Esports e Gaming in Italia, il traguardo storico del convegno in Parlamento – Intervista al fondatore di OIES

L’8 e il 9 maggio sono state due giornate storiche per il mondo degli esports e del gaming in Italia.

Infatti, è stato organizzato in Parlamento un convegno da parte del Movimento 5 Stelle e dall’Osservatorio Italiano Esports (OIES) sulle opportunità e sulle sfide che il mondo degli Esports ha da offrire al nostro territorio.

Esports e Gaming in Italia, la situazione e il White Paper

Opportunità di lavoro, regolamentazioni normative, inclusività e sostenibilità sono solo alcune delle tematiche trattate in Parlamento. Il mercato degli esports cresce a tutta velocità nel resto del mondo, ma purtroppo in Italia non si può dire lo stesso a causa di vuoti normativi che impediscono impulsi concreti. C’è l’esigenza di regolamentare le competizioni sportive, poiché troppo spesso considerate alla stregua delle attività di gioco con vincita in denaro.

In Italia vi sono più di 15 milioni di giocatori, questo dimostra come il settore videoludico sia a tutti gli effetti un tema sociale riguardante qualunque fascia d’età e qualunque tipologia di videogiocatore, da quello professionista a quello amatoriale.

La convention ha posto le basi per un obbiettivo ambizioso, ovvero la creazione del white paper. Il White Paper ha lo scopo di raccogliere informazioni per elencare le criticità del settore in Italia e le proposte risolutive per migliorarlo. La redazione del White Paper concede agli operatori del settore di poter far sentire la propria voce direttamente ai parlamentari. Questi ultimi potranno poi avviare gli iter necessari per le azioni dirette in Parlamento.

Al convegno sono stati coinvolti all’iniziativa: Chiara Appendino, deputata M5S ed ex sindaca di Torino, Alessandra Todde, ex viceministra allo sviluppo economico M5S e Antonio Caso, membro della commissione Cultura e Istruzione. Tra gli altri è intervenuta Fortuna Imperatore, che abbiamo già intervistato, Game Designer del videogioco Freud’s bones.

Luigi Caputo, fondatore di OIES
Luigi Caputo, fondatore di OIES

Cos’è l’Osservatorio Italiano Esports – OIES

L’osservatorio italiano esports viene fondato da Luigi Caputo ad aprile del 2020. L’OIES ha lo scopo di diventare un punto di incontro per le aziende e i professionisti che hanno interesse a investire in questo mercato. Oltre alle opportunità di business, si fanno promotori della cultura gaming in Italia.

Tra le offerte proposte dell’osservatorio vi è anche la presenza dell’unione Promotori Esport e Gaming. Il fine dell’organizzazione è quello di diffondere la cultura dei videogiochi nelle città creando momenti di aggregazione e socialità, attraverso degli eventi.

Oggi abbiamo il piacere di ospitare, nella nostra rubrica delle interviste, il fondatore dell’osservatorio, ovvero Luigi Caputo.

Luigi Caputo fondatore Osservatorio italiano Esports

Intervista a Luigi Caputo, fondatore di OIES

  • Cos’è l’Osservatorio Italiano Esports? Quali sono i servizi che offrite?

L’Osservatorio Italiano Esports nasce ad aprile 2020 in piena pandemia. Prima ci occupavamo principalmente di sport marketing tradizionale, poi a causa delle restrizioni lo sport si ferma e quindi abbiamo visto negli esport un canale di crescita. È stata una scommessa che abbiamo vinto, infatti siamo un punto di riferimento nazionale per tutte le realtà che operano in questo settore. Ci siamo posti come l’aggregatore di tutte le realtà del settore: le aziende, le agenzie, i team esport e gli studi legali. Insomma, tutta la filiera che compone il sistema.

A questa filiera eroghiamo una serie di servizi che sono di ricerche di mercato, corsi di formazione, eventi e possibilità di accedere al sistema di attestazione di competenze. All’interno dell’osservatorio ci sono varie opportunità che introduciamo per gli operatori del settore per far sviluppare il loro business. L’OIES è un ente B2B, quindi si riferisce alle società e al Business che può nascere tra di loro. In questi anni ci siamo tolti tante soddisfazioni, abbiamo creato l’evento business di riferimento in Italia, ovvero ESPO game, abbiamo portato per la prima volta in Parlamento il mondo degli esport.

  • L’8 e il 9 maggio sono stati a tutti gli effetti due giornate storiche per il settore videoludico, in quanto avete organizzato una convention sugli esport in Parlamento. Quali sono le sfide e le opportunità di questo settore? Inoltre, parlateci del white Paper, in cosa consiste?  OIES in Parlamento

L’8 e il 9 abbiamo organizzato la prima storica convention sugli esport in Italia, alla Camera dei Deputati. È stata un’occasione che abbiamo organizzato insieme al Movimento 5 Stelle che ci ha permesso di varcare le porte del parlamento. Hanno fin da subito abbracciato questo tema e ne hanno capito le potenzialità. Il mondo esport in Italia, oltre quello gaming, soffre di tante carenze a differenza di altri paesi europei.

In Italia non c’è una regolamentazione che consente agli operatori del settore di poter organizzare tornei, competizioni oppure operare in modo tranquillo. Non essendoci delle norme ad hoc, si adattano da altri settori varie leggi che ovviamente sono poco attinenti con il mondo dei videogiochi. Attraverso questa convention abbiamo portato gli esport a essere riconosciuti come settore, quindi a far comprendere alle istituzioni che esiste un universo economico che gira intorno agli esport.

Esiste una cultura positiva dei videogiochi, spesso sui giornali leggiamo gli aspetti avversi legati agli stereotipi. In Italia c’è una cultura del gaming fortissima che può far nascere innumerevoli opportunità. Il Movimento 5 Stelle ha riconosciuto queste potenzialità e si è mosso in prima linea per consentirci di portare questi temi in parlamento. Dalla convention, a cui hanno partecipato una selezione di operatori del settore, nascerà il White Paper degli esport e del gaming. Un altro traguardo storico che raggiungeremo noi di OIES.

Insomma, presenteremo alcune proposte inserite nel White Paper tra settembre e l’inizio di ottobre con un nuovo evento, sempre alla camera. Abbiamo raccolto le testimonianze degli operatori del settore, dando a tutti la possibilità di poter avanzare proposte da inserire in questo libro. Una volta raccolte queste proposte consegneremo questo libro al Movimento 5 Stelle per fare iniziare dei veri e propri iter parlamentari. Un altro appuntamento storico che seguiremo in prima persona come OIES.

  • Come vedi il mondo degli eSport in futuro? L’Italia ha ancora molto da apprendere rispetto ad altri paesi che operano da tempo in questo settore?

Secondo me il problema è generazionale. La tecnologia si è evoluta così velocemente che si è creato una disparità incredibile tra la generazione Z e quella dei propri genitori. Nella storia dell’umanità non c’è mai stata un’accelerazione così potente della tecnologia. Sono soprattutto i genitori a non riuscire a comprendere il mondo del gaming, perché proprio non ne hanno la capacità di tipo esperienziale.

La narrazione si può cambiare solo migliorando questo dialogo generazionale tra genitori e figli. Ovviamente non bisogna neanche abusare dell’uso eccessivo dei videogiochi, in quanto possono alienare o portare all’isolamento. Tuttavia, sono casi isolati come spesso accade anche in altri settori. Bisogna insistere nella narrazione che vede il videogioco come strumento di comunicazione. Giocare ai videogiochi in rete consente alle persone che hanno la stessa passione di incontrarsi e vivere un’esperienza.

  • Parlaci anche del vostro altro progetto, ovvero UPEG. In cosa consiste e quali sono le differenze con l’osservatorio italiano Esport.

Osservatorio italiano Esports OEISNel 2023 abbiamo lanciato anche la realtà Unione Promotori Esport e Gaming come ulteriore verticale della nostra offerta. L’osservatorio si riferisce alle aziende, ma al tempo stesso ci siamo accorti che in Italia esiste una community davvero vastissima di videogiocatori.

Questi utenti non necessariamente vedono i videogiochi come strumento di business, ma solo come mera passione. Vista la presenza di una community così forte abbiamo deciso di aprire questa verticale con l’obiettivo di creare la prima rete nazionale per gli appassionati di gaming.

Il nostro scopo è quello di unire tutti gli amanti del settore videoludico e farli incontrare per far vivere loro esperienze. Un vero ecosistema dove un appassionato di gaming di Aosta possa incontrare o comunque interfacciarsi con un altro che vive a Palermo. Sicuramente un obiettivo ambizioso che abbiamo già lanciato da qualche mese.

Abbiamo già ricevuto degli ottimi riscontri, infatti a giugno abbiamo organizzato il primo meetup degli scritti Upeg a Milano. In questa occasione hanno avuto modo di incontrarsi, mangiare una pizza insieme e poi andare in una sala gaming a giocare. Il gaming serve a questo, a creare socialità.

  • Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un aneddoto sulla nascita del vostro progetto

Più che un aneddoto, mi sento di dare un consiglio a chi ci ascolta, soprattutto ai più giovani. Quando abbiamo lanciato OIES nel 2020 abbiamo ricevuto tantissime porte in faccia. In Italia il settore dei videogiochi è per certi versi una casta. Un nuovo operatore che prometteva una possibilità democratiche per tutti e che aveva l’obiettivo di aggregazione è stato visto un po’ come un oggetto negativo.

Noi abbiamo ovviamente un approccio positivo, devo dire che le istituzioni dei videogiochi hanno un po’ cercato di ostacolarci. Alla fine, il nostro valore e la nostra proposizione hanno convinto tantissime aziende e grandi brand internazionali a supportarci. Quando si crede in una idea e si pensa sia giusta, bisogna darsi il tempo di farla maturare, anche in presenza di ostacoli.

Ringraziamo Venti Blog per la pubblicazione dell’estratto di questa intervista sul Quotidiano del Sud

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