Jojo’s Bizarre Adventure: All Star Battle R è la riproposizione dell’omonimo titolo picchiaduro per Ps3 del 2013. Pubblicato da Bandai Namco e sviluppato da CyberConnect2, il nuovo gioco aggiunge una “R” in fondo al titolo.
A nove anni di distanza questo titolo ha saputo migliorarsi? Lo scopriremo insieme.
Indice
Un’avventura videoludica bizzarra
Le Bizzarre Avventure di Jojo è un manga serializzato su Shōnen Weekly Shōnen Jump, e successivamente su Seinen Ultra Jump, dal 1987 a oggi. Reso famoso per le sue bizzarrie, ha fatto la storia grazie a situazioni avvincenti e uno stile estetico eccentrico e variegato.
Quest’opera unica nel suo genere ha consacrato Hirohiko Araki, il suo autore, nell’olimpo dei più grandi mangaka del Giappone. Le sue creazioni sono state anche esposte al Museo del Louvre di Parigi.
Rimasto di nicchia fino al 2012 con l’esplosiva riproposizione anime, ha avuto varie incarnazioni videoludiche.
Con nostalgia ricordiamo la versione Arcade di Stardust Crusade, la terza parte della lunga avventura dei protagonisti del manga, incarnata in un picchiaduro 2D di alto livello. Presentando un discreto rooster, un ottimo bilanciamento e uno stile che ricordava i Darkstalkers di Capcom, viene ancora considerato il miglior picchiaduro su JoJo.
L’arrivo di All Star Battle nel 2013, che cercava di cavalcare l’onda della fama guadagnata con la serie tv, lasciò abbastanza a desiderare. Questa nuova versione, purtroppo, non sembra essere granché di più.
Jojo’s Bizare Adventure: All Star Battle R, parliamone
Ci troviamo di fronte a un picchiaduro tridimensionale, che sfoggia uno stile cel shading davvero eccezionale. I personaggi che si sfidano in battaglie 1v1 sono dotati di stili di combattimento differenti e colpi scenografici da far strabuzzare gli occhi.
Che usiate vampiri, possessori di stand o fantini, potete star sicuri di trovarvi di fronte a un rooster vario che saprà stupirvi.
Purtroppo però il lato tecnico lascia un po’ a desiderare.
Jojo’s Bizare Adventure: All Star Battle R si potrebbe paragonare a una coperta troppo corta per coprirsi. Se la tiriamo su per non rimanere scoperti, i piedi usciranno inevitabilmente di fuori.
Se da un lato ci troviamo di fronte un gioco visivamente eccezionale e accattivante, che sa raccogliere l’eredità del manga in modo egregio, dall’altro notiamo un’apparente mancanza di cura sul piano del combattimento.
Questo lo si denota anche dallo sbilanciamento di molti personaggi.
Il rooster di gioco viene rimpolpato con tanti eroi e villain della storia originale, ma i difetti della versione del 2013 non sono ancora stati corretti.
Pur dotati di un sistema di combo semplificato per concedere ai neofiti di assestare sequenze di attacchi concatenati, se non si padroneggeranno davvero le varie mosse, ci si troverà in mano molti combattenti legnosi e ardui da giocare. Un peccato, anche considerando gli esempi ottimi di Dragon Ball Fighter Z e DNF Duel di ARC System Works.
Padroneggiare i comandi sarà difficile all’inizio, sarà necessaria molta pratica e un buon tempismo per diventare combattenti degni di nota. Il battle system, per fortuna, non è eccessivamente complicato. Mappato su quattro tasti base, lo stile di lotta si basa su schivate tempestive e concatenamenti dei tre comandi d’attacco, divisi in Attacco basso, Attacco Medio e Attacco Alto.
Il tutto condito con l’intervento dei personaggi di supporto, le tecniche speciali e le abilità di stile – diverse per ogni personaggio. L’aggiunta degli stili crea sbilanciamenti e difficoltà aggiuntiva nel controllo.
Stili di combattimento e archi narrativi
Snellito della componentistica narrativa, il titolo si presentava come un picchiaduro lineare scandito da un serie di scontri che si susseguono. Il tutto ripercorrendo gli epici scontri del manga.
In questo All Star Battle R si arricchisce la componente Arcade con scontri aggiuntivi e What-if, senza avere una narrazione articolata. Grazie anche all’aggiunta di nuovi personaggi che portano con se numerosi nuovi scontri. Si predilige perciò l’azione, mettendo in secondo piano le vicende che hanno condotto allo scontro in se, evitando video o immagini con dialoghi.
Purtroppo però questo non basta a renderlo più longevo, e si presenta come uno dei più classici giochi di lotta, simile ai primi Tekken o Street Fighter.
Sicuramente, la scelta di dividere la modalità All Star Battle in un susseguirsi di archi narrativi ispirati al manga lo rendono più bello e ordinato. E la possibilità di sostenere le sfide (di varia difficoltà) nell’ordine che preferiamo, aiuta sicuramente a gestir meglio la curva di difficoltà. Anche se la vera difficoltà è quella di affrontare una IA di alto livello con i personaggi più difficili da padroneggiare.
I personaggi dotati di stand umanoidi sono i più facili da usare. Nel concreto sono semplici combattenti che aumentano potenza e raggio d’azione. Alcuni, invece, hanno bisogno di un allenamento intenso per controllare i frame d’azione e le tecniche da collegare con i colpi più basici.
Questo potrebbe far pensare che i personaggi difficili da usare siano anche i più forti destinati ai giocatori migliori, invece lo squilibrio sta proprio qui. Alcuni sono difficili da usare e poco performanti, altri invece facili da usare e devastanti nel competitivo.
Un vero peccato.
Conclusioni su Jojo’s Bizare Adventure: All Star Battle R
JoJo’s Bizarre Adventure: All Star Battle R si presenta come un’occasione mancata.
Dopo quasi dieci anni di tempo le mancanze della prima versione persistono anche in questa riproposizione. Il titolo di CyberConnect2 non appare davvero rinnovato, e sembra abbia ottenuto semplicemente dei DLC aggiuntivi anni dopo il rilascio e una patch sulla stabilità.
Il framerate del titolo, ora saldamente ancorato a 60 FPS, rende gli scontri più fluidi, ma questo accentua ancor di più lo squilibrio tra i personaggi.
Tra i giochi in uscita a settembre era tra i più attesi, considerando anche l’arrivo della nuova stagione della serie animata uscita su Netflix, ma non sembra ingranare. La mancanza di un lato narrativo impedisce ai non conoscitori della storia di comprendere gli intrecci che legano i personaggi e conducono allo scontro. L’insoddisfacente stile di combattimento non spinge purtroppo neanche gli appassionati del genere ad acquistarlo per avere un titolo valido tra le mani.
Purtroppo sembra di essere tornati al 2013, ed è un dispiacere perché si tratta di un titolo con chiare potenzialità, ma che riesce a essere appena più che sufficiente.
Consigliamo il titolo agli appassionati che hanno voglia di rivivere gli scontri della storia che hanno amato.
Framerate migliorato rispetto al predecessore
Rispecchia perfettamente lo stile estetico di JoJo
Rooster di gioco sbilanciato
Comparto tecnico non all'altezza dei competitor del genere
Mancanza di una qualunque compenente narrativa