È con notevole orgoglio che noi di Videogiochitalia.it raccogliamo la testimonianza del direttore del doppiaggio e adattatore di molti videogiochi, Simone Savogin.
Nella nostra rubrica delle interviste abbiamo accolto un numero notevole di artisti impegnati dietro il mondo del leggio, tanto da essere coinvolti come media partner dell’evento sul doppiaggio La Musa D’oro organizzato da Voci Animate.
Con Simone Savogin aggiungiamo un significativo tassello sulla nostra ricerca dei volti dietro i nostri amati videogiochi.
L’intervista di oggi è davvero interessante per quel concerne i segreti del mestiere del direttore del doppiaggio. Apparentemente simile al doppiatore, il direttore del doppiaggio funge da regista audio del prodotto. Come scopriremo nell’intervista, oltre alle capacità tecniche e artistiche è fondamentale possedere notevoli abilità sociali per la buona riuscita su un prodotto in cui lavorano molte persone.
Chi è Simone Savogin
Simone Savogin nasce a Como il 18 febbraio 1980, si avvicina al mondo del leggio spinto da una forte passione per la regia e l’animazione.
Direttore del doppiaggio dal 2007, si occupa anche di Poetry Slam. Il Poetry Slam è una competizione in cui i poeti si sfidano a suon di versi; Simone Savogin è stato campione italiano per ben tre volte di questa competizione.
Per di più, ha partecipato in qualità di poeta alla nona edizione di Italia’s Got Talent riuscendo ad accedere alla finale e classificandosi al 4° posto.
Cosa ha doppiato
Simone Savogin ha curato la direzione del doppiaggio di alcuni dei videogiochi più importanti del settore come God of War 2, God of War 3, Fable , Jak and Daxter: Una sfida senza confini, Ratchet & Clank – A spasso nel tempo, Infamous, Killzone 2, la serie di Uncharted, Alan Wake (di cui abbiamo intervistato il doppiatore Alessandro Zurla), Metro 2033, Batman: Arkham City, Batman: Arkham Origins, Batman: Arkham Knight, Resident Evil 6, Resident Evil 7, The Last of Us, Dead Rising 3, LEGO Marvel Super Heroes, The Order: 1886, “Rise of the Tomb Raider, “Mortal Kombat X, Battlefield 1, La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra, Monster Hunter: World, Days Gone.
Tra i titoli citati ha curato anche la parte inerente all’adattamento dei dialoghi.
Intervista a Simone Savogin
- Cosa ti ha spinto a entrare nel mondo del doppiaggio?
Simone Savogin mentre gareggia a Italia’s got TalentSono entrato nel mondo del doppiaggio perché è una passione che avevo sin da piccolo, quando ho scoperto regia e animazione. Soprattutto quando ho scoperto che i film non nascessero in italiano, ma che venissero reinterpretati da delle voci italiane.
Questo elemento mi ha affascinato e mi ha portato ad apprezzare anche il lavoro di qualcuno che sta rendendo fruibile un prodotto. Ovviamente questa caratteristica può cambiare in peggio o in meglio un prodotto, ma comunque è un’arte che mi ha sempre affascinato. Mi attira il suono, la musica e la lingua. Quindi, il doppiaggio è sempre stato nella mia vita sin da piccolo.
Differenza tra doppiatore e direttore del doppiaggio
- Sappiamo che lavori principalmente come direttore del doppiaggio e come adattatore, quali sono le differenze rispetto al normale compito del doppiatore?
Le differenze sono enormi. Sono principalmente un direttore del doppiaggio e adattatore, che è una pratica un po’ bistrattata. Nel senso che chi commissione i lavori non si accorge di quanto sia importante l’adattamento. I clienti internazionali hanno una visione di creazione di audio molto importante e principale, ma il doppiaggio lo considerano un po’ come una traduzione. Come se fosse un lavoro che fai al volo, ma che ti porta via poco tempo e non ha necessità di affinamenti.
L’adattamento è una cosa importantissima che succede dopo la traduzione. In sostanza, viene tradotto il testo e poi si prende il testo e il prodotto da doppiare e si prova che attorialemente il tradotto ci stia sul labiale. Se questa cosa non ci sta gli attori si trovano in difficoltà in quanto devono correre o fare i salti mortali. L’adattamento è importante perché ci si mettono i segni di interpunzione che servono per delle cesure, dei fiati e delle sporcature che servono a incollarsi.
Questo lavoro non è da lasciare agli attori o ai direttori di doppiaggio. È una cosa che va fatta prima poiché serve una sorta di riverenza verso l’italiano. Dopo l’adattamento, c’è la direzione del doppiaggio che è la persona che fa una piccola introduzione all’attore per dare il contesto nei lavori lunghi. Nei lavori brevi magari non serve perché si capisce subito che ruolo interpretare, magari un personaggio caratterista.
Il direttore sta fuori dalla sala e specialmente guarda il risultato finale. Il direttore controlla che la voce si incolli al viso e alla situazione. Il direttore di solito conosce bene la storia e quindi sa, per esempio, se in questo momento bisogna piangere allora si chiede all’attore di fare la scena con un po’ di pianto. Il direttore è il regista audio di quello che si va a doppiare, mentre il doppiatore è l’attore che dà vita ai personaggi. Il direttore può essere la stessa persona che fa il casting. Al tempo stesso può dare suggestioni su voci da seguire.
Tutte queste cose esulano dai compiti dei doppiatori, questi ultimi sono semplicemente attori. Non è detto che i doppiatori sappiano dirigere, non è detto che sappiano fare altro oltre al proprio lavoro, che è già abbastanza difficile. Avendo fatto per tanti anni il direttore, mi sono abituato alle persone brave e non mi ritengo abbastanza bravo per stare dall’altra parte. Purtroppo, mi sento finto e poco adattabile. Tutte le sfumature che di solito si affinano in registrazione con gli attori o le attrici, io non riesco a farle. Mi piace stare dall’altra parte quando magari c’è un ruolo facile.
Carriera, consigli e aneddoti sul doppiaggio
- Hai avuto modo di dirigere decine tra i titoli più significativi del mondo videoludico, a quale sei più affezionato? Inoltre, qual è stato il più difficile a cui hai lavorato?
In più di 15 anni di lavoro in questo ambito posso dire che ho lavorato a un sacco di titoli validissimi. Ci sono dei franchise ai quali sono più affezionato perché mi hanno richiesto più lavoro rispetto ad altri. Questo porta a legarsi maggiormente ai titoli , ci sono videogiochi che non richiedono troppo sforzo e passano via come niente e diventano solo lavoro. I lavori in cui ti impegni di più, ti lasciano molto di più.
Il lavoro più bello è stato una volta quando abbiamo coinvolto dei bambini. Ho apprezzato infinitamente il poter plasmare, insieme ai bambini, la loro immaginazione. Nonostante fosse un lavoro di doppiaggio e di voice acting, quindi i bambini dovevano seguire delle direttive, era bellissimo stare in sala con loro. Giocare a trovare il modo per recitare al meglio, era splendido. Ogni tanto la sala li impauriva o li frenava a volte li esaltava anche tropo. Quello è stato il lavoro più difficile ma che mi ha lasciato tantissimo. Lavorare con del materiale grezzo ti dà più soddisfazione.
Il lavoro del direttore del doppiaggio è tantissimo di mediazione, magari un’attrice o un attore hanno delle idee e tu vuoi portarli su un’altra direzione. È complesso anche costruire delle sfumature adatte a un pubblico italiano per dei personaggi difficili già in originale. Si deve trovare sempre il modo di rendere fruibile al pubblico italiano qualcosa che non è tipico della nostra cultura o è totalmente alieno.
- Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti doppiatori?
Come sempre dico a chi vuole intraprendere una carriera da doppiatrice o doppiatore è: “non fatelo”. (ironizza NdR) Nel doppiaggio siate voi stessi nel portare la vostra capacità e siate il più malleabili possibili. Non deve essere il personaggio che deve venire a voi, ma siete voi che dovete andare al personaggio. Incollarsi al personaggio è la cosa più importante. La più grande capacità di un doppiatore è l’ascolto.
Bisogna sempre essere aperti all’ascolto o alla comprensione perché non bisogna mettere il proprio stampino su qualcosa che si vuole portare a sé. Bisogna essere al servizio del prodotto per rendersi il più invisibile possibile. La cosa più bella che si possa fare per un fonico, per un doppiatore e un direttore del doppiaggio è che lo spettatore non se ne accorga. Bisogna realizzare il lavoro più scivoloso possibile da illudere una persona tanto da fargli credere che non esista il doppiaggio.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo sapere un curioso aneddoto sulla tua carriera.
La mia carriera non è così lunga come vorrei ma è intensa abbastanza. Ci sono degli aneddoti su quasi tutti i videogiochi a cui ho partecipato. per esempio, Battlefield è stato prodotto in uno spazio specifico ed enorme per non avere rifrazioni e per permettere agli attori di correre con zaini pesanti e potersi muovere come volevo io.
Una volta, come doppiatore, ho fatto il regista di porno zombie in un videogioco, ed è stato splendido (NdR: il gioco in questione è Dead Rising 3, esclusiva di lancio di Xbox One). Anche il chiacchiericcio è bello in questo in questo mondo perché la maggior parte delle volte sono aneddoti che tutti prendono leggermente. Spero di continuare a crearne di nuovi di aneddoti e continuare a goderne.
Grazie mille e In bocca al lupo per questo canale e per tutto quello che fate. Grazie dell’invito, spero di essere stato all’altezza, a presto. Ciao ciao!
Ringraziamo Venti Blog per la pubblicazione dell’estratto di questa intervista sul Quotidiano del Sud
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.
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