Biomutant: 6 motivi per valutarne l’acquisto

Biomutant
Informazioni sul gioco

Biomutant è una delle prossime uscite videoludiche, in arrivo su PC, Xbox One e PlayStation 4 (e in retrocompatibilità anche su PS5 e Xbox Series X/S).
Il gioco è opera di THQ Nordic e della sua sussidiaria Experiment 101, studio fondato dagli ex-creatori della serie di Just Cause.
Diretto da Stefan Ljungqvist, il titolo arriverà sugli scaffali dei rivenditori il 25 maggio.

Come protagonista del gioco troviamo un insolito mammifero in un mondo post-apocalittico, popolato di creature altrettanto insolite. Fra varie fazioni e pericoli, il nostro avatar dovrà farsi largo a colpi di abilità speciali e arti marziali. Il tutto avrà una cornice dai tratti da action RPG con visuale in terza persona.

Ma vediamo nel dettaglio cosa ci convince e cosa no di ciò che abbiamo visto finora di questa nuova produzione.

Biomutant

3 Motivi per Acquistare Biomutant

Una nuova IP

BiomutantQuello di Biomutant, parliamoci chiaro, è un caso più unico che raro.
Viviamo in un mondo in cui siamo abituati a software house e investitori che puntano unicamente su saghe e serie ben rodate, quando non direttamente su remastered e remake. Solo per citare due esempi assai recenti pensiamo alla remastered Mass Effect Legendary Edition e al remake Oddworld: Soulstorm.

Al contrario, è difficile che nascano nuove IP e che queste diventino successi. È di poche settimane fa il bellissimo e poetico caso di It Takes Two, di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione.

Sia per gli sforzi economici in campo, sia per la necessità di entrare in un mercato già saturo, spesso sono i piccoli studi a creare opere totalmente nuove. E anche in questo caso il team di sviluppo è stato composto da circa una ventina di persone, come rivelato dal director. Tuttavia alle spalle possono vantare un colosso di tutto rispetto come THQ Nordic.

Inoltre pensiamo che sia comunque apprezzabile la volontà di osare e di proporre qualcosa di mai visto.

Il genere

Quando si pensa a un videogioco che sta per uscire, spesso si utilizza il suo genere o sottogenere come punto debole. Questo non perché vi sono generi migliori o peggiori, ma perché spesso alcuni di questi sono molto settoriali e rischiano di allontanare fette di pubblico.

Tuttavia pensiamo che ciò non riguardi questa nuova uscita. Con l’opera di Experiment 101 e THQ Nordic, infatti, abbiamo a che fare con un action RPG a mondo aperto. Sebbene ci sarà sicuramente chi non apprezza questa o quella caratteristica che ritroviamo in-game, possiamo dire che la varietà a nostro avviso è un punto a favore. Il fatto che sia un action può fare la felicità di chi ama l’azione e i ritmi frenetici, magari con giochi basati su scontri e battaglie adrenaliniche e in cui dare il meglio di sé con riflessi, attacchi e abilità.

Poi abbiamo la componente da gioco di ruolo. Districandoci fra molteplici fazioni e storyline, con quest ed eventi specifici, potremo costruire il nostro gioco, fino ai vari finali alternativi.

Infine siamo di fronte a un prodotto open world. Chi ama prendersela con calma e dedicarsi all’esplorazione, passeggiando per vallate o scalando montagne, o magari esplorando anfratti ombrosi, apprezzerà il gioco e i suoi biomi. Questi saranno caratterizzati da meteo dinamico e in grado d’influenzare la nostra avventura.

Il design: il protagonista e il mondo di gioco

Strettamente legato al punto precedente troviamo il design. Oltre all’essere una nuova IP con molte caratteristiche e specialità differenti, Biomutant porta in dote anche uno stile molto caratterizzato e visivamente accattivante.

Prima di tutto il protagonista, il mammifero che campeggia in ogni trailer e poster visto finora, non sfigura fra personaggi e mascotte ben più blasonati.
Inoltre siamo in grado, a inizio gioco, di personalizzarlo in tantissimi aspetti. Si va dal sesso all’altezza, fino alla stazza e al clan di appartenenza, la classe e gli stili di combattimento.

Moltissimi elementi che personalizzeremo all’inizio dell’avventura influenzeranno tutta la partita: scegliendo una determinata stazza o altezza ci muoveremo più veloci o più lenti, affiliandoci a un clan o a un altro avremo accesso a determinati attacchi o poteri, e così via.
E saranno molti gli attacchi e le abilità che potremo sfruttare nei nostri combattimenti. Avremo a disposizione stili ispirati al kung fu (e più in generale alle arti marziali) e poteri legati agli elementi come fuoco e ghiaccio. Il tutto condito da armi biotecnologiche.

Al di fuori del nostro avatar, avremo attorno a noi un vasto parco di personaggi secondari e nemici. Anche questi ultimi, sia che siano nemici comuni o boss, saranno caratterizzati in moltissimi dettagli, con propri attacchi e peculiarità.

Infine, come già accennato nel punto precedente, abbiamo il variegato universo di gioco. Biomi differenti e varietà climatiche sono solo alcuni elementi. A questi si aggiunge il post-apocalittico, uno dei fulcri delle vicende, e l’Albero della Vita, che dà vita all’intero mondo ma che purtroppo è prossimo alla morte.

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Tanti generi

Sicuramente la carne al fuoco è tanta. Ci chiediamo se forse non sia troppa.
Partiamo dai generi narrativi e dalle scelte di trama. In un’unica opera vediamo accomunati il post-apocalittico e il fantasy, con poteri a cavallo fra magia e fantascienza.

Intanto un mondo così variegato è popolato da animali e creature antropomorfi, che combattono a colpi di arti marziali e utilizzando armi tecnologicamente avanzate.

Se già questo fitto elenco non fosse abbastanza, ancora non abbiamo ripreso in esame i generi videoludici.
Al pari della parte narrativa, anche sul fronte del gameplay abbiamo una varietà che forse risulta eccessiva. Abbiamo elencato i palesi tratti positivi del fatto che Biomutant sia un action RPG a mondo aperto, tuttavia le caratteristiche del gioco non si esauriscono qui.

Dobbiamo aggiungere gli elementi da sparatutto con l’uso delle armi già citate. Oltre a questi, anche la guida di veicoli e mech, con aggiunte non indifferenti in termini di dettagli di gioco.

Continuando troviamo le fazioni e il sistema legato a queste a cui abbiamo già fatto cenno, oltre alle fasi di esplorazione e la progressione del personaggio da un punto di vista di livelli e abilità.

Insomma, come detto all’inizio di questo punto, la carne al fuoco è parecchia. Non resta altro da capire se sarà troppa, e per questo dobbiamo aspettare il giorno dell’uscita.

Lo sviluppo travagliato

Per dare un paio di date, nel 2015 THQ Nordic acquisì Experiment 101. Invece è del 2017 il primo avvistamento ufficiale di Biomutant. In quell’occasione, durante la Gamescom 2017, vi fu il primo annuncio dell’open world post-apocalittico.
Con i primi screenshot e trailer, e un’uscita fissata per il 2018, è chiaro che lo sviluppo dell’opera fosse già non a uno stadio finale ma comunque avanzato.

Invece dalla finestra di lancio del 2018 si passò al 2019, e da lì fino a 2020 e poi 2021. Nel tempo questo ha costretto Stefan Ljungqvist e la produzione a confermare più volte che il progetto fosse ancora vivo e in sviluppo, così da allontanare i dubbi sulla cancellazione del gioco.

Purtroppo non abbiamo informazioni specifiche e precise su cosa sia successo a livello produttivo in questi anni. Quel che è certo è che abbiamo un videogame la cui produzione va avanti da almeno 4 anni (probabilmente di più), con molteplici rinvii e tanti silenzi nel mezzo. Il team di sviluppo non è grande, ma è evidente che ci siano molteplici difficoltà ad affrontare il completamento del gioco.

Pensando anche a molti casi recenti e meno recenti, nutriamo alcuni dubbi sulla qualità del prodotto in arrivo. Questo senza che si tratti di un vero e proprio development hell. Sebbene le premesse siano buone, non è scontato che ci troveremo di fronte ad una perla del medium videoludico. Ad ogni modo il verdetto finale spetterà alla recensione, una volta messe le mani sulla versione completa di questa nuova IP.

La longevità effettiva

Uno sviluppo tale e un insieme di generi ludici e narrativi che per qualcuno potrebbe essere caotico. Queste le premesse di un’opera purtroppo non esente da difetti.

Questi dubbi e paure si fanno più grandi se pensiamo anche alla longevità effettiva. La longevità non è un parametro da prendere in esame quando si valuta un gioco, perché una gran quantità di ore di gioco non significa qualità.

Tuttavia la durata va messa a confronto con ciò che offre Biomutant. Il prodotto di origine svedese offre infatti un mare di possibilità, elementi di generi e sottogeneri anche assai distanti, scelte narrative agli antipodi, caratteristiche di design che rischiano di cozzare fra di loro, il tutto in un unico pacchetto. Ciò per una longevità che, stando a quanto dichiarato dagli sviluppatori in più occasioni, si attesterà sulle 12-15 ore di durata.

Ovviamente queste ore sono calcolate per portare a termine la questline principale e missioni annesse. Le ore di gioco lieviteranno di svariate decine nel caso in cui ce la prenderemo comoda o decideremo di darci all’esplorazione e agli elementi secondari, oltre alla ri-giocabilità per giungere ai finali alternativi. Tuttavia non vogliamo fare troppo affidamento sulle missioni secondarie e le parti facoltative per calcolare l’effettiva longevità.

Ricordiamo ancora che il team che ha lavorato al gioco è composto da poche persone, e dunque non possiamo aspettarci certamente il livello di un tripla A. Ciò non toglie che per un open world con tutte queste caratteristiche ed elementi un massimo di 15 ore assicurate sembrino comunque poche.

Biomutant

Siamo arrivati in fondo alla nostra carrellata di pro e contro riguardo l’acquisto al day one di Biomutant.
Speriamo come sempre di avervi aiutato nella scelta, in attesa dell’uscita del gioco il 25 maggio.

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