Manca sempre meno al 5 novembre, giorno di uscita del nuovissimo Call of Duty: Vanguard. Questa volta il gioco è sviluppato da Sledgehammer Games e vede ancora una volta lo scenario della Seconda Guerra Mondiale.
Il nuovo titolo di Activision si è già mostrato in beta, ma, multiplayer a parte, ci sono diverse novità sulla campagna singolo giocatore e sulla modalità Zombies. Fatta quindi chiarezza su tutte le informazioni, vi presentiamo i nostri 6 motivi per valutare l’acquisto di Vanguard.
Vi ricordiamo che il nuovo Call of Duty uscirà su PC, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X|S e che continuerà ad integrare i contenuti con Warzone.
Indice
3 Motivi per Acquistare Call of Duty Vanguard
Esperienza di gioco diretta
Call of Duty conta ormai 18 anni di presenza sul mondo videoludico e la formula non è mai realmente cambiata. Chiariamolo subito: Vanguard non fa eccezione. Se ciò può far storcere il naso ai detrattori della saga, bisogna comunque ammettere che l’immediatezza del gameplay arrivi a chiunque. Lo stile dello sparatutto è inconfondibile e continua a funzionare per milioni di giocatori nel multiplayer.
A volte tutto quello di cui si ha bisogno è rilassarsi, aprire il gioco ed entrare in un match per iniziare subito a giocare, senza complicazioni o troppi pensieri. Dopo una pesante giornata lavorativa o una lunga sessione di studio, Call of Duty aiuta senz’altro a scaricare un po’ di stress quotidiano. Giocatori di tutte le età conoscono ed hanno provato almeno un COD in vita loro, quindi è probabile che ritroverete anche i vostri amici in game o ve ne facciate di nuovi. Con cross-play e cross-platform poi non ci sono davvero limiti infrastrutturali.
Chiaramente non vogliamo farne solo una questione psicologica. Poggiando su basi solide, Vanguard promette comunque un’esperienza di gioco aggiornata e ben confezionata. L’ambientazione bellica non vede le solite tinte tristi e grigiastre, ma si colora in modo più vivo e le mappe hanno una buona varietà. Il sistema di combattimento strizza l’occhio a quello apprezzato di Modern Warfare e, per quanto si è potuto tastare nella beta, sembra una buona implementazione. Purtroppo non è tutto rose e fiori, il gioco presenta comunque dei limiti evidenti, come vedremo più in basso.
Zombies più carichi che mai
La modalità Zombies ha sempre avuto un ottimo successo sin dal suo esordio in World at War. In questi anni ne è stata fatta di strada, arrivando a formare intere trame ed ampliando moltissimo le possibilità dei giocatori. L’effetto calamita per questa cooperativa a 4 giocatori però non è mai terminato e quest’anno ci sono importanti novità in merito.
La prima è il coinvolgimento di Treyarch nello sviluppo, nonostante il gioco sia a cura di Sledgehammer. La storia è ambientata nello stesso universo dell’Etere Oscuro di Cold War, con un arco narrativo inedito che funge da prequel. L’occulto si fa strada in Der Anfang, la prima delle mappe proposte, tra demoni interdimensionali, manufatti e altari sacrificali.
Nonostante ci ritroveremo sempre a combattere orde di zombie, in Vanguard cambia molto l’approccio al gameplay. I 4 operatori coinvolti dovranno infatti completare una serie di obiettivi per espandere la mappa giocabile e sbloccare i portali che condurranno a Parigi, in Normandia e Shi No Numa. All’inizio della partita, oltre all’arma iniziale, è possibile scegliere il manufatto, che determina il potere speciale del corrispettivo demone. Inoltre è possibile offrire dei cuori sacrificali all’Altare dei Patti, per ottenere ulteriori bonus che consentono di sviluppare build molto diverse, variegando l’esperienza di gioco.
Ci sono davvero moltissime novità, che trovate in un nostro articolo riassuntivo. Insomma, Call of Duty Vanguard ha molto da offrire su questo versante, senza considerare anche cross-play e cross-platform. Questi vi permetteranno di giocare con i vostri amici su qualunque piattaforma. Infine vi è l’integrazione con il Battle Pass, che permette la sincronizzazione degli operatori del multiplayer, per preservare la vostra build ed i progressi.
Poche novità ma valide
Lo abbiamo detto in apertura per quanto riguarda il multiplayer, Vanguard non è di certo un titolo rivoluzionario. Ciò vale per l’intero prodotto, ma non significa che sia tutto da buttare.
Oltre agli elementi dei precedenti motivi, il nuovo Call of Duty presenta una campagna singolo giocatore molto cinematografica. Non solo è bella da vedere, ma non tratta nemmeno in modo generico l’abusato conflitto mondiale. La storia si rifà alla nascita delle Forze Speciali nelle fasi terminali della guerra. I 4 protagonisti sono ispirati ad eroi che si sono distinti in battaglia, come la cecchina russa Lyudmila Pavlichenko, Vernon Micheel e Charles Upham. La qualità della campagna si preannuncia elevata e sicuramente ci terrà con il fiato sospeso in tutti i diversi teatri di guerra.
Alla componente singleplayer, aggiungiamo un comparto tecnico buono e che soprattutto permette un’esperienza fluida con 60fps stabili. Il motore grafico non è nuovo, ma aggiornato in modo efficiente e finalmente troviamo una distruttibilità ambientale che si possa definire tale. La colonna sonora è accattivante e possiamo già sentire alcune delle ottime musiche di Bear McCreary, con i suoi violini malinconici.
Infine, abbiamo la garanzia che nuovi contenuti verranno rilasciati per arricchire la proposta del gioco tramite le nuove Stagioni.
Se non siete alla ricerca di grandi cambiamenti e Call of Duty è il vostro pane quotidiano, sapete cosa fare!
3 Motivi per Non Acquistare Call of Duty Vanguard
Poca ispirazione
Call of Duty: Vanguard non si prospetta di certo come un cattivo prodotto, ma bisogna fare i conti con la ricorrenza annuale e la situazione ad oggi. Dopo aver elencato le ragioni per acquistarlo, purtroppo dobbiamo constatare la povertà dell’ispirazione.
Squadra che vince non si cambia, ma i progressi che giustifichino l’acquisto di un nuovo COD sono irrisori. Il multiplayer, fulcro del gioco, è pressoché uguale ai precedenti, per non dire identico a Modern Warfare, ambientazione a parte. Sia chiaro, prendere spunto dal gameplay del 2019 è positivo, ma trovare le stesse meccaniche e addirittura lo stesso HUD è eccessivo.
La situazione peggiora analizzando la componente singolo giocatore. La famigerata ambientazione della Seconda Guerra Mondiale divide da molti anni i fan della saga e come sappiamo sarà presente anche in Vanguard. Non vogliamo bocciarla del tutto, d’altronde lo sforzo di raccontare una storia diversa legata alla nascita delle Forze Speciali c’è, però l’innovazione finisce qui. Sledgehammer ha portato solo quattro anni fa WWII con la medesima tematica e Vanguard non ha nemmeno un collegamento diretto nella trama. Anzi, la modalità Zombies è addirittura collegata con il filone dell’Etere Oscuro introdotta dal precedente Black Ops Cold War di Treyarch. Il conflitto ha letteralmente iniziato la saga nei suoi primi tre capitoli ed è stata ripresa in World at War, che tuttavia si distingue molto nei toni cupi e realistici. Sfruttarla nuovamente senza ispirazione non è un buon punto di partenza. La bassa longevità della campagna poi non corre in aiuto al gioco.
Tirando le somme, non è solo questione del solito COD, le perplessità vanno più a fondo. Lo vedremo tra poco. Se un giocatore è già indeciso su quali titoli della saga scegliere, quest’anno sarà maggiormente in difficoltà. Naturalmente ciò non vale per i fan che non mancano mai all’appuntamento annuale.
Problemi insoluti e forzature
Call of Duty spesso trascina con sé una serie di problemi che si ripercuotono sistematicamente, nonostante il prezzo di listino non cambi di un centesimo. Ci riferiamo sia all’aggiornamento del comparto tecnico, che ad una serie di elementi spinosi già visti nella beta.
Chiariamo: non stiamo sognando un COD con una grafica esagerata, il fotorealismo esiste già in altri shooter dediti ad una fedeltà più elevata negli scontri. È giusto quindi che l’FPS di Sledgehammer privilegi giocabilità e fluidità, per garantire ai giocatori un’esperienza più ludica. Tuttavia lo stagnare delle animazioni, dei poligoni e degli ambienti si fa pesante. Il lieve aggiornamento dell’engine di Modern Warfare ha portato con sé il medesimo time to kill, la stessa minimappa confusionaria ed uno spawnkilling costante. Nel singleplayer ritroviamo una IA non di certo all’altezza e movimenti tendenti al parkour grezzi.
Ci sono poi evidenti forzature per compensare le poche novità. La più evidente è la personalizzazione delle armi. Come visto nella beta, è possibile inserire fino a 10 accessori sulla stessa bocca di fuoco, una semplice esagerazione. Se questo trova un senso nella sofisticata attrezzatura della guerra moderna, sulle armi degli anni ‘40 è inutilmente forzato, oltre che inutile. Ci sarebbe piaciuto vedere qualche cambiamento nell’approccio dell’operatore o nel suo equipaggiamento secondario.
Il disprezzato SBMM (skill based match making) continuerà la sua corsa in Vanguard. Questo sistema probabilmente piace ai novellini per riuscire a giocare dignitosamente le partite, ma rende la vita assai dura ai giocatori più rodati. I più competitivi non apprezzeranno nemmeno il movimento più intenso richiesto dalla gestione dello sprint tattico automatico.
Ci sarebbe anche il delicato discorso di hacker e cheater, che sabotano continuamente COD, ultimamente anche Warzone. Il problema è serio e il codice del nuovo anti cheat Ricochet è già stato trafugato. Difficile dunque che i giocatori troveranno la pace prossimamente.
In funzione di Warzone
Infine vogliamo fare una riflessione sul rapporto con Warzone. Il lancio del battle royale free to play ha scosso violentemente il mondo di Call of Duty l’anno scorso. Se da un lato aver guadagnato oltre 100 milioni di giocatori è un successo clamoroso, dall’altro ciò mette in crisi il gioco annuale. Vanguard è un gioco principale della serie che nasce già eclissato da Warzone. Ha senso quindi sceglierlo?
Che piaccia o meno, tutto ruota attorno al free to play, è inevitabile. Unificare le varie esperienze di gioco arricchisce notevolmente la proposta di Warzone. Ogni nuova Stagione aggiunge infatti elementi inediti e non c’è occasione migliore che il lancio di un nuovo titolo per correre ad inserire armi e modalità. Operatori, armi e progressi sono ormai condivisi. Il tutto è fruibile senza spendere un centesimo, Vanguard invece va acquistato a prezzo pieno.
Warzone catalizza tutta l’attenzione su di sé e assorbe sempre di più l’esperienza multiplayer. Se già Vanguard si propone con poca ispirazione e senza troppa innovazione, come può sopravvivere a questo meccanismo? Inoltre il ciclo vitale dei COD è relativamente breve, la spesa di 70/80€ (a seconda della versione) si può rivelare troppo salata. Il nuovo titolo conta senz’altro di una campagna e di un’ottima modalità Zombie, sezioni però sconnesse dal core del prodotto, che potrebbero trovare vita propria in stand alone dedicati, magari a prezzo inferiore.
Rivoluzione o più impegno creativo?
A questo punto si potrebbe pensare di evolvere realmente Warzone dall’attuale battle royale dotato di diverse modalità a rotazione. In questo modo si otterrebbe un enorme free to play munito di ogni elemento tipico di Call of Duty e costantemente aggiornato con le Stagioni. Non vogliamo necessariamente scagliare la prima pietra della rivoluzione, ma i molti giocatori di Verdansk (e a breve di Caldera) non vedono l’ora dell’arrivo di Vanguard per le nuove aggiunte. Sotto sotto è una pratica già in atto, sebbene in modo silenzioso. Molte altre software house stanno puntando tutto sul modello gratuito e si sta rivelando vincente.
Rivoluzioni a parte, basterebbe forse prendersi una pausa maggiore per sviluppare davvero un gioco che possa definirsi fresco e rinnovato. La decisione ovviamente spetta ad Activision. Questa volta sembra che manchi davvero un appeal a Call of Duty.
Vanguard si dimostra senz’altro meno attraente, specialmente se recentemente avete acquistato altri giochi o siete giocatori affiatati di Warzone, il COD destinato a rimanere.