Inkulinati – Recensione: una specie di magia

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Informazioni sul gioco

Qualche settimana fa è stato rilasciato, seppur in versione game preview, Inkulinati. E sebbene per la release ufficiale dobbiamo aspettare ancora qualche mese, abbiamo deciso di tuffarci comunque fra le pennellate di inchiostro che colpiscono le pagine medievali dell’opera prima di Yaza Games.

Certo, possiamo chiederci quale sia il senso o l’utilità di una recensione di un titolo come Inkulinati, ancora in early access. Ma allora potremmo chiederci pure quale sia il senso di una recensione in generale, nel 2023.

E tuttavia rimane la volontà di parlare di un titolo che, per quanto non sia ancora nella sua forma definitiva, è qualcosa che forse dovreste provare, specialmente se vi piacciono i videogiochi strategici. Ma il videogame edito da Daedalic Entertainment è anche l’occasione per un discorso più ampio, su di una tipologia videoludica che si muove attraverso i generi e che in questi ultimi anni sta prendendo sempre più piede.
Ma andiamo con ordine.

Inkulinati: “one dream, one soul, one prize, one goal”

Come cantavano i Queen in A Kind of Magic, anche nel gioco di Yaza Games l’obiettivo è uno solo, e solo uno è il premio che ci attende al termine del gioco: diventare il miglior Inkulinati del mondo.

E no, non è una parolaccia, ma solo la fusione dei termini inglesi ink e Illuminati. Perché infatti, nel Medioevo del videogame, c’è un inchiostro magico in grado di dare vita a ciò che disegniamo a margine dei nostri libri manoscritti. Ed è un attimo che si forma una sorta di società segreta i cui membri si sfidano con le loro armate di improbabili personaggi appena disegnati.

Nel nostro percorso per divenire il miglior combattente delle note a margine, dobbiamo affrontare un avversario più temibile dell’altro, e rischiamo di incrociare volti noti nei nostri viaggi. Tipo la Morte e Dante Alighieri.

Alle origini del mito

Come noi con un unico scopo all’interno del gioco, anche i developer di Yaza Games hanno avuto un unico obiettivo, fin da quando ormai anni fa partì la campagna Kickstarter, come ben ricorda chi vi sta scrivendo.

Da lì, dopo anni di rinvii, siamo arrivati finalmente (quasi) all’uscita ufficiale. Nell’attesa però di avere un videogioco completo di feature e scevro di difetti, possiamo comunque dilettarci con gli scontri e gli imprevisti che comporta essere un inkulinati.

È in early access, e si vede

Ciò che è chiaro fin dai primi minuti in cui ci si ritrova a giocare a Inkulinati, è che palesemente è ancora una game preview.
Il sonoro è abbozzato, ci sono varie leggerezze che portano a diversi difetti e piccoli bug, assieme a una modalità storia abbastanza breve. E però siamo consapevoli che di mesi di lavoro ce ne siano ancora davanti agli sviluppatori, sia per quel che riguarda il sistemare i problemi (per quanto piccoli, vogliamo ribadirlo), sia per ciò che concerne l’aggiunta di elementi di gameplay e di lore e trama.

Insomma, in linea di massima Inkulinati non raggiunge l’eccellenza. Ma non siamo qui per questo.

Una vita semplice, come la grafica

Alle volte, per essere felici, basta vivere una vita semplice.

Ci si alza al mattino, si prega, ci dedichiamo alle nostre routine quotidiane. Ah, sì, giusto, ci mettiamo alla ricerca di sfidanti con cui scontrarci a suon di disegni.

Appunto, come dicevamo, una vita semplice. Una vita magari fatta di disegni abbozzati, scarabocchi ai margini dei libri: magari cani armati di arco e frecce, oppure demoni o altre creature pronte a lanciare peti per sconfiggere i nemici, o (perché no?) gatti vescovi in grado di curare i propri compagni d’arme.

Una vita che è in grado di rispecchiare la sua semplicità in una grafica altrettanto chiara e semplice, ma altrettanto efficace.
Niente fronzoli né orpelli, nelle fiamme infernali che avvolgono le pagine dei manoscritti su cui combattiamo, nessun arzigogolo quando si tratta di far gocciolare sangue o disegnare le chiappe di qualche asino o coniglio.
Non c’è tempo, la battaglia, la pugna, ci chiama a sé. Gli inutili dettagli li lasciamo alle pesanti lettere dei racconti che vengono stese e descrivono la nostra guerra man mano che si dipana.

Ed è una vita che spesso non le manda a dire, alle volte scurrile e popolana. Fra didietro al vento e flatulenze, offese e sangue a profusione, Inkulinati un po’ ci fa sentire a casa anche così, con qualche pomposa parolaccia medievale.

Videogiochi strategici: una lezione da imparare

La semplicità, dicevamo. E dobbiamo parlare ancora di semplicità anche quando parliamo di gameplay e videogiochi strategici.

Questo perché, sebbene qualcuno potrebbe pensare che possa essere un controsenso, in realtà nella sua semplicità Inkulinati ha la formula ideale per un gioco strategico.

In Inkulinati, infatti, è assai semplice imparare le basi del gioco. Alla fine della fiera, i tasti e gli input da apprendere sono pochi, così come le meccaniche.

C’è il nostro personaggio protagonista, con le sue abilità e poteri speciali, così come la creazione di disegni e gli attacchi di ogni tipologia di personaggio. Oltre a questo, le altre feature da riuscire a comprendere sono in linea di massima poche altre: la raccolta di inchiostro magico nel corso degli scontri (necessario a dare vita a nuove reclute), i vari ostacoli sui campi di battaglia e gli imprevisti che possono avvenire mentre facciamo guerra ai nostri nemici.

Tutto il resto sono abbellimenti o elementi che contribuiscono a rendere più corposa l’esperienza del gioco.

Ora et labora: l’esperienza rende perfetti

Per cui la semplicità è il cuore di Inkulinati, che si tratti della resa visiva o del capire e conoscere le varie funzionalità e caratteristiche. E però, nonostante questa semplicità di base, servono molta esperienza e l’affinatura delle nostre conoscenze per riuscire a carpire ogni dettaglio del videogame e a masterarlo.

Se vogliamo rimanere in tema col Medioevo del videogioco, potremmo dire che è un po’ come la scrittura o il disegno. Le basi della scrittura, le lettere e le regole grammaticali principali, per esempio, possiamo conoscerle senza problemi. Ma prima di poter scrivere un testo vero e proprio e pieno di poesia, è necessario decisamente molto tempo prima di riuscirci.

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La stessa cosa è valida quando si tratta di scarabocchiare ai margini delle nostre pagine. Non possiamo creare l’esercito dei nostri sogni a suon d’inchiostro, se non ci applichiamo per capire e leggere ogni situazione, in base ai nemici che abbiamo di fronte e alle zone in cui si svolge la battaglia.

Medioevo e videogiochi: un matrimonio duraturo

Un elemento di Inkulinati che vogliamo citare in questa sorta di recensione, per quanto forse decisamente estraneo, è il gusto del pubblico contemporaneo, nonché le scelte di publisher e aziende.
Perché, se c’è un tema che sta diventando ricorrente nel mondo dei videogiochi è proprio il Medioevo.

Intanto, brevissima premessa, non parliamo del generico medieval fantasy che possiamo ritrovare in tutta quella serie di giochi ruolistici fantasy appunto. Ci riferiamo invece a videogame in cui c’è un’ispirazione medievale più o meno marcata e centrale.

game pass ottobre

Possiamo partire da un titolo noto come A Plague Tale: Innocence di Asobo Studio del 2019. Sebbene vi fosse un contesto in buona parte sovrannaturale, l’impianto di partenza era quello assai realistico della Francia del Medioevo piagata dalla Peste Nera.
Se poi ci avviciniamo agli ultimi mesi, troviamo il seguito di Innocence con A Plague Tale: Requiem, in cui seguiamo ancora i due giovani sorella e fratello che abbiamo conosciuto nel primo titolo.

Ed è solo uno di molti videogame che potremmo citare, più o meno noti. Parliamo per esempio del simulatore di alchimista Potion Craft, realizzato con uno stile che (anche in questo caso) si rifà ai libri antichi.

Tralasciando invece strettamente il periodo medievale, poi, giusto spostandoci di qualche decennio in avanti dal termine canonico del Medioevo, abbiamo ulteriori titoli. È del 2020 The Procession to Calvary, avventura punta e clicca i cui protagonisti e ambientazioni sono ripresi da quadri dell’epoca (a partire dal titolo del gioco, titolo anche dell’opera del pittore olandese Pieter Bruegel).

E ancor più recente, del 2022, è invece Pentiment, bellissimo investigativo e ruolistico la cui realizzazione visiva, neanche a dirlo, riprende i testi amanuensi.

Per cui, almeno da questo punto di vista, Inkulinati si inserisce in un filone molto ampio di scelte stilistiche e che, con tutta probabilità, è molto distante dall’essere esaurito. Resta da vedere quali nuove forme e realizzazioni troverà nei prossimi videogame.

Un giudizio (non) universale

Dovremmo chiudere la recensione di Inkulinati, come si è soliti fare, con delle conclusioni. Dovrebbe esserci un riassunto di pro e contro in forma discorsiva. Ma non è quello che trovate qui (invece lo schemino con i pro e contro, quello c’è e lo trovate in fondo alla recensione).

Qui vogliamo un attimo parlare del fare una review, del dare un giudizio conclusivo su di un gioco che non è concluso. Il titolo di Yaza Games è infatti ben distante dall’uscita ufficiale, che arriverà solo nei prossimi mesi, dunque è lecito chiedersi cosa si possa dire di un videogame in early access.

Se questo dubbio è lecito, rimane comunque vero il fatto che, in accesso anticipato o meno, il videogioco è comunque stato rilasciato, dunque fruibile da chiunque e pertanto giudicabile. Per questo abbiamo deciso di provare Inkulinati, giocarci e divertirci con il titolo e mettere per iscritto cosa ne pensiamo.

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Amazing
75100
Pros

La giusta difficoltà

Lo stile grafico

L'ironia

Cons

La longevità

Qualche difetto nella realizzazione

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