Disney sarebbe interessata ad acquisire il publisher di videogiochi Electronic Arts

L’acquisizione di Activision da parte di Microsoft potrà sembrare clamorosa, ma sembra che potrebbe non essere un caso isolato, e potrebbero seguire acquisizioni più roboanti.

Disney sarebbe interessata ad acquisire il publisher di videogiochi Electronic Arts, uno dei più grandi nell’industria videoludica.

Disney potrebbe acquisire il publisher di videogiochi Electronic Arts: perché questa mossa commerciale fa paura

Come riportato da Bloomberg, alcuni dirigenti Disney stanno attualmente considerando l’acquisto di EA.

Questa acquisizione avrebbe un’importanza strategica per la major cinematografica, che traspone le sue serie di animazione e cinematografiche in forma videoludica da oltre un trentennio. Con questa acquisizione, infatti, Disney non dovrebbe limitarsi a concedere in licenza le proprie proprietà ad altri, ma potrebbe realizzare i giochi da sé.

Finora, però, l’amministratore delegato della Disney Bob Iger non si è espresso in merito.

A Disney acquisition of EA has been floated as an idea as some in the company are pushing CEO Bob Iger to consider a “bolder transformation” from gaming licensee to gaming giant.

Iger has so far been ‘non-committal’.

Via: https://t.co/ZROiN0w9Ho#disney #eagames pic.twitter.com/5CoNGNzBG0

— Shinobi602 (@shinobi602) October 10, 2023

Ma perché proprio EA? Prima di tutto perché è uno dei più grandi publisher nell’industria, con diverse IP di successo e un ottimo fatturato. Quest’anno fiscale appena concluso EA ha registrato un fatturato da record con FIFA 23 e Star Wars Jedi: Survivor tra i titoli più remunerativi. E poi, appunto, perché ha già realizzato molti giochi di Star Wars e sta lavorando anche con le proprietà Marvel e ha un importante marchio sportivo con Fox Sports.

La proprietà di EA renderebbe immediatamente la Disney una potenza videoludica e le darebbe accesso ad alcuni dei più forti marchi culturali pop esistenti. Una  mossa che sicuramente scuoterebbe il mercato generando ancora di più timore nei publisher minori.