Lost in Random è la prossima avventura videoludica pubblicata da Electronic Arts e affidata al team di sviluppo di Zoink Games. Le cose da dire sul titolo, su più livelli, sono tantissime, per questo al videogame in uscita il 10 settembre abbiamo già dedicato uno speciale che raccoglie tutto ciò che conosciamo del gioco.
Lost in Random è un’opera action-adventure ispirata al mondo dei giochi da tavolo, con la presenza attiva di carte da gioco e dadi nel gameplay. La storia è quella di una fiaba dark le cui protagoniste sono due sorelle separate da un tiro di dadi e da una crudele regina.
Noi, nei panni di Even (pari) dovremo recuperare nostra sorella Odd (dispari), affrontando tutti i quartieri, le aree e i pericoli di Sixtopia, il luogo in cui si svolgono le vicende.
Questo è il succo di ciò che potremo giocare a breve. Ma adesso è il momento di vedere se ne varrà la pena. Quali sono i lati positivi dell’opera? Cosa potrebbe non fare al caso nostro?
Eccovi i nostri 6 motivi per valutare l’acquisto di Lost in Random.
Indice
3 Motivi per acquistare Lost in Random
Tim Burton e la sua estetica
Già dalle prime immagini, e ancor di più da trailer e gameplay, è stato chiaro quale fosse uno dei punti di riferimento del direttore creativo Olov Redmalm e il capo dello studio Klaus Lyngeled. Ci riferiamo al regista cinematografico che più di tutti ha saputo incarnare l’ideale del fantasy oscuro e della fiaba dark sul grande schermo, ovvero Tim Burton.
Lost in Random non è infatti solo magie, stregoneria, viaggio dell’eroina ed elementi soprannaturali. Il tutto è infatti condito da una patina di sensazioni notturne, come se la deriva verso l’horror fosse dietro l’angolo.
Al di là poi della mera cifra stilistica in fatto di scelte di colori, illuminazione, pattern fotografici e quant’altro, Lost in Random deve molto a un certo tipo di produzioni anche per il modo in cui abbiamo le animazioni. Infatti, i piccoli movimenti a scatti di personaggi e mondo di gioco ricordano le produzioni animate in stop motion. Anche fra queste, sarebbe superfluo dirlo, Tim Burton ha fatto scuola con pellicole come Nightmare Before Christmas, Frankenweenie e La sposa cadavere.
Il gameplay particolare
Quando parliamo di gameplay in riferimento all’opera di Zoink Games, stiamo parlando di un interessantissimo intreccio di elementi molto diversi fra di loro.
In primis abbiamo infatti uno stile classico: combattimenti votati all’azione, con sequenze avventurose in percorsi prestabiliti, fino a boss fight in arene in cui la nostra Even dovrà combattere con la sua pesantissima arma.
Dall’altra parte però abbiamo tutta una serie di elementi e variabili decisamente differenti. Fra questi dobbiamo sicuramente elencare tutta quella parte di gameplay che si rifà ai giochi da tavolo, come abbiamo scritto nell’introduzione.
In Lost in Random troviamo le carte da gioco e la costruzione di un nostro mazzo personalizzato. Al suo interno, sceglieremo di inserire le carte migliori e che più si adattano al nostro stile di combattimento. Man mano che sbloccheremo nuove carte nel corso dell’avventura, avremo la possibilità di ampliare e sistemare il mazzo, in base ai nostri gusti.
Questa componente di gameplay legata ai mazzi si unisce a ciò a cui servono le carte. Queste ultime raffigurano determinati attacchi o poteri specifici, che possiamo sfruttare e attivare nel corso dei combattimenti. Per usare queste abilità, dovremo accumulare l’energia necessaria indicata sulle carte. Infine, queste carte potranno essere potenziate e combinate.
Opposta alla scelta delle carte e di tutti gli elementi che sono sotto il controllo dei giocatori, nel videogame ci sarà la casualità affidata al tiro dei dadi. In un mondo infatti che ha per nome “Random”, non poteva che essere così.
Dunque, a ogni abilità e combattimento, corrisponderà il lancio del nostro compagno di viaggio Dicey, che appunto è un dado animato che ci assisterà nel percorso fra i quartieri di Sixtopia.
La fuga dalla banalità
Già i due precedenti sono validissimi punti a favore dell’acquisto di Lost in Random. Parte della loro validità sta, secondo noi, nel fatto che si tratta di elementi che si allontanano dal tipico videogame che va spesso di moda.
Stilisticamente, Lost in Random rifugge la semplice replica della realtà per intraprendere una via personale, graficamente e nella raffigurazione dei personaggi. E certamente l’ispirazione c’è, ovvero Tim Burton e in generale il mondo dell’animazione, dell’illustrazione e del racconto dark. Però è comunque un genere che visivamente non si vede così spesso nel mercato dei videogiochi.
Anche a livello ludico, la scelta di inserire in maniera preponderante le carte da gioco e i tiri di dadi si discosta da moltissime produzioni in cui si dà decisamente più risalto alla mera azione (in particolare negli action adventure come questo).
Questi due elementi già approfonditi si legano anche alla trama di Lost in Random. Pure quest’ultima rappresenta un discostarsi da moltissime opere già viste e straviste nel corso degli anni: una fiaba, semplice se vogliamo, in cui a essere rappresentate sono due sorelle alle prese con una regina malvagia.
Nessun grande eroe né condottiero senza macchia né paura contro invincibili demoni, ma due ragazzine contro un destino e una fortuna avversi.
3 Motivi per non acquistare Lost in Random
Il genere: troppo di nicchia?
Come una sorta di specchio, un po’ come il pari e il dispari sulle facce di un dado, o come la testa e la croce del lancio di una moneta, i punti a sfavore di Lost in Random finiscono quasi per rispecchiare la loro contro parte positiva.
E partiamo perciò dal genere di riferimento, ovvero quello della fiaba dark e la sua estetica.
Se infatti, anche proprio grazie a figure come Tim Burton e al mondo dell’animazione e dell’illustrazione (come le opere dell’illustratore australiano Shaun Tan), il genere ha un nucleo di appassionati molto affezionato e diffuso in tutto il globo, è pur vero anche il contrario. Ovvero che questo genere è comunque molto specifico e caratterizzato da elementi difficilmente digeribili da tutto il pubblico.
Pensiamo a un determinato tipo di nostalgica oscurità, con dettagli che rimandano da un lato allo stile vittoriano, dall’altro all’horror, senza però sfociare veramente in quest’ultimo. Inoltre questa tipologia di narrazione, a livello stilistico, è spesso condita di vezzi d’abbellimento e altri dettagli leziosi.
Al di fuori del mondo videoludico, la fiaba dark ha trovato spesso dei filoni molto prolifici in termini creativi e di responso del pubblico (come le molte versioni oscure di Alice in Wonderland). Tuttavia è un genere che, se non realizzato in maniera egregia, rischia di sposarsi male con il medium dei videogame.
Per cui, se non siete sicuri che la fiaba dark faccia per voi, il nostro consiglio è di avvicinarvi con cautela a Lost in Random.
Il gameplay: quale direzione prendere?
Altro elemento che potrebbe destare perplessità è il gameplay. Se da una parte infatti siamo di fronte alla scelta coraggiosa di dargli un’impronta molto personale e artistica, d’altro canto non mancano diversi dubbi.
Con Lost in Random siamo di fronte a un gioco che unisce, come abbiamo visto, molte anime, in special modo nei combattimenti. Abbiamo l’uso di armi, le carte per le abilità da scegliere, migliorare e utilizzare sfruttando l’energia accumulata, e infine il lancio del dado Dicey.
Questa serie di tre gameplay è già di per sé eterogenea, senza contare che di questi dobbiamo mettere in conto i vari dettagli che li allontanano ancora di più uno dall’altro. Se infine aggiungiamo anche tutti gli elementi esterni alle sezioni degli scontri (sequenze di stampo platform, parti esplorative e adventure, ecc.), si delinea una varietà forse eccessiva.
Ciò, come dicevamo prima, non è necessariamente un male. Tuttavia bisognerà vedere, alla prova dei fatti, se ciascuna di queste parti sarà stata sviluppata e ottimizzata al meglio. Solo così si eviteranno le critiche legate a quanto possa essere faticoso o tedioso districarsi fa un sistema e l’altro.
Quanti saranno i contenuti?
Infine dobbiamo parlare della trama e in generale della storia di Lost in Random, e come queste influiscono sull’esperienza videoludica.
Nel videogioco di EA e Zoink Games abbiamo una trama principale molto lineare, con le due sorelle che devono riunirsi andando contro al destino e alla regina che vuole mantenere lo status quo.
Ciò che però è stato promesso dagli sviluppatori, come riportiamo nella nostra anteprima, è la presenza di opzioni di dialogo multiple e quest secondarie. Lo scopo di opzioni e aggiunte del genere è approfondire il mondo di gioco e le interazioni fra la protagonista e i vari personaggi.
Qui iniziano tuttavia le nostre perplessità. Già le opzioni di dialogo fanno pensare a una componente ruolistica, che va ad aggiungersi a tutte quelle che abbiamo fin qui citato. Inoltre dobbiamo contare le varie ed eventuali missioni secondarie, che certamente ci porterebbero magari a rimandare la quest principale.
Contando che Lost in Random, stando a quanto trapelato , dovrebbe durare circa 10-15 ore, siamo sicuri che questa longevità basti a coprire tutte le sfaccettature del gioco?
Il dubbio, concreto o meno che sia lo scopriremo solo all’uscita, riguarda il bilanciamento fra storia principale e tutto ciò che sarà contorno e aggiuntivo. Magari la storia principale sarà più breve del previsto, in funzione però di un mondo di gioco più vivo e una componente RPG più impattante sulla trama attraverso le nostre scelte. Oppure, all’opposto, le scelte nei dialoghi saranno unicamente una questione di gusto personale su come risponderemmo a questo o a quel personaggio, senza alcun effetto sulla storia. Mentre le quest aggiuntive saranno solo un riempitivo per far lievitare la longevità.
La nostra speranza, nemmeno a dirlo, è che gli sviluppatori siano riusciti a trovare la formula perfetta per far funzionare ogni dettaglio.
Arrivati in fondo al nostro speciale, l’appuntamento resta per il 10 settembre. Vi ricordiamo che Lost in Random è in uscita su console Sony, console Microsoft, PC e Nintendo Switch.