A causa soprattutto degli ultimi annunci di Google, con il suo progetto Stadia, e di Microsoft e Sony, con la loro alleanza strategica, ultimamente il cloud gaming è sulla bocca di tutti. Ma cosa significa esattamente cloud gaming? Si tratta di una potenziale rivoluzione nel mondo dei videogiochi come tutti noi li conosciamo, poiché il gioco sarebbe basato su cloud, non più su supporti e hardware fisici. Per giocare sarebbe tecnicamente sufficiente disporre di una connessione a internet. Ma anche se l’annuncio di Google è parso a molti rivoluzionario, non è la prima volta che l’argomento cloud gaming arriva al grande pubblico.
[section label=”Breve storia del cloud gaming”]Indice
Breve storia del cloud gaming
Per la prima volta, si è parlato di cloud gaming durante l’E3 del 2000, quando G-Cluster, una società finlandese, aveva presentato un sistema wireless basato su hotspot che avrebbe permesso di giocare tramite il proprio portatile o tramite un dispositivo preso a noleggio. Tuttavia, il sistema non sfondò: si trattava di un’idea decisamente troppo avanti per i suoi tempi, poiché da quell’annuncio sarebbero trascorsi praticamente vent’anni prima dell’annuncio di Big G. Qualche anno più tardi, la software house Crytek ci riprovò per creare un sistema di gioco basato su streaming per il suo titolo di punta, Crysis, ma anche in questo caso non venne fuori nulla di concreto, poiché il celebre sviluppatore tedesco preferì mettere il progetto in stallo per attendere un ulteriore sviluppo dell’infrastruttura di rete. Sono seguiti progetti che hanno avuto più o meno successo, come OnLive e Gaikai, fino a PlayStation Now e GeForce Now, forse i servizi più interessanti lanciati prima dell’annuncio del colosso americano.
[section label=”Perché Stadia rivoluzionerà il cloud gaming”]Perché Stadia rivoluzionerà il cloud gaming
Chiaramente, con la discesa in campo di un player del calibro di Google la musica cambierà parecchio. Stadia rischia di creare una vera e propria rivoluzione nel mondo del gaming, poiché potrebbe potenzialmente permettere ai giocatori di giocare senza dover disporre di una console o di un costoso computer dedicato ai giochi. Poiché questo progetto potrà utilizzare le imponenti infrastrutture di Google, si pensa che possa evitare i problemi in cui erano incorsi i primi tentativi di gaming in streaming apparsi sul mercato prima all’alba degli anni Duemila, poi più recentemente. Stadia potrebbe diventare il primo colosso del settore, ma Microsoft e Sony sono già pronti a entrare a gamba tesa firmando un’alleanza storica per far fronte al “nemico” comune. Come è noto, Microsoft è al lavoro sul suo servizio xCloud, che permetterà ai suoi utenti di giocare anche su tablet e smartphone. Sony sposterà il suo servizio PlayStation Now su Azure e secondo i rumors è al lavoro su un servizio di cloud gaming completamente inedito. Secondo il comunicato, Sony e Microsoft avvieranno delle sperimentazioni per sviluppare soluzioni cloud supportate da Azure per i propri servizi di streaming di giochi e contenuti.
[section label=”Amazon non rimane a guardare”]Amazon non rimane a guardare
Naturalmente, se ci sono soldi da guadagnare Amazon non rimane mai alla finestra e secondo le voci diffuse dal sito The Information, il colosso guidato da Jeff Bezos sarebbe al lavoro su un servizio di gaming in streaming da lanciare entro il 2020. Chiaramente, Amazon avrebbe dalla sua una poderosa infrastruttura di rete che permetterebbe alla sua piattaforma ottime prestazioni senza dover svolgere grossi lavori di ampliamento, almeno per la prima fase. Passeranno ancora diversi anni prima che il cloud gaming in streaming possa diffondersi capillarmente, complice anche un’infrastruttura di rete che in molti paesi fatica ad imporsi al di fuori dei grandi centri urbani, ma il futuro, ormai, sembra essere tracciato.