Overwatch 2, lo abbiamo oramai visto più volte, sta portando con sé innumerevoli problemi e grattacapi per Blizzard Entertainment. Non stiamo parlando dell’ennesimo eroe rimosso dal roster, né di evidenti difetti di progettazione, ma potenzialmente di qualcosa di ancora più grave.
Il titolo multigiocatore free to play di Blizzard, infatti, consente a ogni utente di creare delle partite custom, ossia una modalità personalizzata con dettagli e caratteristiche a scelta di chi la crea.
Ed è qui che qualcuno, in barba a qualunque decenza, ha deciso di passare molti limiti del buon senso.
Nota per chi legge: nel testo che segue vi saranno riferimenti espliciti a molestie e abusi sessuali.
Indice
La modalità personalizzata incriminata
L’antefatto
Nelle settimane passate, fra le centinaia di possilibilità che ci dà il poter creare la nostra modalità personalizzata, su Overwatch 2 è apparsa una modalità che non avremmo voluto vedere.
Ma facciamo un passo indietro. Vi avevamo riportato più volte, in passato, dei problemi in cui era incappata Activision Blizzard per via delle accuse di molestie ai danni di moltissimi membri (alcuni di alto profilo) della compagnia. Al di là di proteste, processi e risarcimenti, all’interno dell’allora primo capitolo di Overwatch il personaggio di McCree aveva visto cambiare il proprio nome in Cassidy.
Questa scelta era divenuta praticamente obbligata dato che il personaggio di McCree doveva il proprio nome a un designer della compagnia il cui nome figurava fra gli accusati.
Overwatch 2: la comparsa dell’odiosa modalità personalizzata
Arriviamo così alla comparsa, nelle settimane passate, fra i custom game selezionabili, della modalità Sexual Harassment Simulator. Già dal nome, non serve troppa fantasia né una profonda conoscenza dell’inglese per capirne il contenuto: un simulatore di violenza sessuale.
E l’antefatto relativo al pistolero Cassidy è stato necessario perché, proprio in riferimento al designer di Blizzard accusato di molestie, protagonista di questa modalità personalizzata era proprio McCree/Cassidy.
La descrizione del custom game
Il gioco (anche se, pure il solo definirlo gioco ha un che di disturbante) prevedeva che un giocatore utilizzasse Cassidy contro un team di eroine di Overwatch 2.
Scopo del Cassidy di turno era sfruttare l’abilità Flashbang (scomparsa in Overwatch 2) per stordire le avversarie, dopodiché l’indicazione era quella di fare tea-bagging sulle eroine. Era a questo punto che a schermo appariva la scritta “raping“.
A seguito di questo, le eroine rimanevano incinte, come veniva comunicato anche a schermo, prima che da lì a poco comparisse una versione bot di Torbjörn.
Fra l’altro, questa descrizione sembra ancora più orripilante se leggiamo le info del custom game, come scritte da chi questa modalità l’ha creata.
“Trova nuovi amici, vivi una vita normale e dai alla luce un bambino!” Non abbiamo parole da aggiungere.
Inoltre, in base a chi fra i primi ha analizzato questa modalità personalizzata, il creatore avrebbe aggirato i filtri automatici in game in maniera semplice. Sarebbe stato sufficiente inserire degli spazi fra le lettere delle parole bannabili.
La scoperta e la denuncia
Inevitabilmente, moltissime persone sono incappate in questo custom game. E fra queste, come mostrano le testimonianze apparse online, abbiamo tantissimi gamer minorenni, e chissà quanti altri utenti sensibili a certi argomenti hanno visto apparire, nella lista delle partite personalizzate, quest’orrida modalità.
Here is the embedded tweet:
Questo è il caso della protagonista del Tweet qua sopra, madre di un dodicenne che, perlomeno, ha avuto la fermezza e la maturità di mettere da parte all’istante il videogame.
Here is the embedded tweet:
Questa è invece la testimonianza dello streamer e comico Limmy, corredata da diverse immagini della schermata di accesso della modalità.
Oltre al fatto che Limmy cita come la modalità fosse attiva fin dal primo Overwatch (senza che, evidentemente, fosse stata ancora rimossa), gli screen ci forniscono altri inquietanti dettagli.
Come vediamo infatti da questo screenshot, erano decine le lobby in cui veniva giocata questa modalità, segno che aveva la sua schiera di appassionati. Ciò non può far altro che gettare un’ulteriore ombra sull’utenza del titolo Blizzard.
La rimozione della modalità
Raggiunta dalla redazione di PCGamer, Blizzard Entertainment si è difesa facendo riferimento alla loro buona e costante volontà di contrastare ogni forma di abuso. La dichiarazione specifica è che “Ogni contenuto esplicito o inappropriato non assolutamente posto all’interno del gioco“.
Eppure, per un ulteriore periodo dopo queste dichiarazioni, la modalità incriminata poteva ancora essere raggiunta tramite uno specifico codice di accesso.
Fortunatamente, allo stato attuale, sembra che abbiano ufficialmente rimosso questa disgustosa modalità. Questa è infatti stata definitivamente rimossa. Come ha poi dichiarato infatti Blizzard alla redazione di GamesRadar, poco meno di due settimane fa la compagnia ha reso inattivo anche il codice di accesso al gioco.
Si chiude così l’ennesima brutta pagina del mondo del gaming in cui realtà e videogioco finiscono per creare mostri di cui non sentivamo il bisogno.
Per quanto utopico, la speranza è che, prima di riportarvi la prossima notizia di questo tenore, passi molto tempo.
FONTE: PCGamer; GamesRadar