Ad ogni cambio generazionale console, gli sviluppatori si preparano per affrontare le sfide legate ai nuovi hardware, lavorando a inedite soluzioni in grado di alzare l’asticella qualitativa del loro software.
Come abbiamo scritto in un nostro articolo precedente, l’hardware è uno strumento nelle mani dei programmatori e chi lo produce sa che deve assemblare anche dei tool potenti ma versatili, accompagnati da semplificazioni software in grado di rendere le nuove tecnologie accessibili per tutti gli addetti ai lavori.
Questo accade su console ma anche su PC, dove da sempre si lavora per agevolare l’implementazione di determinate features su una o l’altra GPU, sfruttando astrazioni e librerie ma anche interventi diretti di produttori come Nvidia e AMD.
Certo, le console hanno una forza mediatica superiore ed è per questo che durante gli scorsi mesi si è fatto un gran parlare delle promesse su carta di Microsoft e Sony, concentrandosi non solo sui freddi numeri dei Teraflops, ma anche e soprattutto sulle potenzialità degli SSD di serie, incuranti però che, nell’ombra, l’altra barricata del gaming si stesse a sua volta preparando per affrontare il cambiamento.
Indice
RTX 3000
Giusto qualche giorno addietro, Nvidia ha riacceso la scintilla delle aspettative sul fronte del PC Gaming con l’annuncio della sua next-gen in salsa GPU: la serie RTX 3000.
Un balzo in avanti portentoso rispetto alla serie attuale, sia per quanto riguarda i calcoli canonici, sia per quanto riguarda le prestazioni in Ray Tracing, soluzione di cui Nvidia è stata pioniera, anticipando la sua storica rivale AMD.
Purtroppo i giochi che hanno adottato soluzioni ibride con Ray Tracing sono ad oggi pochissimi.
L’essere una caratteristica esclusiva del mondo PC ne ha limitato l’implementazione e la diffusione, così come sempre capita alle nuove tecnologie introdotte prima sulle piattaforme aperte e solo a seguire rese di serie su quelle chiuse.
Per questo la presenza di hardware dedicato al Ray Tracing su Serie X e Ps5 è molto importante anche per i giocatori PC, perché potrebbe cambiare le carte in tavola, spingendo molti più sviluppatori ad investire tempo e risorse per adottare questo tipo di rendering, magari anche solo per specifici elementi, come le ombre o i riflessi.
Una svolta che probabilmente darà finalmente senso di esistere alla serie RTX dell’azienda verde cromata, in particolar modo alle nuove RTX 3000, che promettono un rapporto prestazioni/prezzo eccezionale se posto in relazione a quello delle GPU attuali.
SPECIFICHE TECNICHE E PREZZO
La RTX 3070 sarà equipaggiata con 8GB di memoria GDDR6 e un bus a 256bit, per una larghezza di banda totale di 512GB/sec. 20.4 Tflops in FP32 e 40 RT-Tflops chiudono un quadro tecnico sbalorditivo, dato il prezzo al dettaglio di 519 euro.
La RTX 3080 avrà invece di 2GB di ram in più, per un totale di 10GB GDDR6X a 320bit di bus e una larghezza di banda teorica di 760GB/sec. 719 euro per 29.7Tflops in FP32, 58RT-tflops e 238Tensor Tflops.
E infine la RTX 3090. Un vero e proprio mostro di potenza dall’alto delle sue 35.7TFlops in FP32 e 69 RT-Tflops. La memoria di tipo GDDR6X sale addirittura a 24GB con un bus a 384bit e una larghezza di banda massima teorica di 936GB/sec. Il tutto per una cifra non certo poi così accessibile, 1549 euro. Parliamo però di una scheda che si pone come succeditrice della Titan, più che della RTX 2080Ti, e questo ne giustifica in parte il costo.
Ciò che emerge da queste slide di presentazione è che la RTX 3070, venduta a circa 500 euro anche in Italia, sarà su carta più potente della attuale RTX 2080Ti, una scheda che ancora oggi spacca i mille euro.
Il passo avanti in termini di prestazioni/prezzo è encomiabile. Forse lo spauracchio di una AMD in procinto di rilanciarsi anche fronte GPU ha messo Nvidia alle strette, obbligandola ad un approccio più aggressivo.
Di fatto i primi test effettuati su queste nuove schede video, in attesa di benchmark più attendibili, mostrano un passo avanti netto rispetto alla generazione attuale, che verrà alimentato dalla nuova versione del Deep Learning Super Sampling. Un algoritmo che merita un paragrafo dedicato.
DEEP LEARNING SUPER SAMPLING
Il Deep Learning Super Sampling (abbreviato DLSS) è una delle novità introdotte da Nvidia con la serie RTX. All’atto pratico si tratta di un algoritmo di ricostruzione dell’immagine che sfrutta i tensor core e l’intelligenza artificiale, per massimizzare le prestazioni senza eccessivi compromessi sulla qualità visiva.
La prima versione del DLSS non è stata poi così apprezzata, perché ancora grezza e piena di artefatti visibili, sopratutto una fastidiosa patinatura delle textures. Tuttavia, già con Control di Remedy, pur trattandosi di una soluzione unica basata sugli shader e non sui tensor, si è avuto un primo assaggio di quello che questa tecnologia può realmente fare, soprattutto alle alte risoluzioni.
Death Stranding a seguire ha consacrato la versione 2.0 del DLSS come una delle più importanti novità fronte rendering, con un boost del frame-rate anche del 30% ma senza evidenti perdite qualitative.
Questo miglioramento è possibile perché la GPU di fatto renderizza a una risoluzione più bassa di quella target e perché i CUDA cores vengono alleggeriti dei calcoli relativi all’anti-aliasing.
Per mezzo di questa specifica soluzione, la RTX 3090, potrebbe gestire senza troppa fatica giochi a una risoluzione di 8K e 60 fps come target.
Ma il DLSS 2.0 non è l’unico passo avanti che Nvidia vuole introdurre sulle sue GPU. La grande N verde sta anche cercando di anticipare i tempi sulla gestione dei dati di gioco, seguendo il solco tracciato dalle due console next-gen e destinato a sfruttare al meglio gli attuali e futuri SSD Nvme.
RTX IO
Gli SSD non sono certo una novità su PC. Esistono da anni e in diverse versioni, dagli SSD Sata sino ai più recenti e veloci SSD Nvme.
Tuttavia il loro utilizzo in ambito gaming si è sempre fermato ai meri tempi di caricamento, molto più brevi se si dispone di un disco più veloce. Nessuno aveva mai provato a prenderli in considerazione in fase di sviluppo, probabilmente perché nel mondo PC non esiste uno standard di partenza, rappresentato a livello commerciale guarda caso proprio dalle console.
Ecco perché giusto adesso che Serie X e PS5, con i loro SSD di serie, sono in procinto di debuttare sul mercato, anche il mondo PC inizia ad evolvere verso l’abbandono delle classiche API di archiviazione e delle attuali e ormai limitate architetture I/O.
Nvidia è ancora una volta in prima linea con la sua soluzione battezzata RTX IO.
Un insieme di strumenti che permetteranno agli sviluppatori di sfruttare la GPU per velocizzare i caricamenti e per la decompressione degli assets di gioco. Una soluzione che si sposa con le API DirectStorage di Microsoft, pensate per ridurre il carico sulla CPU migliorando le performance di sistema e puntando a caricamenti praticamente istantanei.
Un’architettura progettata con in mente gli SSD Nvme (possibilmente su PCI-e 4.0, con cui le RTX 3000 sono compatibili) e che diviene ancora più efficiente grazie alla decompressione senza perdite.
Per mezzo di RTX IO la GPU avrà così accesso diretto al disco a stato solido, migliorando anche lo streaming di textures ad altissima definizione e riducendo a zero il pop-in degli elementi dello scenario.
LA NEXT GEN STA NEL SOFTWARE
Nonostante su carta si sia dinanzi a GPU portentose, seppur ingorde di spazio e alimentazione (in particolar modo la RTX 3090), come abbiamo detto a più riprese qui su videogiochitalia, a fare la differenza sarà il software.
Le soluzioni progettate da Nvidia, come l’RTX, il DLSS 2.0 e l’RTX IO, da sole non bastano, è necessario che gli sviluppatori decidano di implementarle al meglio nei loro videogiochi.
Tuttavia, essendo le console il vero punto di riferimento per lo sviluppo di titoli tripla A, non è difficile immaginare un progressivo miglioramento su tutti i fronti, compresi dunque i titoli multipiattaforma su PC.
Così come si spera che l’arrivo del Ray Tracing su next-gen comporti più giochi in grado di sfoggiare soluzioni ibride, è plausibile che le tecnologie dettate all’ottimizzazione del flusso dati portino a un sfruttamento intensivo degli SSD Nvme, con santa pace per gli utenti che ancora non vogliono abbandonare il vetusto hard disk meccanico.
Ad oggi è però presto per trarre conclusioni. Il cambiamento è già in atto, questo è certo, il PC si sta evolvendo per abbracciare e migliorare gli standard imposti delle cugine da salotto, ma è probabile che, per questioni prettamente commerciali, andremo incontro a un periodo di transizione tanto sui sistemi chiusi, tanto fronte Windows.
Torneremo dunque a parlare di RTX, di RTX IO e di DLSS quando avremo modo di testare con mano i miglioramenti promessi e non mancheremo di dedicare articoli di approfondimento alle singole tecnologie coinvolte, semplificati di termini elitari al fine di renderne chiara la comprensione anche a chi non mastica complesse questioni tecniche.