Unity e la fusione con IronSource: una collaborazione preoccupante

Unity IronSource
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Unity, omonimo motore grafico multipiattaforma, ha appena stretto una collaborazione con IronSource. Questa notizia ha reso scettiche molte persone, trattandosi di un’azienda che ha causato non poche problematiche a molti utenti. “Se non conoscete IronSource, vi porterà una comprovata esperienza nell’aiutare i creatori a concentrarsi su ciò che sanno fare meglio, ovvero dare vita a grandi app ed esperienze utente, consentendo al contempo l’espansione del business nell’economia delle app”, ha dichiarato Unity. Ebbene, potrebbe sembrare un’ottima iniziativa, ma è necessario fare un tuffo nel passato per capire meglio le preoccupazioni delle persone…

Unity e la fusione con IronSource: quale sarà il futuro dei creatori?

Inizialmente, IronSource ha sviluppato InstallCore, un wrapper per l’installazione di software in bundle, identificabile con la dicitura “downloadb.net” o “hdownload.net” alla fine dell’URL. Scaricandolo per sbaglio, un utente si ritrovava puntualmente con le solite pubblicità spazzatura e il PC pieno di barre degli strumenti. Tutto ciò impattava negativamente sul PC, essendo rallentato e pieno di cose inutili. Tra l’altro, InstallCore impediva anche di utilizzare correttamente Windows Defender e Malwarebytes. Insomma, il classico incubo.

Unity IronSource fusione

Ma non è tutto: InstallCore prometteva anche di installare una versione Snapchat per Windows (inesistente), riportando le persone all’emulatore Android BlueStacks, insieme a un altro tripudio di adware e rallentamenti indesiderati. La preoccupazione è quindi più che comprensibile. Tuttavia, Unity dispone già di Unity Ads, e ha specificato i suoi obiettivi che si concretizzeranno con la fusione. “Ci sono vantaggi nel combinarla con IronSource: i dati e le capacità di prodotto complementari di Unity e IronSource daranno ai creatori l’accesso a migliori finanziamenti per l’acquisizione di utenti e la monetizzazione per scalare con successo i loro giochi e accelerare i loro risultati economici”.

L’annuncio di Gigaya e la rinuncia repentina

Il 23 marzo 2022 Unity ha annunciato l’arrivo di Gigaya, un’incredibile opportunità che avrebbe permesso di sfruttare il software al massimo dell’efficienza. Avrebbe, appunto. Quello che doveva essere un sample game incredibilmente utile per i programmatori e gli informatici, è stato successivamente cancellato. Una delle decisioni peggiori in assoluto, secondo la community, che già allora aveva iniziato a storcere il naso e a provare profonda frustrazione.

“Gigaya è servito come fonte di feedback sul prodotto durante il suo sviluppo attivo, e continuerà a fornire valore come risorsa interna. Qualsiasi ulteriore apprendimento sarebbe stato minimo durante il tempo aggiuntivo necessario per arrivare al traguardo e sarebbe stato sproporzionato rispetto all’investimento necessario“, ha dichiarato il team.

Tuttavia, ciò non ha affatto convinto i vari fruitori di Unity. Siamo stati colpiti da un commento in particolare: “Unity dava ai creatori la possibilità di fare quello che volevano e aiutava a democratizzare l’industria dei giochi. Ora contribuisce alle terribili pratiche che l’hanno rovinata, come le pratiche di monetizzazione aggressiva”.

Unity IronSource gigaya

Aras Pranckevičius, sviluppatore presso Unity, ha le idee ben chiare in merito. Ha infatti condiviso un tweet di un suo ex collega, concordando con il suo punto di vista. Vi riportiamo il tweet originale per comodità: “C’è molto da imparare per Unity in questo settore. Al momento sappiamo solo come apportare piccoli miglioramenti (QoL, perf). I problemi per le funzionalità più grandi sono la proprietà/manutenzione, la logistica, le roadmap, i rilasci, ecc. Ma almeno mi impegno ad aiutare Unity a imparare ciò”, ha scritto Schoener.
“La chiusura di Gigaya è stata terribile per la fiducia della comunità, e la gente è giustamente arrabbiata. Ciò che è seguito non ha aiutato a ricostruire la fiducia, e dobbiamo fare di meglio. Anche a me dà un senso di frustrazione, eppure compatisco altrettanto le persone che hanno preso questa decisione”.

Chi non considera la monetizzazione è un idiota, secondo Riccitiello

Sebbene proprio nelle ultime ore il CEO di Unity, John Riccitiello, si sia scusato per aver utilizzato delle parole improprie (cercando poi di salvare il salvabile arrampicandosi palesemente sugli specchi, ammettiamolo), il suo punto di vista è decisamente poco rassicurante.

La sua importanza per la monetizzazione si traduceva in queste parole: “Ferrari e alcune delle altre case automobilistiche di fascia alta usano ancora argilla e coltelli da intaglio. Una porzione molto piccola dell’industria videoludica lavora ancora in questo modo, e alcune di queste persone sono le mie preferite al mondo con cui combattere: sono le persone più belle, pure e brillanti. Sono anche alcuni dei più grandi idioti del ca**o“.

Tra l’altro, si tratta di convinzioni ben radicate e che risalgono addirittura al 2011 quando era CEO di EA. Prendendo come esempio Battlefield, ha parlato della monetizzazione etichettandola come “un ottimo modello che rappresenta un futuro sostanzialmente migliore per il settore”. Un futuro che, secondo moltissime persone, potrebbe in realtà essere la rovina del mondo videoludico puro e genuino di un tempo.

Unity IronSource riccitiello

Quali spiegazioni ha dato ora?

“Voglio iniziare chiedendo scusa: le mie parole sono state dure e mi dispiace per questo. Sto ascoltando i vostri feedback e prometto di fare meglio”, ha dichiarato. “Prima di tutto, ho un grande rispetto per gli sviluppatori di videogiochi: il loro lavoro è straordinario e la loro creatività può essere incredibile, che si tratti di un AAA, un indie o un gioco per mobile, progettato per essere giocato da milioni di persone o per la semplice gioia di realizzarlo”.

Successivamente, ha iniziato a introdurre nello specifico il discorso sulla monetizzazione: “Talvolta tutto ciò che uno sviluppatore vuole è una manciata di amici che si godano il loro gioco, mentre altri vogliono che le persone acquistino i loro giochi e i contenuti ad essi collegati in modo da camparci: entrambe le motivazioni sono nobili”.

“Ciò che stavo cercando di dire, chiaramente non riuscendoci, è che ci sono diversi modi per permettere a uno sviluppatore di scoprire cosa i giocatori pensano del loro gioco. Vogliono imparare dai loro feedback e, se lo desiderano, sistemano il loro gioco basandosi sui feedback. Possono solo ascoltare oppure agire, in ogni caso entrambe le opzioni sono molto valide”.

Unity IronSource monetizzazione

Infine, ha concluso affermando le seguenti parole: “Se fossi stato più intelligente con la scelta delle mie parole avrei detto questo, che stiamo lavorando per fornire agli sviluppatori strumenti con i quali comprendere meglio cosa pensa l’utenza, e basandosi sui feedback sta poi a loro decidere se agire o meno”.

Unity e il licenziamento di almeno 200 dipendenti

Sebbene i dati non siano ufficiali, un rapporto di Kotaku stima un licenziamento di almeno 300 o 400 dipendenti, in particolare nel reparto AI e ingegneria (tra cui coloro che lavorano anche a Gigaya). Ma perché un cambiamento così drastico in un periodo che, tra l’altro, dovrebbe fruttare all’azienda? Ufficialmente, pare che la causa sia legata a un riallineamento delle risorse per “concentrarsi meglio” e sostenere la crescita dell’azienda a lungo termine.

Ciò che fa storcere maggiormente il naso è la promessa di Riccitiello, risalente a qualche settimana prima, che non ci fossero problemi finanziari. Proprio per questo motivo, aveva ribadito che non ci sarebbero stati licenziamenti. Insomma, è chiaro che il CEO non abbia esattamente doti in coerenza. Tuttavia, il tutto è avvolto in un turbinio di ipotesi e dicerie, quindi ci limitiamo a raccontarvi tutto ciò che sappiamo senza trarre conclusioni specifiche.

Unity IronSource licenziamenti

Cosa ne pensa la community?

Garry Newman, creatore della Gmod legata a Rust e Chippy su Unity, ha le idee ben chiare in merito. “Immagino che se metti a capo di un’azienda che si occupa di motori di gioco qualcuno che non ne capisce, cercherà di trasformarla in un’azienda che conosce”. Ovviamente, in questo caso si riferisce a Riccitiello e alla sua gestione di Unity.

Non è tutto, perché senza troppe parole ha rimarcato il chiaro fallimento di Gigaya e Unity, lasciando intendere quanto fosse un’occasione sprecata. Un’occasione a cui forse l’azienda ha rinunciato per dare la priorità a cose “più importanti”…

Insomma, il futuro di Unity è avvolto da nubi scure e incerte. Non è chiaro quale direzione prenderà il motore di gioco e, soprattutto, la collaborazione tra Unity e IronSource. Sicuramente analizzando tutti questi elementi, e percorrendo tutti questi anni, è facile comprendere la preoccupazione delle persone.

Fateci sapere cosa ne pensate e, per ulteriori aggiornamenti, continuate a seguirci su VideogiochItalia.

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