Planet of Lana – Recensione: sulla via di casa

Planet of Lana recensione
Informazioni sul gioco

Planet of Lana è infine uscito. Opera creata dal team di Wishfully Studios grazie all’apporto di Thunderful, il gioco della nostra recensione di oggi è una fiaba fantascientifica che prova a trasportarci su colline e in boschi a chissà quanti anni luce di distanza.

Se volete scoprire i segreti e la poesia del mondo di Lana, seguiteci in questo viaggio fra stelle e mondi alieni, che abbiamo affrontato sfruttando la nostra Xbox Series S e il Game Pass di Microsoft.

Un’anima sconsolata

Quella di Planet of Lana è la storia di un’anima in pena, Lana appunto, una giovane abitante di un ignoto pianeta senza nome, perso nei recessi di chissà quale galassia, a chissà quanti anni luce dalla nostra Terra.

Lana è un’anima in pena, senza consolazione, alla ricerca di quella felicità che perde (e noi con lei) all’avvio del gioco, quando delle enormi e spietate macchine giungono in massa dai cieli per depredare il mondo di ogni cosa lo calpesti, esseri umani compresi.

planet of lana recensione videogioco fantascienza

La perdita della propria sorella, il suo rapimento, l’assenza di qualunque punto di riferimento, la distruzione, la fine della vita.
Questo è il presente di Lana, il nostro presente.
Dobbiamo partire per salvarla, e con lei salvare noi.

Non mancano certo volti amici nel corso del viaggio.
Così come non sono assenti però ulteriori perdite, ulteriori pianti, ulteriori conclusioni premature.

Da Dante a Star Wars, a Mass Effect: il viaggio dell’eroina

Planet of Lana racconta una storia propria, ma lo fa in un modo che non può non riportarci alla mente tante storie archetipiche.

Nei viaggi nei deserti planetari del videogioco potremmo rivedere Rey, la protagonista dell’ultima trilogia starwarsiana (in particolare con Episodio VII: Il Risveglio della Forza, tralasciandone ora la qualità della pellicola).
Così come nelle grosse macchine pronte a fare incetta di ogni essere vivente potremmo rileggere le ombre dei Razziatori (in inglese Reaper) che abbiamo affrontato nella saga di Mass Effect.

Che si tratti di Razziatori o del ritorno dell’Impero, che si tratti di Rey o di Shepard, anche in Planet of Lana combattiamo contro una forza inarrestabile, onnipotente, quasi divina.

Poco possiamo fare, se non nasconderci, vagare quasi senza meta, gridare il nome della persona per cui abbiamo intrapreso questo viaggio, questo peregrinare che ci sta portando nel ventre della bestia, nei domini delle macchine.

Echi danteschi e odissee nello spazio

E parlando di peregrinare e divinità, perfino potremmo rivedere nell’impresa di Lana degli echi danteschi, una persona che si trova di fronte a qualcosa di impossibile e quasi neppure quantificabile con i mezzi terreni.

Oppure è solo puro e semplice viaggio dell’eroina, con i suoi stilemi e le sue caratteristiche divenute ancestrali e riscontrabili nella stragrande maggioranza delle opere romanzesche, d’avventura, epiche prodotte dall’intera umanità.

planet of lana recensione platform puzzle game

E intanto, però, ovunque ci porti il nostro viaggio, rimane il nostro punto di partenza, la nascita nostra e della nostra civiltà. Questa fa capolino qua e là nel corso dell’avventura attraverso criptiche iscrizioni e disegni (così come nella serie di collezionabili), che ci mostrano pianeti alieni e feti ancestrali.
La nostra mente non può non andare a una delle scene più iconiche dell’intero cinema di fantascienza, ripensando a 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick.

Planet of Lana: un’avventura viva

Elemento che chi scrive ha certamente apprezzato del titolo della nostra recensione è quanto il mondo sia vivo, in tanti piccoli dettagli. Per quanto ci troviamo di fronte a un semplice platform adventure, dietro il nostro scorrere in 2D, al di là dei nemici che dobbiamo evitare o da cui dobbiamo scappare, vediamo sentieri e foreste in cui si muove la vita.

Fin dal villaggio della protagonista, per arrivare a specie di sassi dotati di zampe, per non parlare delle fronde degli alberi che ondeggiano sopra la nostra testa, fino al piccolo companion animale che ci segue nel viaggio.

Questa vita è resa ancor meglio dalla fluidità di tutto ciò che si muove: dalle fronde degli alberi alle rocce che rotolano, dalle nuvole di polveri all’ondeggiar dei nemici, dalle nuvole all’oscillare delle corde.

Planet of Lana: un’avventura dipinta

A rendere il tutto a tratti perfino maestoso, quando per esempio vediamo aprirsi panorami distanti e mozzafiato, ci pensa la realizzazione visiva di Planet of Lana.

Dipinti in digitale, i fondali e gli elementi a schermo del titolo di Wishfully donano a chi li osserva ancora di più la sensazione di star guardando qualcosa di vero, per quanto lo stile scelto sia abbastanza distante da qualunque realismo.
È però il modo in cui sono stati realizzati che contribuisce a darci l’illusione di un setting che possa risultare potenzialmente esistente.

planet of lana recensione paesaggi fondali arte

E ciò è vero per i molti setting che ci propone il videogame, che siano oscuri e rocciosi, soleggiati ed erbosi, bianchi e asettici.
In qualunque punto del gioco ci troviamo, difficilmente si potrebbe pensare che ciò che stiamo guardando non sia ispirato.

Un eterno, placido sottofondo

Se con le ambientazioni ci ritroviamo spesso a fissare il vuoto, a fissare il mondo di Lana, anche le nostre orecchie trovano in questi panorami la pace.

Fin dalle musiche che ci accolgono nel menu principale, l’opera di Wishfully Studios e Thunderful ci pone in una situazione di calma estrema, un chill costante che ricalca le immagini silenziose del pianeta sul quale ci muoviamo.
Ed è una musica che però, come il pianeta che sa colmarsi di pericoli, sa a sua volta divenire potente messaggio, che muta di volta in volta, di rabbia e dolore, di speranza e gioia.

E questa colonna sonora diviene ancora più imponente e importante se confrontata con i silenzi cavernosi che ci colgono ogni tanto, fra un’area e l’altra.
Stiamo provando a superare questa o quella macchina, ragni metallici e sentinelle volanti ci attaccano, ci colpiscono, ci abbattono, perdiamo la vita.

È solo a questo punto che ci accorgiamo che, magari fino a quel momento, non c’era stata alcuna colonna sonora ad accompagnarci da chissà quanti minuti.
Ma quando tornerà, quando torna a farsi sentire, la musica lo fa in maniera epocale, al punto che non potevamo non citare, pure nel titolo che abbiamo dato alla recensione, il brano che più di tutti ci ha fatto vibrare l’anima nel corso della nostra run.

La linguistica applicata a Planet of Lana

L’intonazione fa parte della prosodia, di quelle parti cioè della linguistica e del parlato che magari non veicolano strettamente il messaggio (dunque parole e frasi comprensibili a chi ascolta), ma danno un aiuto in più a comprendere il senso, i sentimenti, le intenzioni di chi parla.

Planet of Lana è questo: è l’ascoltare e l’empatizzare attraverso una lingua incomprensibile, che si spiega a noi solo attraverso la gestualità, le movenze e, appunto, l’intonazione.
La paura, la solitudine, il sollievo e la speranza, Lana ci parla nei suoi richiami rivolti costantemente alla sorella perduta, nelle domande dubbiose, nelle urla di terrore.

Di enigmi, piattaforme e fughe

Il debito col passato del gameplay di Planet of Lana

Come avrete intuito da ciò che avete letto finora della nostra recensione di Planet of Lana, chiaramente chi lo ha scritto ha profondamente apprezzato il lavoro degli Wishfully Studios.
Ne ha apprezzato la storia, la calma con cui questa storia viene narrata, le ambientazioni, le musiche, perfino il doppiaggio e la lingua.

Ma, se proprio vogliamo trovare un elemento che qualcuno potrebbe prendere come difetto del gioco, questo qualcuno potrebbe pensare alla componente ludica di Planet of Lana, il suo gameplay.
Principalmente, questo pensiero potrebbe nascere dal riconoscere il fatto che il gioco è profondamente debitore a molti titoli del passato che ne condividono le dinamiche e il genere, dunque avventure platform con puzzle e sequenze stealth. In particolare, ci ha ricordato la serie di Oddworld con protagonista l’alieno Abe.

I nemici, lo stealth e i puzzle di Planet of Lana

Nel nostro viaggio con Lana, ci muoviamo fra cunicoli e ostacoli, saltando per evitare voragini e per arrampicarci sulle piattaforme che ci conducono alla salvezza, come nei più classici platform in 2D.

E alle volte però non si tratta solo di andare da un punto A a un punto B, ma di affrontare i nemici del nostro mondo, adesso ostile. Che siano gli animali feroci tipici delle zone selvagge, o che siano invece le macchine che ci stanno braccando, dobbiamo trovare il modo di sopravvivere, il che alle volte è alquanto complesso: siamo gracili, siamo come foglie al vento di fronte alla furia e alla potenza di quel che ci si para davanti.

Per potercela fare, Planet of Lana ci dà di volta in volta la possibilità di nasconderci fra le ombre e nell’erba alta, con puro e semplice stealth. Ma non soltanto, perché a seconda delle occasioni potremo provare a eludere o ingannare i nemici, fino altre volte ancora a farli schiantare contro qualche parete o roccia oppure farli precipitare in un qualche dirupo.

Ciò è quasi sempre possibile grazie a puzzle non troppo complessi, ma in grado talvolta di lasciarci lì a ragionare fra le fronde degli alberi, fra antiche rovine, fra le caverne del pianeta.
Che si tratti di studiare le routine nemiche, spostare oggetti, attivare ponti o porte, trovare oggetti da suonare, anche in queste sequenze gli echi di titoli come la saga di Abe si sono fatti prepotenti.

Non siamo soli su questo solitario mondo

planet of lana recensione pet animale

Nel nostro vagare in solitaria, non siamo però totalmente senza nessuno. Il pianeta di Lana ci regala infatti un animaletto di nome Mui, come noi sperduto, una qualche sorta di gattino alieno che diventa parte fondamentale della nostra vita.
Come fu nella già citata serie di Abe (in cui potevamo dare indicazioni ai nostri follower affinché lavorassero, ci seguissero o si fermassero), anche il nostro micio extraterrestre è in grado di eseguire alcune semplici ma importantissime task.

Possiamo chiedergli di rimanere al sicuro oppure arrischiarsi a correre fino da noi passando fra le zampe metalliche delle macchine, oltre ad aiutarci, con le sue piccole zampette, a premere qualche pulsante o a farci cadere delle corde da usare come appigli per arrampicarci.

Planet of Lana: troppo facile, troppo breve?

Come detto, i puzzle e le situazioni di Planet of Lana non costituiscono una difficoltà particolarmente insormontabile per chi decide di seguire la giovane protagonista nel suo viaggio.

Non per niente, pure chi scrive è riuscito ad affrontare senza patemi la totalità dell’opera di Wishfully, non com’era successo con altri puzzle game come Faraday Protocol, o ancora di più con videogiochi come Superliminal o The Witness (in particolare con quest’ultimo, in cui la frustrazione ha rischiato di prendere il sopravvento).

Per cui il gioco è troppo facile?
Il definire un titolo come troppo facile è sempre un azzardo, se non un vero e proprio errore. In primis dato che la semplicità è soggettiva, secondariamente perché un’opera videoludica non vive con l’unica componente della sfida.

Lo abbiamo visto: i panorami, le musiche, i misteri, le fughe, il nascondersi, la trama, il racconto, la poesia.
Il videogioco non vive di solo gioco, ma è soltanto una forma diversa di raccontare una storia, pertanto non possiamo valutare il Planet of Lana di turno esclusivamente dal suo grado di difficoltà.

Ma il videogame è troppo breve?
Per ciò che riguarda la durata della creazione di Wishfully, vale ciò che è valido anche per la sua difficoltà: vogliamo davvero valutare un prodotto da quante ore ci tiene davanti allo schermo?

Riteniamo che sia molto superficiale pensare che più dura un gioco, più sia bello, e diversi titoli usciti negli ultimi mesi (come il reboot di Saints Row) dimostrano quanto questa equazione sia distante dalla realtà. Per quanto infatti il protagonista della nostra recensione duri una manciata di ore, è pur vero che al termine di tutto, quando arriviamo ai titoli di coda, non abbiamo sentito in nessun momento un senso di non raccontato, una mancanza, un qualcosa di lasciato in sospeso.

Una piccola conclusione

Per cui sì, Planet of Lana è un videogame breve e semplice.
Non giriamoci intorno: se cercate longevità o alta sfida, questo e solo questo, allora non apritelo neppure.

Se invece volete provare ad andare oltre a questa superficie, per quanto possa essere importante o rilevante, se volete provare a soprassedere su di un certo debito del gioco di Wishfully nei confronto di molte icone del passato, allora potreste ritrovarvi a commuovervi e a meravigliarvi.
La scelta è vostra, come sempre, perché questa è solo una riflessione.

Facebook Comments
Planet of Lana recensione
0
Amazing
87100
Pros

La riproposizione del viaggio dell'eroina

I panorami e il comparto visivo

La colonna sonora e il linguaggio dei personaggi

Accessibile a chiunque a livello di difficoltà

Cons

Non eccessivamente difficile

Brevità, che qualuno potrebbe trovare eccessiva

Ha un grosso debito con molti videogame del passato

Articoli Correlati


© Copyright © 2019-2024 videogiochitalia.it All Rights Reserved

Scroll To Top