PUBG sarà bannato in Afghanistan

PUBG bannato in afghanistan

PUBG sarà bannato in Afghanistan e ciò ha destato l’attenzione di tutti  giro del mondo.

Sembrerebbe che il famoso battle royale sarà debellato dal territorio sotto ordine del governo talebano. Questo bando riguarderà la versione mobile del gioco.

Cerchiamo di ripercorrere insieme l’accaduto per fare un po’ di chiarezza in più.

Niente più PUBG? Bannata in Afghanistan la versione mobile

Riportata prima di tutti sul sito di Khaama Press, la notizia del ban di Playerunknown’s Battleground si è propagata in tutto il web come una macchia d’olio.

La notizia però non riguarda l’estirpazione sul territorio del gioco, ma la versione mobile di PUBG. Anche TikTok subirà la stessa sorte.

Il Ministro delle Telecomunicazioni del governo talebano, in un incontro con i rappresentanti del settore della sicurezza e un rappresentante dell’amministrazione delle forze dell’ordine della Sharia, ha deciso di vietare sia le applicazioni TikTok e PUBG in Afghanistan entro un periodo di 90 giorni.

La decisione è stata condivisa con i fornitori di servizi di telecomunicazioni e Internet in tutto il paese, per implementarla entro il periodo concordato.

Ma quali sono le motivazioni che vedono PUBG bannato in Afghanistan? Secondo il report dell’Afghan Media Khama, sembra che sia a causa dell’eccessiva violenza e perché viene considerata una perdita di tempo. Tempo che potrebbe, a dire del governo, essere applicato meglio.

Già da tempo il titolo per mobile aveva destato l’attenzione dell’opinione pubblica. Nonostante avesse raggiunto oltre un miliardo di download in tutto il mondo, era già stato bandito in India, Pakistan e Bangladesh. È dal 2021 che il gioco riscuote molto successo anche in Afghanistan, riuscendo a coinvolgere anche 100.000 giocatori simultaneamente in una sola giornata.

Questa restrizione però potrà essere aggirata con un VPN. L’utilizzo di applicazioni di rete privata virtuale (VPN appunto) sarà una vera sfida per l’attuazione di questa decisione. Le VPN consentono, infatti, agli utenti di navigare su collegamenti e siti Web altrimenti inaccessibili.

Al momento, non sembra che siano in atto manovre per arginare questa possibilità.

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