Humankind è l’ultima mastodontica fatica di Amplitude Studios, uno strategico a turni che ripercorre la storia dell’umanità tramite la celebre formula 4X. Lo studio francese, fondato da ex dipendenti Ubisoft, non è inesperto sul genere. Anzi, conta un’esperienza decennale maturata con i titoli Endless, che costituiscono ormai un intero universo. Endless Space e Endless Legend ne sono floridi esempi ed hanno lasciato il segno nel panorama degli strategici.
Questa volta, tuttavia, il gioco abbandona quei mondi infiniti, per inserirsi in un panorama dominato praticamente solo da un altro gigante del settore, Civilization. Vedremo che in realtà sono molte le differenze con l’opera di Sid Meier. Il paragone sorge spontaneo per l’ossatura eXplore eXpand eXploit eXterminate, ma la nuova produzione Amplitude brilla di luce propria.
Pubblicato da Sega, Humankind è disponibile dal 17 agosto su PC (Steam ed Epic Games Store) e Stadia. Attualmente figura anche nel catalogo di Xbox Game Pass. Segnaliamo inoltre che sulla piattaforma di Google il gioco supporti lo State Share per condividere i migliori momenti con gli amici e il tocco diretto per giocare agilmente sui dispositivi mobili.
Indice
L’umanità del gameplay
Humankind ripercorre l’intero arco narrativo della storia umana, dal Neolitico all’era contemporanea. Si inizia proprio con una tribù di cacciatori, catapultati in una piccola porzione di un mondo tutto nuovo. L’obiettivo iniziale è proprio quello di esplorare l’ambiente circostante. Scoprire Curiosità sparse che forniscono risorse ed eventualmente cacciare animali preistorici è la routine fino alla fondazione del primo accampamento. Questo primo baluardo di civiltà è la pietra sulla quale verranno poi costruiti altri avamposti, città, metropoli ed intere civiltà, che verso la fine del gioco potranno anche annientarsi con le armi nucleari.
La scoperta è un elemento fondamentale, all’alba del mondo come nelle fasi più concitate del gioco. Ci troveremo infatti a dover approvare nuove politiche sociali, fondare credi religiosi ed a prendere importanti decisioni ad eventi casuali che impatteranno sulla popolazione. Capire come funzionino tutti questi aspetti è fondamentale. Per farlo dovremo svelare progressivamente la storia dell’uomo. Lo stesso mondo di gioco è personalizzabile in ogni partita grazie a dettagliatissime informazioni.
Il confronto con Civilization è inevitabile, impossibile non trovare analogie con una saga che ripercorre la medesima formula da oltre trent’anni. Tuttavia, è proprio sull’essenza delle civiltà che Humankind dimostra la sua unicità. Con essa, diplomazia, cultura e religione prendono forma propria ed influenzano significativamente le nostre azioni. Dovremo quindi abbandonare la forma mentis dei giochi di Firaxis per trionfare in questo 4X.
La cultura dinamica
Il fondamento sull’umanità si percepisce sin dal menu. Prima ancora di iniziare la partita possiamo creare il nostro avatar. Questo potrà anche essere usato come IA se caricato nei server di gioco. L’elemento più innovativo del gameplay è un sistema di cultura dinamico. Non sceglieremo all’inizio la nostra appartenenza ad un popolo, ma dovremo plasmarla nel corso dei secoli.
Tramite le nostre imprese, dovremo guadagnare una serie di Stelle, in pratica obiettivi che ci permetteranno un drastico cambio storico. Durante ognuna delle sette ere, avremo la possibilità di scegliere tra circa una decina di diverse culture. Ognuna di esse ci fornirà strutture ed unità speciali, particolari vantaggi ed un look folcloristico. Abbiamo la possibilità, ad esempio, di identificarci nei Fenici nell’era antica, negli Aztechi nell’era classica, per poi scegliere gli Australiani in quella contemporanea. Allo stesso modo, è possibile rimanere sempre fedeli alla stessa cultura tramite la Trascendenza, in cambio di un bonus di Fama.
La ricerca della gloria
L’abbiamo appena menzionata: la Fama è un elemento cruciale. Essa ci eleva dinnanzi alle altre civiltà ed è anche una condizione di vittoria qualora finiscano i turni prestabiliti. Ci sono altri modi per vincere: possiamo infatti trionfare inviando una missione spaziale su Marte, esplorare l’intero albero tecnologico, guadagnare tutte le Stelle contemporanee, o sottomettere tutte le altre popolazioni. La partita finisce anche se il mondo cessa di essere abitabile a causa dell’Inquinamento.
Ciononostante in Humankind sono fattori come Fama e Influenza ad avere un peso maggiore sul gameplay. Quest’ultima regola importanti fasi diplomatiche che approfondiremo più in basso, ma non solo. L’Influenza determina l’attaccamento verso una cultura di un determinato territorio. Non a caso si usa per unire avamposti e città, reclamare Meraviglie ed adottare svariate Politiche Sociali. Si tratta di un elemento così potente da innescare osmosi con i popoli limitrofi o il pretesto per cedere o guadagnare una zona nei confini di un’altra civiltà.
Per questo motivo l’espansione sul territorio è fondamentale. Tramite le suddette Politiche potremo dare un senso di maggiore appartenenza al nostro popolo, dall’abolizione o meno della schiavitù, alla scelta di uno stato più o meno religioso. Il ventaglio è molto ampio, ma attenzione, se subiremo l’influenza di altri popoli potremo essere costretti a scendere a compromessi.
Erigere una civiltà
La gestione delle città è invece più tradizionale e richiama la stessa che Amplitude ha ampiamente sfruttato in Endless Legend. Nella mappa (suddivisa a caselle esagonali) esistono diversi distretti nell’area d’azione del centro urbano ed è possibile costruire infrastrutture ed unità. Un altro parametro a cui prestare attenzione è la Stabilità. Se questa infatti scenderà sotto i livelli di guardia, a causa di una carestia o di condizioni sociali importanti, porterà la città nel caos di una ribellione.
Tutto il resto è regolato grazie al rodato sistema FIMS dello studio francese, ovvero Cibo, Industria, Denaro e Scienza. Questi porteranno allo sviluppo della popolazione, alla velocità di costruzione, all’accrescimento della ricchezza e all’avanzamento tecnologico. Tramite ogni distretto cittadino è possibile potenziare il parametro che più è affine alla vostra strategia. I distretti verranno popolati poi dai rispettivi specialisti, che ne determinano l’efficienza.
Nel corso del gioco si possono innescare piccoli eventi casuali, localizzati nelle città. Sono proprio brevi trame in cui può succedere di tutto e bisognerà fare una scelta di fronte ad esse. Tuttavia non sempre sono trascurabili, l’inettitudine può portare ad inondazioni, violenze e alla perdita di potenziali bonus per crescere.
Passo dopo passo, costruirete la vostra civiltà e sceglierete come interagire con gli altri popoli e con le rispettive culture. Il ritmo di gioco è abbastanza sostenuto, quindi i turni risultano snelli e veloci da gestire, specialmente nelle fasi avanzate di gioco.
L’arte della diplomazia in Humankind
Abbiamo già introdotto l’argomento, che merita un approfondimento a sé. L’enfasi sulla cultura non può che portare allo sviluppo della diplomazia, in questo titolo ancora più importante della guerra stessa. Il rapporto con un’altra civiltà non è solamente abbozzato con una condizione di alleanza, guerra o neutralità e tramite una serie di trattati, ma scava più a fondo. Gli elementi appena citati delineano l’ossatura dell’intero sistema diplomatico e possono anche condizionare il rapporto con le altre civiltà non coinvolte direttamente.
Possiamo quindi decidere se permettere il libero transito e scambio, se condividere le scoperte geografiche e stipulare patti di non aggressione. Nelle migliori relazioni diplomatiche è addirittura possibile firmare vere e proprie alleanze e condividere il progresso scientifico.
In tempi di pace non tutto è scontato
Non è tassativo rispettare tutti gli accordi pattuiti. Ciò potrebbe provocare antipatie, lo stralcio di un accordo, o vere e proprie crisi diplomatiche. Queste possono anche innescarsi in caso di espansione territoriale invadente, o per il coinvolgimento di altri popoli con diversi interessi. La stessa Influenza può portare alla richiesta di un determinato territorio tramite diplomazia, azione che può avere conseguenze anche a distanza di decine di turni. Questi incidenti diplomatici possono essere risolti nel tempo, ma se non vi è accordo comune da ambo le parti possono condurre anche alla guerra.
Un altro elemento fondamentale è il commercio. Le risorse sparse sulla mappa donano diversi bonus alla nostra civiltà, ma sono anche materia di scambio. Purtroppo non comanderemo nel dettaglio le rotte commerciali, ma potremo decidere cosa acquistare agli altri popoli. Inutile specificare che il Denaro è l’elemento primario in materia. Avere a disposizione diverse risorse permetterà di avere fondamentali vantaggi sullo sviluppo economico della civiltà. La maggior parte delle ricchezze di determina con i beni di lusso, mentre le risorse strategiche sono più rare e difficili da ottenere.
In guerra
Se la diplomazia non funziona, la guerra è inevitabile, anche se non tutto è scontato. Prima di prendere decisioni drastiche, bisogna assicurarsi un buon Supporto di Guerra iniziale. Trattasi della misura del furore dei popoli in guerra, è anche l’elemento risolutivo nella resa o la cessazione degli scontri. Vincere nelle singole schermaglie, conquistare territori e città farà crollare quello avversario e accrescere il vostro. Quando il parametro è azzerato, gli scontri dovranno cessare e si arriverà ad una resa, più o meno proficua in base a quello del popolo vincitore.
Questa meccanica purtroppo mostra la debolezza della componente bellica: le condizioni di resa sono davvero magre e spesso poco credibili. Ci si ritrova spesso a conquistare intere città con grossi eserciti per poi reclamare solo una piccola parte del bottino, nonostante l’evidente debolezza dello sconfitto.
Rendere un popolo vassallo è molto esoso in termini di Supporto di Guerra e solitamente non si conquistano più di due città alla volta. Per questo motivo è quasi impossibile vincere per Dominio.
Dobbiamo comunque riconoscere il sistema interessante di combattimenti ad area, valido anche per gli assedi. Possiamo anche manovrare turno per turno le nostre truppe sul campo, a seconda della disposizione strategica. Spesso la risoluzione automatica è la scelta più spiccia, ma a volte è opportuno schierare bene gli eserciti e seguire con attenzione lo sviluppo della battaglia.
Il comparto tecnico
Humankind ha molto da offrire sul lato tecnico. Graficamente il motore di gioco è pesante per molte configurazioni PC, ma considerando l’utilizzo di Unity, è stato svolto davvero un ottimo lavoro. Sebbene con qualche sporadico glitch grafico, la resa è grandiosa ed ammirare la propria civiltà maturare è davvero un bel vedere. Encomiabile anche la direzione artistica, con un level design azzeccato ed avvincente. Ancora una volta lo stile grafico cartoonesco risulta vincente, senza l’ombra della minima presunzione verso il fotorealismo.
Il comparto audio è compatto e la narrazione che ci accompagna in game è molto convincente. La colonna sonora è memorabile, degna della maestosa evoluzione umana qui dipinta. Arnaud Roy ha svolto un impeccabile lavoro sulla parte compositiva ed orchestrale, talvolta epica e talvolta più distensiva. Il valore aggiunto è senz’altro il complemento di ulteriori musicisti per l’inserimento di decine di strumenti tradizionali all’interno di molte delle tracce. Questi replicano la diversificazione delle culture anche a livello uditivo, raggiungendo una coesione unica nel suo genere.
L’intelligenza artificiale è reattiva. Non sempre esegue le scelte più equilibrate. Considerata la mole di parametri presenti, però svolge un buon lavoro in un mondo di gioco così vasto.
Humankind splende, ma non in tutto
Cultura a doppio taglio
Prima di giungere alle conclusioni, vogliamo fare alcune riflessioni ed evidenziare qualche piccola criticità. In primis riguardo al punto cardine dell’intera produzione, la cultura.
Il gioco di culture progressive è lodevole per la dinamicità, ma spesso si riduce ad una mera scelta di bonus. Non arriverete a creare la vostra cultura alla fine. Questo continuo cambiamento spesso confonde nelle prime ore di gioco, complice anche il ritmo veloce. Ciò che purtroppo continua a confondere è il repentino cambio di personalità avversarie, che vi porterà ad interfacciarvi con gli stessi rivali ma dai nomi diversi. Pensate solo al caos diplomatico in merito.
Non è tutto, perché la scelta che si pone ad ogni era è esclusiva, quindi spesso il gioco diventa una corsa contro il tempo per non raccogliere gli avanzi. In tal senso ne risente anche la varietà della strategia di gioco, vincolata alla conquista fulminea delle stelle per evitare di scegliere il meno peggio. In questo modo purtroppo si tende a ripetere le stesse azioni nel corso delle partite. Manca altresì una personalità determinante ai popoli indipendenti che si evolvono in città stato, spesso semplici fantocci.
Dobbiamo anche constatare che purtroppo l’evoluzione della religione sia dozzinale rispetto al resto. Si può fondare un credo e rinforzare con solidi principi, di cui però ne figurano solamente 4 e molto elementari. Avremmo gradito uno sviluppo più accurato di questo importante aspetto culturale. Allo stesso modo, seppur in un contesto diverso, il parametro dell’Inquinamento ci è sembrato quasi superfluo.
Humankind pone proprio la lente sull’aspetto più culturale delle civiltà, a discapito di quello più guerrafondaio e sfruttatore, quindi è un vero peccato che non si vada fino in fondo in tal senso.
Altri piccoli difetti
L’opera di Amplitude non è esente anche da alcuni problemi di bilanciamento. Ci riferiamo a qualche difficoltà nello stabilire con precisione la difficoltà di gioco. Esiste ovviamente un parametro specifico, ma ogni IA possiede una personalità che potrebbe ribaltare la situazione. Non è difficile, infatti, trovarsi contro avversari sovraumani a difficoltà intermedie, o l’opposto nelle difficoltà più elevate. Ciò può risultare un problema anche in merito alle risorse strategiche, spesso risicate sul terreno nelle fasi avanzate di gioco: senza una vera ottica di eXterminate o una IA collaborativa, potreste non raggiungerle mai.
L’interfaccia in genere funziona molto bene, ma a volte l’unica mappa disponibile (non è presente alcuna minimappa) è macchinosa da gestire quando ci si espande molto. Lo zoom infatti condiziona la visuale e talvolta provoca qualche noia. Opinabile anche la scelta di non includere a schermo informazioni sulla produzione della Scienza. In questi casi comunque si tratta di piccoli nei in una produzione di alto livello.
Quello che non perdoniamo, però, è l’assenza della localizzazione in italiano di un gioco prodotto in altre 10 lingue. Essendo un titolo molto complesso, richiede parecchie ore per capire come giocare, anche ai veterani dei 4X. Doverlo fare in una lingua che non si conosce bene, se non impossibile, può diventare molto frustrante. Oltre al danno la beffa: tra le diverse culture figurano i Romani, gli Italiani e i Veneziani.
Conclusioni
Humankind è un ottimo gioco, anche se non esente da qualche difetto. Si ritaglia sicuramente un posto importante tra le produzioni Amplitude Studios ed è una validissima alternativa agli altri 4X, come l’immortale Civilization.
L’enfasi sulla cultura dinamica è determinante per far risplendere di luce propria questo titolo, a discapito di qualche compromesso più o meno estremo. Siamo sicuri che il gioco potrà essere ulteriormente migliorato tramite aggiornamenti e che in futuro possa essere l’inizio per qualcosa di più che possa nuovamente scuotere il mondo degli strategici a turni.
Gioco solido e fresco di novità
Diplomazia molto curata
Coinvolgente turno dopo turno
Il mix di culture è fine a se stesso
Alcuni elementi non sono ben bilanciati
Nessuna localizzazione in italiano