Microsoft ha finalmente sollevato il velo sulla sua console next-gen entry level: Xbox Serie S.
Sorellina minore dell’ammiraglia Xbox Serie X, sarà venduta al prezzo di soli 299 euro, promettendo al contempo la stessa esperienza next-gen della versione più potente. Una soluzione commerciale del tutto nuova nel contesto console, ma che ha sollevato diversi quesiti riguardo i potenziali limiti tecnici imposti da quella che appare, almeno su carta, una taratura verso il basso.
A questo punto entra in scena il settore dell’informazione, che dovrebbe farsi carico di spiegare all’utenza le reali capacità di una console come Xbox Serie S, invece che speculare su ogni singola voce di corridoio.
La prima domanda a cui è assolutamente doveroso rispondere riguarda il confronto con l’attuale Xbox One X, data la perplessità che ha scosso molti utenti dopo che hanno letto le specifiche tecniche.
Tralasciamo dunque la questione legata al lettore ottico, assente su Serie S in quanto console All-Digital, per focalizzarci sugli altri elementi tecnologici, come le differenze prestazionali e il potenziale sul lungo termine.
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SPECIFICHE A CONFRONTO
Osservando l’immagine che segue, è chiaro il perché la confusione regni sovrana tra l’utenza. In termini prettamente numerici Xbox Serie S vanta meno teraflops di Xbox One X e, data anche la martellante propaganda degli ultimi anni, che pone questo unico dato al centro di ogni discussione, in tanti si son chiesti quale significato abbia per Microsoft abbandonare One X in favore di un sistema che sembra meno performante.
La spiegazione è molto più semplice di quanto appaia: i Teraflops sono relativi. Lo sono sempre stati.
Nel caso specifico di Xbox One X e Xbox Serie S abbiamo un cambio drastico di architettura, che modifica il significato dei freddi numeri.
RDNA2, l’architettura AMD alla base di Xbox Serie X e Xbox Serie S, è molto più efficiente della vecchia GCN alla base di One, One S e One X.
A parità di Teraflops, RDNA2 può ottenere prestazioni di (circa) 1.5 volte superiori rispetto a GCN sul fronte PC, divario che può dunque ampliarsi in ambito console dove si ottimizza a un livello superiore.
A questo elemento, che già riscatta non poco Serie S, va aggiunto che la risoluzione target dell’entry level Microsoft è il 1440p a 60fps, non più il 2160p a 30fps di One X.
Come poi sappiamo e abbiamo ripetuto a più riprese, risoluzione e frame-rate sono altrettanto relativi, in quanto spetta poi agli sviluppatori, singolo gioco per singolo gioco, decidere un target rendering in base sì all’hardware di riferimento, ma anche e soprattutto in relazione alle necessità del titolo nello specifico e ai limiti commerciali onnipresenti.
Di conseguenza potremmo inquadrare Serie S come una console pensata per chi non ha esigenze fronte risoluzione nativa, che si accontenta di giocare magari in FullHD su di un pannello compatibile, ma che vuole comunque abbracciare la nuova generazione e tutti gli altri vantaggi che comporta.
SSD E CPU, CUORE DELLA NUOVA GENERAZIONE
Abbiamo già spiegato che al lancio di Xbox One e PlayStation 4, non si poteva fare più di quello che è stato fatto per quanto riguarda l’hardware. Con i processi produttivi fermi da troppo tempo sui 28nm, le nascenti APU AMD rappresentarono il miglior compromesso possibile per configurare dispositivi economici ma versatili lato sviluppo.
Tuttavia si trattava di soluzioni con un enorme margine di miglioramento, ancora in parte acerbe e limitate soprattutto per quanto riguardava le prestazioni della CPU.
Più di recente Microsoft e Sony hanno sfruttato i nuovi processi produttivi per confezionare dispositivi Premium, PlayStation 4 Pro e Xbox One X, come parte integrante della generazione in corso e destinati a un’utenza più esigente, con un netto avanzamento sul fronte della GPU per abbracciare i nuovi standard presenti nel mondo dell’elettronica di consumo, tra cui la risoluzione UltraHD 4K.
I limiti strutturali però non sono venuti meno.
L’aumento di potenza di rendering non è stato accompagnato da un’architettura più evoluta e al passo con i tempi, la stessa Xbox One X, la più potente delle due, è frutto di una profonda modifica a quello che di base resta pur sempre un SoC derivato dalle Apu Jaguar del 2013. Situazione ovviamente voluta, in quanto, come abbiamo detto, sia One X che Ps4 Pro, altro non sono che console pensate per offrire un’ulteriore scelta all’utente finale, ma sempre legate alla generazione corrente di Ps4 e One.
Il vero cambio di paradigma per le console del domani non risiede dunque in un ennesimo passo avanti fronte GPU (se escludiamo la presenza di core dedicati al Ray Tracing), bensì nell’evoluzione delle architetture stesse, sospinte da CPU portentose e da velocissimi dischi a stato solido di serie.
Xbox Serie S non fa accezione.
Nonostante la sua natura di dispositivo entry level, condivide la stessa architettura di Xbox Serie X, con la stessa identica CPU solo leggermente downclockata e lo stesso SSD Nvme, che garantisce una gestione dei flussi dati letteralmente impossibile sulla attuale Xbox One X.
Sono questi elementi che rendono Xbox Serie S una next-gen a tutti gli effetti, pronta ad accompagnare la sorella maggiore lungo tutto il suo ciclo vitale.
Certo, non mancano alcune differenze tra i componenti scelti, ma quanto impatteranno fronte sviluppo?
PAROLA A CHI SCRIVE CODICE
Solo gli sviluppatori potranno soppesare l’impatto di un hardware come quello di Xbox Serie S nell’ecosistema Xbox, a fronte si intende di una console di punta ben più performante come lo è Serie X. Tuttavia si tratta di una situazione che esiste fin da sempre nel vasto ed eterogeneo mondo del PC Gaming, dove ogni configurazione diverge dalle altre in una moltitudine di elementi e componenti.
Alla luce di questo scenario parallelo, le piccole differenze in termini di RAM e clock non saranno affatto un ostacolo per gli sviluppatori, intenti a portare il loro gioco sulle due next-gen Microsoft.
Parliamo di 16GB di GDDR6 su Serie X e di 10GB di GDDR6 su Serie S, quantitativi di Ram che sembrano perfettamente in linea con il target rendering delle due console. Abbassando la risoluzione nativa e la qualità delle textures, la memoria VRAM occupata diminuisce.
Se dunque Serie S punterà a risoluzioni come il 1080p e il 1440p, quei 6GB di Ram in meno non diventeranno un ostacolo insormontabile e lo stesso può dirsi per i 4TF della GPU, che non dovrà impiegare risorse per renderizzare la stessa quantità di pixels della sorella maggiore.
Di fatto, analizzando i dati a nostra disposizione, le due configurazioni sembrano studiate per abbracciare gli stessi identici assets e magari lo stesso frame-rate target, con compromessi solo su determinati e specifici aspetti del rendering, per altro marginali.
Le nuove soluzioni ludiche, atte a sfruttare la potenza delle CPU Zen 2 con 8 core e gli SSD Nvme, si potranno replicare senza fatica su Serie S, ma non altrettanto su Xbox One X, vincolata a una CPU ormai vetusta e a un Hard Disk meccanico troppo lento.
XBOX ONE X E’ MORTA… LUNGA VITA A XBOX SERIE S
In conclusione è chiaro che parliamo di due console troppo diverse per essere rapportate direttamente in funzione di un solo dato numerico, come lo sono i Teraflops.
Xbox Serie S è a tutti gli effetti una console Next-Gen, pensata per far girare i giochi del futuro.
Xbox One X è una console destinata a morire, seguendo l’obsolescenza programmata da Microsoft.
Ha svolto egregiamente il suo compito e sicuramente ospiterà, per ancora qualche tempo, alcuni dei giochi previsti nel breve periodo, durante la classica transizione che porta allo sviluppo di svariati prodotti cross-gen, ma poi dovrà salutarci per far posto al naturale avanzamento tecnologico.
Quindi se rientrate tra quegli utenti che accecati dai freddi numeri, hanno ipotizzato una Serie S addirittura indietro rispetto a One X, sappiate di essere in torto e dormite sonni tranquilli. Il futuro ci attende e non è mai stato così democratico. Xbox Serie S è la console perfetta per abbracciare il domani dell’intrattenimento con una spesa contenuta e magari in compagnia della grande killer application di Microsoft… Xbox Game Pass.