La serie di Fallout di Amazon è arrivata, finalmente. E finalmente abbiamo potuto tuffarci nuovamente nell’universo post-apocalittico nato nei videogiochi degli anni ’90 e oggi in mano a Bethesda Softworks.
Vi abbiamo già parlato, in un lungo e sentito approfondimento, di ciò che Fallout racconta e rappresenta, dai primi videogame alla serie TV. Oggi vediamo però come se la cava la serie prodotta appunto per Amazon Prime Video con Kilter Films e anche Bethesda Game Studios.
E però di solito qui recensiamo videogiochi, più che prodotti di altri media, quindi non sarà una vera e propria recensione di Fallout, quanto più che altro un approfondimento su ciò che ci ha convinto maggiormente e su ciò che invece ci ha lasciato qualche perplessità.
Piccolo spoiler: le perplessità sono davvero poche, contando che chi vi sta scrivendo pensa che siamo oggettivamente di fronte a uno dei prodotti migliori mai usciti tra film e serie TV basate su videogiochi.
E vi diciamo di più, crediamo che possa essere anche una delle migliori creazioni legate al mondo di Fallout mai nate. Era come minimo dal 2010 (data di uscita di Fallout: New Vegas) che i fan non vedevano un’opera legata alla saga così ben realizzata.
Ma ora basta con l’introduzione, passiamo a vedere i pro e i contro della serie (ovviamente senza spoiler, magari giusto qualche accenno).
Indice
Fallout di Amazon: i lati positivi della serie
Trama e dinamiche narrative
Per quel che riguarda la storia creata da Graham Wagner e Geneva Robertson-Dworet, partiamo dicendo che abbiamo adorato lo sviluppo della trama nel corso degli 8 episodi, che non lesinano a prendersi il tempo necessario ad approfondire i molti personaggi e le molte sottotrame.
E abbiamo adorato la trama di Fallout di Amazon, nonostante peschi a piene mani da molti elementi già visti nel corso della saga di videogiochi.
I tropi e gli espedienti narrativi
In primis abbiamo (senza fare spoiler di sorta, sebbene molte cose siano chiare già dal materiale pubblicitario) l’ormai classica dinamica della protagonista che deve partire per trovare un parente disperso, sparito nel nulla e i cui presente e futuro sono incerti.
Questa dinamica l’abbiamo vista, all’interno dei giochi della serie diretti da Todd Howard, in Fallout 3 e in Fallout 4. Nel primo caso dovevamo abbandonare il nostro Vault, il nostro bunker sotterraneo, per cercare nostro padre scomparso. Nel secondo caso invece i ruoli erano invertiti e, dopo un sonno criogenico, dovevamo scoprire dove fosse finito nostro figlio, rapito da chissà chi.
Ecco, in Fallout di Amazon troviamo moltissimi di questi strumenti narrativi, che sono ideali per l’avvio di un viaggio dell’eroina, visto che potenzialmente contengono tantissime sfaccettature al servizio della storia: paura, vendetta, coraggio, amore e chi più ne ha più ne metta.
In generale, il team produttivo sembra aver saputo scegliere bene fra ciò che poteva funzionare e ciò che magari era meglio accantonare per la serie.
Per tutti questi motivi, ci tornano in mente le dichiarazioni di qualche tempo fa in merito al vedere la produzione di Kilter Films come una specie di Fallout 5 canonico. La sensazione è stata decisamente questa.
In aggiunta, vogliamo comunque far notare che la serie è in grado di reggersi sulle proprie gambe in maniera perfettamente autonoma, senza necessità di chissà quali conoscenze pregresse per poter capire lo svolgimento degli eventi.
Certamente, per migliorare questa parte, è stata fatta l’apprezzatissima scelta di dare molto spazio al mondo prima della guerra atomica del 2077.
Le citazioni: solo quando serve
Quando ci rapportiamo a certi prodotti, una delle più grandi paure è che vengano riempiti di citazioni ed easter egg la cui utilità è spesso solo quella di distogliere l’attenzione dal cuore della trama.
Fortunatamente, per la serie di Amazon Prime Video hanno onestamente fatto le cose per bene. Ci sono citazioni qua e là, come inevitabilmente alcune catch phrases che ogni fan ovviamente aspettava, così come alcuni luoghi e riferimenti a luoghi e a fatti già noti a chi conosce la saga videoludica (senza far spoiler, già dai trailer si vede per esempio il “dirigibile” della Confraternita d’Acciaio, tanto somigliante nella forma a quello presente in Fallout 4).
E tuttavia ci fermiamo qui. Ovviamente abbiamo alcuni strumenti, alcune armi, alcune creature che compaiono nel corso delle vicende e che rimandano alla quasi trentennale lore che il franchise si porta sulle spalle.
Però abbiamo a che fare con elementi perlopiù funzionali a ciò che accade e mai messi lì per mera gioia dei fan.
Avrebbero potuto riempire in maniera magari raffazzonata ogni episodio di mostri o personaggi già visti nei videogame di Bethesda, rischiando però di rovinare un prodotto che invece ha la sua forza anche nel distaccarsi da quanto abbiamo già visto.
E poi, per ulteriori citazioni e per le future storie, abbiamo ancora tempo, visto che già si parla di una seconda stagione.
Fallout: personaggi e cast
In un mondo come quello di Fallout, spesso popolato di creature inverosimili e incredibili (anche per un’apocalisse nucleare), a sospendere la nostra incredulità ci possono pensare ben poche cose.
Fra queste abbiamo sicuramente dei personaggi scritti in maniera eccelsa, sfaccettati e complessi, non delle semplici pedine ma delle persone che si muovono in un mondo ostile.
A rendere questi personaggi ancor più credibili e memorabili, così come ad aiutarci maggiormente nell’empatizzare con loro, non possiamo che pensare all’ottimo cast scelto per la serie.
E nel nutritissimo cast di Fallout, ad averci colpito particolarmente sono state tre persone in particolare.
Walton Goggins dobbiamo citarlo necessariamente, nel suo interpretare la stella del cinema pre-bellico Cooper Howard e la sua controparte ghoul nel post-apocalisse, più di 200 anni dopo, così differente fisicamente ma anche psicologicamente.
Di fianco a lui ci ha colpito particolarmente anche Moisés Arias, che lo abbiamo visto nei panni dell’insicuro fratello della protagonista.
E poi abbiamo appunto, ultima ma non meno importante, anzi, la protagonista, l’abitante del Vault 33 Lucy, che parte per la sua grande avventura fra mostruosità e milizie come la Confraternita d’Acciaio.
A darle le fattezze abbiamo Ella Purnell, che abbiamo trovato a dir poco ideale in questo ruolo.
La regia e le atmosfere
Per narrare una storia come quella di Fallout, serve sicuramente la giusta regia e le giuste atmosfere. Entrambe queste cose, fortunatamente e con nostra estrema gioia, le ritroviamo nella serie su Amazon Prime Video.
Con il supporto produttivo di Lisa Joy e Jonathan Nolan (quest’ultimo anche alla regia di vari episodi), entrambi veterani della fantascienza grazie principalmente al loro lavoro su Westworld, abbiamo trovato una coerenza visiva e narrativa lungo tutta l’opera.
Che si tratti di scene drammatiche o d’azione, oppure che siano le varie sequenze in cui si dà libero sfogo all’ironia tipica della saga videoludica, Fallout di Amazon non perde quasi mai il suo smalto e la giusta patina retrofuturistica e post-apocalittica.
La politica e la società: la guerra non cambia mai
Grande spazio viene dato, nel corso delle 8 puntate, alle dinamiche politiche e socio-culturali dell’universo narrativo. In particolare la serie si sofferma in molte sequenze su come siamo arrivati alla guerra del 2077, cosa l’ha preceduta.
Vediamo il senso d’impotenza e la paura delle persone comuni, poste di fronte alla fine del mondo. Opposta a questo, invece, abbiamo la volontà dei magnati e delle corporation di capitalizzare su tutto, anche su queste paure e anche sulla vista stessa delle persone.
In questo, è stato bello notare anche come gli showrunner abbiano voluto giocare con i complotti e con le teorie che da anni girano attorno alla saga.
Fallout: soundtrack e theme originale
Fin dal primo trailer sapevamo che nella serie di Amazon Prime Video avremmo trovato una soundtrack e le sonorità che amiamo fin dai primi titoli.
E infatti così è stato. Non passa episodio senza che risuoni qualche canzone d’epoca, in perfetto stile retro e in perfetto stile Fallout.
Ma non soltanto, perché per quel che riguarda invece la colonna sonora originale, abbiamo potuto riascoltare anche il theme composto da Inon Zur per gli ultimi capitoli della saga.
Ma la cosa ancora più apprezzabile è che, sia il theme originale, sia le tantissime canzoni che costellano l’intera serie, sono integrate benissimo all’interno della narrazione. Non stonano mai, in nessun caso, e quando compaiono hanno senso di esistere.
Fallout di Amazon: i lati negativi della serie
La trama: troppo classica?
Dicevamo più in alto di come la trama, seppur basandosi su diversi elementi dei videogiochi, abbia però una propria dignità.
Sebbene questo sia vero, c’è da dire che, se come chi vi scrive amate Fallout e lo conoscete anche solo discretamente bene, la serie su Amazon Prime Video potrebbe lasciarvi in alcune occasioni un senso di déjà vu.
Coni d’ombra e punti critici
Se da un lato abbiamo avuto dei momenti con un sensibile senso di già visto, in altri punti, seppur pochi e non eccessivamente rilevanti, abbiamo avuto invece una sensazione opposta.
Ci sono stati infatti dei momenti, alcune sequenze di alcuni episodi, in cui è sembrato che mancasse qualche spiegazione aggiuntiva, qualche scena che ampliasse alcuni concetti o punti oscuri della trama.
Se magari si è già conoscitori del materiale di partenza, questi punti divengono immediatamente chiari. Ma, provando a immedesimarci in chi potrebbe avvicinarsi all’universo di Fallout per la prima volta, ecco allora forse in due o tre occasioni si potrebbe rimanere con lo sguardo dubbioso per qualche secondo di troppo.
La (non) recensione di Fallout su Amazon: due parole finali
Dunque, sebbene senza un voto, come chiaro siamo qui per promuovere quasi a pieni voti la serie.
I passi falsi sono pochi e marginali, rispetto a un successo generale e su tutta la linea.
Fallout sembra infatti una serie che può piacere a un pubblico vastissimo, che va dai fan di lungo corso a chi invece della saga videoludica conosce poco o nulla (per quel che riguarda la saga, vi rimandiamo al nostro recentissimo speciale, che segue proprio tutto il franchise).
A questo vogliamo aggiungere un’ulteriore nostra impressione. Dopo infatti il mezzo disastro di Fallout 76 e dopo un capitolo apprezzabile ma non adorato come il quarto capitolo della saga, chissà che la serie di Amazon non segni un nuovo inizio, un ritorno in grande stile per l’intero franchise post-apocalittico.