Atomic Heart: Recensione di un’ottima opera prima

atomic heart

Atomic Heart è l’opera prima dello studio di sviluppo russo Mundfish.

Dopo le numerose polemiche scoppiate a causa della guerra in Ucrania, con la conseguente richiesta di ban sul territorio, noi siamo qui per parlare del gioco. Dopo la nostra anteprima lo abbiamo giocato, sviscerato e ce lo siamo goduto tra pregi e difetti.

Ecco le nostre impressioni su Xbox.

Atomic Heart: Recensione – Storia

La storia di Atomic Heart ci immerge in una distopica realtà alternativa in cui la Russia ha raggiunto un livello tecnologico tale da surclassare tutte le altre potenze durante il periodo della seconda guerra mondiale.

Attraverso gli studi del professor Dmitry Sergeyevich Sechenov, viene creato il polimero, un dispositivo plastico elettrico di conservazione, fino a quel momento sconosciuto alla scienza, il cui studio modificherà radicalmente il corso della storia.

Viene costruita così la Struttura 3826, un enorme complesso di laboratori in cui proseguono gli esperimenti. L’URSS sviluppa una prima rete globale, il Kollektiv, dove le menti di tutti i robot da lavoro costruiti vengono collegati tra loro e vengono impiegati per aiutare nella ricostruzione dell’Europa post guerra mondiale.

Il sabotaggio

I Problemi arrivano all’apice dell’avanzamento tecnologico ed è proprio durante il lancio del Kollektiv 2.0 che noi prendiamo il controllo del Maggiore Sergey Alekseyevich Nechaev e inizia l’avventura.

atomic heart jensen ackles

Qui lo vediamo interpretato dall’attore Jensen Ackles per un esilarante trailer.

Nel bel mezzo dei festeggiamenti, i robot impazziscono a causa di un sabotaggio e saremo noi, interpretando l’ex eroe militare, a dover risolvere la situazione per conto dello stesso professor Sechenov.

Ma per ora abbiamo parlato solo della punta dell’iceberg, la storia è molto più stratificata e profonda.

Tra intrighi e tradimenti

In un primo momento, la narrazione del titolo di Mundfish ci è apparsa come un puro pretesto narrativo per avventurarci in un mondo ricco di interazioni, battaglie ed enigmi.

Nessuna valutazione è stata per noi così errata.

Iniziando a introdurci nel titolo, approfondendo l’avventura e proseguendo verso l’end game, abbiamo scoperto una serie di colpi di scena, di intrighi e di personaggi secondari davvero eccezionali. Non è tutto oro ciò che luccica, troviamo comunque qualche forzatura di trama e un paio di colpi di scena intuibili, ma il racconto sa davvero coinvolgere.

Per tutta la durata della nostra campagna, che ci ha impegnato per circa 25 ore, non abbiamo avvertito neanche per una volta un calo di interesse. Mundfish piazza uno standard e prosegue su quella via. Certo, l’idea di un’utopia fatta a pezzi dalla tecnologia che si rivolta contro i suoi ambiziosi padroni non è una novità, ma il team di sviluppo ha comunque dato vita alla sua personale visione e la promuoviamo senza pensarci troppo.

Purtroppo non possiamo parlare dei momenti che più ci hanno colpito e convinto per evitare spoiler eliminandovi il piacere della scoperta, ma consigliamo a tutti di giocarlo anche per scoprire i misteri del mondo di Atomic Heart.

Interazione col mondo

Buona parte della lore del mondo di gioco è disseminata per la Struttura 3826.

Parlando con personaggi secondari, scoprendo registrazioni abbandonate nel complesso, collegandovi ai terminali delle IA e comunicando con il sistema neurale a polimeri dei cadaveri disseminati sulla via, si può approfondire meglio la storia.

Uno dei migliori consigli che possiamo darvi è quello di esplorare il più possibile proprio per trovare ogni pezzo del puzzle, oltre che a trovare importanti risorse che vi aiuteranno col gameplay.

Gameplay

Il gameplay di Atomic Heart è una vivace fusione di azione e abilità che ci riporta alla mente il meglio che titoli come BioShock ci hanno offerto in passato.

Ma non possiamo non scorgere contaminazioni anche da titoli come Half-Life, Wolfenstein e Fallout. Si parla di contaminazioni, ovviamente, il gioco riesce a mantenere la sua personalità senza mai apparire un clone dei sopracitati.

atomic heart requisiti tecnici

Uno sparatutto in prima persona a mondo (non troppo) aperto che ci offre mazze, fucili e poteri personalizzabili, con i quali smembrare androidi e mutanti che proveranno a fermarvi tra un enigma e l’altro.

L’unica pecca, sistemata in parte con le ultime patch, è la legnosità del nostro alter ego. Il maggior P-3 non è particolarmente agile e scattante e nonostante possediamo sin da subito una rapida schivata, questa è inutile contro alcuni nemici, ben più scaltri e rapidi. La soluzione migliore è quella di pensare bene a quali strumenti utilizzare pianificando ogni lotta.

Eccellente è il bilanciamento tra armi e abilità che permette al giocatore di adottare il proprio stile di gioco grazie anche alla grande varietà di nemici incontrati.

Tanti nemici da affrontare

I nemici sono tanti, ma non troppi. Non sono molto variegati quando si parla di avversari organici, ma i robot sono vari e micidiali. Il loro obiettivo principale è stato quello di caricarci e ucciderci per tutto il tempo, ma hanno saputo sfruttare al meglio ogni singolo strumento di morte che il loro creatore gli ha installato.

Quando nelle sessioni all’aperto ci siamo trovati circondati, abbiamo passato un brutto quarto d’ora tra seghe circolari, raggi laser e barriere protettive energetiche.

Abbiamo molto apprezzato la loro aggressività che ci ha permesso di affrontare sfide sempre impegnative. Il nostro consiglio è quello di scansionare ogni nemico per scorgere i loro punti deboli, così da facilitare ogni scontro. Nessuno però è mai stato pericoloso come NORA!

NORA e l’amore malato

NORA è un distributore automatico gestito da un’intelligenza artificiale impazzita, che consente al giocatore di fabbricare armi, munizioni e ottenere potenziamenti.

È disponibile in varie località e cerca sempre di spingere il giocatore ad accompagnarla in qualche giochetto d’amore. Il nostro alter ego non cede mai, anche perché la prima proposta è arrivata accompagnata da qualche tentacolo di metallo intenzionato a sondarci.

Al di là delle sue particolari inclinazioni, NORA ci permette di ottenere munizioni e oggetti consumabili donandole in cambio i materiali che troviamo disseminati per la base e ci permette di costruire nuove armi sfruttando i progetti disseminati nel mondo di gioco.

Offre anche la possibilità di potenziare le capacità del giocatore e di CHAR-Les.

atomic heart pc

CHAR-les: la nostra mano sinistra

CHAR-les è un’intelligenza artificiale senziente ospitata all’interno del guanto polimerico del maggiore P-3.

Oltre a essere un ottimo compagno d’avventura, offrendo consigli e dispensando battute quando serve, è la miglior arma a disposizione del giocatore. La sua grande varietà di abilità è variegata e ci permette di scatenare poteri incredibili.

Il suo potere principale è quello di hackerare sistemi informatici e scagliare piccole scariche elettriche, ma con l’avanzare dell’avventura ci sarà permesso di potenziarlo, aumentando le sue capacità di base e ottenendo nuovi poteri come il raggio congelante e la barriera cinetica – poteri di cui abbiamo abusato.

Congelare i nemici e proteggersi dai loro attacchi col giusto tempismo ci ha salvato molte volte da una morte certa. Queste capacità si sposano con ogni stile di gioco – anche il nostro, che è stato molto più fisico rispetto a quello consigliato.

CHAR-les è anche fondamentale per la risoluzione di alcuni enigmi.

Non solo botte, anche tanti enigmi!

Pur trovandoci immischiati in un’apocalisse robotica, ci sarà sempre tempo per la risoluzione di enigmi e puzzle ambientali.

Come fa notare lo stesso protagonista, gli ideatori di questi blocchi e serrature avevano molto tempo da perdere, ma ci offrono la possibilità di stimolare la mente oltre che i semplici riflessi nelle lotte.

Gli enigmi più facili da risolvere sono quelli legati alle serrature, ma sono anche i più variegati e rapidi. In alcune sessioni di gioco ne abbiamo incontrate davvero tante, ma la loro semplice risoluzione ci ha permesso di godere di un bel gameplay loop che non è mai risultato noioso.

Comparto tecnico

L’elemento più notevole qui è il superbo design visivo, in particolare l’aspetto ben congegnato dei nemici. Il design dei robot è semplice e allo stesso tempo affascinante.

Non si può dire lo stesso delle aree all’aperto però. Le grandi mappe pensate per l’esplorazione richiameranno in pieno le architetture e lo stile dei governi totalitari, con grandi spiazzali, opere all’aperto del regime e casette tutte uguali, ma questa scelta stilistica – pur essendo molto coerente – non ci appare intrigante come l’architettura dei vari laboratori esplorabili.

L’estetica di Atomic Heart è eccellente e si estende soprattutto nella sua vasta gamma di laboratori, strutture e snodi di trasporto parzialmente in rovina, che rappresenta perfettamente la visione che gli autori volevano dare ai progressi di questi distopici anni ’50.

atomic heart requisiti

Cali di frame rate e glitch

Abbiamo giocato il titolo su una console Xbox Series X, e per tutta la durata della campagna, non abbiamo avuto nessun calo di frame rate. Neanche nelle sessioni di gioco più adrenaliniche.

Non si può dire lo stesso dei glitch. Capitava a qualche corpo di compenetrarsi con le pareti e qualche nemico si arenava contro piccole macerie che avrebbe potuto aggirare agilmente. Tutto sommato non c’è stato niente di particolarmente rilevante o dannoso che ci ha impedito di goderci il gioco.

Con l’accessibilità il discorso però cambia.

Accessibilità e confusione

L’accessibilità del titolo è molto altalenante.

Anche se la difficoltà è spesso mal bilanciata in determinate aree del gioco (come all’aperto), basta un po’ d’impegno per non avere problemi. Inoltre, il titolo offre la possibilità di regolarla in qualsiasi momento, quindi questo è uno scoglio più che superabile.

I problemi arrivano quando ci si interfaccia al mondo di gioco.

I sottotitoli sono troppo piccoli a qualsiasi risoluzione e non potendo regolarli vi troverete a perdere alcune linee di dialogo. Spesso, anche quelle che voi stessi dovete selezionare. In aiuto a ciò arriva il doppiaggio italiano, davvero ben curato e di alto livello per la maggior parte dei dialoghi.

Troviamo abbastanza scomodo anche il modo che si ha di selezionare le armi. La scelta rapida di quest’ultima ci viene data dalla possibilità di schiacciare il tasto destro e sinistro del pad direzionale, ma su schermo vediamo la selezione in verticale. Abituarsi a ciò è stato inutilmente complicato.

Il problema più grosso arriva con le interazioni, che costringono il giocatore a posizionarsi in aree specifiche per aprire determinati scaffali o parlare con qualche png disseminato in giro. Il dover cercare la giusta posa per un dialogo e l’apertura di un cassetto smorza notevolmente la voglia di esplorare rendendo tutto troppo meccanico.

Per fortuna, a regalare atmosfera e immersività, ci sono le musiche.

Musiche

Le musiche e i suoni di Atomic Heart sono di estrema importanza per Mundfish, i cui membri si ritengono veri e propri audiofili.

In un progetto come questo, l’audio non esercita solamente una funzione artistica, ma anche tecnica. L’audio rappresenta la struttura, il materiale, l’origine degli oggetti nelle ambientazioni del gioco, e il loro funzionamento pratico ci dà un’indicazione su come procedere.

La qualità dell’audio la si deve a Andrey Bugrov, direttore del suono, Igor Gribov, compositore musicale e Mick Gordon, storico compositore di Doom.

Le strepitose soluzioni di Gordon e la sua particolare attenzione per i classici russi fanno in modo che il giocatore possa immergersi completamente nelle atmosfere mozzafiato che vedono il maggiore P-3 protagonista.

atomic heart requisiti di sistema

Atomic Heart: recensione – Conclusioni

Atomic Heart è un gioco sorprendente, forse troppo ambizioso in alcune sessioni, ma davvero divertente nonostante le sue imperfezioni.

Fortemente ispirato alle opere FPS che lo hanno preceduto, ha saputo trovare una sua personalità e dignità, che può indicare un ottimo punto di partenza per le future opere di Mundfish.

Lo consigliamo a tutti i giocatori, anche a chi non ha familiarità con gli sparatutto in prima persona.

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atomic heart
0
Amazing
80100
Pros

Gameplay semplice e solido

Storia surreale, ma molto divertente da vivere

Puzzle ambientali ed enigmi variegati e stimolanti

Cons

Open World poco convincente

Rifiniture pessime per l'interfaccia utente

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