Con una carriera ventennale alle spalle, tornano nei nostri salotti Ratchet & Clank, esattamente un anno dopo la presentazione ufficiale di PS5, l’11 giugno 2021. Si riaccende così lo spirito dei fan, che finalmente hanno anche un motivo in più per adoperare una console che non è ancora pienamente decollata. Ratchet & Clank: Rift Apart è un simpatico sparatutto in terza persona, sviluppato da Insomniac Games e pubblicato da Sony Interactive Entertainment per la sua nuova console.
Le vicende presentate si collocano cronologicamente dopo quelle di Ratchet & Clank: Nexus – l’ultimo capitolo della serie principale, uscito nel 2013 per PS3. Noi abbiamo valicato l’onda dell’hype e siamo pronti a parlarvene, dopo un’analisi matura e dettagliata. Inoltre, nel caso in cui ve li foste persi, prima del lancio vi abbiamo anche proposto 3 motivi per acquistare il gioco e 3 motivi, invece, per non farlo.
Indice
Si riparte!
La nuova avventura intergalattica di Insomniac Games si apre con un’atmosfera di festa e celebrazioni, in accordo con l’eccitazione dei giocatori più veterani o curiosi novizi che sono pronti a dare il bentornato ad un titolo così rinomato. In quest’occasione, Clank decide di fare un regalo al suo fedele compagno di avventure, Ratchet, in memoria di tutte le sfide vissute e vinte insieme, fin dai tempi del fatale schianto di Clank su Veldin, che ha inaugurato la loro amicizia.
Poiché Ratchet non ha mai nascosto il suo sconforto per essere l’ultimo Lombax del suo universo, il suo fedele copilota decide di ricostruire il Dimensionatore. Si tratta di uno strumento potentissimo, che darebbe finalmente l’opportunità a Ratchet di ricongiungersi alla sua vera famiglia, attraversando le dimensioni. Sul più bello, però, arriva il malvagio Dottor Nefarious, celebre villain della serie, con l’intento di sottrarre il Dimensionatore ai due protagonisti, per i suoi spregevoli piani. Grazie alla sua goffaggine, però, commette un errore, provocando una sorta di cataclisma dimensionale, al quale dovremo immediatamente porre rimedio.
Da qui i nostri amati protagonisti inizieranno un viaggio tra pianeti e galassie, ognuno con una peculiare flora e fauna dal sapore esotico e seducente, con lo scopo di ristabilire l’equilibrio. Come se non bastasse, Nefarious ora è diventato anche un imperatore da frenare, motivo per cui conosceremo Rivet. Lei è una Lombax solitaria di un’altra dimensione, che ha l’obiettivo di contrastare e annientare le malvagie e grottesche intenzioni del tiranno. In questo capitolo, dunque, si creeranno nuovi equilibri che renderanno la nostra avventura più spiritosa, piacevole e variegata.
Come tornare a Casa
Insomniac Games è riuscita a creare un titolo all’altezza dei predecessori, soddisfacendo tutti gli elementi che ne hanno fatto in precedenza una serie vincente. Non ha esaudito pienamente anche le aspettative, ma ci ritorneremo. Tra i punti di forza, menzioniamo le azioni adrenaliniche, le numerose armi a disposizione, la bellezza delle ambientazioni e l’umorismo al quale eravamo abituati e che impacchetta tutto alla perfezione.
Se da un lato Ratchet & Clank: Rift Apart risulta essere un ottimo erede della saga, rimane al contempo un po’ di amaro in bocca, però, per non aver osato di più. Con solide basi come queste, gli sviluppatori avrebbero potuto esser meno timorosi. Sicuramente i fan della serie avrebbero concesso loro di osare. Hanno preferito, invece, la strada sicura alle innovazioni vere, anche minime. Fin da subito, pad alla mano, è stato come tornare a casa ma con delle lenti più moderne, che consentono di vedere con una qualità superiore tutto ciò che ci circonda. In definitiva, una ricetta classica, ma servita meglio.
Le new entry, un valore aggiunto
Ratchet & Clank: Rift Apart risulta essere un gioco aperto a tutti, grandi e piccini, veterani e novizi della serie. Pur nella sua semplicità, la narrazione è scorrevole e al contempo coinvolgente, dando spazio anche a piccoli approfondimenti per ogni personaggio. La fragilità e il grande senso eroico di Ratchet, unito all’umile saggezza di Clank questa volta si misurano con altre figure nella storia, che risultano essere le rispettive controparti. Si crea così una connessione biunivoca tra i diversi personaggi, con dei parallelismi tra loro, seppur di diversa e lontana provenienza. Non si allargano perciò soltanto i confini intergalattici ma anche quelli emotivi, per gli intrecci di trama.
Qui subentra la già citata Rivet, un nuovo Lombax dalla forte personalità, che si è guadagnata anche metà copertina di gioco. Essendo abituata all’azione in solitaria, inizialmente lei è restia alla cooperazione, così come il giocatore può esserlo nei suoi confronti, essendo una new entry. Con il tempo, però, si sbloccherà scendendo a compromessi per una buona causa, e noi con lei. Infatti, la sua introduzione non è funzionale soltanto per un semplice discorso di bilanciamento dei generi. Il reclutamento del nastro rosa all’interno del cast rappresenta un valore aggiunto in una saga così solida e tradizionalista, perché ci mostra anche nuovi profili e identità con le quali empatizzare e meditare.
Gameplay dinamico
Considerando le decantate qualità hardware di PS5, la velocità di caricamento e l’impercettibile passaggio da una scena di gioco all’altra creano un effetto calamitico che non stanca mai. Finalmente possiamo misurare empiricamente le potenzialità del DualSense e, come da tradizione, non mancano in Ratchet & Clank: Rift Apart combattimenti frenetici e incredibilmente divertenti, avvalorati dalla copiosa scelta di armi e potenziamenti a disposizione. Tra le numerosissime armi menzioniamo, per esempio, il possente Castigatore, il Parafulmine o un Acidificatore Botanico che trasforma i nemici in vegetazione. Insomma, c’è n’è per tutti i gusti e la lista e bella lunga!
Dinamicità è coinvolgimento sono sinonimi perfetti per questo titolo. Non ci riferiamo solamente ai combattimenti adrenalinici caratteristici del gioco, ma anche per la presenza di alcuni espedienti. Tra questi i cristalli quantici, mediante i quali è possibile passare addirittura da una dimensione all’altra dello stesso pianeta. Abbiamo a disposizione anche i FendiLink, ovvero fratture dimensionali utili per raggiungere più rapidamente un punto più lontano della scena. Col senno di poi, non lo abbiamo trovato così utile, ma è sicuramente bello da vedere.
Decisamente più benefici sono, invece, gli Hoverscarponi, una sorta di pattini speciali che ci permettono di muoverci in assoluta velocità e sprint. Sono utili anche in fase di battaglia per sfuggire all’attacco di nemici in massa e raggiungere più velocemente altre zone. In Rift Apart non si sta mai fermi, tra spostamenti fulminei, duelli, mischie, colpi di fucile e monete da guadagnare. Quando avrete un po’ più di tempo per recuperare ossigeno, invece, potrete dilettarvi con le modalità di personalizzazione del gioco.
Per esempio, potrete scegliere sotto quale forma volete che si vedano i vostri compensi. Se la modalità più classica non vi piace, potrete optare per delle rupie zeldiane. L’intero titolo, inoltre, è impreziosito da fantastiche animazioni cinematografiche, che a volte ci fanno quasi venir voglia di avvicinare la mano alla confezione di pop-corn. Quasi, perché la praticamente assenza di tempi morti non ce lo consente.
Combattimenti adrenalinici
I nemici sono davvero molti e questo risulta essere maggiormente stimolante per il giocatore. Non bisogna soltanto guardarsi continuamente le spalle, ma è necessario scegliere abilmente anche la tipologia di armi da scagliare contro di loro, specialmente considerando il limite di colpi a nostra disposizione. Allo stesso tempo, possiamo potenziare le nostre armi, scegliendo tra una serie di slot di forma esagonale, ognuna delle quali ha un particolare simbolo che riflette un determinato incremento.
I potenziamenti incrementano le statistiche dell’arma scelta, come il raggio massimo, munizioni massime, area d’effetto e munizioni casse. Plausibilmente, gli slot di color oro, apportano i miglioramenti più efficaci e importanti. Tutto questo dipende dalle nostre tasche, ovviamente. Più compensi abbiamo, più spese possiamo affrontare. Inoltre, match dopo match, anche le statistiche di Ratchet e Rivet aumenteranno.
Ogni livello in Rift Apart ci offre delle missioni principali per completare la storia e missioni secondarie utili a guadagnarsi delle ricompense. Tra queste menzioniamo le sacche dimensionali causate dal Dimensionatore, che sono dei mini-livelli in stile platform, al termine dei quali si ottengono pezzi di armatura per rivestire testa, busto e gambe, che agghinderanno Ratchet o Rivet. Grazie alle missioni secondarie, inoltre, si possono ottenere due tipologie di collezionabili: i bolt d’oro, utili per ottenere alcune personalizzazioni aggiuntive e gli Spiabot, per ottenere il famoso R.Y.N.O – l’arma delle armi.
Le performance di PS5
Oramai quando si parla di un videogioco di nona generazione, la performance del DualSense e la restituzione dell’esperienza di gioco è diventato un quesito fondamentale. Ebbene, noi abbiamo provato il gioco attivando l’opzione vibrazione esperienziale ed effettivamente il feedback aptico, i grilletti adattivi e i suoni prodotti dal nuovo controller di casa Sony migliorano sensibilmente l’esperienza di gioco. Ogni arma impiegata, accessorio utilizzato e scontro producono un personalissimo suono ed una vibrazione ben diversa, rappresentando un notevole valore aggiunto all’audio base del gioco.
Invece, quando si impersona Glitch, un nuovo personaggio, è possibile percepire una sorta di ticchettio in ogni suo movimento. Anche la restituzione tridimensionale del suono è molto convincente, creando un insieme compatto nella sua varietà. Il giocatore non è mai distratto dalle diverse provenienze sonore e divergenti vibrazioni. Al contrario, l’immersività pad alla mano risulta più credibile e coinvolgente. Precisiamo che siamo ancora lontani dalla perfezione provata in Astro’s Playroom. Tuttavia, non si può negare che è stato fatto un buon lavoro in tal senso.
Grafica letteralmente spaziale
Il nuovo gioco di Insomniac non è soltanto divertente e seduttivo, ma è anche un vero piacere per gli occhi. Finalmente si ha la sensazione che il salto alla next-gen sia valso la pena e se ne vedono concretamente i benefici. Il comparto grafico è di una bellezza incredibile e a tratti si fatica a credere che ciò che si presenta ai nostri occhi non sia realmente esistente. Il pelo dei due cari Lombax, per esempio, è realizzato così bene che sembra vero, così come il metallo che riveste il nostro simpatico robottino. Il tutto poi è impreziosito dal fantastico contributo apportato dal ray-tracing. Per ciò che riguarda le performance grafiche il gioco consente di scegliere tra 3 modalità:
- Fedeltà: l’immagine visualizzata è in 4K, giocando a 30 FPS con ray-tracing
- Prestazioni RT: l’immagine è visualizzata a risoluzione ridotta, giocando a 60 FPS e implementando il ray-tracing
- Prestazioni: anche qui si gioca a 60 FPS ma senza il ray-tracing, garantendo una risoluzione grafica migliore
Per esempio, in un primo momento noi abbiamo scelto prima l’opzione Fedeltà, poi non abbiamo resistito ai 60FPS e abbiamo optato per la Performance RT – scelta che non abbiamo mai rimpianto. La grafica è sicuramente un grande punto di forza di Ratchet e Clank: Rift Apart, al punto da essere praticamente esente da critiche, anche per ciò che concerne il pericolo calo di frame. Il frame rate è praticamente sempre stabile. Sotto questo aspetto, di meglio non si poteva fare.
La restituzione visiva, infatti, è talmente bella che si potrebbero passare delle ore a giocare con le numerose opzioni offerte dalla Modalità Foto, ricca di filtri bellissimi, ispirati al mondo della settima arte e del fumetto. Immortalare dei pianeti così belli, pieni di dettagli ambientali e animati da personaggi incredibilmente ben realizzati, potrebbe addirittura considerarsi un gioco nel gioco.
Inciampi e timide novità
L’ultima opera di Insomniac Games, ci regala dei livelli extra, in cui possiamo immedesimarci anche nella già citata Glitch. Lei è una specie di ragno-navicella che deve ripulire macchine tecnologiche inutilizzabili, poiché infette. Potremo anche divertirci vestendo i bulloni di Clank, con l’obiettivo di riparare delle anomalie dimensionali, guidati da un onnisciente profeta cosmico.
Qui vediamo un’esercito di cloni-Clank che corrono in fila. Scopriremo che non sono altro che le sue possibilità e dobbiamo aiutarli a condurre il flusso di echi dimensionali nella giusta destinazione. Questi simpatici mini-livelli risulteranno comunque gradevoli per il videogiocatore, seppur forse un po’ troppo facili. Tutti i livelli di gioco, risultano ben bilanciati. Tuttavia, avremmo gradito una maggior differenziazione nella sua complessità, per poterci stimolare maggiormente.
Nonostante le premesse fossero così affascinanti, rimane quasi una percezione di amaro in bocca. Per esempio, avremmo gradito una maggior esplorazione degli ambienti di gioco, perlustrati in maniera troppo lineare e superficiale. Inoltre, è un peccato non poter interagire con i numerosissimi personaggi incontrati nella scenografia di gioco, che rimangono lì quasi per ornamento. Pertanto, alla lunga Ratchet & Clank: Rift Apart risulta un po’ monotono e ripetitivo, aggettivi che attribuiamo con dispiacere.
Allo stesso modo, la ricetta delle boss battle sforna sempre la stessa pietanza, senza dare realmente giustizia ai diversi nemici del gioco e ai numerosi scontri accesi e affollati. Non comprendiamo nemmeno la presenza di abilità e potenziamenti su entrambi i personaggi giocabili, non curandosi delle loro distinte personalità. Infine, abbiamo apprezzato molto le modalità di personalizzazione di gioco, per le soggettive esigenze dei videogiocatori – anche con disabilità.
Conclusioni
Fin dalle prime presentazioni della nuova console di casa Sony, Ratchet & Clank: Rift Apart è sempre stato considerato un punto di forza per la loro neonata console. L’ironia, la fluidità e la delicatezza dell’intero titolo ci hanno letteralmente conquistati. D’altronde è un titolo sul quale tutti eravamo già pronti a scommettere. Rift Apart si presenta altresì come una splendida pellicola videoludica. Questo grazie all’eccezionale doppiaggio, i più tradizionali e sfavillanti dialoghi, accompagnati da una grafica mozzafiato.
A dare una ventata d’aria fresca alla serie poi è l’azzeccata introduzione di nuove figure all’interno della storia. Si crea così una connessione ed un intreccio tra i personaggi presentati. PlayStation 5 ci ha permesso anche di toccare con mano le migliorie apportate dal ray-tracing e dal suo velocissimo SSD. Cutscene e gameplay si alternano ottimamente, in un continuum che mai dà un senso di noia. In modo fluido e praticamente istantaneo si può viaggiare tra diverse dimensioni all’interno del gioco, senza quasi aver mai voglia di spegnere la console.
Per quanto riguarda il DualSense, si nota l’effetto del feedback aptico e dei grilletti adattivi. Il senso di coinvolgimento globale è supremo, specialmente durante i combattimenti. Dopo aver provato Astro’s Playroom sappiamo che si poteva fare ancora di più. Tuttavia, è sicuramente un buon punto di partenza.
In definitiva, ringraziamo Insomniac Games per aver restituito ai fan un gioco degno di sbarcare su PS5, riaccendendo la fiamma di numerosissimi fan. Tuttavia, saremmo stati pienamente soddisfatti se avessero avuto più fiducia nelle proprie capacità, osando, sorprendendoci. Consigliamo caldamente il gioco a tutti gli appassionati del genere. Se è pur vero che generalmente i cambi direzionali drastici non sono sempre stati apprezzati dall’utenza più affezionata, la proposta di un porto sicuro per non sbagliare non è la soluzione.
Una splendida pellicola videoludica
Gameplay dinamico, esplosivo e divertente
Grafica spaziale, in tutti i sensi!
Ritmo fluido e caricamenti istantanei
Adatto a tutte le età
Poco innovativo e coraggioso
Talvolta monotono e ripetitivo
Esplorazione lineare e superficiale
Difficoltà bilanciata, ma poco stimolante