Siamo all’alba della nuova generazione di hardware. PlayStation 5 è pronta a debuttare sul mercato il prossimo 19 Novembre. Tra l’utenza c’è chi ha già scelto con largo anticipo se puntare o meno sulla console della grande S, ma c’è anche chi naviga nell’indecisione e questo articolo si rivolge proprio a loro.
Noi di videogiochitalia siamo qui oggi per raccogliere e riassumere tre motivi per cui vale la pena acquistare Ps5 e tre motivi per cui forse conviene dare uno sguardo alla concorrenza.
Indice
3 MOTIVI per acquistare PLAYSTATION 5
Esclusive
Inutile girarci attorno, lo conosciamo tutti il motivo principale per preferire una console Sony: le sue esclusive. Naughty dog, Santa Monica, Sucker Punch, Insomniac e tutti gli altri team interni della grande S ci hanno ormai abituato a produzioni di alto livello, garanzia di qualità e di ottimizzazione tecnica, con risultati stupefacenti come The last of Us Parte 2 e God of war.
Non serve ad oggi conoscere piani distributivi per potenziali seguiti, ogni utente ha piena certezza del loro arrivo, o dell’arrivo magari di nuove IP esclusive, frutto sempre della creatività di sviluppatori ormai affermati e apprezzatissimi nelle community di videogiocatori.
Potrebbero volerci mesi, magari anni, ma, quando si compra una console PlayStation, lo si fa con la consapevolezza che determinati franchise saranno disponibili unicamente su quel dispositivo e non si tratta certo di produzioni secondarie.
Abbiamo detto a più riprese che per sviluppare grandi giochi occorrono tempo, budget ma anche e soprattutto talento. Ed è proprio il talento che non manca ai team ormai rodati che da anni e anni lavorano sotto l’ala protettiva di Sony. Un talento che si esprime anche in forma prettamente tecnica e ci consente di collegarci al punto successivo…
Potenzialità del disco SSD
La forza tecnica di una console risiede anche nella configurazione unica messa a disposizione degli sviluppatori. Questo concetto elementare implica che i programmatori al lavoro sul codice potranno ottimizzare in modo specifico il loro software, cucendolo attorno alle caratteristiche del sistema. Nel caso di Ps5, Sony ha puntato molto su un SSD proprietario in grado di raggiungere velocità impossibili sui dispositivi rivali.
In termini numerici, parliamo di una soluzione in grado di interfacciarsi al disco con una velocità pari a 5,5GB/sec non compressi. La natura di dati non compressi va sottolineata, perché nel momento in cui interviene un algoritmo di compressione, il picco teorico massimo sale a 8-9GB/sec, un traguardo davvero encomiabile per una console.
Per comprendere la reale entità di cifre simile, basta confrontarle direttamente con quelle della rivale, dove Xbox Series X si ferma a 2,4GB/sec senza compressione e 5/6GB con compressione.
Come se non bastasse è notizia recente che Sony abbia acquistato la licenza per l’utilizzo della Oodle Compression, applicata alle textures. Trattasi appunto di un potente algoritmo di compressione, compatibile anche con Xbox, Switch e PC, ma che su Ps5 potrebbe portare la velocità del disco a un picco teorico di circa 17,38GB/sec.
Senza farci ingannare da numeri figli del marketing, in quanto una compressione eccessiva (per quanto buono sia l’algoritmo) comporta una perdita qualitativa, restano pur sempre data-rate elevatissimi e di fatto impensabili sulla console rivale.
Ad oggi, sia chiaro, non possiamo prevedere quanto e come quest’elemento impatterà negli ambienti di sviluppo, ma possiamo ipotizzare che, a fronte del talento dimostrato da team come Naughty dog e Santa Monica, nonché a fronte dell’ecosistema chiuso e hardware-centrico di Sony, non mancheranno inedite soluzioni ludiche atte a sfruttare pienamente questa tecnologia.
Come già detto anche Xbox Serie X disporrà di un SSD Nvme molto veloce e le sorprese potrebbero non mancare da ambo i lati, ciò nonostante il componente hardware da solo non basta.
In questi casi a fare la differenza è la volontà degli sviluppatori e le loro capacità fronte ottimizzazione, ed è proprio in questo che i team Sony hanno già ampiamente dimostrato le loro incredibili abilità. Dopo aver sbandierato l’SSD proprietario come punta di diamante dell’hardware Ps5, è negli interessi di Sony spronare i suoi team interni verso innovative soluzioni di sviluppo legate proprio a questo specifico componente
Il nuovo controller DualSense
Proprio come per l’SSD proprietario, anche il DualSense potrebbe nascondere potenziali e gradite sorprese.
Come sopra siamo nel campo delle pure congetture, non conviene affatto costruire particolari aspettative su un elemento che potrebbe anche rivelarsi marginale. Tuttavia puntare così tanto su innovazioni specifiche legate al controller per poi non sfruttarle fronte sviluppo sarebbe una politica alquanto discutibile se non addirittura deleteria.
Parliamo di grilletti adattivi e feedback aptico, due elementi che ad oggi non sappiamo come si tradurranno in termini di meccaniche ludiche, ma la dichiarata incompatibilità del DualShock 4 con i giochi pensati per PlayStation 5 apre le porte alla fantasia, libera di immaginare soluzioni non certo rivoluzionarie, ma almeno molto interessanti in ottica di interazione.
Anche in questo caso a fare la differenza saranno gli sviluppatori e il modo in cui decideranno di sfruttare le caratteristiche uniche del DualSense. Probabilmente vedremo applicativi pratici quasi unicamente nei prodotti esclusivi, seguendo la scia di quanto successo in questa generazione con le particolarità del DualShock 4, come touchpad e sensori di movimento.
3 MOTIVI per non acquistare PLAYSTATION 5
Hardware meno performante
I titoli multipiattaforma rappresentano ormai la quasi totalità del mercato e sono distanti i tempi in cui il catalogo di ogni console differiva profondamente da quello dei concorrenti. Di conseguenza, offrire all’utenza la miglior esperienza complessiva, con performance migliori in tutti quei giochi condivisi tra i vari dispositivi, si traduce in un evidente vantaggio commerciale, tanto che uno dei motivi alla base del successo di PlayStation 4 fu l’hardware più performante venduto a un prezzo più basso.
Nei mesi post lancio si generò sui social il famoso resolution gate, dove migliaia di utenti soppesavano la qualità dei due dispositivi in relazione al numero di pixels renderizzati. Lungi da noi difendere una pratica tanto scellerata, tuttavia possiamo prenderla in considerazione in quanto chiave interpretativa dell’immaginario collettivo, dove la potenza hardware riveste un ruolo primario per un’utenza forse eccessivamente esigente, e in questa generazione è PlayStation 5 a mostrare il fianco.
Xbox Serie X, a fronte di una configurazione più aggressiva, offrirà ai giocatori risultati migliori nei multipiattaforma, magari solo in termini di mera risoluzione, ma non possiamo escludere anche frame-rate più alti o semplicemente più stabili, che in ottica di multiplayer potrebbero fare la differenza.
Arretratezza dei servizi offerti
Xbox Game Pass rappresenta ormai il Netflix dei videogiochi, con il numero di abbonati che cresce di anno in anno e una Microsoft che continua a potenziarne l’offerta, inglobando anche EA Play di Electronic Arts e i futuri titoli Zenimax.
Sony invece sembra non riuscire a rispondere con servizi altrettanto validi. L’aggiunta di alcuni titoli classici del catalogo PS4 nel PlayStation Plus su PS5 ha tutta l’aria di un contentino, che maschera in realtà una politica diametralmente opposta a quella della sua rivale, una politica più conservatrice e ancorata a quell’idea di console che tanto piace ai giocatori di vecchia data.
Certo, il PlayStation Now esiste e cerca a modo suo di controbattere a Xbox Game Pass, ma il gap in termini qualitativi tra i due servizi è lapalissiano e tutto a favore della soluzione adottata da Microsoft. È chiaro che Sony dovrà rimettersi in pari il prima possibile se vorrà dominare la battaglia sul lungo periodo, ma la sensazione più diffusa è quella di una grande S in difficoltà, che fatica a rincorrere i concorrenti del domani.
Non possiamo certo prevedere se, quando e come il servizio in streaming sostituirà l’attuale modello di business basato sulla copia fisica; tuttavia osservando i mutamenti avvenuti nel corso evolutivo degli altri media di intrattenimento, possiamo dar quasi per certo l’abbandono dell’hardware in favore del servizio.
Netflix, Prime Video, Disney Plus, sono concorrenti che giocano in una specifica categoria, almeno per quanto concerne serie Tv e Cinema, quella della visione in streaming dei rispettivi contenuti. Eppure sembra ieri quando si scendeva a noleggiare DVD o Blu-ray nel negozio sotto casa.
Il videogioco potrà esimersi da questo ulteriore step in direzione dell’accessibilità? L’abbattimento della barriera economica rappresentata dall’hardware permetterà a chiunque dotato di una semplice connessione internet e di un dispositivo audio-video, tra cui i diffusissimi smartphone, di accedere a grandi cataloghi ricchi di ogni genere di gioco.
Se è vero che il videogioco si lega alla tecnologia che lo ospita molto più di quanto non facciano i suoi cugini privi di interazione, è indiscutibile che l’industria sembri desiderosa di abbracciare questo nuovo modello commerciale, affrontando anche le potenziali problematiche tecniche.
In questo profetico scenario abbiamo una Microsoft già orientata al futuro e una Sony che non dispone nemmeno delle infrastrutture per potersi arrangiare in modo indipendente, tanto che (per assurdo) già vi sono contratti tra le due aziende che permetteranno alla grande S di usufruire di Azure, il potentissimo data-center della casa di Redmond.
Resta da vedere se e quando Sony deciderà di sfruttare queste server-farm per potenziare i suoi attuali e acerbi servizi, considerato che con PlayStation 5 ha azzardato una doppia versione della console, quella standard e quella All digital, vendute con uno scarto di cento dollari ma senza nessuna reale motivazione per preferire la versione priva di lettore ottico.
Fronte Microsoft abbiamo Xbox Series S. Un dispositivo entry level e solamente digitale, venduto a un prezzo budget e pensato proprio per essere abbinato all’abbonamento Xbox Game Pass, che da solo potrebbe rappresentare un validissimo motivo per rinunciare al lettore ottico di Series X, puntando al totale risparmio ma senza precludersi l’accesso alla nuova generazione.
PlayStation 5 Digital Edition invece non viene ancora giustificata dai servizi Sony e, dato il prezzo di soli cento euro in meno rispetto a quella con il lettore, finisce per assomigliare a una futile ridondanza.
Il costo dei giochi in digitale in genere pareggia quello delle copie fisiche e salvo offerte mirate non segue nemmeno la classica svalutazione, senza contare che non può essere rivenduto, né acquistato usato. La mancanza del lettore ottico dunque sarebbe giustificata solo dalla possibilità di sottoscrivere particolari abbonamenti in grado di offrire dei reali vantaggi all’utente.
Inutile temporeggiare, questo tipo di servizi già esistono fronte gaming, sono già una realtà e il Game Pass lo dimostra. Sony sembra non volersi ancora sbilanciare, ma questa incertezza mina la sua offerta complessiva e la reale utilità di una versione All digital di Ps5.
Comunicazione confusionaria e parziale
Troppe incognite, troppi dubbi, troppe incertezze. La comunicazione di Sony, forse basata sulla presunzione di vendere più console di Microsoft a prescindere, ha generato svariate perplessità tra quell’utenza a cui piace informarsi prima di sborsare ingenti somme di denaro.
Non sappiamo come PS5 risponderà ai servizi Microsoft, né come funzionerà nel dettaglio la retrocompatibilità, mentre sul fronte opposto si leggono ogni giorno conferme entusiasmanti, come i primi test di Digital Foundry sui giochi Xbox One, renderizzati a 60fps da Serie X addirittura senza patch di ottimizzazione.
Se l’ecosistema della rivale è ormai chiaro e limpido, con tutti i vantaggi che comporta per l’utente, sul versante della grande S vige il caos e prima di sganciare i 500 euro richiesti per Ps5, qualche certezza in più sarebbe gradita.
Siamo così giunti alla fine del nostro viaggio. Sei motivi in totale, tre per acquistare Ps5 e tre per rivolgersi altrove, con la speranza vi siano d’aiuto. Tuttavia dobbiamo far presente che si tratta in prevalenza di congetture basate sulle informazioni diffuse sino a oggi. Cosa ci riserverà il domani è impossibile da prevedere, ma i punti qui riassunti rappresentano uno scenario più che plausibile, legato ai potenziali dubbi di qualunque compratore posto dinanzi a una scelta particolarmente difficile.
Perché sì, se di fatto all’alba della ormai morente generazione i vantaggi offerti da PlayStation 4 dissipavano ogni incertezza, con la next-gen la situazione è molto più complessa. Microsoft si è rimessa in carreggiata e allo stato attuale sembra addirittura in vantaggio.
Questo vantaggio si tradurrà in successo? Solo il tempo potrà rispondere a questa domanda.