ricariche rapide per gli scontri più concitati. Una volta potenziata la strumentazione, neanche vi serviranno più.

Legnosità di Dalila

Un problema riscontrato nel gameplay è il movimento della nostra protagonista.

Non è presente una meccanica di schivata, ma divincolarsi dai colpi nemici (ben più veloci) è quasi impossibile. Dalila è molto legnosa nei movimenti. La cosa non è un problema nelle fasi esplorative, ma nei combattimenti purtroppo sì.

Anche sostituire l’arma che stiamo utilizzando diventa macchinoso e i secondi impiegati nella sostituzione ci lasciano scoperti da attacchi letali.

Rompicapi e Puzzle

Come capita in molti giochi del genere horror, anche la nostra protagonista avrà a che fare con una serie di rompicapi e puzzle in Daymare 1994 Sandcastle.

Se escludiamo le volte in cui ci servirà un codice per aprire una serratura di sicurezza elettronica, i puzzle incontrati hanno saputo intrattenerci e divertirci. Non ci troviamo di fronte a rompicapi che portano al limite le abilità cognitive del giocatore, ma semplici minigiochi di logica molto stimolanti.

Sono davvero accessibili a tutti! Quello che abbiamo apprezzato di più è il minigioco legato all’hacking, che ci chiede di trovare un determinato codice in un tempo prestabilito.

Daymare 1994 sandcastle invader studios

Recensione di Daymare 1994 Sandcastle: conclusioni e voto

Invader Studios ha svolto un buon lavoro con Daymare 1994 Sandcastle. Una lettera d’amore ai Survival Horror moderni che condiscono l’orrore con l’azione.

Forse non un titolo che rivoluzionerà il genere, ma riesce a divertire e intrattenere. Anche al netto di qualche piccola sbavatura tecnica e qualche piccola scelta che non apprezziamo (la già citata assenza della mappa), ci sentiamo comunque di consigliare Daymare 1994 Sandcastle a tutti gli amanti del genere Survival Horror.

Le meccaniche di gameplay legate all’Azoto Liquido per gli scontri e l’atmosfera tetra ci fanno ben sperare per il futuro. Siamo curiosi di sapere cosa il team di Invader ha in serbo per i videogiocatori nelle sue prossime produzioni legate alla serie Daymare e oltre.

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Daymare 1994 Sandcastle recensione
0
Great
70100
Pros

L'atmosfera trasuda orrore da ogni poro

Le meccaniche di combattimento rendono adrenalinico ogni scontro

Enigmi e Puzzle Intriganti

Cons

La legnosità della protagonista rende più difficili gli scontri concitati

L'assenza della mappa è un grosso ostacolo all'esplorazione

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