LG 49NANO866NA: La TV economica per Xbox Series X/S e PlayStation 5

lg 49Nano866NA
Informazioni sul gioco

Per un appassionato di videogiochi l’acquisto di nuovo televisore può risultare addirittura frustrante. Chi dispone di un budget molto alto, magari sopra ai mille euro o anche duemila, è libero di scegliere tra il meglio di ciò che il mercato ha da offrire, ma trattasi di una nicchia di utenti.

La maggioranza dei giocatori è alla costante ricerca del miglior compromesso, di quel prodotto accessibile ma che sia anche in grado di offrire prestazioni all’altezza delle migliori console.

Chiedere delucidazioni su forum o gruppi social non porta sempre alle giuste conclusioni. È troppo facile dare consigli quando non siamo noi in prima persona a dover spendere denaro.
Allo stesso tempo anche le recensioni dei siti professionali potrebbero risultare fuorvianti o in alcuni casi criptiche per chi non mastica le questioni tecniche, data la pioggia di numeri e misurazioni.

Il tutto che i prodotti di fascia media e bassa tendono a ricevere valutazioni discutibili, magari per un giudizio complessivo che riguarda l’utilizzo generico del prodotto.

Tuttavia e per assurdo, può capitare che un prodotto su carta infimo nasconda invece un ottimo rapporto tra il suo prezzo e la sua qualità. È successo con il monitor LG 32ML600, di cui potete trovare una dettagliata recensione qui sulle pagine di Videogiochitalia. Un prodotto con specifiche basilari, venduto nella fascia di prezzo entry level, con però una resa complessiva incredibilmente alta in relazione alla spesa richiesta.

Lo stesso può dirsi per il TV NanoCell 49Nano866NA, sempre di LG e protagonista dell’articolo di oggi. Un televisore che certo non rientra tra le eccellenze di questo produttore ma che grazie a un prezzo che oscilla attorno ai 650 euro, può davvero rappresentare il compromesso perfetto se abbinato a una console next gen. Vediamo assieme i motivi.

Budget e utilizzo primario

Prima di procedere con l’analisi del televisore, dobbiamo mettere le mani avanti parlando del suo target commerciale. Un prodotto che si rivolge a quell’utenza che non può permettersi modelli costosi, come la serie OLED o le alternative QLED della rivale Samsung e che di conseguenza non può per ovvi motivi offrire anche la stessa qualità audio-video.

È importante mettere a fuoco la natura del compromesso, che si traduce per esempio in una luminosità di picco molto bassa o anche nei soli 49 pollici, una dimensione difficile da piazzare in salotto considerata la risoluzione UHD 4K.

Tuttavia parliamo di un modello che sul fronte delle funzioni pensate per il gaming non si fa mancare niente e ci ricolleghiamo quindi all’importanza dell’utilizzo primario.

Ogni singolo utente ha le sue specifiche esigenze. Queste si legano soprattutto all’utilizzo che vorrà fare del prodotto acquistato. Un appassionato di home cinema, per capirci, non nutre alcun interesse verso l’input lag o la possibilità di attivare il Freesync. Al contrario, il videogiocatore deve innanzitutto considerare le potenziali latenze e i vantaggi offerti dal refresh-rate variabile.

Ed è proprio in ottica del gaming come utilizzo primario che il Televisore in oggetto diventa un prodotto molto interessante, nonché completo di tutto quello che serve per sfruttare al meglio le nuove console Next Gen.

Nanocell

La TV 49Nano866NA rientra nella serie Nanocell di LG del 2020 e prende il nome dalla tecnologia implementata su quelli che sono di fatto dei classici cristalli liquidi (LCD) con pannello di tipo IPS e retroilluminazione a Edge LED.

I Televisori a cristalli liquidi in genere utilizzano LED blu con fosfori gialli e i colori vengono visualizzati attraverso dei filtri RGB con conseguenti limiti e problematiche per quanto riguarda la fedeltà cromatica. In pratica e per capirci: quando il televisore LCD mostra a schermo per esempio il colore verde, non riesce a pulirlo completamente da una componente rossa (idem il contrario) e di conseguenza quando si analizzano gli spazi colore più ampi, si assiste a una scorretta saturazione.

La tecnologia Nanocell ha il compito di migliorare la resa cromatica, integrando delle micro-particelle di 1 nanometro nel polarizzatore (o pannello frontale). Tali particelle assorbono le lunghezza d’onda impure incrementando la saturazione dei colori e la loro qualità, soprattutto quando si tratta di contenuti in HDR.

Pur non trattandosi di una soluzione rivoluzionaria, i Nanocell riescono a gestire gli ampi spazi di colore con una fedeltà superiore rispetto ai pannelli privi di questa tecnologia. Tuttavia la qualità visiva varia poi da modello a modello in base anche alla fascia di prezzo. Nel caso del Nano86 non mancano sbavature e limiti che affronteremo a breve. Prima vogliamo parlarvi di elementi marginali in relazione al gaming, ma sui quali conviene spendere due parole, tipo l’estetica del televisore o le sue funzioni smart multimediali.

I materiali costruttivi eccedono per qualità quelli che di solito troviamo nei televisori di questa fascia. Abbiamo un rivestimento metallico che mostra il fianco a una solo parziale robustezza, evidente nel momento in cui tende a piegarsi sotto pressione, ma allo stesso tempo offre un’estetica piacevole, che accompagnata da alcune rifiniture in alluminio, trasmette un’idea d’eleganza che distingue di solito solo i prodotti più costosi.

Interfacce e sistema operativo

Le interfacce sono poste come di consueto sul lato posteriore, con due porte HDMI (più una USB) laterali e due invece parallele alla scocca, dove si trovano anche gli ingressi per la TV sia digitale terrestre che satellitare, l’uscita audio ottica, jack per le cuffie, ingresso ethernet e altre due porte USB. Non mancano infine lo slot per il modulo smart cam e il Wi-Fi integrato.

Sul fronte invece del sistema operativo troviamo il classico WebOS nella sua quinta incarnazione. Le applicazioni più importanti sono tutte supportate, compreso Twitch, mentre sul telecomando possiamo trovare i tasti rapidi per accedere a Netflix e Prime video.

Siamo dinanzi a un televisore completo anche da questo punto di vista, ma come dicevamo in apertura ciò che a noi interessa davvero sono le funzioni destinate al gaming e alle console Next gen, in particolar modo Xbox Series X in quanto PlayStation 5 ancora non supporta svariate features come il VRR.

Procediamo dunque l’analisi del prodotto, prestando attenzione a tutto ciò che può soddisfare le esigenze di un appassionato di videogiochi. Prima diamo un’occhiata alle specifiche tecniche più importanti.

Specifiche tecniche

Dimensioni: 49 pollici
Risoluzione: 4K UHD (3840*2160)
HDR: HDR10 Pro – Dolby Vision IQ – HLG
Refresh-rate: 120Hz
VRR: Freesync Premium
Range VRR: 40-120Hz
Tipologia pannello: IPS
Profondità colore: 10bit

Per una lista esaustiva di tutti i dettagli tecnici consigliamo di visitare la pagina ufficiale del 49Nano866NA sul sito LG.

HDMI 2.1 e VRR

Una particolarità del TV 49Nano866NA, in relazione alla sua fascia di prezzo, sta nella presenza di addirittura due ingressi HDMI 2.1 a banda piena. I televisori entry level, in particolar modo quelli sotto i 55 pollici, sono tendenzialmente sprovvisti di questa importantissima interfaccia.

Ai fini di una corretta informazione, va detto che l’assenza della versione 2.1 dell’HDMI non implica anche una mancata compatibilità con le features più recenti, come i 120Hz, l’automatic low latency mode o il VRR, ma impone dei vincoli non trascurabili (soprattutto nei confronti delle console Xbox, come già spiegato in questo nostro precedente articolo).

In alcuni casi, con TV dotati solo di HDMI 2.0, per poter visualizzare i 120Hz nativi occorre diminuire la risoluzione impostando i 1440p o i 1080p, mentre con la risoluzione UHD 4K il refresh-rate massimo saranno i classici 60Hz. Il Nano86 da questo punto di vista, non scende ad alcun compromesso. Una volta collegata la nostra console next-gen, ogni opzione avanzata viene immediatamente riconosciuta dal sistema.

L’ALLM (automatic low latency mode) si attiva alla prima accensione e la TV si predispone per un utilizzo primario legato ai videogiochi offrendo la minor latenza possibile. Il VRR (nello specifico parliamo di Freesync Premium) si può attivare anche con risoluzione UHD 4K a 120Hz nativi, con un range di funzionamento che oscilla tra 40 e 120Hz con Low Frame-rate compensation (per saperne di più vi consigliamo di leggere un nostro precedente approfondimento).

Siamo dinanzi a un prodotto che strizza l’occhio proprio ai videogiocatori più esigenti. I nostri test con l’ultima console Microsoft hanno scoperchiato un perfetto funzionamento del televisore in ogni circostanza, salvo per un leggero e trascurabile flickering durante i caricamenti di alcuni titoli.

Giochi come Sea of Thieves o Dirt 5 hanno permesso di attivare i 120fps senza mai incombere in sbavature come il tearing, perché scongiurate dal refresh-rate variabile, il tutto con una risoluzione di output UltraHD e HDR attivo con profondità colore di 10 bit.

La banda piena dell’interfaccia HDMI 2.1 viene sfruttata magnificamente dalle next gen e diventa un elemento quasi imprescindibile per ogni appassionato di videogiochi. Tuttavia, quando dirottiamo la nostra attenzione verso la pura qualità visiva, si scoperchiano i primi problemi.

HDR e luminosità scarsa

Uno dei più evidenti passi avanti nell’ambito della qualità visiva è l’High Dynamic Range, meglio conosciuto con l’acronimo HDR. Non si tratta soltanto di poter visualizzare una luminosità di picco molto più alta rispetto al passato, l’HDR contempla anche una diversa e più stratificata gestione dei colori e del contrasto tra il nero più scuro e il bianco più chiaro.

Si tratta di un elemento legato indissolubilmente al pannello in uso e per poter parlare di vero HDR è necessario spostarsi sui prodotti di fascia alta o altissima, dove per mezzo di particolari tecniche, tra cui l’ormai famoso Local dimming, si ottiene una visualizzazione ottimale spesso certificata da sigle standard come HDR1000 o UltraHD Premium.

I televisori più economici invece si limitano a quella che potremmo definire una semplice compatibilità, con risultati altalenanti dovuti in parte anche alla gestione dei toni (tone mapping), diversa da pannello a pannello. Il nostro 49Nano86 non fa eccezione. Per quanto riguarda la gestione dell’HDR può contare addirittura sulla possibilità di gestire il formato Dolby Vision, ma data l’elettronica coinvolta il risultato è comunque trascurabile.

Complice un pannello di tipo IPS, ottimo per quanto riguarda colori e angoli di visione ma pessimo se analizziamo il contrasto nativo. I contenuti HDR mostrano il fianco con neri poco profondi e immagini spente, data una luminosità di picco molto bassa a prescindere.

Questo indiscutibile difetto rende problematica la visione di contenuti HDR in un ambiente intensamente illuminato. Conviene dunque spegnere le luci e chiudere le finestre per compensare alle scarse prestazioni, oppure si può provare ad attivare il contrasto dinamico nelle impostazioni del televisore (con possibilità di scelta tra quattro diverse elaborazioni, disattivo, basso, medio e alto), ma all’aumento di questo effetto digitale consegue una desaturazione dei colori che sfocia in un’immagine eccessivamente artificiosa.

Un vero delitto, dato che la resa cromatica di default, garantita dal pennello IPS e dalla profondità colore di 10 bit reali, è estremamente vivida, pura e priva di sbavature o dithering evidente. Tuttavia questa possibilità non va esclusa a prescindere, a conti fatti bisogna anche considerare le preferenze personali del singolo individuo.  Non è detto che il contrasto dinamico al massimo infastidisca tutti in egual misura.

Come alternativa si può sfruttare un’opzione legata all’interfaccia HDMI, che ci permette di alzare e abbassare il livello del nero. Impostandolo su basso si ottiene una maggiore percezione della profondità, ma il picco in nits non ne guadagna e l’immagine risulta comunque poco brillante se confrontata con i risultati ottenuti dai prodotti di fascia superiore.

Local Dimming

Il televisore LG 49Nano866 è dotato anche di local dimming, ma la gestione dei LED di tipo Edge da parte dell’elettronica è davvero pessima.

Il dimming si può gestire solo in alcune modalità di visualizzazione con tre diversi livelli di intensità (basso, medio e alto). Tuttavia la sua attivazione non porta nessun reale vantaggio in termini di resa ed anzi genera una fastidiosa disomogeneità dei punti luce con tanto di blooming evidente sui lati del pannello.

Purtroppo in modalità gioco l’utente non ha potere decisionale, la voce local dimming è oscurata e preimpostata sul livello più basso, per fortuna quello meno invasivo e tutto sommato accettabile.

Date le circostanze, la compatibilità con Dolby Vision è un vanto solo su carta, considerato peraltro che questo formato HDR non è compatibile con il Freesync e allo stato attuale non esistono nemmeno videogiochi in grado di supportarlo. La situazione potrebbe mutare nel breve periodo, quando Microsoft rilascerà un aggiornamento per le sue Xbox atto proprio a integrare Dolby Vision nei giochi compatibili, ma in che modo verrà poi sfruttato resta ad oggi un’incognita.

Immagini SDR

Peggio ancora dei contenuti con alta gamma dinamica, sono le immagini SDR. In molti pannelli, per lo più sul versante dei monitor PC, l’HDR fittizio dei prodotti di fascia bassa rischia di peggiorare la resa complessiva, spingendo l’utenza verso la sua disattivazione. Non è il caso di questo televisore.

Nonostante i discutibili risultati in High dynamic range, la sua attivazione resta la scelta migliore e scoperchia anche l’utilità di una funzione sottovalutata come l’auto-HDR delle console Xbox.

I titoli più anziani, privi di una compatibilità nativa con l’alta gamma dinamica, vengono visualizzati con toni particolarmente spenti e nulla può l’aumento opzionale della saturazione dei colori via menù di sistema. Attivando invece questa particolare funzione delle console Microsoft, l’output in HDR avviene a prescindere, anche con giochi di una o due generazioni precedenti avviati in retrocompatibilità.

In questo modo il televisore riconosce la sorgente HDR e visualizza l’immagine con la gamma più alta possibile, con come risultato un’immagine più brillante e satura della sua versione in SDR.

HGiG e gestione del nero

Nonostante questa analisi dell’HDR poco entusiasmante, va spezzata una lancia in favore del TV 49Nano866NA per la gestione del tone mapping.

In linea generica, uno degli aspetti più importanti quando si parla di qualità visiva è il nero. Per questo gli OLED sono così gettonati, proprio grazie al livello del nero che sono in grado di raggiungere. Al contrario, i pannelli IPS sono quelli più criticati, perché a fronte di un contrasto nativo molto basso tendono a visualizzare dei grigi scuri più che il nero vero e proprio.

Tuttavia, nel momento in cui decidiamo di videogiocare, le zone troppo scure dell’immagine potrebbero nascondere pericolosi avversari oppure altri player occultati. Non è un caso che i migliori monitor pensati per il gaming abbiano tutti un’opzione a menù che permette all’utente di alzare il punto di nero.

Di conseguenza, quando c’è di mezzo l’HDR, la gestione dei toni da parte del pannello riveste un ruolo di primaria importanza, onde evitare che il nero mascheri dettagli fondamentali o che il bianco bruci i particolari dei punti luce.

Per far fronte a questo problema esclusivo del medium videoludico, i produttori hardware e software hanno sviluppato uno standard chiamato HgiG, acronimo di HDR Gaming Interest Group. Si dà  il caso che il televisore 49Nano866 ne offra pieno supporto.

Di fatto altro non è che una gestione personalizzata dei toni, per mezzo di una calibrazione utente direttamente nelle impostazioni della console. Tuttavia il pannello LG in questione offre di per sé un tone mapping eccezionale e rende superfluo l’utilizzo dello standard HgiG.

Lasciando attiva la gestione automatica dei toni, avviene una costante compensazione dei punti scuri e dei picchi chiari, risulta quindi un’immagine che non nasconde mai i dettagli delle zone più buie e non brucia quasi mai il bianco.

Questo elemento, in relazione a un utilizzo videoludico, riveste un’importanza maggiore rispetto alla luminosità di picco e alla profondità del nero, confermando quanto ipotizzato in apertura, ovvero la natura di ottimo compromesso del TV 49Nano866NA per tutti quegli utenti che cercano innanzitutto un buon pannello per giocare.

49 pollici e risoluzione 4K

In un nostro precedente articolo abbiamo spiegato il legame tra le dimensioni in pollici del televisore, la risoluzione del pannello e la distanza dall’osservatore (cioè noi). Tre elementi che se non bilanciati riducono i vantaggi offerti dal 4K a causa di un limite insito nell’occhio umano.

In pratica: se il nostro televisore UHD è di dimensioni contenute, quando posto oltre una certa distanza (definita ottimale), i nostri occhi non riusciranno più a percepire i vantaggi dell’alta risoluzione. Per questo quando si tratta di pannelli in 4K conviene orientarsi sui 55 pollici come dimensione minima, spazio permettendo.

Il 49Nano86 però, come si evince dal nome stesso, è un pannello di soli 49 pollici (48.5 per l’esattezza) e di conseguenza non è affatto semplice posizionarlo in salotto. Troppo distante si nullifica la qualità offerta dal 3840*2160, ma troppo vicino si compromette il comfort visivo. Purtroppo anche i pollici incidono sul prezzo, ergo tornando al principio di partenza, è necessario scendere a compromessi anche da questo punto di vista. Non disperate però, all’atto pratico è una rinuncia più che accettabile considerato il gaming come utilizzo primario.

La risoluzione è sicuramente un elemento importante ai fini della qualità visiva, ma pur sempre secondario rispetto agli assets di gioco, ai dettagli grafici e al frame-rate. Inoltre, sebbene Series X e PS5 siano pensate per fronteggiare risoluzioni molto alte, sul versante dello sviluppo si assiste spesso e volentieri a sotterfugi atti ad alleggerire il peso computazionale.

Soluzioni dinamiche, 1440p, checkerboard, upscaling, sono tutti all’ordine del giorno quando siti come Digital Foundry si mettono a contare i pixels visualizzati. Come se non bastasse, molti giochi lasciano un margine di scelta al giocatore, magari proprio tra risoluzione nativa e frame-rate. Essendo però più importante il numero di fotogrammi al secondo che non il pixels count, il videogiocatore esigente sa rinunciare a un po’ di definizione in cambio di una maggiore reattività e di conseguenza la percezione della risoluzione dovuta alla distanza dal TV diventa marginale.

Possiamo trarre come conclusione che in questo specifico caso, i soli 49 pollici del televisore LG non rappresentino un problema anche qualora si superi la distanza ottimale.

Audio e Dolby Atmos

Il videogiocatore saggio sa che non conviene mai adoperare gli altoparlanti interni di un televisore. La qualità offerta è tendenzialmente bassa e la serie Nanocell segue questa discutibile tradizione.

Pur disponendo di piena compatibilità con Dolby Atmos, si tratta pur sempre di un surround simulato e gestito dai due soli diffusori del televisore da 20W, distante dai risultati che si possono ottenere con delle buone cuffie da gaming o ancora meglio con un impianto dedicato.

Questo perché, se nel caso dell’home cinema l’audio posizionale aumenta l’immersione nel contesto ma non porta con sé nessun reale vantaggio, videogiocando è invece indispensabile poter sentire l’esatta provenienza di suoni o rumori, onde evitare che qualche zombie o soldato nemico ci colga di sorpresa alle spalle.

Per fortuna anche da questo punto di vista il televisore LG abbraccia le esigenze dei giocatori grazie al pass-through di segnali audio in bitstream attraverso la sua uscita ottica. A conti fatti è una funzione offerta da quasi tutti i televisori e da nessun monitor, nonché potenziale motivo per preferire la soluzione da salotto rispetto a quella da scrivania, vista la scelta discutibile di eliminare l’uscita S/PDIF dalle due console next-gen.

Alcune cuffie da gaming, in prevalenza di fascia alta, sfruttavano proprio l’audio digitale ottico per gestire segnali posizionali. La maggior parte degli impianti 5.1 entry level o di fascia media accettano in ingresso solo questa vetusta ma pur sempre funzionale interfaccia.

LG Nanocell 866 permette dunque di bypassare il problema. Basta collegare il nostro Xbox o la nostra PlayStation 5 al televisore via HDMI e poi il televisore via ottico alle nostre cuffie high-end o al nostro home theater. Una volta effettuato il collegamento, si va a configurare il formato audio che si riduce purtroppo al solo Dolby Digital, in quanto manca la compatibilità per il DTS.

Nonostante questo vincolo sui formati supportati, l’audio posizionale è garantito e gestito in termini qualitativi dall’impianto a nostra disposizione.

Considerazioni finali

Sono svariati gli elementi che abbiamo deciso di non affrontare in questa recensione, come per esempio la compatibilità nativa del televisore con Amazon Alexa, oppure le varie opzioni dedicate al cinema tipo la Filmmaker mode, o ancora la possibilità di leggere video in formato H.265 in 4K HDR tramite periferica USB.

Abbiamo volutamente concentrato le nostre attenzioni su tutto ciò che riguarda nello specifico l’utilizzo videoludico. Tuttavia resta da valutare la reattività del pannello, in termini di tempo di risposta dei pixels e input lag.

Purtroppo non esistono misurazioni per quanto riguarda il modello 49Nano866NA. Possiamo però basarci sulla media dei prodotti LG che adottano la stessa tecnologia, ipotizzando una latenza molto bassa con la game mode attiva, attorno se non inferiore ai 15ms giocando a 60Hz e potenzialmente dimezzata una volta attivati i 120Hz.

Anche per quanto riguarda i tempi di risposta non abbiamo registrato artefatti. Al di là del refresh-rate selezionato non ci si imbatte mai in ghosting invasivo, complice senza dubbio il pannello IPS.

Questi due elementi chiudono un quadro tecnico privo di infamia per un televisore che offre ai videogiocatori tutto ciò di cui hanno bisogno ma a un prezzo più che accessibile.

Come abbiamo detto in apertura, l’eccellenza si trova altrove, nei top di gamma OLED o nelle alternative QLED di fascia alta. Trattasi tuttavia di prodotti che si rivolgono a un’utenza molto più esigente, disposta a spendere cifre significative e magari in previsione di un utilizzo generico della TV, con alternanza tra gioco e home cinema.

Chi invece ha a disposizione un budget limitato, con un occhio di riguardo verso il maggior risparmio, ma che allo stesso tempo cerca un prodotto in grado di offrirgli tutto quello che serve per videogiocare nel migliore dei modi, potrebbe trovare nel 49Nano866NA il compromesso che stava cercando.

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