Impiegato di Konami attacca il capo con l’estintore: accusato di tentato omicidio

Un impiegato di Konami è stato accusato di tentato omicidio per aver aggredito il suo capo utilizzando come arma un estintore.

Parliamo spesso delle condizioni di lavoro stressanti degli sviluppatori, che spesso affrontano seri e lunghi crunch time e vanno incontro a burnout, licenziandosi o mettendosi in malattia per svariati mesi, come successo di recente presso Ubisoft.

L’aggressione al capo di Konami e le presunte molestie subite dal dipendente

Tuttavia, presso Konami ne succedono sempre di cotte e di crude e questa sembra solo l’ennesima. Secondo la testata giapponese Asahi Shimbun Digital, tradotto da TheGamer, un dipendente è stato accusato di tentato omicidio dopo aver attaccato il suo capo con un estintore e averlo presumibilmente colpito “con l’intenzione di ucciderlo”.

L’articolo aggiunge che l’attacco deriva dalle accuse di molestie sul posto di lavoro presentate dal sospettato nel 2020, anche se i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.

Al momento né il sospettato né la vittima sono stati nominati e Konami non ha ancora commentato pubblicamente la vicenda. Si sostiene che il sospetto sia stato fermato da un collega, prima di essere consegnato alle autorità, dove è stato accusato.

A sentirla così, sembra una scena di un videogioco di quelli scanzonati, in cui si attaccano i mostri con qualsiasi a arma si abbia a disposizione. Ma qui c’è poco da scherzare, purtroppo si tratta di una vicenda tragica che fortunatamente ha solo sfiorato la morte di un individuo.

Certamente è vero che spesso le aziende sono spietate e ingrate verso il lavoro prezioso e senza sosta dei dipendenti, licenziando personale per motivi di business, o approfittandosi anche di situazioni di potere per esercitare molestie, situazioni che hanno spesso portato a clamorosi scandali come quello di Activision, ma questo non dà alcuna scusa per dare sfogo a una reazione a base di violenza fisica.

Aggiorneremo con ulteriori informazioni, compreso il benessere della vittima, non appena ne sapremo di più.