NFT: le ultime notizie dal mondo del gaming

nft nei videogiochi

Una delle ultime novità che stanno invadendo il mercato delle criptovalute e della blockchain è il sistema degli NFT. Stiamo parlando dei non-fungible token, tematica che abbiamo già visto poco tempo fa, dopo la decisione di Valve di non consentire la pubblicazione di giochi con uso di blockchain su Steam.

Specificamente per il tema di cui parliamo oggi, con l’espressione “non-fungible token” (abbreviata appunto in NFT), intendiamo un token univoco che rappresenta l’atto di proprietà, oltre a indicarne l’autenticità, di un oggetto digitale o fisico. Per entrare ancora più nel dettaglio, nel mondo del digitale e dunque non solo del gaming, con NFT si fa riferimento a opere singole e uniche che non hanno copia. Tali opere possono essere canzoni, opere d’arte, elementi di un videogioco e altro ancora. In tutti questi casi, tramite NFT sappiamo che ne esiste solo un originale, che mantiene il suo valore in quanto singolo esemplare.
Pensando al mondo del gaming, potremmo essere tentati di paragonare i non-fungible token a skin e tutto il resto che possiamo acquistare in game. In realtà, a distinguere questi token da ciò che abbiamo visto finora è appunto l’unicità degli NFT. Infine, a validarne la proprietà abbiamo l’infrastruttura delle blockchain, che consente in ogni momento di stabilire chi sia il proprietario di un dato oggetto.

Già per le sue premesse, questo tema risulta parecchio caldo e sta facendo discutere sviluppatori, software house e utenti in merito alla legittimità di questo nuovo mezzo di guadagno per le compagnie. Vediamo insieme quali sono stati alcuni degli ultimi avvenimenti in merito.

Peter Molyneux: l’esperimento di Legacy

Per i videogiocatori non c’è bisogno di presentare Peter Molyneux, ovvero la mente dietro la classica saga videoludica di Fable. Oggi però non parliamo di questa serie o del suo futuro ritorno, bensì del più recente videogioco di Molyneux, Legacy di 22Cans.
Con un arrivo previsto nel 2022, Legacy sarà interamente basato sulla blockchain di Ethereum e su di una criptovaluta chiamata per l’occasione LegacyCoin. Grazie a questa criptovaluta, accumulata dagli utenti con denaro reale, si possono già acquistare degli NFT dal nome di Land. Di fatto questi sono degli appezzamenti, dei terreni virtuali.

nft stalker 2

Una volta che Legacy sarà ufficialmente online, poi, tramite queste Land i giocatori/imprenditori potranno avviare una propria attività economica e commerciale. Ci sarà infatti l’opportunità di comprare e rivendere terreni, costruirvi edifici, dedicarsi alla produzione di prodotti da vendere ad altri utenti di Legacy.
Insomma, il nuovo videogame di Peter Molyneux è in sostanza un vero e proprio simulatore di strategia e gestione economica, basato però sull’infrastruttura degli NFT che ha alla base denaro reale.

E se vi steste chiedendo di quali somme parliamo per la compravendità degli appezzamenti di terra, le cifre sono a dir poco da capogiro. Infatti, in generale, nonostante sia ancora distante la data di uscita, Legacy ha già mosso più di 53 milioni di dollari. Invece, per quel che riguarda il singolo acquisto di maggior valore, vi è stato quello di un appezzamento particolarmente raro, venduto addirittura per 900.000 dollari.

Ubisoft e le skin di Ghost Recon

nft ubisoft quartz

Al di là di chi si prepara ad approdare nel remunerativo mondo degli NFT, c’è chi questa mossa l’ha già fatta. Stiamo parlando di Ubisoft, che ormai qualche settimana fa ha annunciato ufficialmente la sua piattaforma Ubisoft Quartz, mostrata anche tramite un video su YouTube.
Su tale piattaforma sono a disposizione specifici non-fungible token della compagnia, che hanno il nome di Digits. Al momento tali Digits, tali elementi unici e con un unico proprietario, saranno soltanto oggetti cosmetici legati a veicoli, armi e indumenti, che in alcun modo andranno a intaccare il gameplay fra chi ha acquistato NFT e chi invece non lo ha fatto.
O, almeno, questo è quanto dichiarato da Baptiste Chardon, figura appunto incaricata della blockchain in Ubisoft. Inoltre Ubisoft è fiduciosa anche nell’efficacia della sua blockchain, in grado di garantire la sicurezza che il reale proprietario del bene digitale sia sempre certo e unico.

Sul lungo termine, scopo di Ubisoft è quello di introdurre i Digits anche come elemento delle limited edition dei suoi videogame. Ciò non vieterà comunque ai possessori di tali Digits di rivenderli ad altri gamer sfruttando la blockchain.
Per adesso in forma di Beta, la compagnia ha rilasciato le prime tranche di drop di NFT su Ghost Recon: Breakpoint tramite Ubisoft Connect.

Ubisoft: i dubbi degli sviluppatori

Se già su YouTube abbiamo avuto un’enorme folla di voci di dissenso nei confronti di Ubisoft Quartz (prima che YouTube disabilitasse la possibilità di mostrare i dislike, questi ammontavano a quasi 45.000), chi non ha capito la mossa della compagnia non è stata solo l’utenza.
Infatti anche in seno agli sviluppatori c’è chi si chiede quale sia il senso dell’avvicinarsi all’universo degli NFT.

I dubbi sollevati dai developer dell’azienda sono più che legittimi. Si va dalla perdita ulteriore del valore artistico di un’opera videoludica in funzione del mero guadagno, al potenziale obbligo per gli sviluppatori di integrare non-fungible token all’interno dei loro titoli. Da qui arriviamo alla “semplice” cattiva pubblicità per l’intera compagnia, fino all’idea di quanto l’ambiente online possa diventare tossico a causa di questi beni rari e unici, da inseguire spinti soltanto dal profitto e dall’egoismo.
A titolo esemplificativo, aggiungiamo anche l’esperienza del trascorrere in game 600 ore per ottenere un NFT di un elmetto in Ghost Recon Breakpoint.

Electronic Arts: l’apertura ai non-fungible token

Altra compagnia che ha deciso di non tirarsi indietro di fronte ai non-fungible token è Electronic Arts. Infatti l’azienda con sede a Redwood City sta già decidendo come avvicinarsi agli NFT.
Il CEO Andrew Wilson, in una call di diverse settimane fa, si è riferito ai token e alle modalità del play-to-earn come al “futuro dell’industria del gaming“. A questo ha aggiunto che in EA stanno ancora decidendo come muoversi nel dettaglio.

Credo che nel contesto dei giochi che creiamo e dei servizi online che offriamo, i contenuti digitali collezionabili giocheranno un ruolo di primo piano nel nostro futuro.
Dunque, sebbene sia presto per dare dei dettagli, penso che siamo decisamente in una buona posizione, e dovremo prepararci per un modo di pensare più innovativo e creativo di guardare al futuro.

 

Perciò, come risulta chiaro dalle parole del CEO, anche EA è pronta a seguire Ubisoft e ad avventurarsi nel mercato degli NFT.

Phil Spencer e Xbox: chi dice no agli NFT

Fra tante personalità e società che si espongono a favore dei non-fungible token, della blockchain e in generale delle criptovalute, c’è anche chi va controcorrente. In questo caso stiamo parlando di Xbox e del suo capo Phil Spencer.
Qualche giorno dopo rispetto alle dichiarazioni di Andrew Wilson di EA, infatti, Phil Spencer aveva avuto modo di dire la sua riguardo ai giochi play-to-earn e alle blockchain.

Ciò che ho già detto sugli NFT è che credo che ci sia molta speculazione e ricerca al momento, e che molta creazione sia interessata più allo sfruttamento che all’intrattenimento.

 

Dunque al momento Phil Spencer non sembra molto aperto a questa fetta di universo videoludico. Tuttavia, nonostante ciò, ammette lui stesso che non è detto che ogni gioco con queste feature sia finalizzato al solo guadagno.

Il primo fallimento: S.T.A.L.K.E.R. 2

Fra chi si sta aprendo e chi no, fra chi sta entrando nel mercato dei non-fungible token applicati al gaming, c’è chi se ne è già ritirato. Ci riferiamo a GSC Game World e al loro atteso S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl, in arrivo a inizio 2022.
Abbiamo avuto infatti, nei giorni scorsi, l’annuncio della presenza di NFT nel prossimo titolo degli sviluppatori inglesi, seguito però a stretto giro dalle infiammate proteste, le giustificazioni dei developer e infine il passo indietro di GSC Game World. Ma andiamo con ordine.

Il primo annuncio

Si è partiti intanto da GSC Game World che ha comunicato l’arrivo dei non-fungible token su S.T.A.L.K.E.R. 2. E lo ha fatto, come prima cosa, dichiarando quale sarebbe stato il punto di partenza: un’asta fissata per gennaio 2022. Tale asta sarebbe servita ad acquistare un NFT che avrebbe permesso all’acquirente di diventare il primo metaumano. Più nel concreto, acquisendo il token i proprietari avrebbero dovuto recarsi presso gli studi di sviluppo.
Qui, tramite complesse e dettagliate tecnologie di scanning, i developer li avrebbero trasformati pian piano in NPC della loro prossima opera.

Al di là delle buone intenzioni e anche dell’interesse generale della cosa, assieme all’annuncio è arrivata a valanga pure l’enormità delle proteste degli utenti online, al sapere che anche in S.T.A.L.K.E.R. 2 avrebbero avuto a che fare con criptovalute e blockchain.
E a tal punto si sono scatenati sui social, da richiedere una replica da parte di GSC Game World.

La replica di GSC Game World

Cari Stalkers,
vogliamo fornirvi un commento dettagliato sull’annuncio di ieri riguardo i bonus NFT per S.T.A.L.K.E.R. 2.

GSC Game World è uno studio di sviluppo indipendente. Non abbiamo alcun publisher, ma soltanto dei meravigliosi partner, un team incredibile e un gioco fantastico che adorerete. Come tutti gli altri sviluppatori, abbiamo bisogno di due risorse: tempo e denaro.

S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl è davvero il più grande e più complesso gioco che abbiamo mai creato. Tutti i fondi che abbiamo raccolto durante il processo di sviluppo (incluse le potenziali entrate dagli NFT) saranno spesi per migliorare il tanto atteso gioco, così da renderlo ancora migliore.

Perché abbiamo scelto i non-fungible token? Sono una nuova tecnologia, e siamo desiderosi di sfruttarla in maniera corretta: dare a certi fan l’opportunità di “entrare” nel gioco senza però interferire con l’esperienza degli altri giocatori […].

Ieri abbiamo annunciato i primi token (le facce di svariati NPC). Questi non saranno neppure parte della storia, ma alcuni di voi hanno pensato che ci saremmo spinti anche oltre. Ecco perché vogliamo parlare apertamente dei nostri piani futuri.
Abbiamo intenzione di implementare i (nick)name dei proprietari su alcuni muri, scrivanie, ecc. in game (tenete presente che stiamo parlando di un vastissimo open world), guanti, tatuaggi, skin, ecc. per il multiplayer (che sarà rilasciato come update gratuito dopo la modalità storia) e delle carte collezionabili […].

 

Nella conclusione del comunicato, GSC Game World parla del partner selezionato come piattaforma della blockchain, ovvero DMarket. Tale piattaforma, nelle parole degli sviluppatori, è stata seleziona (fra le varie cose) in riferimento al suo basso impatto ambientale. Infatti, per chi non lo sapesse, l’infrastruttura delle blockchain ha un forte impatto ecologico e dunque secondariamente anche sul riscaldamento globale.

Purtroppo a poco è valsa la decisione di GSC di essere trasparente. E anzi questo ha fomentato ulteriormente il popolo di internet. Dopo poco tempo, come conseguenza, il comunicato che trovate qua sopra è andato offline.
In sua sostituzione, in breve tempo è arrivata la chiusura di GSC Game World al mondo degli NFT.

L’abbandono dei non-fungible token

Cari Stalkers,
vi abbiamo ascoltati.

Basandoci sul feedback che abbiamo ricevuto, abbiamo preso la decisione di cancellare qualunque elemento connesso ai non-fungibl token in S.T.A.L.K.E.R. 2.
Gli interessi dei nostri fan e giocatori sono la principale priorità del nostro team. Stiamo creando questo gioco affinché voi vi divertiate, a qualunque costo […].

 

E così, alla fine, con questo rapidissimo dietrofront GSC Game World è tornata sui propri passi.
Restiamo vigili per scoprire quali altri sviluppi ci saranno nel mondo del gaming e le sue connessioni con non-fungible token e blockchain.

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