Life is Strange: La prima serie di fumetti

life is strange fumetti
Informazioni sul gioco

Una delle migliori manovre di marketing che ha preso sempre più piede, specialmente negli ultimi anni, è quella di proporre racconti di un noto brand videoludico su carta, sotto forma di fumetti o libri. Si tratta di storie con il preciso obbiettivo di narrare parti della lore non chiare e approfondirne gli aspetti, così da avere un quadro più completo come mostrato nelle due serie a fumetti di Mass Effect. Tuttavia, a volte, come nel caso di Life is Strange, gli albi non buttano un occhio al passato e si concentrano su eventi successivi al finale del gioco. Cos’è successo dopo che Max e Chloe se ne sono andate da Arcadia Bay ormai in macerie? Questa è solo una delle domande che trovano risposta nei primi tre volumi.

Di produzione in parte italiana, i fumetti di Life is Strange vanno a chiudere il primo arco narrativo in attesa della seconda ed ultima stagione. Claudia Leonardi e Andrea Izzo ricoprono infatti rispettivamente i ruoli di illustratrice e colorista, mentre la scrittura vera e propria è affidata alla britannica Emma Vieceli di Titan Comics. Ciò ci riempie d’orgoglio, considerando che la scarsità di progetti nostrani in vari settori potrebbe scoraggiare eventuali investitori. Abbiamo anche avuto il piacere di intervistare l’illustratrice italiana, che ci ha anche spiegato quali filosofie hanno costituito le fondamenta del progetto.

Il team che ci ha portato questi primi 3 volumi, in attesa della seconda serie, ha chiesto e ottenuto i permessi dalla casa di produzione Dontnot Enterteinment, permettendo di far viaggiare con la fantasia i fan ancora una volta con le loro storie originali. Non possiamo far altro che esprimere profonda gratitudine agli autori del fumetto.

Attenzione! L’articolo contiene potenziali spoiler sul videogioco di Dontnod Entertainment e sul suo prequel, Before The Storm.

POLVERE

Il primo dei tre volumi si svolge un anno dopo l’evento disastroso ad Arcadia Bay, in cui la tempesta causata dai poteri di Max si abbatte sulla città, annientandola. Prendendo atto che la serie a fumetti consideri valida solo una delle due scelte finali, le due protagoniste – Max Caufield e la sfortunata Chloe Price – iniziano a viaggiare nel tentativo di lasciarsi tutto alle spalle, trasferendosi a Seattle e dedicandosi alle proprie attività lavorative.

Nonostante tutto sembri essere tornato alla normalità, un servizio commemorativo per le vittime di Arcadia Bay trasmesso in televisione riaccende in Max uno stato d’animo sopito da tempo. Ciò le causa forte stress emotivo e uno stato psicologico instabile. Il motivo è il fatto di non aver mai affrontato i suoi demoni, preferendo seppellire tutto, incluso il senso di colpa, in profondità. Inizia così a perdere sangue dal naso (come visto anche nel videogioco), preludio alla perdita del controllo sui balzi temporali (chiamati guizzi nel fumetto). Terrorizzata all’idea di causare un’altra Arcadia Bay a Seattle, decide, insieme all’amata e fidata compagna Chloe, di tornare dove tutto è cominciato e di affrontare la realtà.

Durante la storia, ripercorriamo le tipiche location che ci hanno accompagnato durante l’avventura videoludica, come la tavola calda Two Whales Diner, la Blackwell Academy e il faro. Ma qualcosa di strano e inquietante accade durante la visita a questi siti: Max perde il controllo e riesce a vedere stringhe temporali alternative, dove amici e la madre di Chloe, Joyce, sono ancora vivi, riuscendo persino a parlare con loro.

In una di queste linee temporali trova ai piedi del faro la propria tomba, la cui data di morte combacia con quella del padre di Chloe, William. In quella linea lei è una delle vittime dell’incidente stradale. Ancora più spaventata da ciò che ha visto e dal non riuscire a fermare i guizzi, Max cade in ginocchio, iniziando a dissolversi di fronte a Chloe. Anche se la ragazza dai capelli blu riesce a farle riprendere il controllo, da questa serie di episodi Max evince la necessità di riparare i vari strappi nel tessuto spazio temporale, essendo a tutti gli effetti una bomba a orologeria capace di causare un altro disastro. Ecco che, di fronte a un memoriale alla Blackwell Academy, tramite un ultimo guizzo, Max si sposta in una diversa linea temporale calando il sipario sulle due ragazze innamorate e la loro triste e commovente separazione.

ONDE

Dopo aver viaggiato per un tempo indefinito in una ragnatela di possibili linee temporali, Max arriva in una nuova realtà, in cui porta con sé un fatto inaspettato: Rachel Amber, nella linea temporale standard scomparsa e uccisa dal professor Jefferson, che fece occultare il cadavere nella discarica, è viva e vegeta di fronte a lei. Ma non è sola, Chloe è proprio lì accanto e sembrano felici insieme.

In questo secondo albo, veniamo catapultati due anni nel futuro rispetto a Polvere. Max si è trasferita a Santa Monica (Los Angeles) insieme alle due ragazze. Nonostante la possibilità di una stringa temporale alternativa in cui niente di orribile sia accaduto a Rachel e Chloe, la loro relazione risulta per Max un calcio nello stomaco. Il fumetto ci trasporta in un universo nel quale vengono ripresi elementi di Life is Strange: Before the Storm, ma senza le pieghe prese nel primo gioco della saga. La coppia infatti vive la propria relazione felicemente, senza maniaci possessori di bunker sotterranei, né tossici con un camper. Il fumetto risponde anche ad un interrogativo che i fan si sono posti molto spesso riguardo a una possibile amicizia tra Max e Rachel, che sfortunatamente non ebbe mai modo di conoscere se non dal necrologio.

Nonostante gli ottimi rapporti con l’affascinante blogger, la giovane fotografa si trova costretta ad accettare una situazione paradossale: la persona che ama è nelle braccia di qualcun altro, ma l’elemento estraneo non facente parte di quella realtà è proprio lei. Rattristita dall’aver abbandonato la sua Chloe per ricucire gli strappi temporali, decide di ingoiare l’amara pillola e di convivere con le due ragazze, le quali capiscono che qualcosa non vada bene, ma rispettano la sua privacy. La nostra protagonista con il tempo si ritaglia uno spazio sia in quell’universo che nelle loro vite, iniziando a pensare che la soluzione al problema sia più semplice del previsto: vivere una vita normale, concentrarsi sulle cose importanti e mai usare i guizzi.

Tuttavia questa condizione di calma e serenità apparente viene rovesciata con l’introduzione di un nuovo personaggio, Tristan, un giovane vagabondo con la facoltà di rendersi invisibile. La sua abilità si manifesta a causa di un intenso trauma emotivo causato dall’omicidio del suo migliore amico, a cui ha assistito, ma non riesce a controllarla. La sua sofferenza e la sua solitudine lo portano a incontrarsi e scontrarsi con la protagonista, che in qualche modo avverte la sua presenza. Scambiata per una complice, questa viene rapita dagli stessi spacciatori che uccisero l’amico di Tristan, che deve combattere contro la sua sfiducia nell’umanità per fare squadra con Rachel e Chloe e intervenire.

Tuttavia l’incontro tra Max e Tristan apre la porta ad una nuova serie di strappi temporali. Chloe realizza su commissione una scultura che rappresenta l’uragano abbattutosi su Arcadia Bay, canticchiando una canzone conosciuta solo da Max, che ricomincia a sanguinare dal naso. Elementi della sua linea di partenza stanno interferendo con la realtà attuale e lei capisce di aver bisogno dell’aiuto delle sue inquiline per riparare ai danni, decidendo quindi di vuotare il sacco.

STRINGHE

Terzo ed ultimo volume che va a comporre la prima serie, al livello di storia, Stringhe è il più semplice. Dopo mille peripezie descritte nei due capitoli precedenti, i ritmi calano, lasciando spazio alla narrativa e alle varie interazioni con i personaggi, risaltando le loro reazioni alle rivelazioni di Max sul suo passato e sulle capacità di Tristan. Quest’ultimo, rispetto a Onde, viene rappresentato molto meglio come personaggio e si ha ben chiaro il suo ruolo nella storia.

In quest’ultima avventura, la giovane reporter fotografica capisce che l’unico modo per fermare i guizzi e gli squarci temporali è tornare indietro alla sua realtà di partenza, con tutte le sofferenze che questa scelta comporti. Capisce inoltre che fuggire dalla sua linea temporale non è stato un deterrente per futuri disastri, bensì il vettore per strappi in altre realtà. Sebbene il contrasto fra il gruppo di ragazze affiatate e il personaggio solitario di Tristan (per niente in comune con loro) possa inizialmente far storcere il naso, rappresenta invece la chiave per attuare il piano di Max, ponendole però un’interessante, quanto scoraggiante, quesito. Fino a quel momento lei è convinta di essere giunta in quella realtà casualmente, come se la vita avesse scelto per lei un nuovo punto di partenza per riparare i danni. Purtroppo, il giorno del suo arrivo coincide con l’omicidio del migliore amico di Tristan, il cui trauma scatenò la sua abilità, rendendo plausibile che l’ingresso di Max in quella stringa non sia stato un evento casuale, ma vi sia stata tirata dentro.

Nonostante la nuova consapevolezza con cui fare i conti, il gruppo unisce le forze; Tristan riesce a catalizzare l’abilità di Max in modo da farle aprire un passaggio sicuro dall’altra parte. La fotografa fino a quel momento non si era resa conto di quanto fosse grave la situazione: miliardi di squarci, che fungono da finestre su altre realtà, sono di fronte a lei e ognuna rischia di svanire a causa sua. Una cosa molto interessante è una citazione alla parte finale di Mass Effect 3 (Attenzione! Spoiler): quando l’ammiraglio David Anderson muore, è il comandante Shepard a sanguinare. In modo analogo, considerando l’enorme sforzo di Max nel cercare la propria linea di partenza in mezzo a tutte quelle stringhe, Chloe perde sangue dal naso. Non ci è dato sapere quanto e come questo tentativo abbia cambiato le cose, ma veniamo accolti da una lettera di Chloe di un altro universo chiudendo l’albo con un cliffhanger che ci lascia alle teorie più disparate.

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