Life of Delta Recensione: ricaricando le batterie

life of delta recensione

Un mondo post-apocalittico, una stirpe di robot in schiavitù sotto lo sguardo vigile dei loro guardiani zoomorfi, questo è Life of Delta.
Alla pubblicazione di questo titolo abbiamo Daedalic Entertainment (studio tedesco recentemente nell’occhio del ciclone per le vicende legate a The Lord of the Rings: Gollum), mentre dello sviluppo si è occupata Airo Games.

Life of Delta potremmo quasi dire che rientra in quel filone, con la sua nicchia di estimatori, che, trasversalmente fra vari generi videoludici, fonde ambientazioni fantascientifiche con atmosfere e racconti quasi fiabeschi.
Recentemente potremmo aver incontrato videogame del genere con opere come Planet of Lana e, nemmeno a dirlo, Lies of P.

Dopo la pubblicazione di qualche mese fa su Steam e Nintendo Switch, finalmente l’avventura è disponibile anche su PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Ed è proprio quest’ultima che abbiamo acceso per provare un’avventura punta e clicca, il cui protagonista è il giovane robot Delta.

Il viaggio del (giovane) eroe: la vita di Delta

L’umanità si è estinta, portata alla propria fine dalle guerre atomiche da lei stessa generate.
E, in questo mondo ora post-apocalittico, i robot un tempo al servizio degli esseri umani continuano con le loro mansioni. Sono infatti passati dall’essere fedeli servitori dell’umanità al divenire sfruttati e sottomessi da una nuova stirpe di creature animalesche, nate dagli elementi radioattivi ricaduti dall’atmosfera con l’ultima guerra.

In questo mondo, fatto di fabbriche e industrie, cunicoli bui e tunnel, baracche di lamiera ed edifici devastati, il giovane Delta si ritrova coinvolto in una retata portata avanti dai nuovi dominatori del pianeta.

recensione life of delta recensione

Rimasto da solo, Delta si decide ad abbandonare la sua esistenza di insicurezze e paure per gettarsi in un viaggio ancor più pericoloso: scoprire dove sia finito Joe, compagno robot vittima della retata, colpevole di aver salvato in precedenza proprio il piccolo Delta.

Quella che doveva essere la generica vita di un generico robot, diventa così l’archetipo di una vita alla ricerca della libertà e di uno scopo.

L’arte nella distruzione: Life of Delta e il suo stile

Al di là di una trama forse assai base, Life of Delta ci ha consegnato però una storia che rimane sempre, come dicevamo, archetipica e dunque efficace.
Ad accompagnare e, a nostro avviso, a migliorare ancora questo archetipo, abbiamo la componente prettamente artistica (visiva e non) del titolo di Daedalic Entertainment.

I panorami apocalittici

Sicuramente abbiamo in primis i panorami di vecchie guerre e devastazione che abbiamo visto sin dalle prime immagini, ben molto prima di questa release su console del videogame.

E fin da subito ciò che abbiamo visto ci ha poeticamente trasportato in un mondo totalmente diverso, futuro e desertico, spoglio ma comunque denso di dettagli a schermo. E forse sì, certamente sì, questo nuovo mondo non è un mondo in cui adoreremmo ritrovarci o vivere, tuttavia rimane ugualmente quell’attrazione per ciò che è distrutto e alieno, misterioso fino all’orrorifico.

Fra l’altro, a rendere il tutto ancora più insolito da guardare, abbiamo anche il sistema delle animazioni e delle transizioni (che potete vedere nel trailer in apertura della recensione di Life of Delta), che portano a una resa generale più onirica e quasi fiabesca.

Melodiche malinconie

A contorno della componente visiva di Life of Delta, abbiamo anche le sue atmosfere sonore, altrettanto cupe e di sogno.

Dai suoni alla soundtrack, fino ai dialoghi, ciò che va a crearsi nel videogioco di Airo Games è un sottofondo a tratti inquietante, che si introduce perfettamente con ciò che vediamo, in particolare con i rivoli della sabbia sollevata dal vento e con le ombre che si muovono nel buio.

Missioni e avventure nel post-apocalisse: il gameplay di Life of Delta

All’interno di Life of Delta, nel nostro seguire e aiutare il piccolo protagonista nella sua ricerca del disperso Joe, ci ritroviamo a muoverci fra moltissime sezioni e luoghi, fra recupero di oggetti chiave e task da portare a termine.

Purtroppo è in questo frangente, nelle sequenze di gameplay puro, che il videogioco di questa nostra recensione mostra alcune volte il fianco a critiche.

Muoversi fra gli spazi

Parliamo di un titolo, in quanto punta e clicca, che dovrebbe basare sul muoversi fra le zone (e nelle zone) uno degli elementi realizzati meglio. E però, sfortunatamente, Life of Delta ci consegna un sistema a tratti legnoso, specialmente negli input e nella selezione del punto verso cui dirigere il nostro protagonista.

Di sicuro però, al di là di questa legnosità che traspare fin troppe volte, rimane in ogni caso una lentezza di fondo nei movimenti di Delta. Questa certamente si sposa bene con l’atmosfera spesso compassata e placida dei luoghi del titolo, ma alle volte può lasciar comparire anche un poco di noia.

Quell’oggetto va qui, questo va là

Oltre al muoversi fra un’area e l’altra, come ogni punta e clicca che si rispetti anche in Life of Delta abbiamo a che fare con tanti oggetti: da raccogliere, da depositare, da utilizzare, da combinare.

A seconda dei momenti e del trovare il modo per proseguire, dobbiamo capire come ogni oggetto ci possa servire. Si va da situazioni basilari, come l’utilizzo di una chiave magnetica per aprire uno sportello, fino al trovare invece il modo migliore per recuperare un pezzo di tessuto appeso a mezz’aria, così da consegnarlo al robot che ce lo ha richiesto.

Allo stesso modo, in diverse occasioni dobbiamo controllare con attenzione il nostro inventario e capire come possiamo combinare gli oggetti in nostro possesso, magari per crearne di nuovi o per esempio riparare una particolare fionda, che potrebbe rivelarsi molto utile.

Peccato che non abbiamo visto un vero e proprio tutorial per le varie funzionalità. Ed è pur vero che le feature non sono poi tante, sia chiaro, però, se ad avvicinarsi al titolo è una persona senza alcuna esperienza, questa potrebbe avere alcune difficoltà.

Sul lato opposto dello spettro, ci è sembrato di ritrovarci molto spesso con un inventario molto limitato in termini di oggetti raccolti. Non c’è mai stata un’eccessiva sfida nel capire quale o quali oggetti ci possano servire di volta in volta.

Sono solo puzzle

Altro elemento distintivo di Life of Delta, che appunto vuole ripercorrere le caratteristiche tipiche dei punta e clicca, è la presenza di puzzle e minigiochi.
Talvolta ne abbiamo trovati di criptici, ma in generale non sono mai stati eccessivamente complessi.

Si tratta di tipologie di puzzle già viste e ben rodate, come giochi in cui creare collegamenti fra tubi e cavi elettrici, puzzle di posizionamento oppure di accensione di determinati interruttori (basandosi sui suggerimenti a schermo).

recensione life of delta recensione

E anzi, forse qualche esperto videoludico del genere potrebbe trovarli in generale non troppo difficili.

Nonostante questo, d’altro canto queste caratteristiche potrebbero rendere Life of Delta un banco di prova ideale per chi si avvicina a questo genere per la prima volta.

Un pensiero finale

Insomma, al termine di questa recensione di Life of Delta cosa possiamo dire?

Il titolo di oggi ha sicuramente alcune critiche che gli possono essere mosse, dalla facilità di alcuni enigmi o sequenze, così come per esempio nei movimenti.
E però ha anche dalla sua parte molteplici punti a favore, in particolare se pensiamo alla componente visiva e al comparto sonoro.

Insomma, il gioco di Daedalic Entertainment ha lati positivi e altri con meno appeal, però in generale rimane un’opera godibile e con una trama sempre efficace.

Facebook Comments
life of delta recensione
0
Amazing
75100
Pros

La trama fiabesca

Il setting post-apocalittico

Il comparto audio

Cons

Gameplay a tratti lento

Tipologie di enigmi e puzzle non al livello del setting e della trama

Articoli Correlati


© Copyright © 2019-2024 videogiochitalia.it All Rights Reserved

Scroll To Top